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e non una sillaba
non un suono

senza via d'uscita
neppure in fila su una tastiera

? il silenzio che fa male.

e qui lo dico di quel cielo invernale
che stasera, precoce
oscura la notte che ancora speravo mite.
qui, della doppia vu stellata
tra le cui punte ospita
d'adolescenziale memoria
il sogno di un'isola
specchiato nel cielo.

Cogliere l'attimo, mordere il tempo
sul tempo del nascere.
Tutto, di preziosa mortalita'
e' da masticare, ingoiare, digerire e
cagare; ahora!
Tutto adesso, prima che tutto passi.
Ho sognato l'isola, che per incanto
non si avviava cieca verso
l'abisso.
Niente era destinato al nulla,
tutto il movimento degli esseri
e delle cose, mirava al cambiamento cosciente
che restituisce ad ogni trasformazione
consapevolezza, entusiasmo, vita.
Sapevamo che prima o poi saremo cambiati,
radicalmente mutati in altro, ma
le passioni,
il canto,
i giorni di festa,
l'allegria,
le persone amate,
avrebbero accompagnato il nostro bell'andare.
Stupido, irriducibile stubito, l'ostinato
che non si rassegna a dire
addio.
Resta cumme, nu me lassa'
vita da'vita
mia.....

all'isola addio diede Arturo
stella e cuore
portando con s? quell'odore
che restitu? al mare
quando del mare solo aveva gli occhi.
consapevolezza, entusiamo, vita
su una cresta d'onda che su ogni breccia
ne lascia una.
ad altra terra sempre si giunge, ch? il mare ? uno
e le tocca tutte,
(smussati dal vento, bruciati dal sole):
dell'attracco cogliere l'attimo,
mentre la nave ? gi? pronta a salpare.

ah!...
e nessuno resta
e tutto si lascia
e vita,
vita d? quando ne vive
...

Resto' l'odore del mare,
andando a tendersi sull'orizzonte come
corda di chitarra, fino a
diradarsi nella trasparenza, accordarsi
su cio che non si vedeva.
Forse era questa la nuova esistenza che
in un canto qualunque spengeva
il dolore, le gioie, le passioni,
e cantava, cantava, cantava.

? esistenza di nulla
ingannevole canto di sirena ingannata
quello che spegne con acqua salmastra

Sirena ingannata e spiegata,
semafori,
traffico,
odore di piombo,
caos,
un cane che caga sul marciapiede,
un tizio che rolla un cannone,
un bottegaio che bestemmiando scopa l'asfalto,
un angelo qualunque che per niente,
ha scelto di camminare
sul bordo di pietra del marciapiede, incurante
dell'abisso, delle
direzioni, dei
passanti, delle
auto, del
casino che attanaglia la pazzia del mondo.
Cammina sul bordo per gioco, sottraendo
al disordine collettivo
un canto d'amore.

:o bravo Hombre!...

:fiori:

muchas gracias nina!
:mrgreen: