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Io provo, ci provo
a essere stupido
e so che benedetta sia la stupidita’,
a giocare con i bambini, come i bambini
e so che benedetti siano i bambini e i loro giochi,
a viaggiare,
a disorientarmi per trovare,
anche quando la polvere
si posa sugli occhi, su tutto,
quando i pensieri stanchi
non riescono a fluttuare e opachi
giacciono ansimanti,
quando la tv scorre
e t’ingolfa il cervello di stronzate.
Lo so
che le tragedie e i miracoli
accadono comunque
e che ci sono parole capaci
di autoesprimersi, in poesia cantare
e aprire varchi,
sbocciare sorrisi,
scrosciare tristezze e lacrime
e che la Grazia e’ uno stato
ognidove confinante
e che il fumo fa male
e la semplicita’ e’ spesso
difficile da cogliere e odorare
e che il tempo che scorre
non e’ mica quello che sembra,
come le distanze che mutano
con il nostro umore.
Come quando fuori piove
e stai in casa
e chi te lo fa fare di uscire
e magari sei innamorato
di una donna, di un gioco, di un cazzeggio
e in cucina c’e’ il sole
e godi
e sei contento.
Grazia, era una bella ragazzotta
in classe mia, seconda superiore
credo.
I poeti cantando scrivono,
poi muoiono
ma questo e' normale
credo.

attendevo
come il gatto
lì
steso al calore del pavimento
sa bene lui dove le vene d'acciaio giacciono
mano d'opera umana le pose
ed il geometra non ricorda
ma lui sa

attendevo
la frase
l'affranto
di chi i canti e le beffe
ha del Geometra
saprà Egli dove
scorrono
le calde, fredde e reflue acque?

del Poeta cito
e mi avvicino al Nuovo
giochi di luce ingannano
e tempo viene per calmare
i troppi gorghi
le troppe secche
non è armonico camminare tra sterpi d'uomini
umidi di egoistiche pisciate condominali

attendo nel silente
stante, assorto
in vaghi e assortiti ricordi
mondi ormai non miei
irreali storie
di fatti inesistiti

Cazzo, e' dalle 5.30 che sono sveglio,
certo che sono stanco.
Guido,
imbocco la via di casa
e parcheggio dietro la vecchia villa.
Mi fermo un minuto ad ascoltare la radio che canta
ah che sara' che sara'
che gira nella testa di questi amanti
che cantano i poeti piu' deliranti...
Faccio scendere il cane,
prendo le mie cose,
apro il cancello del giardino,
passo da casa a salutare mia madre,
faccio venire il caffe',
mi accendo una sigaretta,
saluto,
vado su in casa mia,
scorre l'acqua, faccio la doccia,
mi asciugo la pelle e la stanchezza,
mi pettino,
prendo pantaloni e maglia,
infilo scarpe, giaccone
ed esco.
L'auto e' parcheggiata dietro una villa nuova di zecca
dai colori caraibici,
metto in moto e nello stesso tempo
parte la radio cantando
ah che sara' che sara'
che gira nella testa di questi amanti
che cantano i poeti piu' deliranti...
mi fermo un minuto ad ascoltare e qualcosa non torna,
metto la freccia,
penso a una frase di Kash e ai mondi non suoi,
guardo lo specchietto e vado.
Il tempo miracolosamente si e assentato,
qualcosa altrove e'
accaduto.

parole

vestono
le emozioni

di chi va
da un luogo
e va

le emozioni che fuggono
i trilli elettronici
e si levano verso l'alto

il cielo
di spirito
accoglie

sono mistiche
preghiere intrecciate

sequoie

Parole
svestono emozioni,
svelando cio che rimane
di un'essenza immaginata.
Pregano,
intrecciano frasi
e producono l'immagine riflessa
di volti lontani.
Tutti i volti sono lontani.
E io che stento
a riconoscermi.
Affiorano d'incanto
arcaiche memorie
di secolari
sequoie.
se.

Io sono l'ignorante
purtroppo so di non sapere.
Non conosco il mondo addietro,
purtroppo negato da qualcuno.
Tento di entrare nel mondo adulto
purtroppo ho pochi mezzi.
Non possiedo nessuna chiave d'accesso
purtroppo chiusa dal circolo eremita.
Non possiedo i sentimenti
troppo visti in quei canali fantascientifici.
Voglio sapere che cos'e' l'amore
ma non sono capace d'amare.

Che fine faro'?
Quale sara' il mio mondo postmoderno?
Rimango giovane ed incosciente
purtroppo non so
rimango nel castigo della superficialita'
della televisione piatta.

belissima, ho aqcuistato una televisione piatta
ed e' bellissima, elegantissima, piattissima
ma costa un po,
ma trasmettettettettettettette
Belle le tette,
e non sono certo piattissime
e io le amo tutte
fatte, rifatte, sobrie, innocenti e farabutte.

Prendimi con te,
e cancella il mio nome,
quando avrò terminato
il mio castello di sabbia.
Lasciami finire in silenzio
spegni pure la luce
e riponi ogni cosa
al suo posto,
intanto io seduto
attendo quel momento.

Dire,
fare,
baciare,
lettera,
testamento.
Nello scorrere cheto
dei giorni.
La notte, nel silenzio,
fumare sulla tazza, frugar
parole.
Fuori l'inverno
scroscia l'acqua
sulle foglie ghiacce.
E' un momento dilatato,
continuo.
Dire,
fare,
baciare,
lettera,
testamento.
That's all.