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Lo so, ma non ho le prove..

Servono mille e un occhio
per cogliere la freschezza di un sorriso centenario,
servono mille e un occhio
per contare i battiti d’ala del colibrì,
servono mille e un occhio
per vedere crescere e cambiare i propri figli,
per non farsi inghiottire dalla sonnolenza,
per leggere i post del web,
servono mille e un occhio
per vedere una bella donna passare,
per colpire di stoccata un bersaglio inventato,
servono mille e un occhio
per non rassegnarsi a morire,
per catalogare tutti i prodotti del centro commerciale,
per ricordare la musica di un amore che sta invecchiando,
per assaporare un battito d’occhio che è gia passato,
servono mille e un occhio,
mille e un occhio e ancora mille e uno
per distrarsi, disorientarsi, perdersi,
lontano dal dolore, dal rimpianto,
poter dimenticare ed essere dimenticati,
senza morire
per sempre, altrove
in pace stare.

già, eppure...

LA REPLICA

non servono gli occhi per sperare
serve un occhio per sparare
non servono mani per pregare
serve un dito per il computer
a che servono gambe o ali per volare
basta un cervello per sognare
lo pensi tu che sia una replica
stavo solo cercando di poetare

Continuo a replicare
che tanto, sempre delle stesse cose
siamo chiamati a cantare;
vivere, dire, fare, baciare...
mangiare,
digerire,
cagare.
E anche su questo e pure su niente
stavo cercando solo di
poetare.

Veda mister stroncatore (www.poetastri.com/?q=node/88)
Lei di ogni trovatore ha da trovare
alfin l’errore per l’umorsollevazione
di noi miseri poetastri
niente nastri niente canti
mai odiam
che ci cosano il privato
quando è prrr la cosa pubblica
Lei ha voglia di vagliare con ritocco eventuale
prima di pubblicare l’epicedio consolatio.
Già, perchè questo é:
morte allo spam intellettuale, comunquista o commerciale
Si confortano e ringraziano Perroni
tutti quelli che con Lei non si rompono i marroni

niente di niente
è il nulla che ci conviene
da questo scrivere ininterrotto
che ci accontenta
con far da poetastri
senza nastri, e con l'inchiostro,
andiamo avanti col ritocco
perdonate la licenza
sel al fin della poesia
io non perdono e tocco.

ehi nikita
ma dove sei sparita?
torna presto a poetare ai messeri
fossi un cane
a pelo ruvido sarei un fox terrier (hi!)

Niente di niente,
se non un'orchestra d'allegria,
dove la stanchezza muore
si canta e si balla a festa
per la festa che dovrà arrivare.
Giovani donne danzanti,
agghingate di colorati nastri
a far sussultar le carni
di inquieti e giovani poetastri.
E' giocar con le parole
e pur con il pensiero.
Se fossi nato cane
sarei un Fila Brasileiro,
se fossi nato uomo sarei
un hombre sincero,
se fossi nato altrove
non ne avreste le prove,
se fossi quel che sono
io tocco e non perdono.

La dipartita

Urla la voce dentro
e inascoltata trema
nell'implosione di un vibrante brusio.
Qualcosa affiora, come la vita che scorre
e da dentro attraversa la carne
sorgendo in luoghi estranei.
Echi intermittenti
ci rciordano quello che pensavamo di essere,
i cibi preferiti,
le stagioni amate,
e un mal di denti
che credevamo di aver dimenticato.