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le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 31/03/2005, 15:40
da carlo
Ciao, gioielli dell'anima mia! Che mi succede? Stamani, gioved? 31 marzo 2005, mi sento tanto Cornelia che significher?? Sto perdendo il senno, oppure ? il dolore che mi fa sragionare? No, non voglio sentirmi Cornelia, voglio essere io, io che vi vuol bene pi? di se stesso, altrimenti non starei a parlare con voi, con la febbre; me ne starei a letto a piangere sulle sventure di quest'inizio 2005, quando credevo le disgrazie mie e del mondo fossero finite con 2004. Ma penso sia l'ira che mi morde l'anima per aver visto quella foto del Papa: una foto tragica, che giornalisti senza umanit? hanno pubblicato in prima pagina.

Con l'immagine tragica di Papa Giovanni Paolo II davanti ritorno alla considerazione principale, che fece parlare per molti mesi i vecchi signori padulesi, che si riunivano per fare il tressette, fuori del caff? di Carminuccio, era la fantasmagorica occupazione del paese da parte degli americani e la resa gioiosa dei dodici tedeschi che passavano le nottate all?addiaccio e il giorno s?inventavano ?rubagalline? per sopravvivere. Noi, scalmanati, tutte le mattine ci recavamo alla stazione ferroviaria nella speranza di veder scendere dal treno (ora ne passavano massimo tre in una giornata) i nostri cari, ma ogni tramonto era sempre pi? triste. Mamma non cantava pi? come una volta e per arrotondare s?invent? cuoca di lumachine che andavamo a raccogliere nella campagna autunnale odorosa di terra bagnata. Il gioved? li metteva a spurgare in una grande pentola di rame (allora c?era solo la rame nelle nostre case), tenendole coperte per tre giorni. Allora le lavava con cura e poi le cuoceva e vendeva agli avventori della cantina di z? ?Ntunetta, i quali, mentre giocavano a tressette e ?padrone e sotto?, bevevano e mangiavano lumachine, acquistate a una lira e mezza al piattino. Questo perch? non riusciva a ricamare pi? tanto: vedeva sempre meno.

I reduci continuavano a scendere alla stazione di Paduli e attraverso il paese raggiungevano la stazione ferroviaria successiva per evitare, questa volta i posti di blocco americani, ch?erano pi? terribili di quelli tedeschi, perch? tra i reduci cercavano fascisti camuffati o, secondo loro, soldati tedeschi che tentavano di sfuggire alla prigionia di guerra. Sapevamo d?incontrali e il venerd? 29 e sabato 30 ottobre andammo a ?rubare? granturco dove sapevamo che non era stato ancora raccolto ed anche dove era gi? pronto per essere ?battuto? (cio? fatto a chicchi con lunghi bastoni snodati). Mandavano sempre me nei campi perch? asserivano ero il pi? piccolo e pi? difficile di essere notato; ma un giorno un contadino mi scopr? e per farmi scappare sparo una doppietta in aria, ma tanto vicino che rimasi intronato, coricato nelle filare di granturco. Dopo mezz?ora tutto Paduli diceva che mi avevano ucciso mentre rubavo granturco e quando mi videro a Rav?no con una grossa bisaccia di spighe dal colore dell?oro furono felici di riabbracciarmi.

Lungo tutta la strada che separava il paese dalla stazione ferroviaria, c?erano reduci seduti per terra, alcuni si spidocchiavano come potevano, altri si divertivano a vedere i pidocchi scoppiettare in un logoro elmetto messo su quattro pietre, al centro delle quali avevano acceso il fuoco.

Dopo essersi rifocillati col granturco li portammo in paese, dove ebbero accoglienza filiale, ma non avevamo pane, quindi dovettero accontentarsi di noccioline, vino e qualche uovo. Mentre li guardavo mangiare e raccontare le peripezie passate, mi ricordai di come li avevo visti il 13 settembre:

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Sette chilometri di uomini
laceri, sporchi, scherzano
bruciando giganteschi pidocchi.

Li sfamiamo con noccioline e vino.

In mezzo c'? Gennaro, evviva evviva
il primo amico che ritorna a casa.

Ho undici anni due mesi
e undici giorni, io.

*************************

Non era cambiato niente in un mese e mezzo: tutto come prima, tutto si ripeteva: mi rifugiai in casa, seduto per terra nell?angolo pi? buio della stanza e piansi fino a quando il corpo non ebbe pi? forze e mi addormentai singhiozzando.

Mamma mi svegli? con dolcezza, e mi diede una triste notizia.

- Perch? piangi? ? Chiese. ? Hai saputo che ? morto Luigi Reparata?

- Noooooo! ? Gridai con tutta la voce che i polmoni potevano tirare fuori ? Non ? vero perch? mi dici questo? La guerra ? finita?

Il mio grido fece accorrere nonno che abitava poco lontano il quale come il suo solito, mi prese in braccio, seduto sulle ginocchia, e mi ripetette che la guerra era appena cominciata e che l?Italia era divisa in due ed ancora non si capiva bene che cosa avrebbero fatto gli americani; si sapeva soltanto che Hitler aveva inviato in Italia tante divisioni di soldati per difendere il Reich fino alla morte.

Al tramonto della domenica 31 ottobre ci ritrovammo come per un appuntamento dato telepaticamente tutti riuniti a circolo, come il solito per ricordare Luigi.

Ricordammo tutte le marachelle fatte insieme, i sogni, le aspettative sue e nostre. A mezzanotte passata quando rincasai, invece di andare subito a letto mi sedetti nella solita posizione accanto al letto e scrissi:

A PORTANOVA, AL TRAMONTO



A Portanova, al tramonto
dove il colle domina la valle
ci riunivamo.
Quella sera

Luigi Reparata ci disse:
?Parto. Vado marinaio...?
La cartolina rosa
mostr? orgoglioso
occhi raggianti:
primavera del quarantuno
quella sera!

Imberbe divenuto uomo
su racconti di eroi.

Lo rivedemmo passati tre mesi
lo sapemmo imbarcato sul ?Giulio Cesare?!

Sua vita le lacrime della madre
su mani callose abituate
al rastrello

erba cattiva estirpare:
sano frumento non suo.

Suo volto occhi aridi cercano
inconsolato cuore
suo corpo glabro.

Eroe, giaci, dove?

Sulle mani callose
scrosci di lacrime
cuore inconsolato
tua madre.



Forse hai pianto prima di morire
imberbe divenuto uomo
su racconti di eroi.

************************

Il mattino mi trov? addormentato sopra il quaderno ancora aperto.

Ora mi sveglio bene e vi stringo in un abbraccio circolare con tutto l'amore che posso, Reno

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 01/04/2005, 12:57
da carlo
Il venerd? 1 aprile 2005 ci ha dato il buongiorno con due tristi notizie delle quelli non possiamo che dolercene, perch? siamo impotenti di fronte ad una nazione che ha fatto della morte legale il suo punto principale di comando, dal governo ai governatori, ai giudici dei piccoli tribunali e quelli della cassazione. Nulla ? valso per annullare la volont? di un uomo che non aveva niente da temere da una moglie condannata alla sofferenza; ma c?era quel milione di dollari e credo siano stati proprio i soldi e le insistenze della donna che si ? messa al fianco a far si che chiedesse la morte di un essere umano che per un milione di dollari era diventato improvvisamente un vegetale.
Che dire del Papa Giovanni Paolo II? Come Al? ha confessato di aver avuto complici in Sede, improvvisamente arriva il blocco renale, cos? grave da richiedere l?estrema unzione. Karol Jozef Wojtyla ? nato in Polonia il 18 maggio 1920, il padre era un sergente dell'esercito polacco in pensione e di una donna d?origine lituana.

Alla morte del padre avvenuta il 18 febbraio 1941, lui ha 21 anni e ha gi? perso la madre e il fratello. L?anno dopo decide di farsi prete e di studiare in segreto per l'ordinazione durante l'occupazione nazista.

* * *

Natale 1943! Che triste Natale. Quello fu il sabato pi? triste che vivemmo tutta la famiglia, nonno volle che i posti che occupavano di solito pap? e zio Giovanni fossero apparecchiati come se loro ci fossero; ma vedere quei posti vuoti con i piatti vuoti ci metteva pi? malinconia. Non parliamo poi del pranzo natalizio,una ricchezza mai vista:coniglio alla cacciatore,baccal? in umido e fritto, anguille in umido perch? i capitoni facevano paura alle zie e a mamma, i bambini festosi ci facevano dimenticare la mancanza dello zio e di pap?. Mannaggia! Chi fu che buss? alla porta? Disgraziato; ebbe la capacit? di far sparire tutto dalla tavola dove ora regnava una spiga di granturco lessa, che mangiammo religiosamente in silenzio.

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Da tre mesi mio padre non scrive
da cinque zio Giovanni. Mia nonna
piange e mia madre prega.

Nonno non parla pi? come una volta
tira con rabbia l'ago

e guarda in cielo.

Sulla finestra s'? posato un passero
il nonno posa l'ago e senza tema
allunga la mano, prende l'uccellino
gli da il mangime e sorride mesto:
?chi ciber? i miei due passerotti??
Ha gli occhi lucidi
mentre mi stringe forte sul suo petto.

*********************************

Pass? il Natale, pass? il Capodanno e la Befana che non buss? alla nostra porta. Per il carnevale preparai con gli amici (nessuno di loro ? pi? vivo: che Dio li abbia in gloria) una commedia musicale con versi scritti su motivi gi? esistente, cos? ?Signora fortuna? divent? ?Le cinque effe?; ?La romanina? divent? ?I giovanotti in motore? e cos? cambiarono pure altre canzoni. Mettemmo su una commediola musicale di circa venti minuti che andammo a recitare casa per casa per raccattare qualcosa da mangiare, ma quelli ci davano sola da bere un bicchiere di vino.

Ripresi ad andare con nonno alla cantina per ascoltare Radio Londra, cos? seppi che gli anglo americani erano sbarcati sul litorale tirrenico, nei pressi di Anzio, per aggirare la resistenza tedesca sulla linea di Cassino contro cui si erano infranti tutti gli attacchi. Lo sbarco, sotto la direzione dell'ammiraglio Lowry, avvenuto tra il 21 e il 22 gennaio 1944, ebbe un successo iniziale dovuto sia alla sorpresa sia all'imponenza dei mezzi. Per? le forze alleate, al comando del generale John P. Lucas, non seppero approfittare della situazione e il maresciallo Kesserling, ebbe una rapida reazione, che permise ai Tedeschi di bloccare gli attaccanti in un'esigua testa di ponte. Solo nel maggio 1944 gli Anglo-Americani, al comando del generale Lucian K. Truscott, riuscirono a rompere le linee tedesche e a congiungersi con le forze provenienti dalla Sicilia e da Salerno.

Intanto si era giunti al settembre 1944, affacciato al balcone, della casa di nonno, da dove potevo ammirare, quando il giorno era nitido, la vallata di Rav?no e pi? su, nella speranza di vedere due soldati, sozzi, con la barba incolta e i vestiti strappati venire verso casa. Mi voltai come se qualcuno mi avesse chiamato e vidi:

FUORI IL BALCONE


Fuori il balcone, nel vaso grande,
il pesco che piant? mio padre
? alto, ? pi? alto di me;
le foglie cominciano a cadere
mia nonna ha preparato un vestito nero
e piange. Il marito glielo strappa di mano
e lo butta, con foga, nel camino acceso.

Fuori il balcone, il pesco piantato
da mio padre, comincia a perdere le foglie
e i reduci a carovane passano per Paduli.

***********************************

Per pi? di un anno vedemmo passare reduci sozzi e macilenti attraversare la valle di Rav?no, salire la sconnessa strada di tufo fino al paese. Fino a quando sabato 18 febbraio 1944 in mezzo alla ciurma di reduci c?? anche un capitano dei paracadutisti di Catania che ha un braccio in cancrena?

Stringendovi in un abbraccio circolare vi auguro con tutto l'amore che posso di realizzare tutto quanto avete nella mente e di trascorrere una serena giornata. A donami, Reno

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 02/04/2005, 16:02
da carlo
Sabato 2 aprile 2005, siamo tutti angosciati per la salute del Papa (parler? di lui nella rubrica ?parliamone? de ?il baricentro?), avrei voluto astenermi dallo scrivere questa pagina di ricordi, se non facendolo avessi avuto la certezza della Sua guarigione, ma cosciente che, anche parlando di un periodo che Lui ha vissuto e sofferto in prima persona come me, combattuto con coraggio ? preghiera per Lui e speranza: ha desiderio di vedere finalmente Dio in faccia; la Madonna e Ges? lo stanno accontentando.
Il capitano dei paracadutisti non voleva ritornare a casa senza un braccio, la ripetizione del delirio, dovuto alla febbre altissima, era come il ritornello di una canzone: ?Non voglio che mamma mi veda senza un braccio?, ma il dottore Acerra fu irremovibile: ?Se non interveniamo tua madre non ti vedr? pi??.

Cos? lo portarono al suo studio, dove fu attrezzata una sala operatoria di fortuna e amputarono il braccio del giovane capitano catanese, e domenica 15 febbraio 1944 era gi? fuori pericolo, la febbre era scomparsa come per incanto, ma l?idea di non farsi vedere dalla madre senza un braccio non lasciava il giovane alto e moro come un saraceno, che rubato il bisturi tent? due volte di ammazzarsi.

L?accaduto divenne il nostro colloquio quando c?incontrammo a Portauova. Ed io, per non sentire pi? sempre le medesime cose, perch? mi facevano male, tanto male, cercai di portare il discorso sull?andamento della guerra.

?Abbiamo gi? visto e vissuto in prima persona il comportamento degli americani, quando per fare prigionieri dodici tedeschi vennero a Paduli in cinquemila con carri armati, cannoni, mitragliatrici, come se avessero dovuto affrontare un?armata.

Immaginate quello che stanno passando sul fronte del litorale di Anzio, che ? quasi un mese e non riescono a sfondare la linea tedesca?.

Se poi teniamo conto, intervenne Virgilio, che si trovano al fianco le formazioni partigiane, incuranti che alle loro azioni i Tedeschi rispondono con massacri.

Il pensiero di Virgilio si concret? quando il 24 marzo 1944, da radio Londra sentii, insieme a nonno che a Roma, alle Fosse Ardeatine i tedeschi avevano fucilato, per rappresaglia, oltre trecento persone, ed ora spadroneggiavano a Roma dove popolo e militari sbandati resistevano con coraggio sulla Via Ostiense, capeggiati da scrittori, come Alberto Moravia e pittori come tutti gli affiliati della Scuola romana, tra cui Domenico Caputi, spronati dal colonnello Di Lorenzo, resistettero a lungo prima di capitolare. Questa in verit? fu la prima grande battaglia della Resistenza Italiana. Il discorso come guidato da una forza superiore si spost? sull?eroismo dei padulesi. Parlammo di Luigi Reparata, ch?era affondato con la nave su cui era imbarcato, di Poldino, un ragazzo bello come un giovane dio, amato e conteso da tutte le ragazze di Paduli; di Rocco Limongelli, un ragazzo che a Paduli faceva il fabbro e che per meriti di guerra aveva ricevuto due medaglie d?argento al valore militare e promosso sergente della marina, di cui dopo tre anni ricordandolo scrissi:

SEGRETO RIMANE



Segreto rimane
agli uomini
tuo ardimento.

Medaglie al valore
croci di guerra...

Ti rimandarono a casa.
Ora muori di fame.

******************************

Dopo aver esaurito il problema di Rocco Limongelli, parlammo a lungo di Torre che per la fretta rimase ucciso dal treno e che per ricordarlo scrissi:

A TE NON BACIO? LA GLORIA



Oh, no! A te non baci? in fronte
la gloria.

Il tuo giorno non fin?
sul campo di battaglia
e mai codardo fosti.

Era il dieci
di quel lontano
eterno, presente
settembre.

Ella non ti volle
a Tobruck
non ti baci?
in Egitto

e non ti abbracci?
a Tripoli.

Ti attese sulla ferrovia
(sentivi l'odore di casa)
sotto la galleria:
...nelle pupille immobili
impressi i volti amati.

************************

E su Poldino ci soffermammo a lungo pensando alle sue spasimanti che come noi vedevano soldati di tutte le regioni del Sud Italia e come noi aspettavano loro Poldino, noi i nostri padri e i nostri zii.

Avevamo appreso, il 17 settembre da Rocco Limongelli, che Poldino era morto, trascinato a fondo da un pescecane.

Tirai fuori il quaderno e lessi ai miei amici di Portauova e di scorribande campagnole per reperire qualcosa da mangiare, la poesia che segue, scritta sabato 2 ottobre 1943, dopo circa due anni dalla morte di Poldino. ?Il fratello...? ? Rocco Limongelli che si prodig? nel salvataggio, dei naufraghi feriti (per questo era stato decorato al valor militare), ma Poldino, essendo stato ferito leggermente, rifiut? il soccorso, perch? c'erano altri marinai che avevano maggiore necessit? di aiuto;ma non tenne conto dei pescecani. Uno di questi se lo port? nel fondo del mare.

NELLE ACQUE PROFONDE



Nelle acque profonde
dolora

caro ai pescecani
corpo ventenne.

Cascate di lacrime
divoro nel tuo ricordo.

Si prodig? il fratello
ne porse in salvo dieci
lui rifiut?.

Era bello come
un giovane dio
principe azzurro
alle ragazze.

Luce di rettitudine
di nobilt?, di valore
suono al mio cuore.

Il tuo sacrificio
anonimo resta
nell'albo d'oro della Patria.

***************************

A domani con un?altra pagina della mia fanciullezza, intanto vi stringo in un abbraccio circolare, pregando con voi per Papa Wojtyla, con tutto l?amore che posso, Reno

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 02/04/2005, 20:39
da carlo
settimanale di scienze umane
dell?Associazione Internazionale Artisti ?Poesia della Vita?
presidente Reno Bromuro

Repertorio n? 3426 ? Raccolta n? 1270 del 29/10/1984 (no profit)



FATTI

03 aprile 1987: Il processo contro la mafia in corso a Messina si conclude con un verdetto che suscita polemiche: dei 245 imputati, soltanto 65 sono condannati per associazione mafiosa, traffico di stupefacenti ed estorsione.

03 aprile 2004: all?et? di 62 anni muore, in circostanze non chiarite, la cantante romana Gabriella Ferri, caduta da un balcone della sua abitazione. Secondo voci non confermate soffriva da tempo di depressione.

04 aprile 1992: ad Agrigento, la mafia uccide il maresciallo dei carabinieri Giuliano Guazzelli, che indagava sull'assassinio del giudice Rosario Livatino.

05 aprile 2001: cinque nordafricani sono arrestati dalla polizia perch? ritenuti appartenenti ad una cellula terroristica Italiana che fa riferimento al miliardario saudita Osama Bin Laden e in collegamento con gli ambienti islamici coinvolti nel progetto di attentato all'ambasciata Usa a Roma. L?allarme, causato dalla scoperta del piano nel gennaio scorso, ha spinto il dipartimento di Stato Usa a chiudere l'ambasciata.

06 aprile 2001: la Corte Costituzionale da via libera al referendum sulla Devolution. I cittadini della Lombardia potranno andare a votare per dare pi? poteri alla Regione in materia di scuola, sanit? e polizia.

06 aprile 2004: muore ad Albano Laziale all?et? di 78 anni, Enrico Ameri, la voce storica del calcio italiano, a lungo conduttore della trasmissione radiofonica ?Tutto il calcio minuto per minuto?.

07 aprile 1999: circa 60.000 persone, provenienti da tutta Italia, prendono parte ad un imponente corteo che si svolge a Bari, per manifestare contro la guerra nei Balcani, e a favore del negoziato per la pace.

08 aprile 2000: dopo il completamento della mappatura del genoma umano, avvenuto negli Usa, il premio Nobel, Renato Dulbecco, ha affermato che questo ? un risultato importantissimo, una premessa alla comprensione del comportamento di tutti i geni.

09 aprile 2002: il Tribunale del Riesame di Torino, che a fine marzo decide la scarcerazione di Anna Maria Franzoni accusata dell'omicidio del figlio Samuele Lorenzi, in un'ordinanza lunga sessantotto pagine depositata oggi, smonta l'accusa del GIP Fabrizio Gandini, sostenendo: ?Contro di lei indizi n? precisi, n? univoci?.

PARLIAMONE

KAROL WOJTYLA ? IL PAPA DELLA SPERANZA
Karol Wojtyla ? eletto Papa all'ottavo scrutinio,luned? 16 ottobre 1978, con 99 voti su 111. Il nuovo Papa ha cinquantotto anni. Il 263? successore di Pietro assume il nome di Giovanni Paolo II. Da ricordare che il Papa polacco ? eletto dopo trentatr? giorni del pontificato di Giovanni Paolo I. La Sua elezione ? accolta con grande stupore. La decisione del Conclave supera quattro secoli di tradizioni della Chiesa. Infatti, dopo quattrocentocinquantacinque anni, infatti, il Vaticano elegge alla guida della Chiesa cattolica un Papa non italiano: l'ultimo era stato Adriano VI. Durante il suo primo discorso, del 22 ottobre, in una Piazza San Pietro gremita di folla, Wojtyla lancia il suo motto per il pontificato: ?Non abbiate paura. Aprite le porte a Cristo e alla speranza?.

Questo ? il primo passo di un lungo viaggio che nel mondo ha visto Wojtyla indiscusso protagonista di autentiche rivoluzioni sul piano teologico, spirituale, sociale e politico. Gli eventi che lo hanno fatto amato dai cattolici, rispettato dai fedeli delle altre religioni, stimato dai non credenti. Il Papa polacco caratterizza la sua missione d'evangelizzazione viaggiando in ogni continente in viaggi apostolici. In quasi venticinque anni di pontificato riesce a raggiungere novantaquattro Paesi dove porta la parola del Vangelo e si confronta sulle problematiche del mondo moderno, senza reticenze, con le altre fedi religiose, del mondo laico e l'intera umanit?. Ogni Suo ? un autentico pellegrinaggio ?al santuario vivente del Popolo di Dio?. Il significato delle visite compiute ai Paesi e alle singole Chiese locali di tutto il mondo si concreta in questa logica. Karol Wojtyla,viaggia per annunciare il Vangelo in ogni angolo della terra, sostenuto da tutta la Chiesa, ma anche da una forza morale e fisica fuori del comune. Nei suoi viaggi vuole ?confermare i fratelli? nella fede, per consolare la Chiesa, per incontrare l'uomo, perch? secondo una Sua suggestiva espressione ?Roma non ? pi? a Roma ma, proprio perch? ? cuore di una Chiesa pellegrina, ? diventata pellegrina anch'essa sulle strade del mondo?.

Sempre i Papi del Ventesimo secolo sono intervenuti per la pace contro la guerra, tutte le guerre. Lo ha fatto Benedetto XV, che defin? la Prima Guerra Mondiale ?una inutile strage?. Lo ha ripetuto Pio XII, quando nel 1939, afferma: ?Tutto pu? essere salvato con la pace, tutto pu? essere perduto con la guerra?. Il Concilio Vaticano II ha affermato: ?Se non verranno in futuro conclusi stabili e onesti trattati di pace universale (?) l?umanit? (?) sar? forse condotta funestamente a quell?ora, in cui non altra pace potr? sperimentare se non la pace di una terribile morte?. Sempre Pio XII nel 1951 afferma: ?Oggi meno che mai? la guerra pu? essere ?un mezzo atto a dirimere i conflitti e a ristabilire la giustizia?, perci? la guerra ? giustificata solo nel caso della legittima difesa. Giovanni XXIII, nel 1963, nell?enciclica Pacem in Terris scrive: ?Nella nostra et?, in cui ? disponibile la forza atomica, riesce impensabile che la guerra sia pi? strumento di reintegrazione dei diritti violati?. Il questo modo ? scardinato il legame tra guerra e giustizia che per quindici secoli ha guidato la riflessione ecclesiale sul tema. Gli interventi successivi dei pontefici non fanno altro che suggerire queste affermazioni: basti citare Giovanni Paolo II che in Gran Bretagna, in piena guerra delle Falkland, afferma: ?Oggi la portata e l?orrore della guerra moderna, sia essa nucleare o convenzionale, la rendono totalmente inaccettabile per comporre dispute e vertenze tra le nazioni?. E durante Desert Storm, del 18 gennaio 1991, ribadir?: ?La guerra non pu? essere un mezzo adeguato per risolvere completamente i problemi esistenti tra le nazioni; non lo ? mai stato; non lo sar? mai?

Giovanni Paolo II esorta le grandi religioni del mondo al dialogo e al rifiuto delle logiche della guerra. E di fatto, cos? facendo, evita con intelligenza diplomatica l?islamizzazione e l?allargamento del conflitto in Iraq. Oggi per la Santa Sede l?uso della forza militare ? giustificato solo se si richiama a un concetto fondamentale gi? espresso da Giovanni Paolo II nel Natale 2002: ?se la comunit? internazionale, ispirandosi al diritto internazionale e in particolare alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, giudicasse opportuno e proporzionato il ricorso alla forza?.

I GRANDI PAPI DELLA STORIA

Sono dodici i grandi predecessori di Karol Wojtyla, su duemila anni di storia della Chiesa Cattolica. Molti di loro sono ricordati con affetto e reverenza, altri pi? per le loro capacit? diplomatiche e la loro intransigenza dottrinale.Tutti hanno svolto, un ruolo di primo piano e hanno cambiato in qualche modo la vita della Chiesa.

Leone Magno (440- 461) Dottore della Chiesa, che impose la supremazia del vescovo di Roma sugli altri vescovi e nel 452 scongiur? l?invasione di Roma da parte di Attila.

Gregoria I Magno (590 ? 604) Dottore della Chiesa, costru? le basi per la fondazione dello Stato Pontificio; promosse l?evangelizzazione dell?Inghilterra e fu il primo biografo di San Benedetto.

Poi si sono susseguiti Gregorio VII (1073 ? 1085), che afferma il primato della Chiesa sul potere secolare, si ha cos? la lotta per le investiture;

Innocenzo III (1198 ? 1216), considerato il fondatore dello Stato Pontificio;

Bonifacio VIII (1294 ? 1303), il pi? acceso sostenitore del primato della Chiesa sulle monarchie nazionali; Giulio II (1503 ? 1513) ? il pi? grande mecenate del Rinascimento italiano; Paolo III (1534 ? 1549), ricordato per aver indetto il Concilio di Trento; Pio IX (1846 ? 1878) il Papa del Risorgimento che promulga la costituzione liberale dello Stato Pontificio; Leone XIII (1878 ? 1903), affronta con spirito aperto e consapevole della modernit? scrivendolo nell?Enciclica ?Rerum, Novarum?, del 1891; Pio XII (1939 ? 1958) ha avuto il compito gravoso di guidare i fedeli attraverso la tragedia della Seconda Guerra Mondiale; Giovanni XXIII (1958 ? 1963)il Pontefice pi? amato,che con il Concilio Vaticano Secondo, avvia una grande opera di rinnovamento della chiesa; Polo VI (1963 ? 1978) che presieduto il Concilio Vaticano Secondo, impegnandosi in numerosi viaggi per avvicinare alla Chiesa di Roma i Cattolici di tutto il Mondo.

LA POESIA DELLA SETTIMANA

NON SI STUPISCE LA FIUMARA

di Karol Wojtyla



Non si stupisce una fiumara scendente
E silenziosamente discendono i boschi
Al ritmo del torrente
? per? un umano si meraviglia.
Il varco che un mondo trapassa attraverso l?uomo
? dello stupore la soglia,
(una volta, proprio questo portento fu nominato "Adamo".)
Ed era solo, col suo stupore,
fra le creature senza meraviglia
? per le quali esistere e trascorrere era sufficiente.
L?uomo con loro scorreva
sull?onda dello stupore!
Meravigliandosi?

*********************************************

L?asserzione principale di questa lirica del Santo Padre ? che ?L?uomo ? il ?luogo d?incontro primordiale del Verbo?.

Molti si chiedono come mai il Sommo Pontefice ha sentito il bisogno di ritornare a comporre opere poetiche, come aveva fatto da giovane.

Dobbiamo tener presente che in Italia ? noto che ?Benedetto Croce nega valore di poesia ai Promessi Sposi di Manzoni, e in particolare alla tesi teologica di fondo del romanzo. Inoltre,nella Divina Commedia di Dante separa le parti (da lui) considerate veramente ?poetiche?, da quelle giudicate ?filosofiche? e ?teologiche?, quindi non-poetiche?. In realt?, si tratta di un?idea errata.

Paul Val?ry, sostiene (nell?Athenaeum del 23 luglio 1920) che poesia e filosofia non possono fondersi insieme, in quanto implicano ?condizioni e applicazioni dello spirito incompatibili fra di loro?; la filosofia crea nozioni, ossia concetti, mentre il poeta esprime stati d?animo, portandoli ad un punto di perfetto godimento.

Il Poeta Thomas S. Eliot, riprendendo le affermazioni di Val?ry e mettendole a confronto con la poesia di Dante, le confuta in maniera perfetta. E ci? che dice per la poesia di Dante vale anche per la poesia di Wojtyła. ?Senza dubbio ? egli scrive ? la fatica del filosofo, dell?uomo che cerca di trattare idee pure, e la fatica del poeta, che pu? essere quella di realizzare le idee, non si possono sostenere contemporaneamente. Ma questo non significa negare che la immaginazione visiva poetica possa essere in certo senso filosofica. Il poeta pu? trattare i concetti filosofici, non come materia di discussione, ma come materia di visione?. E ancora: ?Quella di Dante ? una immaginazione visiva?

Il tutto significa che il filosofo in quanto creatore di concetti ? un ?pensatore?, mentre il poeta in quanto creatore di immagini ? un ?visionario? e dissacratore della realt?. ?Proprio perch? visionario, vede ed esprimere per ?immagini? ci? che il filosofo e il teologo esprimono per concetti?.

Bibliografia
Concilio Vaticano II (Gaudium et Spes, n. 82).

PIO XII (Discorso al Corpo Diplomatico - 1/1/53)

Giovanni Polo II (Discorso a Coventry - 30/5/82).

(Opere 1904-1930, edizione Bompiani, p. 419)

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 03/04/2005, 16:58
da carlo
Domenica 3 aprile 2005, stamani ho fatto tardi perch? mi sono letti, senza tralasciarne uno solo, i 253 e-mail; le espressioni di affetto verso il Santo Padre ha fatto sangiuinare il mio cuore gi? malandato. Ma come si fa a non raccomandarsi al terzo martire della nostra era? Pap? Giovanni XXIII, Padre Pio da Pietrelcina, Papa Giovanni Paolo II.
Mentre il capitano dei paracadutisti catanese, passava la sua convalescenza con noi a Paduli, la carovana dei reduci continuava senza sosta. Di quanto accaduto a quest?uomo ve ne ho parlato ieri, solo che per mancanza di spazio non ho inserito la poesia che scrissi, descrivendo l?accaduto.

Era luned? 4 ottobre 1943, quando amputarono il braccio al capitano; e lentamente eravamo giunti al 18 novembre 1943.I bombardamenti si susseguivano senza sosta avevamo preso l?abitudine prima che sentissimo il rombo dei bombardieri, di intanarci nella cantina di zi? ?Ntunetta; e andavo due volte al giorno adesso a sentire la radio per avere notizie certe, non tralasciando la passeggiata alla stazione ferroviaria ad aspettare il treno.

Mio nonno, per? era cambiato non parlava pi?, passava le sue giornate a scrivere lettere alla CRI, al Vaticano e al governo provvisorio,ma i suoi scritti rimasero muti come lui. Per fortuna che l?autunno del ?43 fu mite, la sera si preferiva dormire all?aperto, sotto gli alberi.Con gli amici andavo per la campagna, sempre alla ricerca di materiale per fare soldi oppure qualcosa da mangiare, c?inventammo venditori di ghiande, e razziammo la campagna mettendone da parte oltre tre quintali, una parte le vendemmo a due lire il chilo e quelle che rimasero per noi le abbrustolimmo e macinate per fare dell?acqua calda di colore marrone illudendosi di bere il caff?; ma quando ci avvicinammo alle olive, per poco non rimaneva qualcuno di noi ucciso da una schioppettata.

Il mercoled? 24 novembre accadde un fatto strano, eravamo in piedi a Portanova, perch? seduti c?era umidit? e freddo, mentre il sole tramontava vedemmo la madre di Luigi Reparata correre in strada cone folle gridando: ?Abbascio a? la cantina aggiu visto Luigi che voleva aiutarmi a travas? lu vino!?. Rimanemmo imbambolati, ci guardavamo in faccia ma eravamo afasici. Fu Virgilio il primo a parlare, scotendoci con una delle sue battute.

Il pensiero costante al Santo Padre che ci ha lasciati per ricongiungersi a Dio, mi fa venire meno anche la memoria. Domani forse, sar? un poco pi? sereno e riferir? l?accaduto di quei giorni di novembre, fino al Natale del 1944.

45

Uomini passano, a migliaia,
aggirano il nemico, per far ritorno a casa.
Sporchi, laceri, increduli
per terra seduti come mendicanti.

I camini di Paduli fumano tutti
in ogni casa preparano minestra
e pastasciutta. Un paracadutista,
catanese, trema ha la febbre alta:
un braccio e in cancrena
e non vuole fermarsi.
Un colpo in testa, a pugno chiuso,
non lo fanno mangiare, lo portano
dal medico condotto che gli recide
il braccio. Rimane a Paduli un bel tempo.

Mio nonno scrive lettere e non parla
lettere che rimangono mute, come lui.

**********************************

Gradite il mio abbraccio circolare, con tutto l?amore che posso, Reno che vi augura una serena domenica di preghiera.

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 04/04/2005, 13:29
da carlo
Ciao amici miei pazienti, amorevoli e amorosi, sereno luned? 4 aprile 2005. Mi auguro che oggi sia veramente una giornata limpida, altrimenti il vecchio adagio: ?quattro aprilanti giorni quaranta? avr? ragione sul sereno del cielo. Ho cercato l?origine di questo proverbio ma non ho trovato niente cui appigliarmi; non ? che per caso si riferisce al ?Diluvio universale?? Quanta poesie dedicate al Papa Grande, ho letto tra ieri e questa mattina, una poesia mi ha colpito pi? delle altre, ? firmata Mario Robusti, che mi ha messo una grande serenit? dentro.
Ieri pomeriggio, poi verso le 16,30, leggo tra le centinaia di messaggi che mi sono pervenuti, anche da persone di cui non so niente, perch? ? la prima volta che li leggo, lo sfogo dell?anima di una signora o di un signore che si firma Tillj: ?Un "credente" come pu? piangere una morte, quando sa bene che la sua religione non parla di morte ma di nuova vita, quante incongruenze, falsit?, falsi moralismi e lacrime finte. Lacrime d'egoismo. Cosa piange un uomo quando la persona amata muore? La perdita del possesso di quella persona, piange il suo egoismo infranto. Meglio un fantoccio vivo che cola saliva e non riesce a parlare ma puoi vederlo, perch? lo vuoi cos? pur di averlo. Non lo volevo cos? e non perch? non mi piacciono i moribondi, esiste la dignit? umana e il rispetto della vita. Ma se non c'? rispetto per la morte, di quale amore parlano??

La frase che maggiormente mi ha colpito ?: ?Cosa piange un uomo quando la persona amata muore??, perch? quando percorrevo i sette chilometri che mi separavano dalla stazione ferroviaria di Paduli, all?andata correvo felice, per? il ritorno, a parte che ? tutto in salita, bagnavo la strada di lacrime, eppure sentivo che pap? non era morto, come non era morto zio Giovanni, il fratello. Mi domandavo spesso perch? piangessi solo al ritorno pur credendo fermamente che pap? e il fratello fossero vivi? Ricordo che sabato 2 dicembre 1944 pioveva che il cielo aveva dimenticato di chiudere le porte. Camminavo scalzo perch? gli zoccoli, preparatemi da mamma, mi stancavano in un modo inenarrabile, si attaccavano al terreno argilloso di Rav?no. Ad un certo punto rimasi imprigionato nel terreno argilloso e non riuscivo, con tutte le mie forze a liberarmi. Non mi scoraggiai, attesi sotto la pioggia come un albero o un palo della luce. Il cielo si faceva sempre pi? scuro e cominciavo ad avere paura, solo nell?immensit? della campagna e a pochi metri dal fiume. Tra un Pater e un?Ave Maria mi ricordai che l?anno prima, il fiume aveva portato via nella sua furia verso la valle, una masseria che, per fortuna, era disabitata perch? era domenica e tutti si trovavano in paese. Allora cominciai a raccomandare l?anima a Dio, scongiurandolo di non abbandonarmi e di prendere con s? il mio spirito. Pregavo con gli occhi chiusi, improvvisamente sentii una voce che proveniva da un?ombra che cavalcava un asino (avevo il tramonto di fronte):

- Niente, niente ci vuoi mettere radici?

- Sono rimasto imprigionato, non riesco a tirare fuori i piedi?

- Le braccia per? le hai libere, quindi alzale.

Mi prese per sotto le ascelle e mi tir? fuori; mentre camminavamo a cavallo dell?asino,mi domand? da quando tempo fossi inchiodato nel terreno argilloso, glielo dissi e scoppi? in una risata cos? sonora che la sento ancora. Quel salvataggio lo fece incontrare con mia zia e dopo qualche mese si sposarono.

Gli raccontai anche i pensieri che mi erano passati per la mente,mentre ero stelo pronto a mettere radici e che il giorno prima avevo scritto:

46

Ritornano i reduci e mio padre?
l'hanno preso i nemici hanno detto;
una delle lettere ha parlato...
mio nonno lavora con pi? rabbia.

Il passerotto ? ritornato alla finestra
il nonno piange ed ? la prima volta.

********************************

Per il Natale, gli Alleati ci avevano portato farina di piselli e di fagioli. Le massaie di Paduli desiderose di riaccendere i forni, impastarono quella farina e ne fecero pane; ma la farina, oltre ad avere un odore sgradevole e il colore verde, non riusciva ad amalgamarsi e si attaccava sul pavimento del forno. Dopo vari tentativi, decisero di avvolgere la pasta in foglie di cavolo; ma quella "cosa" che chiamavano "pomposamente" pane, era immangiabile, pi? per l'odore che per il sapore, perch? sapeva di piselli. Ci? contribu?, per?, a non far atrofizzare le mascelle.

Ricordo che quel mercoled? 13 dicembre a mia madre gliene dissi tante, l?offesi, la chiamai cieca e fanfarona:fu la prima volta che la vidi piangere con grossi lacrimoni.

Maggiormente la offesi quando a sera tornato a casa mi mise davanti un piatto di minestra di quella farina verde, allora sbottai e scappai via sbattendo la porta.

La sera non andai a dormire a casa, n? nonno volle ospitarmi, cos? per non passare la notte da solo andai sotto la mia capanna a Valle dell?Asino. All?alba del gioved? 14, scrissi:

PANE VERDE


Giorno d'inverno, il sole ride
si corre per le strade allegramente
i reduci ora passano sporadici
qualcuno gioca con noi a nascondina.

Le massaie sono elettrizzate
dopo mesi, si chiamano allegre
gridano gioiose, accendi il forno;
anche mia madre ? affaccendata
Lina l'aiuta, sta impastando il pane.

Peppino mi porta la notizia, con candore
per le strade, per?, c'? uno strano odore.
Mi precipito al forno la bocca colma
d'acquolina: ?un po? di pizza, mamma,
un po? di pizza?. Questa ? farina
che non conosciamo, il pane si ? attaccato
dentro il forno. - Ma perch? odora di piselli? -

Proviamo a metter sotto le foglie di cavolo.

E' mezza giornata che aspetto e finalmente
mamma candida come la madonna
ci porge il pane tanto faticato:
? verde e puzza.

Per la prima volta ho bestemmiato.

Sono tornato a casa a tarda sera
stanco, ribelle, affamato;
mamma con calma certosina
mi porge il piatto per mangiare.

Ma!... E' polvere di piselli puzzolente
la stessa di cui era fatto il pane:

ho scaraventato il piatto dalla finestra
ho rotto anche il vetro e mamma piange.

Terrorizzato mi sono rifugiato
sotto la mia capanna a Valle d'Asino.

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 05/04/2005, 14:06
da carlo
?Aprite, anzi spalancate le porte al Cristo, egli senz?altro??
Karol Wojtyla
Sereno 5 aprile, amici carissimi, oggi a Roma il cielo ? coperto, ma sembra che lentamente si rimetter? e splender? un sole cos? caldo, come non l?abbiamo mai sentito dentro i nostri cuori.

Gi? vi ho parlato dell?odissea del grano diventato farina piena di terra; mentre la lirica scritta nel mio diario ? datata nel giorno giusto, ma mettendo insieme le fotocopie mio fratello deve aver fatto un po? di confusione, perch? liriche del gennaio sono riportate con un numero Anteriore a quelle del dicembre dell?anno precedente.

Ma penso che a noi interessi come sono nate e non quando, anche se derivano da un diario, ritrovato a fogli staccati in una camera d?aria di bicicletta.

Perch? mangiassimo, finalmente, un po? di pane fatto con farina di grano, mamma si faceva pagare i lavori di ricamo, con grano e cereali. Quel 10 gennaio del 1944, luned?, l'avevano pagata con 20 chili di grano. Non mi pareva vero! Ma il mulino elettrico non funzionava. Decisi di recarmi al mulino ad acqua, lontano dal paese circa cinque chilometri. Il sacco con il grano non era voluminoso e 20 chili, portati in spalla, non erano pesanti, o fastidiosi; e con l'aiuto di mio fratello Peppino diventava tutto pi? facile. Per? non tenni conto (ero pur sempre un bambino, anche se avevo undici anni e mezzo) che il grano una volta macinato avrebbe aumentato il suo volume; perci? non era il peso, ma il volume che non ci permise di portare il sacco, in spalla, come per l'andata al mulino. Mia madre fece di tutto per eliminare la terra infiltratasi e mischiata con la farina, ma senza riuscirvi. Dio le lagrime che pianse! E quel 10 gennaio 1944 scrissi:

47

Mamma ricama e vede sempre meno
ha preteso a saldo del lavoro
solo grano o farina e le patate.
Il grano si deve macinare
il mulino ? fermo, manca la corrente.
Aiutato da Peppino, con coraggio
andiamo a macinare alla ?Palata?.

E' voluminoso il sacco dopo macinato
uno con l'asino ci aiuta e porta la farina
fino alla ?Taverna? ed ? ancora lontano
da casa. Peppino, faccia tosta, impertinente
dai - dice - coraggio, cosi domani
mangeremo pane.

Abbiamo trainato il sacco nella polvere
quando siamo giunti a casa mamma
giuliva ci ? venuta incontro.

Quando ? andata per impastare e farci
un p? di pasta fatta in casa
ha impastato terra con le sue lacrime.

******************************

Io ripresi i miei incontri in casa. Sul baule un bel panno bianco il bicchiere a calice e tutti i ritagli di ostia, che mi dava il frate portinaio del Convento di Paduli. Facevo il chierichetto da tre anni e oltre ed avevo imparato a memoria ogni movimento del sacerdote quando celebrava e tutte le parole del ?messale?. Rimanendo in casa mamma era pi? tranquilla, solo nonno sentiva la mia mancanza, perch? avevo preso l?abitudine di sedermi sul ?ciuccio? (un pezzo di legno a due piani dove si stirano le cuciture pi? difficili e stirando si aggiusta anche la spalla con l?attaccatura della manica. Nonno era contento perch? non solo parlavamo tanto, ma mentre colloquiava con una matita, un foglio di carta e una fobici passavo le ore a disegnare quarti di calzoni e di giacche e lui guardandomi sorrideva; ma il suo sorriso non era pieno, perch? gli occhi avevano una luce triste, opaca, assente e se sorrideva lo faceva per farmi contento. Poi le visite e le nostre chiacchierate si diradarono e verso il mese di novembre del 1944, lo vidi con gli occhi lucidi, dopo aver parlato con Gianni, il confinato, che avrebbe voluto ritornare a Pola dopo il 25 luglio 1943, ma non gli era stato possibile, poi ci fu l?armistizio, l?Italia divisa in due, e lui rimase a Paduli. Si guadagnava da vivere dando ripetizioni d?italiano e di storia e qualche visita medica. Seguivo l?andamento della Resistenza attraverso Radio Londra e maggiormente era Gianni che mi teneva informato, spiegandomi elementarmente qual era la situazione dell? Italia. Mi spieg? che Radio Londra non sa che in Italia c?? la preoccupazione dell'unanimit? delle forze che combattono i tedeschi, e che ci? porta alla ricerca di compromessi con il persistente richiamo non solo dell?urgenza, ma anche alla volont? unitaria. Come spiegava bene Gianni, specialmente le cose che non capivo bene, me le ripeteva con una pazienza!?

?A Sud, la Resistenza assume caratteri particolari e si afferma in un Congresso nazionale dei Comitati di Liberazione Nazionale, dell'Italia liberata a Bari nella notte tra il 28 e 29 gennaio 1944, considerata ?espressione unica e vera della volont? e delle forze della Nazione? e auspica la composizione di un governo con pieni poteri. ? Inizia il suo racconto. Parlava con gli occhi chiusi come se vedesse quanto mi spiegava. - In questo quadro assumono il loro significato e la loro funzione, i Comitati periferici, organismi volontari della lotta, non tutti di eguale autorit? ed efficienza.La direttiva dell'azione politica ? dei Comitati di Liberazione Nazionale dei centri maggiori,costituiti da persone,di maggiore esperienza, in collegamento con le autorit? riconosciute e in grado di dare il necessario appoggio morale e materiale, di realizzare la coordinazione dell'azione locale con la strategia della guerra condotta dagli Alleati. Al Nord l'elemento importante ? la Resistenza militare. L'Otto settembre ha sorpreso l'esercito italiano disperso in presidi male armati, privi di ordini chiari di fronte ai Tedeschi divenuti avversari, organizzati in gruppi tattici assai mobili e in possesso di posizioni chiave: molti ufficiali e soldati tornano alle loro case o si danno alla macchia sulle montagne presto raggiunti dai giovani di leva che vogliono sottrarsi alla coscrizione o al servizio di lavoro obbligatorio.

Se potessi ritornare a casa mia, avrei la gioia di partecipare all'offensiva partigiana che affretta i tempi della strategia alleata, liberando con le sue sole forze, tra il 24 e il 25 aprile, Modena, Genova, Torino, Milano; e nel Veneto, tra il 27 e il 28 aprile liberano Padova e Venezia. Le forze tedesche, accerchiate, in parte si arrendono al Comitato Volontario di Liberazione e in parte agli Alleati sopraggiunti?.

Mi avvicinavo a nonno per ripetere quanto avevo capito dalle spiegazioni di Gianni, lui mi guardava con uno sguardo spento che non resistevo al vederlo e fuggivo via, gi? per le Fontanelle, per Rav?no, fino a raggiungere la stazione ferroviaria.

48

Da due anni, mio nonno non parla
lavora con rabbia e scrive lettere...
Mio padre, perch? non ritorna?
E zio Giovanni dove si ? perduto?
Mio nonno scrive lettere e non parla!

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 06/04/2005, 14:34
da carlo
Ciao, miei carissimi, buongiorno. E cos? siamo giunti al 6 aprile 2005, 96? giorno dell?anno e 17? della primavera; non ho mai visto tante persone sostare per intere nottate, aspettando pazientemente di dare l?ultimo omaggio terreno di un Papa. Eppure sono stato presente ai funerali di cinque Papi. Ma Giovanni Paolo II ? stato speciale, veramente speciale sotto tutti i punti di vista, come Uomo, come Poeta e Scrittore, come Sacerdote e come Papa.
Ho ricordato nei giorni scorsi come nel maggio 1943 gli angloamericani, appoggiati dai francesi contrari al regime di Vichy, conquistano tutta l'Africa settentrionale, sbarcando in Sicilia nel mese di luglio.

Il 13 ottobre 1943 il governo Badoglio dichiara guerra alla Germania ed ? riconosciuto dagli angloamericani. Il 6 giugno c?? l'apertura del secondo fronte in Europa, insistentemente richiesta dall'URSS, ed allora 6 giugno 1944 avviene lo sbarco in Normandia sotto il comando del generale americano Eisenhower; il 20 luglio 1944 fallisce l'attentato contro Hitler organizzato da un gruppo di alti ufficiali tedeschi che cancella le speranze di una resa anticipata della Germania.

In precedenza c'? stata la battaglia che coinvolge Cassino. La citt?, ? un?importante posizione strategica che consente di ostacolare l?avanzata americana, ? ora teatro di ripetuti scontri tra le truppe alleate in risalita nella penisola e i Tedeschi impegnati sulla linea Gustav nella speranza di ostacolare l'avanzata verso Roma.

L?Abbazia ? rasa al suolo, per difendere lo sbarco anglo-americano di Anzio, che, per? si conclude con un nulla di fatto; gli Alleati sono costretti a mantenere le posizioni di partenza. Il 10 febbraio riprende l?offensiva. La battaglia successiva del 17 e 18 febbraio termina con un netto insuccesso alleato. Le operazioni iniziano di nuovo il 15 marzo e dopo due giorni di lotta la citt? ? completamente occupata, ma l'abbazia non pu? essere investita e la linea difensiva tedesca resiste. Il 23 marzo sono perci? sospesi gli attacchi che riprendono nella notte dell'undici maggio con un'intensa preparazione d'artiglieria. La resistenza dei Tedeschi ? finalmente vinta durante la notte tra il 17 e il 18 maggio da un attacco generale condotto dal XIII corpo britannico, dal II corpo canadese e dal II corpo polacco durante la notte, tra il 17 e il 18 maggio: la via verso Roma era oramai aperta. Il 25 marzo le truppe provenienti da Cassino s?incontrano nei presi di Littoria con quelle sbarcate ad Anzio e il 4 giugno 1944 entrano a Roma.

Nell?agosto fino a settembre 1944 si apre nella citt? appena liberata la prima grande mostra de ?L'arte contro la barbarie?, cui si espongono: ?l'assoluta immediatezza e l'estrema sincerit?, che brucia ogni preoccupazione formale, e conferiscono a questi disegni: pi? asciutti, diretti, brucianti quelli di Birolli, pi? densi, veementi, eloquenti quelli di Guttuso, pi? drammatici e coinvolgenti quelli di Caputi?. In quell?Arte c?? una dignit? artistica che supera il semplice, ed elevato, valore di testimonianza storica.

Tutte queste emozioni noi padulesi le vivevamo di riflesso, poich? avevamo a disposizione solo qualche apparecchio radio, che oltre a farci arrivare la voce melodiosa di un cantante che diventer? il reuccio della canzone, ci dava sporadicamente notizie sull?andamento della guerra nell?Italia del Nord.

Natale nel 1945 venne di marted?, ma gi? dalla domenica precedente, cio? dal 16 dicembre si cominci? ad avvertire una pesantezza incredibile, talmente forte che nemmeno negli anni pi? cruenti si era sentita.

Nonno era un bravo sarto, amato da tutti; i contadini non mancavano mai di portargli cose commestibili come carne d?agnello, pezzi di prosciutto, formaggio e tant?altro ben di Dio,ma da domenica 16 rifiut? gli omaggi dei suoi clienti affezionati che si sentirono anche offesi. Solo noi bambini sentimmo maggiormente la mancanza. Quindi delusi che anche il Natale del quarantacinque sarebbe stato magro ci rifugiammo da mamma, che per non sentirci condannare l?operato del nonno ci obblig? di metterci a letto.

Durante la notte, mi svegliai perch? Maria aveva sete, non vedendo mamma nel letto, ebbi la sensazione che fosse andata a casa di nonno e insieme con le figlie e la nonna cercavano di farlo ragionare, di andare da quei contadini che gentilmente gli avevano portato tanta buona roba da mangiare per fare un Natale,se non allegro almeno sereno. Invece quando scesi dal letto vidi due figure nell?ombra che parlavano concitati. Mi avvicinai e vidi che era pap? allora gridai di gioia svegliando tutti. Il grido giunse fino a Nonno che subito si affacci? alla finestra e domand? cosa fosse accaduto, dissi soltanto, ma a voce bassa: ?E? tornato pap??.

Era da poco passata la mezzanotte, la strada era ancora popolata da qualche viandante che si era attardato alla messa di mezzanotte, i quali udita la notizia si riversarono a casa mia. Pap? era bagnato fino alle ossa, eppure quella sera non aveva piovuto. Qualcuno raccont? a nonno che pap? con la bicicletta legata con la cinghia dei calzoni attorno alle spalle avendo trovato ponte Valentino distrutto, era stato minato dai Tedeschi in ritirata, gi? nell?ottobre dell?anno precedente, e avendo fretta di giungere a casa si butt? nel fiume in piena, l?acqua caduta da novembre e per tutta la met? di dicembre l?aveva ingolfato al punto che le acque sembravano, specialmente nel punto dove il Tammaro e Calore si congiungono, onde altissime. Lui aveva cercato un guado e senza pensarci eccolo in acqua, ma la furia del fiume se lo stava portando via, per? anche lottando con l?acqua furiosa, non mollava la bicicletta. Fortuna che sulla sponda opposta c?erano due carrettieri con un carico sul ?traino? che lo videro e legarono due tre corde tanto da farla pi? lunga possibile; gliela lanciarono e lui solo al secondo tentativo riusc? ad afferrarla e si fece trascinare a riva da quei due fratelli carrettieri.

- Almeno potevi lasciare la bicicletta! ? Gli dissero.

- Non potevo; primo perch? sul portabagagli c?? una valigetta che contiene il mio grande tesoro per i figli, e secondo non ? mia, me l?ha prestata mia cognata a Napoli?

- E tu sei venuto in bicicletta da Napoli?

- Certo. Ma non sapevo che avessero fatto crollare ponte Valentino e di trovare una piena furibonda.

- Va? ringrazia Ges? Bambino che c?eravamo noi!?

Quando la casa si svuotata, era gi? il giorno di Natale e pap?, dopo essersi lavato ci volle vicino a lui, apr? la valigetta e il tesoro che si era portato appresso per mese (gallette militari) erano verdi e gonfie tanto gonfie che sembravano pompate con la pompa della bicicletta.

Improvvisamente non vedemmo pi? nonno, lo rivedemmo verso le dieci, arrancava per le scale che portavano a casa sua con un sacco pesante sulle spalle; dentro c?era agnello, e tante belle cose da mangiare anche una torta di pan di spagna.

Anche se il pensiero di zio Giovanni e la mancanza di sue notizie, un po? di sorriso era ritornato a casa mia, mentre cominciava a cadere la prima neve.

Non so che ora fosse quando vidi mio padre che colava acqua, ma nel diario annotai:

UN FITTO BISBIGLIARE

Un fitto bisbigliare m'ha svegliato
? notte fonda ed ogni tetto ? bianco.
Sospiri, singhiozzi e poi...
due labbra, lievi, mi sfiorano la fronte:
?Ben tornato papa! Dove sei stato??

Ho tredici anni cinque mesi ventun giorni!

E' tutto sporco, la barba incolta
e ai piedi scarpe che non hanno suole.
Un suono di campane e lui in ginocchio
? nato il Redentore Ges? Cristo!

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 07/04/2005, 20:02
da carlo
?Fate in modo che i mali della terra non vi risucchino
vi ho tanto cercato, voi mi avete trovato?

Karol Wojtyla (1? Giornata Mondiale della Giovent?)



Ciao, amici e fratelli che quest?augurio di una serena giornata possa entrare nel vostro spirito e rimanerci in eterno, finch? vivrete.

Oggi ? gioved? 7 aprile 2005 ed io vi parlo di cose avvenute sessant?anni fa. La storia del bambino Reno sta per finire, ancora tre quattro giorni e ci troveremo perch? inizier? a rispondere a tutte le vostre domande, ai vostri perch??

Il pranzo di Natale del 1945 dur? fino a tarda sera, perch? nonno volle sapere da pap? dove e perch? era stato preso dai tedeschi, dove l?avevano portato e perch? non avesse scritto nemmeno una riga.

E pap? raccont?: ?Fin dal febbraio di quello stesso anno, non sapeva come arrivassero le notizie, cominci? a circolare la voce, nei campi di concentramento per militari italiani ostili, che il governo italiano presieduto da Badoglio era riconosciuto parte integrante delle forze armate italiane, e in grado di definire e di accettare le direttive circa i rapporti con il Comitato Volontario di Liberazione e con i partiti politici. La tattica da usare era la guerriglia, che per? ? scaturisce nella lotta dopo le gravi perdite del 1944 che obbligarono a sgomberare le zone liberate. Infatti, persisteva l?indecisione di chi voleva rinviare l'attacco, e chi, nelle formazioni controllate dai comunisti, era contrario ad ogni tregua per non diminuire la tensione del combattimento anche provocavano repressioni della popolazione. Quando sapemmo, dopo un anno circa, che a Roma c?era stato, l?attentato di via Rasella e la rappresaglia dei fucilati alle Fosse Ardeatine, ci rivoltammo e cominciammo a pensare alla fuga: ormai la Germania era KO.

Nel campo dove mi trovavo eravamo pi? di duemila uomini, al cenno di un ufficiale dell?aeronautica aprimmo i cancelli mettendo fuori combattimento le guardie tedesche, c?impadronimmo delle poche armi che riuscimmo a trovare nel campo e, senza toccare mai strade maestre, ma arrampicandoci per boschi, sentieri sterrati e campi coltivati ci trovammo ad affiancare le forze di altri militari internati in Germania, fuggiti come noi.

Il comando generale del Comitato era composto,da Cadorna, comandante generale, Longo comandava le brigate Garibaldi, e Parri il gruppo di liberazione. Rimanemmo con loro fino al febbraio 1945. Fino a quando, cio? il comando generale del Comitato stabil? con quali partiti si potevano destinare le maggiori cariche amministrative a Milano, Torino, Genova, Venezia e Bologna in modo da assicurare la partecipazione di tutti i partiti alla vita democratica, evitando la predominanza dell'uno sull'altro. Sull?altipiano bolognese fummo affiancati, ma con impegno diseguale nei riguardi delle formazioni diverse dagli Alleati. Infatti si voleva evitare che le tendenze politiche pi? radicali portassero, dopo la Liberazione, a ulteriori lotte tra le popolazioni, come era avvenuto in Grecia.

Fu nel mese di febbraio che sedici militari tra calabresi, siciliani e pugliesi decidemmo che era ora di ritornare a casa, perch? oramai le formazione erano cresciute a dismisura di numero ed efficienza e quindi la nostra presenza non era pi? necessaria. Da ventimila uomini che eravamo a febbraio si era giunto a ottantamila a maggio. Le azioni combattive si estendevano a largo raggio, con l'appoggio morale e materiale delle popolazioni, che ci arricchiva di informazioni, di ricovero e di viveri.

Durante la lotta gli Alleati fornirono armi, viveri e danaro, ma ci negarono importanza e autonomia. ? in ogni modo accertato come la Resistenza ha avuto un concreto appoggio esclusivamente dal governo e dal popolo italiani, mentre fino all?agosto 1945 anche gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica ci avevano aiutato.

Noi sedici rischiammo, alla stazione di Bologna, di prendere il primo treno verso Sud. Non c??ra il pi? minimo spazio, perfino sui respingenti c?erano otto nove uomini affastellati come acini d?uva. Come Dio volle entrammo in una carrozza e fummo ?sardine in scatola? fino a Roma, da dove con pi? libert? ci muovemmo per raggiungere casa. Sapessi quanti militari ch?erano aggrappati sui respingenti cadevano perch? soffocati dal fumo della motrice a carbone, quante anime si sono involate nei tunnel che il treno ha attraversato!?

- A tuo fratello, che cosa pensi sia accaduto? ? Chiese ansioso, nonno.

- Lui era a Patrasso, non ho mai saputo i militari italiani di stanza in Grecia dove l?avessero portati. In montagna si vociferava che molti dei nostri soldati per non cadere nelle mani dei tedeschi, si erano fatti aiutare dalla popolazione e molti di loro per essere al sicuro lavoravano nelle miniere di carbone in Jugoslavia. Pu? darsi che abbia sposato una di quelle donne che li aiutavano a nascondersi e gli portavano il pranzo due volte al giorno. Pu? darsi che abbia messo su famiglia e quando creder? di farsi sentire, ci scriver?.

- Ma la guerra ? finita nell?aprile 1945, che cosa aspetta per dirci che ? ancora vivo, se lo ??

Ascolt? questi discorsi anche Peppino il quale come mi vide seduto alla solita maniera con il quaderno aperto, mi chiese a bruciapelo:

- Secondo te, quand?? che non ci saranno pi? guerre e zio Giovanni potr? ritornare a Paduli?

Lo guardai commosso. Gli diedi un bacio con tanto calore e lo strinsi al petto fino a quando non si addorment?; poi ripresi a scrivere, ma mentre il pensiero mi suggeriva delle parole ne scrissi altre, queste:

MI CHIEDI



Mi chiedi
quando
non ci saranno pi? guerre?

Quando l'uomo
cesser? di essere
animale razionale.

Quando l'uomo
non far? pi? parole.

Quando l'uomo
dimenticher?
la sua intelligenza
e ti stringer? la mano:
mano putrefatta
callosa
purificata
dalle sue lacrime.

*******************************

Un forte abbraccio circolare con tutto l'amore che posso e l'augurio che il sole sia sempre pi? caldo e sincero, come voi lo desiderate, Reno

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 08/04/2005, 14:48
da carlo
Serena giornata a tutti. Oggi 8 aprile 2005, 19 giorno di primavera, sembra che, finalmente si faccia vedere in tutto lo splendore: Dio non dimentica i suoi figli.
Ci sono i funerali di Karol il Grande e il Signore ha dato a Roma un cielo terso affinch? i fedeli, che hanno avuto la forza di fare una fila anche di ventiquattro ore, possano seguire la funzione funebre senza la paura di bagnarsi. So che sarete tutti davanti al televisore, oggi ? tutto fermo e gli uffici sono chiusi, o davanti a gigantovisori sistemati in sette grandi piazze della citt?. Nel testamento Papa Giovanni Paolo II ha detto che dopo la sua morte dobbiamo pregare, noi ubbidiamo ma lo facciamo in silenzio; mentre faccio un salto indietro di cinquantanove anni e vi racconto le ultime cose che le poesie ?Occhi che non capivano?, mi ricordano.

Il mattino di domenica 3 febbraio 1946, ritornai a Napoli dove, passata la paura di un ritorno dei tedeschi, mi sentivo pi? sicuro: ora doveva guadagnare anche per pap? ch?era disoccupato. Nel pomeriggio andai a casa del principale per sapere se l?indomani sarei potuto andare a lavorare.

Luned? mattina mi presentai al lavoro; nel pomeriggio, come il solito quando finiva il turno, il cognato del principale, capitano medico, veniva in sartoria a parlare di politica e dell?andamento della situazione in Italia.

Cos? seppi dai loro discorsi che il 29 dicembre 1945 si era aperto a Roma il Congresso comunista alla presenza di duemila delegati in rappresentanza di oltre un milione e mezzo di iscritti; che Palmiro Togliatti, segretario del partito, nella sua relazione aveva delineato i principi ai quali ispirarsi per la costruzione del partito.

?Il massimo impegno dei comunisti italiani dovr? agire in un sistema democratico e repubblicano - disse Togliatti - basato su una costituzione dai contenuti innovativi. Attraverso questo percorso, si costruir? la via italiana al socialismo?.

Nell'ultima fase della Seconda Guerra Mondiale, nell?aprile del 1944, Togliatti era ritornato nell'Italia meridionale liberata e con la cosiddetta ?svolta di Salerno? aveva avviato la collaborazione con gli altri partiti antifascisti e con la stessa monarchia nella guerra di liberazione nazionale.

Al di l? delle esigenze della politica staliniana, si era posto il problema della necessit? di mettere il partito di uscire dai limiti di un partito di quadri rivoluzionari per costruire un ?partito nuovo? di massa, capace di inserire positivamente la classe operaia nella vita nazionale e di costruire il consenso verso la ?democrazia progressiva?, in cui il socialismo divenisse il frutto di un allargamento della democrazia. Come segretario del partito dal 1945, nel marzo 1946 si era recato, attuando una politica pi? critica e possibilistica, in Jugoslavia e nella stessa Mosca dove aveva parlato con voce forte e decisa agli italiani nascosti nelle case e nelle miniere, nella attesa della fine della guerra.

?Io so che tra questa folla che mi sta ascoltando, ci siete almeno ottantamila italiani, alzate la mano venite vicino a me e date le vostre generalit?, entro un mese vi riporter? a casa?.

Per la Pasqua il principale mi sugger? di passarlo a casa con pap? e gli altri familiari, passate le feste sarei potuto ritornare e riprendere il lavoro, che avrebbe aspettato.

Il gioved? santo, partii col treno del tardo pomeriggio, a sera inoltrata giunsi a casa, pap? finse di dormire, non si volt? nemmeno a guardarmi.Mi misi a letto in silenzio.

Il mattino di venerd? un grido ci scosse dal sonno: ?E? tornato, ? tornato!? in un attimo fui in strada ancora in mutande (non ho mai usato il pigiama ? una cosa ingombrante che non permette di dormire bene,perch? si arrotola e ti fa svegliare) e vidi nonno che scendeva le scale di corsa,con la giacca tra i denti, abbottonandosi i calzoni. Come un fulmine corsi in casa presi i vestiti e mentre correvo per raggiungerlo mi vestii. Quando lo raggiunsi mi disse che zio Giovanni era ritornato e per paura che i nonni avessero avuto un colpo apoplettico era andato a casa della sorella di nonna e dal figlio aveva fatto avvisare con calma i nonni.

Dio, quant?era sporco! Puzzava di carbone perch? per tornare aveva seguito la corrente della fiumana di persone che Togliatti fece imbarcare per fare scalo a Brindisi, Napoli e Palermo: non c?era stata la possibilit?, in quei dodici giorni di sballottamento come pacchi postali, n? di radersi, n? di lavarsi. Entr? a casa al fianco di nonno, non volle essere abbracciato nemmeno da lui. ?Prima faccio un bel bagno e mi rado, poi??. Mentre le sorelle lo lavavano, volli essere presente, facendogli mille domande; non vi dico ci? che galleggiava sull?acqua, attorno al suo corpo. Ci vollero tre tinozze di acqua per vedere finalmente che di insetti non c?era pi? nessuna traccia.

Nonno, quando lo vide pulito, rasato e benvestito (quelli che aveva addosso prima del bagno furono bruciati) sbott? in una gioia incontenibile e disse allo zio: ?hai e ci ha fatto passare anni di angoscia inenarrabile perch? hai voluto difendere per forza la Patria. Ormai ti avevano riformato perch? sottoporsi all?intervento chirurgico per farsi eliminare la punta d?ernia che ti dava la possibilit? di rimanere a casa??

- Pap?, ormai ? passato, sono a casa. Volli partire perch? tutti mi dicevano chi non ? buono per la Patria non lo ? nemmeno per una moglie; e poi si diceva che sarebbe durata sei mesi, non di pi?.

- Che sciocco sei stato. Se me n?avessi parlato avremmo risolto il problema?

- Col senno del poi. ? tutto pi? facile. Comunque tu che sei monarchico sfegatato, scrivi una lettera di ringraziamento a Togliatti, che se non fosse stato per lui, starei ancora a scavare carbone.

Il periodo passato in miniera si fece sentire luned? 25 febbraio 1974. Lo andai a trovare all?ospedale agli inizi di febbraio e quando lo salutai dissi:

?Ci vediamo alla fine del mese?.

?Se mi trovi ancora, certamente ci vedremo?.

Non andai al suo funerale, eravamo cresciuti insieme anche se lui aveva 13 anni pi? di me, per ricordarlo nei momenti pi? belli passati insieme.

UN CORRERE

Un correre, un bisbiglio frettoloso
nell'alba radiosa ? primavera
il nonno giacca in bocca
scarpe slacciate corre per le scale
abbottonandosi la patta dei calzoni.

?E' ritornato! - dice - E' ritornato!
il cuccioletto e ritornato a casa!?

Pasqua giuliva, odor di biancospini!