*Il carro di Dioniso.
Nietzsche e Lou Salom?*
*di Mirco Marchesi
Prospettivaeditrice
Collana "CostellazioneOrione" 25
**ISBN 88-7418-323-2
Pagg. 148
**Prezzo ? 12,00*
E' il maggio del 1882: nel periodo di massima ispirazione illuminista
del suo pensiero Nietzsche conosce, in un incontro fatale all'interno
della Basilica di S. Pietro a Roma, Lou Salom?.
Proprio nel momento in cui il pensatore tedesco tenta di costruire una
filosofia retta da un'architettura razionalista, egli cade vittima
dell'irrazionalit? dei sentimenti.
La bella ragazza russa, di diciassette anni pi? giovane, ? l'unica
"anima" alla quale egli consegna la dottrina dell'eterno ritorno e solo
dopo il viaggio speculativo, tutto cervello, compiuto con Lou egli si
sente "maturo" per scrivere lo Zarathustra.
La disillusione patita per la bella russa reca con s? quella verso
l'amico Paul Re? in un crescendo d'avvenimenti culminanti nella morte
del maestro Richard Wagner, fino ad arrivare alla rottura con la madre e
la sorella. Il "caso Lou" porta Nietzsche a laceranti conflitti
interiori e ad uno stordimento paragonabile solo a quello che si prova
"dopo il balenio di un fulmine".
/(Per la copertina)/
*
http://www.prospettivaeditrice.it/libri ... chesi1.htm*
*Dall'introduzione del libro
*Questo libro ? una lente d'ingrandimento sulla vita di Nietzsche dalla
primavera del 1882 alla fine dello stesso anno. Il resto della sua
esistenza, pur presente nell'opera, rimane sullo sfondo, cos? come il
suo pensiero filosofico. Questo libro, infatti, non tratta di filosofia
pur parlando di un filosofo, come non ? un libro storico pur essendoci
molte date citate.
Il tema principale ? la relazione intensa, tormentosa e drammatica fra
Friedrich Nietzsche, Paul R?e e Lou Salom?, interpretata attraverso le
parole stesse dei protagonisti e delle persone coinvolte in quel
momento. Le lettere, infatti, costituiscono testimonianza diretta dei
sentimenti, pensieri ed esperienze delle persone coinvolte. Una lettera
pu? apparire scontata e superficiale, specialmente agli occhi di noi
contemporanei abituati come siamo a non scriverne e ad usare, nella
comunicazione, un linguaggio spesso piatto e sintetico; ma non era cos?
nel diciannovesimo secolo quando quello epistolare era l'unico contatto
possibile fra persone lontane e, visti i protagonisti, non poteva certo
essere una comunicazione banale e scontata.
?Nietzsche ? l'uomo al cui fianco ho respirato con pi? libert?? dir?
l'amico Overbeck. E Nietzsche lo era davvero un balsamo ossigenante per
chi lo frequentava. Pudico, discreto, intelligente, mai arrogante,
presuntuoso, o ambizioso e, soprattutto, ?Autentico?; cos? lo ricorda
Overbeck.
L'esperienza del 1882 lo segner?. Dopo di essa il suo carattere diventa
un poco pi? cinico, a tratti insolente. La catastrofe subita dal
filosofo di R?cken ? stata spesso interpretata come il decorso
degenerante della follia, al cui culmine ? arrivato nel gennaio del
1889. Poco si ? posto l'accento sull'estrema sensibilit? di Nietzsche,
del suo assorbire fino a sentirne gli effetti sul proprio corpo, ci? che
lo circondava. Il caso Lou, in particolare, ? stato superficialmente
visto come un semplice rifiuto da parte della ragazza ad una proposta di
matrimonio, ma le cose sono molto pi? complesse. La delusione subita
dall'aver creduto Lou un'aquila, un'autentica discepola, l'erede
spirituale della sua filosofia, getta Nietzsche in uno scoramento tale
da scorgere lo scenario del suicidio. Quella patita dall'amicizia
tradita da parte di R?e lo isola dagli uomini.
Nella seconda met? di maggio di quel 1882, i tre si trovano a Lucerna,
Nietzsche insiste per una fotografia tutti e tre insieme. L'immagine ?
profetica: Lou stava davvero attaccando a s? i due uomini.
In quell'esperienza, come in tutte quelle della sua vita, Nietzsche mise
tutto se stesso; tuttavia in essa, particolarmente, si tolse la maschera
necessaria a chi cela profondit?, ma l'esito fu per lui sventurato. In
quei mesi del 1882 egli non pens?, come in altre circostanze invece
fece, che non bisogna attaccarsi troppo alle persone, che le persone
sono prigioni; si lasci? coinvolgere dall'idea di poter, finalmente,
realizzare il circolo di spiriti liberi che aveva in mente gi? da tanto
tempo. Nietzsche credeva in poche persone, Lou e R?e erano fra queste,
lo tradirono. Come dir? Overbeck: ?Il povero Nietzsche amava sempre in
modo esclusivo: molto meno era amato, e spesso non lo era del tutto?.
*Primo capitolo*
Capitolo 1
/Io sono un discepolo del filosofo Dioniso, preferirei essere un satiro
piuttosto che un santo
Ecce homo/
1.1 Dioniso sulla terra
La cifra caratteriale che segna la personalit? di Nietzsche e che si
compie come un destino, si chiama solitudine
?Fin da bambino io ricercavo la solitudine, e mi trovavo meglio l? dove
potevo abbandonarmi indisturbato a me stesso. E ci? avveniva di solito
nell'aperto tempio della natura, dove gustavo le gioie pi? vere. Cos?,
un temporale mi dava sempre la pi? piacevole delle sensazioni?.
Da sempre lo circonda l'aura protettrice, quanto pericolosa e dolorosa,
della singolarit? che per tutta la vita lo tiene lontano da qualunque
legame sociale. Ci?, ovviamente, non gli impedisce di farsi degli amici,
ma si tratta d'individui come lui, dalla vita altrettanto riparata.
Il primo legame d'amicizia si compie quando Friedrich ha sei anni, nel
1850, con due coetanei: Wilhelm Pinder e Gustav Krug
?Studiavamo quasi sempre insieme, e per questo motivo i nostri
pensieri, le nostre idee dimostravano una grande consonanza. Ci
trovavamo sempre insieme nelle passeggiate e nelle gite, non eravamo
capaci di vivere separati?.
Nella primavera dell'anno dopo, dato che i tre piccoli amici non si
trovano bene nella scuola civica, sono iscritti all'istituto privato del
candidato Weber, che funge da scuola preparatoria per il ginnasio-liceo
del duomo (Qui Nietzsche rimane fino all'autunno del 1854); in essa
prevale l'istruzione religiosa e s'impartiscono i primi rudimenti di
latino e greco.
Il punto qualificante, nell'educazione di Nietzsche, avviene nel
settembre del 1858, quando la madre riceve dal rettore della scuola
statale di Pforta una lettera in cui si offre un posto gratuito al
figlio le cui doti erano largamente conosciute; a dodici anni aveva gi?
scritto una trattazione filosofica dal titolo Dell'origine del male,
inoltre compone poesie e prende lezioni di pianoforte. Cos?, il 5
ottobre 1858, Nietzsche entra a Pforta, varcando quella soglia egli
entra in un mondo notevolmente pi? rude. Fino a quel momento, infatti,
egli ha vissuto nell'ambiente famigliare composto di sole donne: la
madre, la sorella Elisabeth e due zie.
Pforta ? situata tra Naumburg e K?sen e si pu? raggiungere da Naumburg
in circa un'ora di cammino. Quella Reale di Pforta occupa, tra le scuole
superiori della Germania, una posizione particolare, che conserv? a
lungo anche in seguito. Considerata il primo centro di cultura
spiccatamente umanistica, gi? all'epoca in cui la frequenta Nietzsche
annovera con orgoglio tra i suoi allievi i nomi pi? illustri,
soprattutto nel mondo degli studi. Sviluppatasi nel 1543 da un'abbazia
cistercense, nella sua vasta estensione cela, tra le sue spesse mura
conventuali, quasi uno Stato nello Stato, e precisamente uno Stato di
netto tipo scolastico, con proprie leggi e consuetudini severe e
secolari. Lo spirito di Pforta ? totalmente nutrito degli ideali
dell'umanesimo, ci si occupa intensamente dello spirito dell'antichit?
classica. Gli scrittori antichi sono letti, studiati e interpretati in
misura tale che in questo campo un maturando di Pforta possiede
cognizioni e facolt? superiori a quelle dei licenziandi di tutti gli
altri licei tedeschi. Dal punto di vista politico il quattordicenne
Nietzsche trova qui un'atmosfera del tutto diversa da quella di
Naumburg, la citt? dei funzionari. Certo, anche qui prevalgono,
ovviamente, i sentimenti clericali e monarchici, ma essi non dominano la
pi? intima vita di Pforta. Questa s'ispira agli ideali dell'antichit?
classica, ed ? coscientemente apolitica, salvo per il fatto che, sotto
la tradizionale fedelt? al re e il conservatorismo esteriore, si celano
un vago ideale di libert? e un repubblicanesimo nel senso della polis
ellenica e della Roma primitiva. Soprattutto regna a Pforta lo spirito
critico degli studi linguistici, che volge completamente le spalle ai
problemi del giorno e lascia ben poco spazio alle nascenti scienze
naturali. Il tempo si ? fermato in queste aule conventuali, la realt?
della Germania del 1858 non penetra oltre le spesse mura; la giovent?
che qui cresce, una giovent? eletta, ? totalmente assorbita dal mondo
dell'Ellade e di Roma e da quello di Goethe e di Schiller. Quello di
Pforta ? un mondo di libri, di letteratura, di cultura, di talenti
eruditi e di disciplina puramente intellettuale, dove i giovani spiriti
avidi di conoscere ricercano le fonti della vita e della verit?. Certo,
non viene trascurata nemmeno la cultura fisica, affidata al nuoto, alla
ginnastica ed ai giochi, ma essa ? solo un mezzo per poter impiegare
tutte le energie al servizio dell'educazione intellettuale.
Quest'ultima, infatti, risulta essere la cosa pi? importante presso la
prestigiosa scuola di Pforta; un'educazione intellettuale votata alla
cultura umanistica.
In una lettera indirizzata alla sorella Elisabeth, durante il terzo anno
di Pforta, nel novembre del 1861, il diciassettenne Friedrich scrive
?Per il momento sto studiando privatamente l'italiano; inoltre latino,
greco, ebraico, dove leggiamo il primo libro di Mos?; tedesco, dove
leggiamo il Canto dei Nibelunghi in lingua originale; francese, dove
leggiamo in classe Carlo XII, e in gruppetto di tre, oltre a me,
Athalie; poi, italiano, in cui si legge in gruppetto Dante. Se questo,
per il momento, non ? abbastanza, allora proprio non saprei cosa si pu?
fare di pi?, specialmente visto che in latino leggiamo
contemporaneamente Virgilio, Livio, Cicerone, Sallustio e in greco
l'Iliade, Lisia ed Erodoto?.
Lo studio assiduo e impegnativo, unito alla sete di conoscenza, forma in
modo deciso la personalit? degli alunni. Uno studente di Pforta non ? un
liceale qualsiasi, Nietzsche questo lo sa ed ? orgoglioso delle sue
capacit?; un anno dopo, in una lettera datata 19 novembre 1862, comunica
alla madre
?Raramente il mio stato d'animo ? stato migliore di adesso, i miei
studi procedono bene, ho una cerchia di conoscenze varia e piacevole e
poi non v'? motivo di pensare che io subisca l'influenza di qualcuno,
giacch? dovrei prima trovare le persone che sento superiori a me?.
Intanto scrive, ? di questo stesso anno il saggio Fato e storia. Proprio
a Pforta Nietzsche si distacca lentamente da Krug e Pinder e stringe
amicizia con Paul Deussen e Carl von Gersdorff.
Friedrich Nietzsche riceve il diploma di maturit? il 7 settembre 1864 e
il 16 ottobre, insieme al suo amico Paul Deussen, ? all'Universit? di
Bonn dove s'iscrive, per far contenta la madre, come studente di teologia.
Inizia cos? la vita di Nietzsche studente universitario che vede un
passaggio da un eccessivo formativo rigore come quello di Pforta, ad uno
stile di vita totalmente libero come quello dello studente universitario
alloggiato in una camera ammobiliata, libero di scegliere le
frequentazioni che preferisce e il ritmo di studio che ritiene pi?
opportuno. Quello del 1864 ? il primo Natale che Nietzsche trascorre
lontano dalla madre e dalla sorella, ora con i suoi confratelli nelle
taverne, ora a casa col suo compagno Gassmann, che era tra i Franconi
quello che pi? gli piaceva perch? aveva natura d'artista. Cantavano
insieme e suonavano il Manfred di Schumann.
Non dobbiamo pensare che uno stile di vita pi? libertino porti Nietzsche
lontano dai propositi di studio e di conoscenza; anzi, vivere in stretto
contatto con un certo malcostume salda maggiormente il suo desiderio di
realizzare la tendenza verso uno stile di vita formato sugli ideali e
gli studi di Pforta; vale a dire un'aristocrazia culturale e una
profonda discrezione. Nietzsche s'iscrisse a Teologia solo per
compiacere la madre, ma ora non ? pi? tempo di finzioni e nel gennaio
del 1865 le scrive: ?La mia decisione di passare a filologia ? ferma?.
Nietzsche ? un tipo solitario, mentre i suoi amici si divertono con le
ragazze, lui preferisce studiare, suonare e ascoltare musica. Le donne,
nella vita di Nietzsche, costituiscono un mistero. Come in un labirinto,
Nietzsche, nell'universo femminile si ? perso. Leggiamo, dalle memorie
del suo amico di quel periodo, Paul Deussen, un'esperienza di Nietzsche
del febbraio 1865
?Un giorno Nietzsche and? da solo a Colonia dove si era fatto
accompagnare da un fattorino nella visita delle cose pi? notevoli e
infine gli aveva chiesto di condurlo in un ristorante. Ma quello lo
port? in una casa di malaffare. [Deussen, cita le parole di Nietzsche]:
"Io mi vidi improvvisamente circondato da una mezza dozzina di figure in
tulle e lustrini, che mi guardavano speranzose. Per un p? rimasi senza
parola. Poi istintivamente mi buttai su un pianoforte come l'unico
oggetto animato di quella compagnia e accennai alcuni accordi. Questi
sciolsero il mio torpore e io guadagnai l'aria aperta". [Conclude
Deussen] da questo fatto e da tutto quanto io so di Nietzsche, tenderei
a credere che a lui si adattano le parole mulierem numquam attigit?.
A Pasqua di quell'anno, quando torna a casa per le vacanze, Friedrich
appare cambiato. Non sopporta pi? le cortesi dissimulazioni. Leggiamo in
una lettera del 25 maggio, a Gersdorff
?L'assuefazione ha una forza enorme. Si ? perduto gi? moltissimo, quando
si perde lo sdegno morale al cospetto delle brutte cose che giornalmente
accadono nel nostro ambiente. Ci? vale, ad esempio, per il bere e
l'ubriachezza, ma anche per il disprezzo e lo scherno verso altre
persone e altre opinioni?.
Nietzsche non solo esprime l'irrevocabile decisione di abbandonare del
tutto gli studi di teologia, ma si scaglia nella maniera pi? cruda
contro il cristianesimo proprio di fronte alla madre, la quale
desiderava per il figlio la carriera di pastore come il marito,
rifiutando la comunione con lei e la sorella il giorno di Pasqua.
Dopo le vacanze del periodo pasquale, passate a Naumburg, ritorna a Bonn
agli studi e alla corporazione studentesca, ora come studente di
filologia e non pi? di teologia.
Il passaggio da teologia a filologia ? vissuto in modo conflittuale e
procura una crisi. Ogni evento, ogni decisione, viene da lui vissuta con
grande ponderatezza ed eccessivo scrupolo, nessuna decisione ? presa con
facilit? o leggerezza.
In una lettera dell'11 Giugno 1865 indirizzata alla sorella Elisabeth
leggiamo
?[...] Se fino dalla nostra giovinezza avessimo creduto che ogni
salvezza dell'anima promani da un altro che non sia Ges?, da Maometto
per esempio, non ? certo, forse, che ci sarebbero toccate le stesse
benedizioni? Certamente, la fede da sola non benedice, non il dato
obiettivo che le sta dietro. Questo te lo scrivo, cara Lisbeth, soltanto
per prevenire la prova pi? comunemente addotta dai credenti, i quali
fanno riferimento alle loro esperienze interiori e ne deducono
l'infallibilit? della loro fede. Ogni fede genuina ? infallibile, te lo
concedo: essa procura ci? che il relativo credente spera di trovare in
lei, ma non offre il minimo supporto per provare una verit? oggettiva. A
questo punto si separano le vie dell'umanit?: se vuoi raggiungere la
pace dell'anima e la felicit?, abbi pur fede, ma se vuoi essere un
discepolo della verit?, allora indaga?.
Ora Bonn lo disgusta: l'ipocrisia, il malcostume, l'assenza di pensiero
dei suoi colleghi studenti; tutt? ci? urta in modo stridente con la sua
personalit? aristocratica formatasi a Pforta. Nella seconda met? di
settembre scrive ad un conoscente di nome Granier
?Sembra che la nostra giovent? pensi davvero troppo poco. La vita della
'Burschenschaft' corre continuamente il pericolo di naufragare sugli
scogli delle esteriorit?, delle formalit? e della povert? di idee in
ogni campo. L'intimit? di questo tipo ?, per me, un ricordo
insopportabile; le opinioni politiche erano presenti soltanto in poche
teste, cui corrispondeva il sentimento corporativo nella maggior parte
degli individui, i quali credevano di godere il loro bel tempo di
giovinezza sbronzandosi, facendo baccano e smargiassate. Non voglio
addentrarmi in particolari sui costumi morali, essi erano in condizioni
gi? sufficientemente pietose. Alberga, in questa massa, un seme di
inaudito filisteismo [...]. Questa mancanza di entusiasmo, questa
balordaggine convinta, questa volgarit? e banalit? di opinioni, questa
aridissima saggezza, che ha la sua manifestazione pi? disgustosa
nell'ubriachezza - oh Dio, quanto sono felice di essere sfuggito a quel
deserto urlante, a quella vuota gonfiezza, a quella giovent? cadente di
vecchiaia! [...]. Pi? volte mi sono chiesto se la felicit? sia davvero
l'oggetto pi? degno degli sforzi e delle aspirazioni; allora lo stupido
sarebbe il pi? bel rappresentante dell'umanit? e i nostri eroi dello
spirito, [...] sarebbero almeno dei pazzi, scimmie degenerate o semidei,
e quest'ultima sarebbe davvero la sorte peggiore. I nostri scienziati
tendono di preferenza a farci discendere dalle scimmie e rinnegano tutto
ci? che ? sovranimale, come illogico. Osserva qualsiasi indirizzo
scientifico o artistico: ovunque la scimmia vi compare nel nostro tempo
in tutta evidenza, ma dov'? dio??.
Queste parole dicono l'addio alla teologia, sentita come un ostacolo
sulla via della conoscenza.
L'esperienza decisiva di Bonn ? l'incontro con Friedrich Ritschl, uno
dei massimi filologi dell'Ottocento che, in seguito ad una lite
accademica, decide di trasferirsi a Lipsia. Nietzsche lo segue e
l'abbandono della teologia coincide con quello dell'Universit? di Bonn a
favore di quella di Lipsia
?Lasciai Bonn, come un fuggitivo. A mezzanotte ero sulla gettata del
Reno, accompagnato dal mio amico Mushacke. Aspettai il vapore che viene
da Colonia, e non provai la pi? lieve impressione di dispiacere al
momento di lasciare un luogo cos? bello, una campagna cos? fiorente, e
una schiera di giovani camerati. Proprio al contrario: io fuggivo
davanti a loro. Io non voglio ricominciare a dar di loro dei giudizi
ingiusti, come mi ? capitato spesso. Ma la mia natura non trovava in
mezzo a loro nessuna soddisfazione. Io ero ancora troppo timidamente
raccolto in me stesso, e non avevo la forza di tenere il mio posto in
mezzo a tanti influssi che si esercitavano sopra di me. Tutto s'imponeva
a me, e io non riuscivo a dominare ci? che mi circondava... Io sentivo
in modo opprimente di non aver fatto nulla per la scienza, poco per la
vita; non avevo saputo far altro che caricarmi di errori. Il vapore
giunse e mi port? via. Io restai sul ponte, nella notte umida e
sgocciolante, e mentre guardavo spegnersi lentamente lumicini che
segnavano la riva di Bonn, tutto cospirava a darmi un'impressione di fuga?.
Il 17 ottobre 1865 Nietzsche arriva a Lipsia. La portata spirituale di
Nietzsche era straordinaria: quanto intimamente affine si sentiva
all'antichit? classica, tanto era figlio della sua et? scientifica; la
dura scuola di Pforta gli imped? di correre seriamente, foss'anche per
un attimo, il pericolo di sprofondare nell'inattivit?.
Dopo una lunga ricerca tra le camere ammobiliate particolarmente misere
degli studenti di Lipsia, trova alloggio in una via della periferia, la
Blumengasse (oggi Scherlstrasse), e precisamente al numero 4, presso un
antiquario di nome Rohn.
Nietzsche ha deciso di abbandonare la teologia, ma questo non significa
abbandonare i temi teologici, quello morale in primo luogo; scrive il 5
novembre alla madre e alla sorella
?[...] Tutta questa esistenza piena di contraddizioni, dove l'unica
cosa chiara ? 'Fa il tuo dovere!'. Bene, mie carissime, lo faccio o mi
ingegno a farlo, ma dove finisce? Come posso sapere tutto ci? che ? mio
dovere portare a compimento? Poniamo il caso che la mia vita sia
sufficientemente dedita al dovere: ? migliore dell'uomo l'animale da
soma, se questo esegue con maggiore esattezza ci? che si esige da lui?
Si ? fatto abbastanza per la propria umanit?, quando si sono soddisfatte
tutte le esigenze posteci dalla situazione nella quale la nascita ci ha
introdotto? Chi ci ordina dunque di lasciarci determinare da una
situazione? Ma se noi non volessimo ci?, se fossimo decisi a badare
soltanto a noi stessi e a costringere gli uomini ad accettarci per
quelli che siamo, che accadrebbe allora? Che cosa vogliamo infine?
Dobbiamo fabbricarci un'esistenza il pi? possibile sopportabile? Ci sono
due vie, mie care: o ci si sforza e ci si abitua a essere il pi?
possibile limitati, e si cerca di abbassare il pi? possibile la
fiammella dello spirito, e allora si va in cerca di ricchezza e si vive
con i piaceri del mondo. Oppure si sa che la vita ? miserabile, si sa
che siamo gli schiavi della vita quanto pi? vogliamo goderla; ci si
priva insomma dei beni della vita, ci si esercita nell'astinenza, si ?
avari con se stessi e amorevoli con gli altri - per il fatto che siamo
compassionevoli verso i nostri compagni di miseria - in breve, si vive
secondo i severi dettami del cristianesimo originario, non di quello
attuale, edulcorato, sbiadito. Il cristianesimo non permette di essere
"vissuto a met?", cos? en passant, oppure perch? ? di moda. E la vita
allora ? sopportabile? Certamente, giacch? il suo peso diventa sempre
pi? lieve, e nessun legame ci tiene stretti a lei. Essa ? sopportabile,
perch? possiamo liberarcene senza provare dolore?.
Queste parole sono ammantate dal velo della profezia intorno a ci? che
lo impegner? intellettualmente per molto tempo e ad un incontro
cruciale: quello con la filosofia di Schopenhauer che avviene in seguito
all'acquisto casuale del Mondo come volont? e rappresentazione
?Un giorno avevo trovato nella bottega del vecchio antiquario Rohn un
libro che non conoscevo affatto: lo presi in mano, e lo sfogliai. Non so
quale demone mi sussurrasse "Portati a casa questo libro". A casa mi
gettai sul sof? col mio nuovo tesoro e cominciai a sottopormi
all'influsso di quel genio cupo ed energico?.
Da questo momento Schopenhauer diventa un punto di riferimento
importante nel pensiero di Nietzsche e costituisce altres? il tratto in
comune con Erwin Rohde col quale, a partire dal febbraio del 1867,
Nietzsche stringe amicizia; entrambi avevano frequentato il primo anno a
Bonn e avevano seguito Ritschl nella sua fuga, ma ? grazie al pensiero
di Schopenhauer che i due stringono un'intensa amicizia.
A Lipsia Nietzsche vive una vera, libera, vita da studente come gli
detta il cuore. Come negli anni di scuola, e anche in seguito,
continuava ad alzarsi molto presto, lavora tutto il mattino per lo pi?
per conto suo, pranza a mezzogiorno con amici e compagni da Mahn nei
pressi dell'Altes Theater, e in seguito si reca con loro al caff?
Kintschy, dove legge i giornali e discute, per andare poi alle lezioni o
in biblioteca. Le serate che non dedica al teatro e ai concerti, le
trascorre sovente nella taverna di Simmer, sempre discutendo.
Ritschl fonda un'Associazione Filologica di cui Nietzsche entra a far
parte e alla quale collabora tenendo conferenze e pubblicando articoli
sul Rheinisches Museum.
Dopo un paio d'anni, siamo quindi alla fine del 1867, l'arrivo a Lipsia
Nietzsche inizia ad esaminare con critica consapevolezza Schopenhauer, a
ci? contribuisce la Storia del materialismo di Friedrich Albert Lange.
In Lange trova decisive conferme di uno dei suoi fondamentali istinti
filosofici; Lange traccia una netta, fondamentale linea di demarcazione
tra la conoscenza sperimentale in quanto verit? scientifica e ogni sorta
di metafisica come fantasticheria concettuale, e rifiuta ogni
equiparazione di essere e pensiero quale ? tentata da Platone e da
Hegel. Quest'atteggiamento gnoseologico di Lange rafforza un'intima
convinzione che era gi? di Nietzsche giovane, ossia che tra l'infinit?
della vita e la sua realt? concreta da una parte e la limitatezza
dell'intelletto dall'altra sussiste una discrepanza incolmabile, che la
vita e il mondo sono per loro essenza alogici e si sottraggono di
necessit? ad ogni tentativo di afferrarli e di dominarli col puro
intelletto.
Nel 1868 Nietzsche svolge il servizio militare, anche se questo dura ben
poco: infatti un incidente causato da una caduta da cavallo gli procura
l'esonero e lo tiene per quasi sei mesi lontano da Lipsia; prima in
ospedale successivamente, convalescente, a Naumburg.
La sua vena filosofica ? pallida per quasi quattro anni, se si prescinde
dai suoi intensi studi su Schopenhauer e su Lange, in questo periodo si
? addentrato quasi esclusivamente, anche se con dubbi e una certa
filosofica inquietudine, fra le trame della filologia rigorosa. Ora la
disposizione filosofica repressa torna a reclamare i suoi diritti. Gi?
dagli appunti e dagli studi democritei dal periodo militare che
precedette l'incidente, vediamo che stava incominciando ad imporre alla
filologia una pi? elevata finalit? politico-culturale e filosofica.
Il 16 ottobre, quando Nietzsche torna a Lipsia completamente guarito
dall'incidente a cavallo, egli non si considera pi? uno studente
universitario. Su consiglio di Windisch, a Lipsia alloggia a pensione
dal professor Biedermann nella Lessingstrasse, sottraendosi cos? alla
grama vita delle camerette da studente e dei pasti nelle bettole.
Biedermann, ex parlamentare, era collaboratore della Deutsche Allgemeine
Zeitung, un periodico moderato di Lipsia, e vivamente interessato ad
ogni questione politica e artistica. La sua casa ? frequentata dalla
maggior parte degli artisti della citt?.
Il 6 novembre tiene, all'Associazione Filologica, la conferenza
d'apertura del semestre invernale 1868 -- 69 sulle satire di Varrone e
il cinico Menippo. In quest'occasione parl? molto liberamente, col solo
aiuto di un foglietto.
L'8 novembre 1868, avviene il primo incontro con Wagner. Nietzsche
frequenta la casa del professor Brockhaus il quale, una sera, invita
anche il compositore. Wagner, grande ammaliatore anche nei rapporti
umani, aveva subito conquistato il tanto pi? giovane Nietzsche. Gli
uomini di talento che finora Nietzsche aveva conosciuto erano eruditi e
letterati. In Wagner si trov? la prima volta di fronte un artista
creativo in grande stile, che ridest? in lui tutti i sogni nascosti,
tutti i desideri segreti. Non fu tanto la fama che circondava Wagner ad
accecare Nietzsche, quanto la forza di una personalit? realmente
indipendente, che il figlio del pastore di R?cken vedeva qui
personificata in tutta libert?; un uomo la cui appassionata volont? si
era imposta e aveva dettato uno stile di vita e la cui musica, la cui
personalit?, comunicavano uno stato di ebbrezza che doveva scuotere fin
nell'intimo l'animo e i nervi sensibili del giovane filologo, che si era
sforzato di soffocare i suoi irrequieti istinti musicali in favore del
vigile intelletto. E quest'uomo aveva lo stesso suo dio: Schopenhauer, e
lo stesso disprezzo per i poteri dominati nel regno dello spirito, i
fattorini filosofici. Oltre alla forza della sua musica egli aveva anche
una grande finalit? spirituale: il rinnovamento della cultura tedesca,
che ardeva anche nell'animo di Nietzsche.
All'inizio di dicembre si libera la cattedra di lingua e letteratura
greca all'Universit? di Basilea per la partenza del professor Adolf
Kiessling, che aveva accettato una cattedra al Johanneum di Amburgo. Per
poter proporre un degno successore, Kiessling si rivolge a Ritschl, che
era stato suo professore a Bonn, chiedendogli informazioni su Nietzsche,
i cui lavori nel Rheinisches Museum avevano richiamato la sua
attenzione. Ritschl propone la cattedra a Nietzsche il quale, solo il 16
gennaio 1869, scriveva al suo amico Rodhe
?Non pi? tardi della settimana scorsa volevo scriverti per proporti di
studiare insieme chimica, e di gettare la filologia tra gli utensili
domestici dei nostri progenitori, dove ? il suo posto?.
Dunque nel momento in cui Nietzsche pensa di abbandonare gli studi
filologici, gli viene proposto di insegnare filologia. Anche questa
contraddizione influir? sulla sua sensibile persona.
Il 12 febbraio il Consiglio universitario di Basilea, prende la
decisione di chiamare, a coprire la cattedra di lingua e letteratura, un
giovane di soli 24 anni, non ancora laureato; tuttavia Nietzsche
desiderava laurearsi e a tale scopo aveva destinato le sue ricerche su
Diogene Laerzio; ma, il 23 marzo, la facolt? di Lipsia esoner? Nietzsche
dall'obbligo di laurearsi e dichiar? che i lavori pubblicati sul
Rheinisches Museum erano perfettamente sufficienti a conferirgli la
laurea, senza esame n? discussione.
Il 19 aprile 1869, alle due del pomeriggio, Nietzsche arriva a Basilea
dove intende ambientarsi prima di cominciare le lezioni. Con l'arrivo a
Basilea, ha inizio il soggiorno pi? lungo della sua vita: dieci interi anni.
A Basilea Nietzsche insegna sia all'universit?, sia al Liceo e se in lui
c'? il desiderio di approfondire gli studi scientifici ora c'? anche il
dovere professionale di dedicarsi ad una disciplina, la filologia, che
desiderava, almeno per il momento abbandonare. Inoltre c'? la tensione
alla filosofia che sempre lo incalza, scrive il 10 maggio a Ritschl:
?Con la lettura del Fedone ho l'occasione di infettare di filosofia i
miei scolari? esprimendo con queste parole il desiderio di non
abbandonare la sua vocazione filosofica.
Basilea non ? lontana da Tribschen, luogo in cui risiede Wagner, cos?
Nietzsche inizia una routine fatta di settimane passate ad insegnare,
intervallate da ristoratori fine settimana presso la quieta tenuta del
Maestro. Se pensiamo, per un momento, al Nietzsche studente di Bonn e
poi di Lipsia, ci ricordiamo di una persona piuttosto refrattaria ai
rapporti interpersonali, una persona cui urtavano i modi grezzi e
volgari. Ora sembrerebbe facile pensare ad un ambiente, quello fra
professori universitari, nel quale Nietzsche possa trovarsi a proprio
agio, ma sarebbe errato pensarlo. L'unico ambiente a lui congeniale ?
Tribschen, presso Wagner e Cosima Listz gi? signora Von Bulow; cosa
pensa di Basilea Nietzsche lo dice espressamente in una lettera a
Gersdorff del 19 dicembre
?[...] Tutti ricoprono uffici e cariche, sulla soglia della vita
borghese. Contro questo orrore degli orrori, contro questa grigia sfera
di mediocrit? noi possediamo i pi? splendidi antidoti nella venerazione
della nostra sacrosanta filosofia, nell'arte e - non da ultimo - nella
nostra amicizia?.
Nel gennaio del 1872 emerge una nuova questione che lo deluder?. Si
rende vacante la cattedra di filosofia per il trasferimento di
Teichm?ller; immediatamente Nietzsche si candida, sperando anche nella
combinazione di poter portare immediatamente vicino a s? l'amico Erwin
Rohde quale suo successore sulla cattedra di filologia classica.
Purtroppo le cose non andranno come sperava. Sempre a gennaio esce il
suo primo libro La nascita della Tragedia.
In primavera ci sono grandi fermenti in casa Wagner: il Maestro intende
celebrare la posa della prima pietra il 22 maggio, suo cinquantanovesimo
compleanno.
Naturalmente Nietzsche segue da vicino tutti i preparativi e spesso si
reca a Bayreuth con amici. Il 20 maggio, iniziano le prove orchestrali
per la solenne esecuzione; Nietzsche ? presente insieme a Rohde, Krug e
von Gersdorff. In questa circostanza conosce anche Malwida Von
Meysenburg, la quale sar? sua confidente per molti anni.
Malwida von Meysenburg nasce nel 1818; paladina delle lotte per
l'emancipazione femminile e fervida sostenitrice degli ideali umanitari
stringe amicizia con Garibaldi e Mazzini; con lo scrittore Alexander
Herzen e, pi? tardi, con Romain Rolland anch'egli letterato. Scrittrice
di un certo successo ella stessa, entra a far parte della cerchia pi?
intima di Wagner.
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