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Il Filo

Inviato: 30/06/2007, 14:36
da iAGO
... ecco questo intendevo io. Non dobbiamo cercare di pubblicare per il gusto di vederci, ma solo se siamo consapevoli di avere qualcosa da dire e da dare. Non dobbiamo stupidamente dirci... tanto ci provo... no, non è così che devono andare le cose. I contributi così sparirebbero, i ladri andrebbero a vendere le olive e quei pochi che resterebbero, finalmente vedranno la luce.... o no?

Il Filo

Inviato: 30/06/2007, 16:28
da Jack Shark
Che ti devo dire?
Il problema è che molti vengono colti da profonda frustrazione nel vedere le grandi case editrici che sfornano merda di autori che non sono nemmeno scrittori e pensano di valere molto di più. Il fatto è che nel 90% dei casi è vero, ma questo non significa che meriterebbero tutti di essere pubblicati. Ma come puoi biasimarli di fronte alla merda che si vende in libreria in pile da 50 volumi?

Il Filo

Inviato: 01/07/2007, 10:50
da kashino84
Le grandi case vivono di una politica a parte, a loro non interessa un piccolo, tranne in alcuni casi. A me viene da mangiarmi le mani come stanno disfando l'Einaudi, la stanno rovinando con certe commercialate.

Il Filo

Inviato: 01/07/2007, 12:56
da iAGO
... e siamo arrivato all'essenza del discorso, vale a dire che mancano gli amanti dell'arte, un tempo chiamati mecenate... o forse ormai l'arte non esiste più e gli editori che non l'hanno mai conosciuta, si credono che uno scrittore deve paralre ad un pubblico che la ignora e che quindi ha un quoziente d'apprendimento da reality show... quindi i cantanti di oggi sono definiti poeti ed Alda Merini una vecchia pazza... e Nuoviautori?

Il Filo

Inviato: 15/07/2007, 18:24
da Animus
Secondo me una casa editrice, a maggior ragione se piccola, può portare avanti un discorso di promozione del libro come "opera d'arte" in sè, nel senso che il libro stesso può essere considerato in tal senso. Se pubblicato, ovviamente, con cura, passione, all'interno di un valido progetto culturale, eccetera. Ovviamente qui si apre tutto un discorso...
Sui contenuti, oggi come ieri come domani, ci sarà sempre da dire e da ridire.

Francesco
www.animusetanima.com

Il Filo

Inviato: 21/12/2007, 6:55
da Ghidara
Qualcuno con Il Filo si è trovato bene.
Però sul fatto che sia un acchiappacitrulli... mi trovo d'accordo, cercano troppo, accettano troppo, propongono cifre troppo alte. Sembrano organizzati bene per accalappiare esordienti, ma poi curano altrettanto bene i libri editi?

Il Filo

Inviato: 21/12/2007, 19:07
da kashino84
La loro cura editorialmente è media, ma seguono anche dopo la pubblicazione.

Il Filo

Inviato: 22/12/2007, 5:55
da Ghidara
Questa è una buona notizia!
In tanti abbandonano l'autore dopo la pubblicazione.

Re: Il Filo

Inviato: 26/02/2008, 14:58
da l.zag
Per la seconda volta in sei mesi, sono stato contattato dalla casa editrice Il Filo.

La prima volta ho spedito di mia iniziativa un mio manoscritto, e dopo un po mi sono visto recapitare x posta una proposta di pubblicazione, e alla base di tutto, come spesso succede in questi casi, richiedevano un contributo importante da parte dell'autore, con l'acquisto di un certo numero di copie.

La seconda volta ieri mattina x telefono.

Nel mese di dicembre scorso, ho letto un annuncio in prima pagina posto sulla Gazzetta dello Sport, a cura della casa editrice Il Filo, dove si diceva che ricercavano, e selezionavano autori esordienti da inserire con le loro opere in una collana. Ben sapendo, com'era andata la prima volta, e benché deluso, decisi di riprovare ad inviare dell'altro materiale.
Ieri mattina, finalmente, mi chiamano dalla redazione e mi dicono che il mio libro di poesie, in questo momento, è in fase di valutazione dal comitato di lettura, bene, dico io, ma prima che la mia interlocutrice va oltre gli chiedo, ma se il mio lavoro fosse giudicato positivamente voi in cambio da me cosa chiedete? Ed ecco che arriva la risposta: >. A questo punto ringrazio, e gli rispondo che non sono interessato.

Deduco che a questo punto, si prendono la briga di telefonare prima di inviare una bozza di contratto a casa, deduco che lo facciano per due motivi, il primo per guadagnare tempo, e contemporaneamente tentano di convicerti sempre per telefono a farti accettare la loro proposta. In fin dei conti la loro è una vendita a tutti gli effetti.

Ciò che mi chiedo, è questo: >

Ciò che dice Jago nel suo intervento è giusto fino ad un certo punto, cioè che alla fine è sempre l'autore che deve darsi da fare per far si che egli stesso emerga dal limbo degli autori sconosciuti. Verissimo! Ma come faccio io a sapere se la mia opera selezionata da case editrici che pubblicano a "pagamento" è degna di essere pubblicata visto che pubblicano a questo punto tutti?
Probabilmente c'è qualcosa che non funziona, evidentemente a loro non glie ne frega un accidente del contenuto l'importante è scrivere e pubblicare per far soldi.

Ciò che resta vero alla base di tutto per me, è il fatto che le mie opere se pubblicate, devono avere i requisiti per essere giudicate tali; se accettassi questo compromesso, non saprò mai il giusto valore dei miei lavori. Non saprò mai se sono all'altezza di mettere due parole una dietro l'altra e offrirle come prodotto finito a chi si si proporrà poi di leggerle. Il punto, è questo.
Non ne faccio assolutamente una questione di soldi, sono fortunatamente nella condizione di potermelo permettere, ma ciò che non mi posso permettere in qualità di autore, è sfondare quella barriera dei comitati di lettura attraverso il contributo.

Re: Il Filo

Inviato: 26/02/2008, 16:19
da kashino84
Condivido in pieno su quello che hai appena detto. Ogni qual volta che mi si propone un contratto esoso per pubblicare una mia opera rifiuto a prescindere. A mio modo di vedere, ritengo un operare disonesto e quasi diretto a offrire servizi allo scrittore, non a dare qualcosa al lettore.