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a me importa soltanto di non andare a lavorare

carlo ha scritto: Ok, proponi soluzioni alternative... è un dibattito vecchio, e hai ragione te, la penso peraltro pure io così, che chi scrive, chi suona, chi recita... dovrebbero tutti poter vivere della propria arte. Ma è un dato di fatto che in italia si legge poco e si pubblica troppo, quindi c'è poco da fare...

Ciao Carlitos, sai come la penso sulla questione e concordo con quanto hai nuovamente scritto.
Una curiosità, la situazione che c'è in italia, credi che non rifletta quanto accade anche all'estero?

Ipponatte ha scritto: a me importa soltanto di non andare a lavorare

allora siamo pienamente daccordo :)

hombre, non sono espertissimo per quanto riguarda l'estero ma da quanto ne so il fenomeno dell'editoria a pagamento è tipico del nostro paese (immagino sia presente ovunque, ma è in italia che c'è questo strano rapporto numerico tra scrittori e lettori...) e so che in francia, ad esempio, ove leggono piu di noi, il numero di titoli pubblicati ogni anno in rapporto con il numero di abitanti è notevolmente inferiore... così come in quasi tutto il mondo da quanto ho capito, motivo per cui se pubblichi un libro con una casa editrice "media" in francia o in america, qualche lira ce la fai, se lo fai in italia... già tanto che non ce l'hai rimessa. Perchè li se ti pubblicano è per farti vendere, pubblicizzarti, mandarti in giro.... qui o è per rubarti soldi, o è per dire vediamo come va, magari va bene (ma come, se poi il libro e l'autore non li conosce nessuno e non si fa nulla per farli conoscere') oppure è il terzo caso: sei bruno vespa, ti fai scrivere il libro, e vendi 100 mila copie.
Ovviamente ci sono le eccezioni, non disperiamo, ma sono purtroppo rare...

...proverò a cambiare nome.
My name will be Bruno Vespa!

Guarda un po' cosa si deve fa' per vendere qualche libro di poesia...

non so se la penso così anche io...
voglio dire se mi guardo in giro, ci sonop casi di emeriti sconosciuti che, sono riusciti nons olo a pubblicare con case editrici d'alro rango, ma riscuotono anche un mediocre consenso di pubblico!!!
Pensate alla Melissa P che personalmente non amo, ma che comunque è letta in Italia, o al nuovo fenomeno di Pulsatilla la ragzza che da un blog è riuscita a pasaare alla carta stampata o che ne so io a Moccia (che ioprimadi 3m nn sapevo neanche esistesse!!) Mi sembra che dati i tre esempi che mi son o venuti in mente, è forse più corretto dire che è il livello qualitativo di lettura che è deprimente -con tutto il rispetto per gli scrittori citati, Pulsatilla tra le altre cose la trovo briosa e simpatica-!!
Non pagherei mai per farmi pubblicare, piuttosto vado da un tipografo e me lo stampo io il mio romanzo...

Per Hombre: tesoro sono desolata, ma la poesia purtroppo è diventata il brutto anatroccolo della scrittura, anzi no, della lettura ovunque....

Ciao bellezza come butta? O0

Gli esempi che citi credo siano abbastanza esplicativi.
Molto, credo dipenda da cosa uno scrittore va cercando.
Se uno scrive solamente per pubblicare, se lo vuole a tutti i costi, se ha una capacità espressiva appena decente, guardandosi in giro, con un occhio alla moda e uno al gusto delle persone, forse, ripeto forse, riesce a incontrare il gusto dei possibili compratori e a tirar su un po' di euroni.
Ma questo è marketing and sales, è altra cosa!
Se uno scrive perché semplicemente li piace scrivere, la storia cambia e allora gli euroni probabilmente non riesce a farli ma in compenso gode come un maiale a scrivere cosa c...o vuole senza guardar in faccia nessuno.
indipendentemente dalle possibilità di essere pubblicati e di far due soldi, parere personale è che se uno si mette al tavolo per scrivere quelo che ipotizza possa essere gradito dal pubblico, per bene che li vada scriverà qualcosuccia che al massimo sarà gradita da qualche pubblicuccio.

O forse non è neanche così e allora sai che fo'? Ballo una salsa con mia figlia e poi vado a magna'.

Besitos bella gioia

melissa p è un caso di marketing a tavolino basato su un diario verio ma preso e riscritto paro paro da 2 redattori quarantenni e maschi. Ne sono relativamente certo :)

carlo ha scritto: melissa p è un caso di marketing a tavolino basato su un diario verio ma preso e riscritto paro paro da 2 redattori quarantenni e maschi. Ne sono relativamente certo :)

Anche io sapevo qsta cosa, perchè ho conosciuto uno dei due redattori, e certo può essere che mi abbia detto delle balle, ma la sua storia combaciava con quello che ha detto Push...

combacia si lo sanno tutti qui...

...io penso che si potrebbe scrivere un libro e farlo firmare dal fratello minore, o da un barbone spinto dalla voglia di rifarsi una vita e di inserirsi nella società. di avere delle passioni di voler aiutare le persone come lui e di voler dire soprattutto:
IO ESISTO!

p.s.
15enne pubblica il suo primo romanzo di 300 pagine...
diamine: cosa avrà scritto un ragazzino mettendo su 300 pagine? forse vale la pena leggerlo magari potrebbe essere d'aiuto a me genitore e così via...
troppo stupido eh? ma questa potrebbe essere una prossima operazione di marketing.