le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

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carlo
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Buona e serena giornata a tutti, in questo 22 marzo 2005, che una delle mie figlie compie 48 anni, appena aperta la posta mi sono trovato a scricare oltre 700 mail. Ieri sera si ? svolto un concorso sul Web, domani oppure oggi pomeriggio vi racconter? dalla a alla zeta di questo concorso annuale, molto interessante. I bombardamenti sulle citt? italiane iniziati gi? dal 4 agosto 1943 si sono intensificati. Il nove alla radio erano stati annunciati nuovi scioperi in Piemonte e in Lombardia. Il fascismo ? ormai un periodo superato e gli operai chiedono la fine della guerra e la costituzione delle commissioni interne; ma l'esercito reprime le agitazioni con la forza. Il 12 come vi ho gi? raccontato i bombardamenti su Napoli e Benevento erano la nostra tortura cinese, non c?era un attimo di serenit?. Sul treno, ritornando da Napoli a Paduli, col pensiero rivolto a pap? visto per qualche attimo e riperduto, due signori avanti negli anni parlavano tra loro e captai che Roma era stata ancora una volta bombardata e con lei anche tutte le principali citt? italiane furono fatte segno di violente incursioni aeree, che causano migliaia di vittime civili. Non sono invece effettuate operazioni contro i convogli di truppe tedesche che affluiscono dalla Germania. Anzi sembra che quei treni fossero sacri, e protetti da una forza non terrena, perch? come lasciavano la stazione cos? giungevano i bombardieri per fare carneficina di donne e bambini.
Mamma oramai si era rassegnata all?assenza di pap? per la festa di San Rocco. Mi disse di comportarmi bene con la moglie del principale, di essere educato, di non essere arrogante e prepotente, perch? una persona pi? anziana va rispettata. Promisi e il mattino presto del venerd? 13 mattina che la bottega aveva meno affluenza di pubblico, misi lo zaino, che pap? aveva lasciato a casa in una delle scorribande notturne, in spalla e andai in giro per la campagna, da solo, cercando ti trovare qualcosa da comprare per fare anche la festa: c?erano i soldi ma non qualcosa da mettere sotto i denti.

Cambiai itinerario, andai verso ?Saglieta? dove sembrava ci fossero persone pi? umane. Per guadagnare tempo non seguii la strada normale ma mi arrampicai per i viottoli del bosco. In una ?masseria? trovai una signora molto buona che, come vide che avevo i soldi per pagare e sarebbe bastato un chilo di farina per fare un piatto di pasta almeno per i pi? piccoli, si commosse, mi diede pi? di un paio di chili di farina, un pezzo di formaggio e sei uova; ma non volle i soldi, invece mi guard? fisso negli occhi, mi prese il volto tra le mani mi baci? in fronte e disse: ?Che Dio t?accompagni e a Madonna te benedica figghiu mio!?

Immaginate la contentezza, durante il ritorno a casa, saltavo da un albero all?altro, come una scimmia, cantando ??O paese d??o sole?. Ero a pochi metri dalla strada principale, sento il motore di un sidecar che rallenta e poi si ferma; mi fermai anch?io, nascosto dietro un albero, respirando pi? piano possibile perch? mi era sembrato di vedere un?ombra addentrarsi nel bosco. Non terminai il pensiero che sentii il gelo di una canna di fucile dietro la nuca; senza voltarmi cominciai a correre per il pendio verso le Fontanelle, correndo a zigzag tra gli alberi mentre i proiettili fischiavano che era un piacere sentirli. Corsi disperatamente. Alle Fontanelle sotto il promontorio che separa il paese dalla campagna c?era un folto gruppo di canne, mi nascosi l? e aspettai che il cuore smettesse di correre come cavallo al galoppo, e? quando il ritmo riprese il suo battere normale, alzai le antenne e lentamente mi avviai verso Paduli, dove trovai mamma con certi lacrimosi: le avevano detto che i tedeschi mi stava sparando dietro mentre correvo e poi non si era sentito pi? niente: ?Forse ?o guaglione ? morto o ? ferito ?int??a selva ?e Montesanto!?. Perci? quando fui in vista di Portauova, la vidi correre verso le Fontanelle con la bambina in braccio e piangeva, piangeva; seguita da mia zia e da nonno: l?unico che non era per niente in apprensione. Il pomeriggio mentre ero nella bottega di barbiere, scrissi l?avventura in questo modo:

34

Arrampicato su per Montesanto
sotto la camicia e sulla pelle
tutta la ricchezza di mia madre
in una scatola dei medicinali.

Quattromila lire guadagnate
inchiodando strisce su pezzi di legno
ricamando letti per fanciulle
ancora bambine, per ragazze
rimaste vedove prima di sposare.

Arrampicato su per Montesanto
deciso ad arrivare su a ?Saglieta?.
Mia madre mi ha giurato
che avrei trovato anch'io la farina:
sono tre giorni che mangiamo ceci
ceci, fagioli e lupini al sugo.



I carpini mi tagliano la carne
non mi curo del sangue e del dolore
un ritornello canta il mio cervello
stasera mamma ci far? la pizza.

Ecco la strada, ormai sono arrivato.

Il gelo del metallo, un grido acuto
corro pel pendio come una palla
tra i rovi e i carpini in germoglio.

La sera abbiamo ancora mangiato
lupini fatti al sugo, con le bucce.

Ma la mattina del 14, compleanno di Peppino, senza dire niente andai nel canneto e ripresi lo zaino che celava il mio tesoro per mamma e nonno: farina, formaggio e pane che aveva assorbito l?albume e tuorlo delle uova fracassate
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Messaggio da carlo »

Il concorso di cui vi ho accennato ieri ? nato dall?unione di una ventina d?amici appartenenti alla stessa ML cui qualche anno fa curai l?antologia ?La voce dei naufraghi?, una raccolta di poesie dedicate alla lei o al lui che ebbe un discreto successo, compreso le mie arrabbiature, perch? il grafico mi sbagli? la copertina e l?impaginazione. Da allora sono andati avanti. Guidati da un poeta romano idearono questo premio, ed ogni anno attraverso il web si riuniscono davanti a PC e poi s?incontrano in una citt? italiana per premiare il vincitore.
Questo premio ?divertimento? per quanto riguarda la partecipazione si svolge in quattro fasi:

Durante la prima riunione (sempre via telematica) eleggono il ?Moderatore?,

Nella seconda decidono il ?Tema o soggetto? e si prendono un paio di mesi di sosta per preparare i lavori pel concorso.

Nella terza il moderatore invia le opere a tutti i concorrenti i quali sono tenuti a votare, rispettando, per quanto riguarda la narrativa:

1) ORIGINALITA' - 2) SCRITTURA - 3) GRADIMENTO
SPIEGANDO NELL?ANALISI TESTUALE

1) Il tipo di testo - 2) Il titolo - 3) La struttura - A) Il tempo - B) I temi o i campi semantici - C) Lo stile.

PER LA POESIA, anche se preferiscono il verso libero, se qualcuno usa il verso classico, il lettore deve tener conto se ? un verso:

Alessandrino, oppure un Anacrusi, o ancora se ? Anisosillabismo (cio? presenta irregolarit? nella misura dei versi della poesia); dell?Assonanza, della Cesura, cio? quando indica una forte pausa per cui il verso risulta tagliato in due parti; se ? Decasillabo, ed altre regole richieste dalla metrica.

La quarta parte si svolge in una serata, l?incontro inizia verso le 21, 00 e finisce con la votazione e la graduatoria.

L?altra sera hanno votato, ecco perch? ieri mattina ho ricevuto oltre 650 e-mail.

Ieri ci siamo lasciati a venerd? 13 agosto 1943, giorno in cui ero sfuggito alla sparatoria tedesca. Il 14, come rincasai subito in bottega a radere barbe e tagliare capelli; il 15 lavorai solo la mattina perch? nel pomeriggio c??ra la festa dell?Assunta e la banda musicale andava seguita. Infatti, ero in prima fila, camminando a tempo di marcia come i musicanti, il 16 lo stesso lavorai solo di mattina per qualche ritardatario. Di pap? non si riusciva di sapere niente. Nonno era sempre pi? nervoso e mamma colava lacrime sulle lenzuola, fingeva di lavorare per non pensare e intanto il pensiero era fisso a quel mio incontro con pap? a Napoli. Passata la festa, con i soliti compagni eravamo una squadra di dodici tredici ragazzi, il pi? grande era mio cugino ch?era del ?28, razziavamo la campagna prendendo la frutta che potevamo e che riuscivamo a portare con le nostre forze di ragazzi. Si usciva al mattino e si ritornava a casa quando eravamo carichi di frutta d?ogni tipo.

Arriva l?otto settembre, l?annuncio dell?armistizio, festa per le strade e mio nonno non festeggiava, anzi, me lo proibiva perch? asseriva che quello era il giorno d?inizio di un brutto periodo di carestie peggiori e di soprusi da parte dei tedeschi?

I bambini non volevano pi? frutta ma pane, Peppino che sottolineava: ?Possibile ch ein questa casa non si mangia pi? pasta?? Perci? lasciai gli amici e mi misi alla ricerca, masseria per masseria di comprare qualcosa che sia commestibile, ma avrei preferito farina o pane?

La sera annotai nel diario:

35

Son dieci giorni che mi porto appresso
tutta la ricchezza di mia madre
e a sera torno sempre pi? stanco;
mamma non vede pi? come una volta.

Cristina si ? attaccata alla mammella
mamma sospira e munge con le mani
non ce la fa a ciucciare ? deperita.

Il giorno appresso esco pi? deciso.

36

L'autunno quasi alle porte
indora la campagna e la vite
colma di grappoli m'invita.

Peppino per la mano e Nino
che ripete il ritornello: ?agn?, agn?!?
mi addentro nella vigna che m'invita.

La sera abbiamo mangiato uva
uva e lupini.

******************************

Che Dio vi benedica per il bene che mi fate, vi dia tanta salute e serenit?, io vi stringo in un abbraccio circolare con tutto l?amore che posso, Reno.
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Che questa riccorrenza sia apportatrice di Serenit? per chi legge ed i propri familiari ed amici.
C'ERI TU, QUELLA SERA?



C'?ri tu, quella sera?

Le acque del torrente C?dron

rinfrescarono i suoi piedi,

gli olivi di Getsemani

ascoltarono il suo lamento.



Tu non c?eri!



Era solo con gli olivi,

gli amici dormivano, sud? sangue,

aveva cenato da poco.



C?era la luna piena

venne uno lo baci?.



C?eri tu, quando Pilato

alla folla consegn? corpo

martoriato? C?eri tu?



Tu non c?eri sul Golgota

quando si giuocarono la tunica

quando gli diedero il fiele da bere

quando gli conficcarono

la lancia nel costato,

dopo averlo incrociato:

no, tu non c?eri!

Reno Bromuro

(Dal dramma ?... Quella maledetta...?)
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Carissimi, oggi ? gioved? Santo del 2005 siamo giunti all?ottantatreesimo giorno dell?anno e al quarto giorno della primavera. Stamattina piove, ma non dimenticate di andare a fare i Sepolcri; sette ne dovete fare ed ad ognuno raccomandate a Dio la Pace serena, basta alla guerra di qualsiasi tipo. Vi prego come se fossi con voi davanti ad uno dei Sepolcri, e non fate finta di non aver capito, pensando che vi stia parlando dell?opera scritta da Niccol? Ugo Foscolo.
Sabato 11 settembre per ordine di mamma dovetti rimanere a casa perch? sarei dovuto andare dalla comare Immacolata. Non mi pareva vero che mamma fosse ritornata battagliera, era la donna di sempre. Partimmo di buon?ora con Peppino e Nino, cos? saremmo ritornati in tempo per l?ora del pranzo.

Durante il ritorno, io portavo Nino sulle spalle e una pagnotta di pane, di almeno cinque chili, sotto il braccio sinistro e nella mano destra un fiasco di due litri di olio. Sulla strada incontrammo Lucia che ci disse di attaccarci alla coda dell?asino cos? avremmo camminato pi? spediti e sentito meno la fatica della salita verso Paduli. Lucia non termin? le raccomandazioni che un boato e lo spostamento d?aria fece fuggire l?asino spaventato, Peppino sbattuto contro la siepe che rasentava la strada, per soccorrerlo con lo spavento nell?anima, perch? qualche istante prima aveva insistito di portare lui il fiasco di olio e glielo avevo dato, con il fiasco che aveva in mano e la mia apprensione era dovuta al fatto che avrebbe potuto tagliarsi col vetro del fiasco; liberai il braccio e la pagnotta rotol? lungo il pendio finendo nella cloaca che s?immetteva nel ruscello per poi raggiungere il fiume. Una volta assicurato che Peppino non si era fatto male e non aveva avuto nemmeno paura, gli lasciai Nino in custodia e mi precipitai a raccogliere la pagnotta di pane: ma quanto puzzava. Arriviamo a casa, con un bombardamento a Benevento e alla stazione di Apice in corso, e mamma non c?era. Domandai a Nonno e mi disse che era andata nella grotta della cantina di zi? ?Ntunetta con le bambine, corsi nella grotta e non c?era pi? posto mi dissero ch?era andata alla grotta della Fontanaterra (La Fontana, che noi padulesi chiamiamo ?fontanaterra? e fuori del paese sulla via gerolimitana che congiunge il paese alla via egnatia, poi chiamata traiana, dove i romani che vi sostarono dal 101 al 115 dissetavano i cavalli), ma neanche l? l?avevano vista.

Ritornai a casa per far mangiare qualcosa a Nino, ch?era pi? puntuale di un orologio svizzero. E andai in cerca di mamma, verso il tramonto quando il rombo degli aerei era ormai lontano, l?incontrammo sulla via del ritorno, era stata alla Fontanaterra, era raggomitolata in un cantuccio che nessuno l?aveva vista. Il giorno dopo scrissi la liriche che segue.

37

Al ?Carpino?, la comare Immacolata
m'ha dato un pezzo di pane
un pezzo di pane fresco e profumato,
un fiasco d'olio d'oliva e dei fagioli.

Peppino come un vero ometto
si portava il fiasco d'olio d'oliva
io sulle spalle Nino e sotto il braccio
il tesoro pi? immenso del mondo:
sono venti giorni che a casa mia
si ? perduto il sapore del pane.

Camminavo allegro e spedito
rivedere anelavo il sorriso
negli occhi quasi spenti di mia madre.
Un gran boato e Peppino scaraventato
a lato della strada, per soccorrerlo
lascio il tesoro grande che come ruota
rotola pel pendio e va a fermarsi
nell'acqua puzzolente di cloaca.

Prendo la pagnotta, la lavo
e riprendo il cammino verso casa.

A casa, mia madre non c'?.
M'han detto ? rifugiata nella grotta.

Nella grotta, mia madre non c'?.
M'han detto ? alla Fontana Terra.

E' buio ormai, mamma mia dov'??

Peppino piange, Nino vuole il pane.
Ho paura e piango pi? di loro
per? non sanno che sto piangendo anch'io.

Ritorno a casa e mamma ci aspettava.
Abbiamo mangiato il pane lavato,
quel pane fetente, fece ammalare Nino.

Stringendovi in un abbraccio circolare vi auguro ogni bene e la realizzazione di tutti i desideri che avete racchiusi nella mente, con tutto l?amore cui sono capace, Reno
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E' PASQUA


E' Pasqua

ritorno sulle verdi colline

di Paduli.



Chiara notte, un singhiozzo

squarcia il santo silenzio.

Piange l'olivo!

Sono le lacrime di Cristo

nell'orto di Getsemani.



Cado in ginocchio

ai piedi dell'olivo

il viso nella terra:

Ges?, Ges?, Ges?!

E' notte e giorno pare.



Ges? Santo e fratello

mi dici, Ges?, dove vai?

"Ritorno sul Monte Calvario!"

E si staglia nel cielo una Croce!



"E' la Croce che spezza

i legami al peccato;

voi pregate il Padre celeste":

E ritorna sul Monte Calvario!



Piange l'olivo

sulle verdi colline

di Paduli!

Reno Bromuro
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Messaggio da carlo »

Ciao, miei cari, cari,cari amici. Ieri sera il rituale della Via Crucis si ? svolto senza la presenza del Papa. Quanta malinconia quando di tanto in tanto la telecamera inquadrava Giovanni Paolo II davanti al teleschermo e non vi nascondo la commozione provata quando, alla fine, ha abbracciato il Crocefisso. Il Papa ha offerto a Dio le sue sofferenze per il perdono dei peccati del mondo e per la Pace duratura su questo martoriato pianeta.

Un ringraziamento particolare a tutti coloro che mi hanno gratificato e incoraggiato per quanto sto svolgendo. Lo confesso, sto raccontando la mia fanciullezza giorno dopo giorno, come allora scrissi il diario,affinch? anche i giovanissimi pensino anche solo per un attimo, tra un gioco e l?altro,ai bambini afganistani, kossovani e irakeni, perch? i loro occhi vedono gli orrori ma non li capiscono: preghiamo perch? non debbano pi? vederli, in modo che possano vivere sereni gli anni che Dio gli dona.

Siamo sempre al 13 settembre 1943, era passato un solo giorno e gi? avevamo preso l?abitudine, io z? Vicienzo, che aspettava il figlio, e Sciurillo che aspettava il fratello, di partire da Paduli e passare l?intera giornata alla stazione e quando il treno si fermava, correvamo lungo il marciapiede chiamando a squarciagola i nomi dei nostri cari, mentre i due tedeschi armati fino ai denti, di guardia alla stazione, sembrava ci guardassero con indifferenza, invece ci tenevano d?occhio, e come!

Arriva la tradotta delle 7,00, ma dei nostri non c?? nessuno. Ci mettiamo seduti e aspettiamo il treno successivo che giunge verso mezzogiorno, l?ora in cui arrivavano anche i bombardieri a fare danni irreparabili. Il treno entra in stazione lentamente, tre caccia a bassa quota sorvolano la zona e passano e ripassano sul treno. Peppino, un padulese che aveva ricevuto la medaglia d?argento per essere fuggito due volte dal campo di concentramento e attraversato il deserto per ricongiungersi con il resto delle truppe italiane; appena era stato in vista di queste perdette la concentrazione e si mise a correre allo scoperto, fu ferito e perdette il braccio destro; mentre il treno lentamente si avvicinava al marciapiede della stazione lui salt? dal vagone (il treno era zeppo di uomini come acini d?uva al grappolo, finanche sui respingenti ce n?erano attaccati una decina); ma invece di mettere i piedi sul marciapiede sbattette con la punta sul bordo e fu risucchiato da treno: aveva combattuto, fuggito dalla prigionia per morire a pochi metri da casa. Z? Vicienzo si avvicin? per vedere se fosse ancora vivo, ma uno dei tedeschi gli grid? di non muoversi, lui fece finta di non aver sentito e dicendogli vaff??,si avvicin? all?uomo maciullato dal treno, e quella carogna, senza aggiungere altro gli spar? una scarica di mitra che gli trinci? il braccio come fosse stato un ramo d?albero. Il marciapiede andava riempiendosi di sangue, io e Sciurillo ci guadammo e poi ci stringemmo in un abbraccio, terrorizzati. Z?, Vicienzo, senza batter ciglio ritorn? sui suoi passi, prese da terra il braccio reciso e lo us? come una clava, contro il soldato tedesco, gliene diede tante fino a tramortirlo; l?altro impaurito dagli occhi iniettati di sangue del padulese che aspettava il figlio, scelse la fuga. Mi avvicinai a Z? Vicienzo, mi tolsi la cinghia dai calzoni e gliela legai intorno al moncone che continuava a colare sangue come acqua dalla fontana; poi piano piano, sostenendolo io da un?ascella Sciurillo dall?altra raggiungemmo la strada, nella speranza di veder passare un carretto. Fummo fortunati pass? la macchina del medico condotto, lo affidammo a lui e ritornammo alla stazione dove stava entrando un altro treno, per riprendere la corsa avanti e indietro al marciapiede gridando il nome dei nostri cari.

Giunsero i carabinieri cui dovemmo raccontare com?era accaduto che Peppino era finito sotto il treno e perch? il tedesco aveva sparato a zi Vicienzo; riferirono che i tedeschi avevano formato un posto di blocco a meta strada ferrata tra Paduli e Apice. Il treno si svuot? in un meno di un minuto e due tre mila soldati, sporchi, puzzolenti, affamati e assetati si spinsero per la mulattiera dicendo ch?era l?unico modo per superare il blocco tedesco e raggiungere il treno ad Apice per cercare di arrivare a casa dai loro cari: erano tutti del profondo Sud. Alle sette di sera, stanchi io e Sciurillo riprendemmo la via del ritorno a casa. Quando vi giunsi, vergai sulla carta ci? che nella memoria era gi? stabile.

IL MONCO

Eri gi?

a met? strada da casa
una raffica
il braccio cadde
ai tuoi piedi.

Gridai

non so quali frasi
e corsi incontro al nemico.

Scattasti come una molla
divenne clava
il braccio
e nero di lividi
facesti
l'incauto nemico:

Cos? ti ricordo.

**************************

Mi auguro di rileggerci domani, ma non lo prometto, perch? la mia casa sar? invasa dalle ?cavallette?, che con la scusa quanto ? bella la copertina di questo libro, com???? Nonno me lo presti lo leggo e poi? ?Non lo vedo pi??, andatevelo a comprare ci proverete pi? gusto quando lo leggerete?. Ma il libro sparisce lo stesso e poi passo giorni e giorni ad impazzirmi per sapere che fine abbia fatto. Godetevi la Santa Pasqua cristiani cattolici e non cattolici, di qualsiasi religione siete vivete serenamente questi tre giorni di festa, ve lo auguro stringendovi in un abbraccio circolare con tutto l?amore che posso, Reno
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Messaggio da carlo »

VIVA LA PASQUA DI GIOIA E DI SERENITA'

Vi sentite pi? leggeri ?stamattina? Ieri sera avete assistito alla benedizione dell?acqua e del fuoco seguita dello scampanio festoso che annunciava la Resurrezione di Ges?. Dite la verit? vi siete sentiti anche voi come se dentro si fosse sciolto un nodo che vi teneva legati a certe convinzione che sapevate sbagliate, ma non volevate ammettere, senza saperne spiegare la ragione? Improvvisamente allo scampanio ecco che tutto si ? aperto dinanzi e dentro di voi: avete visto chiaro e vi siete voltati verso la persona al vostro fianco gli avete teso la mano e avete mormorato con gioia inenarrabile: Serena Pasqua nel nome del Signore?

Ritornando a casa vi siete sentiti leggeri come piuma d?uccello mentre in cuore cantavate ?Alleluja! Alleluja! Alleluja!? Ed anche il sonno ? stato pi? rilassante che le altre volte. Com?? bello sentirsi in pace con se stessi e con gli altri!

Questa mattina di Pasqua 27 marzo 2005, il cielo ? coperto, qui a Roma sembra voglia piovere da un momento all?altro, ma non si decide: ? un cielo incerto! ? strano non vi pare? ? una giornata opposta a quel marted? 14 settembre 1943, era una bella giornata di fine estate tiepida e calda nello stesso tempo. La sera prima ci eravamo dati appuntamento a Portanova per andare alla Stazione, nella speranza di incontrare per primi i nostri cari. Eravamo in dieci tutta la discesa dal cimitero a Rav?no la facemmo in meno di cinque minuti, correvamo ridendo e giocando, improvvisamente, per giocare non ci eravamo guardato intorno, vediamo una ?colonna di carne? lunga un paio di chilometri, i cui uomini (ma erano ancora uomini?) che camminavano a fatica, con le mani in testa e sorvegliati da due tedeschi armati, che come la colonna rallentava facevano udire la loro voce gutturale e subito i poveri malcapitati riprendevano la marcia pi? sveltamente.

In mezzo a questi uomini vediamo un nostro amico delle sere estive: Gennarino e subito corremmo per abbracciarlo incuranti del pericolo, anche per domandare se avesse visto mio padre o mio zio Giovanni, o qualche altro padulese.

Mentre noi camminavamo con la colonna verso Paduli facendo domande a raffica Rocco si era inerpicato sul filo spinato per raccogliere un po? d?uva e darla a quanti pi? avrebbe potuto. Staccava i grappoli e li lanciava a noi e noi li davamo a quegli uomini costretti da due soldati a camminare svelti e in posizione scomoda.

Rocco li aizz?: ?Che cazzo d?uomini siete se avete paura di due fantocci con un?arma in pugno? Sono soltanto due voi siete pi? di duemila, via questo ? il momento!??.

Non termin? la frase (uno dei due tedeschi certamente conosceva l?italiano e nella paura di una rivolta, scarica il mitra contro Rocco che cade riverso ma rimane impigliato nel filo spinato). Fu un attimo in cui non si cap? pi? niente, gli uomini si dispersero per la campagna in un batter d?occhio, inseguiti dai colpi sparati dai tedeschi e noi rimanemmo intronati con gli occhi fissi sul corpo inerte di Rocco.

14 SETTEMBRE 1943

Interminabile colonna di carne
lungo le rive del Tammaro
in quei giorni di settembre.
Corpi, anime sozze
di pidocchi
di vergogna

occhi che non capivano
cercavano occhi vergognosi.

Uno, ai piedi di una vite
in mano, un grappolo d'uva:
- Non voglio tornare a casa! -
e piangeva.

Fetore di pelle:
non pidocchi giganti
mangiano giovane carne
non mia;

vergogna morde l'anima:
eravamo duemila

due soltanto ci hanno disarmato:
non voglio vedere mio padre!

Occhi che non capivano
cercavano occhi vergognosi.

Dritto, sulla collina
si staglia verso il cielo
come accusatore:
uomo in grigio-verde
armato fino ai denti.

Stupore, meraviglia,
domande che s?intrecciano
risposte non avute...
Michele era armato

non sapeva perch?.
Fedele al giuramento
era tornato a casa
ai padulesi non pi?
da ebete, da eroe.

Occhi, che non capivano cercavano
tra carne putrefatta dai pidocchi
propria carne pieni di speranza.

Un grido che sapeva
di prima liceo,
una parola petrarchesca
scosse lo stupore, l'apatia:
?Italia mia
vengo a vendicar
l'altrui vergogna!?

Ancora imberbe, armato di bastone
corse per lo scosceso pendio: grid?!.

Una scarica di mitra!...

Il volto di fanciullo
gli occhi innocenti
aperti verso il cielo
il corpo inerte
ai piedi dell'ulivo
sembrano dire: BASTA!

Occhi che non capivano, i miei,
cercavano non vergogna...

Piansero, piangono
e gridano: basta.

****************************

Dopo aver parlato con in carabinieri raccontando com?era accaduto, invece di ritornare a Paduli andai verso la stazione, e salii sul primo treno che andava a Napoli, dove ero convinto di rivedere mio padre. La poesia che avete letto la scrissi nel treno delle 12,36 per Napoli.
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Messaggio da carlo »

Buona Pasquetta!

- Ci prendi in giro? Non vedi che piove?

- Non c?? da preoccuparsi, specialmente se avete a bordo dell?auto dei bambini. Ricordo la Pasquetta del 1973, il mattino era stato bello e partii con i miei sei marmocchi in Prinz. Andammo verso Nettuno ma non c?era un parco libero folla, folla e? folla. Girando per strade sconosciute, finalmente vidi un bel prato ben coltivato; parcheggiai e ci avviammo in punta di piedi per non rovinare il prato, i ragazzi erano felici. Mentre la madre iniziava a tirar fuori la tovaglia e bicchieri, chiusi l?auto e mi stavo avviando per raggiungerli, ma? alzando lo sguardo vidi una targa su cui era scritto: ?Cimitero Militare di Anzio?. Guardammo bene tutt?intorno e finalmente all?interno vedemmo le lapidi. Non ci rimase che recitare una preghiera di perdono e scappare via, in cerca di un altro prato. Lo trovammo verso Tivoli, c?era gente ma un piccolo spazio per noi lo trovammo ugualmente. Avevamo appena iniziato a mangiare qualcosa, oramai era mezzogiorno passato, quando cominci? a cadere tanta di quell?acqua che sembrava essere sotto un doccia il cui rubinetto era stato rotto. Ma ritorniamo al 1943, anche se so che solo pochi riusciranno a leggermi oggi.

* * *

Giunsi a Napoli a sera inoltrata. La prima tappa la feci a casa della zia di mia madre, per sapere se avesse visto pap?, o se sapeva qualcosa di lui: cadde dalle nuvole credeva fosse a casa come tanti altri e soffr? non poco nel sapere che era stato prelevato dai tedeschi e non l?avevo pi? visto. Mi diede qualcosa da mangiare e mentre cenavo mi disse imperiosa, che sarei dovuto rimanere a Paduli, perch? oramai, ?dopo l'armistizio dell' 8 settembre, l'Italia si era spaccata in due. E dopo il 12 settembre, quando Hitler aveva fatto liberare Mussolini dal carcere sul Gran Sasso, si era sviluppata una guerriglia partigiana cui avevano aderito civili e reparti di militari sbandati; ma vedrai che pap? tuo ritorner? a casa. Non aver paura non ? tanto fesso da farsi uccidere dai tedeschi?.

Il 15 mattina mi recai al lavoro dal mio primo principale,che fu contento di vedermi. Vi rimasi a lavorare esattamente per quindici giorni. Marted? 27 settembre 1943, nel pomeriggio mi mand? a prendere il caff? al bar Sangiuliano, all?angolo di Piazza Vanvitelli, mentre aspettavo il caff? si ud? una forte detonazione, che fece tintinnare i bicchieri e fuoriuscire la schiuma dei cappuccini (non so come facessero a fare quella schiuma se il latte era in polvere e il caff? era orzo abbrustolito), uscii con gli altri fuori della porta per vedere cosa fosse accaduto, ma ritornai subito al bancone per prendere il mio caff? e scappare dal principale che senz?altro aveva sentito lo scoppio e sarebbe stato in pensiero. Avevano fatto saltare una camionetta tedesca con quattro soldati a bordo:fu il primo atto di eroismo della popolazione napoletana, dopo pi? di centoventi bombardamenti aerei. Era la scintilla che subito divent? resistenza del popolo del napoletano: l?attacco degli studenti a Piazza Vanvitelli fu la scintilla che diede inizio alle quattro giornate di Napoli. Ritornai in sartoria e il principale mi consiglio di andare subito a casa e di non prendere la funicolare e di non camminare svelto, specialmente se avessi visto tedeschi. Gli diedi ascolto, andai sopra Sant?Elmo, presi le scale del Petraio e in un batter d?occhi ritrovai al Corso Vittorio Emanuele. All?angolo tra il Corso Vittorio Emanuele e la Via Gilardi c?era una fontanella, mi fermai, avevo la gola secca, ma dovetti aspettare, che un marinaio che stava bevendo si dissetasse. Fu un attimo, si ferm? un sidecar, un soldato ne scese, si avvicin? al marinaio e senza profferir parola tir? dalla fondina la pistola e spar? in testa alla marinaio. Corsi per la discesa di Via Gilardi, ma invece di girare per Via Pasquale Scura continuai la corsa e mi trovai in un vicolo dei quartieri spagnoli; ero sotto choc, non mi sapevo pi? orientare, se mi avvicinavo a qualcuno per domandare dove mi trovassi e se m?insegnasse la strada per la stazione ferroviaria, questi mi guardavano con sospetto e mi mandavano a quel paese. La sera stetti digiuno e il mattino dopo a Napoli scoppi? l?Inferno. Come Dio volle, invocando il nome di mamma corsi mi trovai, trascinato dalla folla e per evitare i mobili che erano buttati in strada dalle finestre e dai balconi, mi trovai a Capodimonte: c?era un po? di silenzio e di tranquillit?, la salita di Santa Teresa degli Scalzi, dove maggiormente era accesa la battaglia contro i tedeschi, sembrava lontana, corsi per la strada che mi avrebbe portato a casa: da mamma.

Per percorrere novantaquattro chilometri impiegai quattro giorni, erano le 9,40 di venerd?. Mamma appena mi vide mi rincorse col bastone della scopa mele suon? di santa ragione, non ebbi nemmeno la forza di sottrarmi alle batoste, caddi per terra e lei mi sal? sulla pancia ballandovi, con i suoi oltre novanta chili.

Avevo raccomandato l?anima a Dio quando la voce potente di nonno la ferm?. E da qual giorno andai a vivere con nonno.

Ora so, che con quel gesto scaric? tredici giorni di tensione: povera mamma! Ora so perch? anch?io son padre e so il significato dell?attesa di un figlio di cui non sai niente da giorni.

Un gruppo di tedeschi si era impadronito di Paduli, razziavano per la campagna quello che trovavano; ma non bastava perch? seminavano terrore anche ai ragazzi. Sciurillo che faceva il pastore, mentre riportava le pecore all?ovile, fu fermato da un soldato tedesco fuori di s?, che ridendo come un ebete imbracci? la pistola a mitraglia e uccise 34 bestie tra pecore e capre, ridendo ridendo. Sciurillo era terrorizzato correva per le vie di Paduli come un aquilone nel cielo. Povero Sciurillo, dopo averne combinate tante come il tentativo di buttarsi dal campanile della chiesa, dove si era attaccato alla campana che sporgeva sulla piazza; tentato di violentare una ragazza, mor? mentre era sopra alla stessa ragazza che gli aveva teso una trappola e, mentre facevano l?amore gli conficc? un lama non troppo lunga spaccandogli il cuore: paese era impazzito. Si mangiava carne per pane e il proprietario del gregge piangeva come un bambino perch? le 34 bestie era tutte gravide ed ognuna aveva in corpo tre agnellini. Di pap? non si sapeva niente, e da questo momento cominci? la mia guerra aperta contro il nazismo.

A rileggerci domani, con un'altra avventura di guerra.

41

Tredici nemici si sono asserragliati
nel bosco a Forno Nuovo.

Tredici nemici hanno fatto strage:
? saltato Ponte Valentino,
cinquanta vacche, buoi legati al giogo
pecore, capre, pi? di centotrenta;
tutte gravide, in corpo ne avevan tre.
Il pastore, un ragazzo come me
trema come una foglia autunnale.

A Paduli si mangia carne
solo carne, senza pane

*****************************

Rinnovandovi l?auguro che tutto sia di vostro gradimento vi stringo in un abbraccio circolare, con tutto l?amore che posso, Reno
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Messaggio da carlo »

Miei cari, carissimi amici; non so quando riuscir? ad inviare questo racconto di oggi 29 marzo 2005, perch? da ieri sera alle 18,00 circa che un?influenza radicale con entrambi i fenomeni corporali non mi lascia in pace. Questa mattina alle 9,30 dovevo incontrare un carissimo amico, lo scritto re Paolo Ragni che non vedo da quattordici anni, da quando insieme ci incontrammo a Battipaglia per ritirare il premio ?Silarus? lui quello per la narrativa ed io per la saggistica. Mi avrebbe fatto tanto piacer vederlo dopo quattordici anni, ma il diavolo ci ha messo la coda. Continueremo a sentirci telefonicamente e per via elettronica, ma questa quarta influenza dell?anno passer? e come se passer? e, allora!? Io e Paolo ci rivedremo.
Come avete passato le feste? Mi auguro sereni insieme alle persone care. A parte l?influenza con doppio inconveniente, c?? stata un fatto che mi ha scombussolato. Esiste l?aiuto per gli ultrasessantenni che vivono soli e sono impossibilitati a muoversi, messo a disposizione dal comune di Roma, avevo necessit? di una medicina per fermare un inconveniente, ho telefonato perch? mi fosse portato a casa, la guardia giurata che mi ha risposto al telefono mi ha detto a brutto che senza la ricetta loro si sarebbero mossi nemmeno se? Questo ve l?ho raccontato perch? oggi la invier? pure al sindaco di Roma Walter Veltroni e vedremo se questo aiuto agli ultrasessantenni soli ? solo funo negli occhi oppure ? un servizio che esiste davvero. Intanto sto male ed ogni tanto sono costretto a lasciare per correre a sedermi sul ?trono?. Ma ritorniamo al bambino che non aveva dolori di sorta se non la paura di rimanere sotto i colpi di un mitra.

Tra la notte di sabato 25 e la domenica 26 settembre 1943, i tre studenti pi? patriottici di Paduli avevano fatto un colpo al distretto militare di Benevento, ed avevano trafugato tre mitragliatrici, molti moschetti e oltre un quintale di proiettili, cos? mi raccontarono gli amici quando ci ritrovammo a Portanova.

Il pomeriggio di domenica 3 ottobre, dopo una notte passata all?adiaccio per i ripetuti bombardamenti sia su Benevento che si Napoli, ci fermammo a guardare quel branco di sbandati che avevano cercato, ma invano di essere fatti prigionieri dai carabinieri di Paduli, nella cui stazione era rimasto solo il maresciallo e i suoi familiari, si era rifiutato di farli prigionieri avvalendosi della scusa di aver avuto ordini in tal senso; il gruppetto (erano tredici) con una camionetta, si era fermata da ?Scarrafone?; l?ufficiale un tenente di soli vent?anni si sosteneva mangiando solo cioccolata. Di fronte a lui, Roccuccio appoggiato ad un carretto lo guardava con sufficienza, si vedeva a miglia di distanza che cercava la lite. L?ufficiale gli offr? un pezzo di cioccolata, lui la butt? per terra e la stropicci? sotto la scarpa. Il tedesco con una lentezza da cardiopalma si tolse le armi, la giacca, si arrotol? le maniche della camicia e, in perfetto italiano, disse:

- Ti ho offerto la cioccolata non perch? intendevo sfamarti, ma per un segno di amicizia, di cameratismo se vuoi. Mi hai offeso, ora chiedimi scusa.

- Non chiedo scusa a nessuno, perch? ho calpestato solo un prodotto offerto dal nemico e non dall?amico come vuoi farmi intendere tu.

- Allora vuoi fare a pugni?

- Che scommettiamo?

- Se perdo ce ne andiamo e non daremo pi? fastidio a nessuno, qui a Paduli. Se vinco, per?, ci lasciate in pace e ci fate vivere con voi fino all?arrivo degli americani, ci stai?

Ci fu una scazzottata che dur? oltre la mezz?ora, se le suonarono di santa ragione: nessuno dei due cedeva e avrebbe mai ceduto se non cadendo al tappeto, Ko.

Dopo, senza parlare, il tenente ordin? ai subalterni di andarsene dal paese e cercare un posto sicuro fino all?arrivo degli americani, visto che i carabinieri non avevano ordine di farli prigionieri.

Il giorno dopo, luned?, me ne stavo oziando nella piazzetta davanti alla chiesa della Madonna delle Grazie, quando fui avvicinato da un ragazzo logoro, stanco da non reggersi in piedi. Si sedette sul gradino davanti alla chiesa e volle che mi sedessi accanto a lui. Con uno stentato italiano mi chiese un vestito di pap? in modo che lui potesse indossarlo e confondersi tra i contadini del paese. Una signora che aveva ascoltato il colloquio dalla finestra, mi sconsigli? di farlo. Il ragazzo amareggiato si allontan? a testa bassa per riunirsi al gruppo.

Nel pomeriggio giunsero altri soldati tedeschi che si fermarono, con due camionette sotto il muraglione della villa comunale. Fumavano e parlavano con calma, le armi appoggiate sul cofano. Uno dei tre studenti, romantici combattenti, mi sugger?, essendo il pi? piccolino di prendere il mitra ch?era appoggiato sul cofano e se fossi stato scoperto dovevo fingere di giocare facendo taratatat?, taratatat?; se invece andava liscio dovevo portarlo al loro chi erano nascosti nella villa. Eseguii. Ma dopo nemmeno mezz?ora sei cannoni gi? erano stati sistemati sui tre colli che circondano il paese. Un ufficiale giunto da Benevento, accompagnato da un fascista che fungeva da interprete disse che: ?Se fra cinque minuti il mitra non torner? al suo posto, distruggeremo il paese e poi fucileremo tutti gli uomini di qualsiasi et??. Il parroco che sapeva tutto consigli? i romantici combattenti di consegnare l?arma e si ferm? a parlare con l?ufficiale tedesco parlandogli in tedesco; poi mi chiam? e disse di rimettere l?arma al suo posto perch? non era un giocattolo, sferrandomi uno schiaffone perch? la scena risultasse, pi? realistica (per? me lo poteva dare pi? leggero lo schiaffo!), mi fa male ancora la mascella!

Riportai il mitra al legittimo proprietario e subito il ragazzo che mi aveva chiesto un vestito di pap?, fu inviato a Benevento per portare l?ordine che a Paduli era stato tutto sistemato. Passammo momenti terribili. Non avevo mai visto mio nonno con gli occhi colmi di spavento, specialmente quando dal muraglione, vedemmo i caccia sorvolare la camionetta e poi la vedemmo saltare in aria come una palla di gomma.

Che cosa sarebbe accaduto di Paduli?? La minaccia non era stata cancellata.

42

Uno dei tredici nemici ? venuto in paese
e andato alla caserma dei carabinieri
il maresciallo l'ha sbattuto fuori:
? un ragazzo e non ha la barba!

Seduto sullo scalino di una casa
piange il nemico ancora imberbe.
Mi vede, mi afferra un braccio
gli occhi colmi di lacrime
implora un vestito, un vestito di papa!

Era ieri. Oggi alla ?Centriera?
mentre andava verso Benevento
un caccia americano l'ha falciato.

L'hanno sepolto a Paduli
si chiamava Franz.
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Messaggio da carlo »

Ciao, compagnucci della parrocchietta? (ricordate Alberto Sordi alias Mario Pio?), non so perch? ma mi ? venuto in mente mentre aprivo questa pagina per scrivere. Lo so, dovrei stare a letto, quando respiro mi fanno male gli apici dei polmoni ma non me la sento, stare con voi ? pi? piacevole, forse per questo mi ? tornato alla mente Mar?o Pio. Come state? Vedete che anche oggi mercoled? 30 marzo il cielo ? coperto,per? sembra durante la giornata dovrebbe migliorare; voi che ne pensate? Arriva o non questa Primavera? Come vedete anche il tempo mi aiuta a ritornare al quel luned? 4 ottobre 1943, quando al mattino presto si svolsero i funerali del giovane imberbe, e grande fu la meraviglia nell?assistere ad una funzione cos? commovente. C?erano i dodici soldati rimasti, sull?attenti, in cerchio attorno alla fossa che avrebbe ricevuto la bara, i quali come la bara tocc? il fondo e l?ufficiale che aveva fatto a cazzotti con Roccuccio diede il via, ogni soldato punt? il fucile al cielo e spar? tre colpi.

Dopo i funerali i tedeschi rimasti, ebbero dai padulesi pezzi di lardo, di prosciutto e pane di mais. Presero la riserva che gli era stata data e scomparvero nel bosco di Fornonuovo, prima e poi si asserragliarono nelle grotte della contrada La Piana.

Di ritorno dal cimitero si commentava chi positivamente chi negativamente il passaggio di questi tredici uomini affamati e stanchi: sembravano lupi inseguiti, alla ricerca di vitto e di salvezza. Quando arrivammo in piazza, seduti sul muricciolo dell?antico mercato romano, dove ancora ??O Juocolo? reggeva al tempo, mentre le colonne corinzie, a furia di essere restaurate, avevano perduto la loro originaria bellezza; trovammo una jeep americana, ci avvicinammo e ci accorgemmo che a bordo aveva una radio, c?era un militare che domand? subito dove abitasse la famiglia G. glielo dicemmo e lui afferm? di essere il nipote, figlio della sorella di z? Francisco. Chiese se qualcuno lo accompagnasse a casa dei G.: si offrirono in cinquanta. Allora il pi? alto in grado si avvicin? alla radio e disse:?Occupated Paduli?

Occupato Paduli? dissi tra me! Ma come si permetteno tre soldatacci con una jeep si dichiarano vincitori di una piazza che li ha accolti con favore e gioia anche perch? con loro c?era un figlio della nostra terra? Non resistetti alla tentazione; mentre con un padulese parlavano in inglese, m?intromisi e riferii loro:

- Se veramente volete sentirvi vittoriosi, che avete occupato Paduli, andate a ?La Piana? ci sono dodici tedeschi che vogliono esser fatti prigionieri, li prendete li mettete a bordo, li sfamate e allora potete dire ?Occupated Paduli?.

Finsero di non capire, lasciarono la jeep in piazza ed andarono dai parenti del figlio di padulesi in America. Intanto mentre gli altri parlavano e commentavano l?accaduto, salii sulla jeep, qualcuno mi disse di premere il bottone, accanto all?acceleratore, lo premetti con la punta del piede e andai a sbattere contro il muro della tettoia dell?antico Foro Romano; per fortuna senza conseguenze. Feci appena in tempo a scendere dall?auto che i tre americani giunsero trafelati, misero in moto e partirono a razzo, mentre noi gridavamo ?e i tedeschi quando li fate prigionieri??.

Una delusione inenarrabile! Avevano avuto paura di fare prigionieri dodici uomini affamati e stanchi di vivere come bestie abbandonate a se stesse.

Mercoledi 6 ottobre avvistammo nella centriera (un tratto di strada allo scoperto sulla via provinciale per Benevento, che dal muraglione si vedeva benissimo, e volendo si distinguevano anche le persone che camminavano a piedi, perch? la distanza in linea d?aria non ? pi? di ottocento metri), un?autocolonna americana con carri armati,autoblinda e molti camion carichi di soldati.Quando giunsero, sapemmo che erano cinquemila. Chiesero all?uomo che aveva le funzioni di sindaco di avere qualcuno che li accompagnasse a ?La Piana? per fare prigionieri i dodici soldati affamati. M?intromisi alzando la voce per farmi sentire: ?? e ce vuleveno cinquemila soldati e venti carri armati per prendere dodici disgraziati che vogliono solo tornare alle loro case e magiare tutti i giorni? Ve li vado a prendere io e ve li porto qua, vi sta bene??

- Tu reazionario e facciatosta. ? Disse il militare figlio di padulesi in America ? si pure scustumato. ?O culunnello sa chello che deve da fare.

Mi sentii prendere dalla collottola e tirare con forza indietro. Mi voltai convinto di prendere schiaffi e calci; ma era il mio bisnonno novantaseienne che con una scusa mi disse di accompagnarlo a casa. Per strada mi fece la ramanzina Ma? come dice un vecchio adagio ?a lavare la testa all?asino ci si rimette tempo e sapone?? Bisnonno ci rimase male quando gli dissi, senza peli sulla lingua, quello che pensavo, sia degli uni sia degli altri. ?Si troppo sincero, statte accuorto, che la sincerit? ?e vote porta all?impiccagione o alla fucilazione, impara dal fratello di tuo nonno, sii politico nelle azione e nelle parole? ma che te lo dico a fare?! Tu sei come me e tuo nonno?.

A sera, prima di andare a prendere quei dodici disgraziati si divertirono con noi, lanciando in aria cioccolata e scatoli di sigarette per vedere azzuffarci e ridevano, ridevano, ridevano gli ebeti, specialmente quelli di colore si sentivano i padroni del mondo, e i canadesi poi? con la loro finta timidezza pungevano pi? degli altri. I marocchini furono i pi? feroci, ubriachi come porci come vedevano una ragazza la seguivano e se la porta era chiusa, la sfondavano e violentavano le donne che in essa si trovavano: che schifo!

43

I nemici ora sono dodici
nascosti nelle grotte della Piana
sono affamati, stanchi, hanno paura.

E' giunta in piazza una camionetta
a bordo tre soldati americani.
Gli abbiamo detto che c'erano i nemici
soltanto dodici, affamati e stanchi...
Sono fuggiti! Al loro ritorno
erano in cinquemila, con cannoni
mitraglie e carri armati.

Si sono divertiti con la nostra fame
hanno approfittato delle nostre ragazze.

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