Derek Walcott

Bibliografie e biografie commentate dei grandi scrittori
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hombre sincero
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Derek Walcott

Messaggio da hombre sincero »

Derek Walcott ? nato nel 1930 a Castries, capitale di Saint Lucia, nelle Antille Minori. Una piccola isola vulcanica, ex-colonia britannica - influisce fortemente sulla produzione letteraria di Walcott. Suo padre Warwick, artista boh?mien, lasci? lui e il suo fratello gemello Roderick quando erano ancora bambini. La prima formazione di Derek e Roderick avviene al St. Mary's College, dove insegna la madre Alix, che per prima trasmetter? a Derek l'amore per la poesia. Dopo la borsa di studio alla West Indies University di Kingstone, Giamaica, Walcott si trasferisce nel 1953 a Trinidad, lavorando come giornalista in quotidiani locali e come professore in diverse scuole. La sua vita si divide tra Trinidad e Stati Uniti, dove ? titolare della cattedra di Poesia all'Universit? di Boston.
La sua attivit? letteraria ha inizio a diciott'anni, quando pubblica a proprie spese Twenty Five Poems. Scrittore inoltre di opere teatrali e testi per la radio, ottiene il primo importante riconoscimento da parte del grande pubblico con la pubblicaizone dell'opera In a green Night (1962).
Di recente ? uscita in Italia la traduzione integrale del suo poema pi? noto, Omeros, pubblicata da Adelphi.

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Intervista
-Quali sono le sue abitudini di scrittura?
Quando scrivo? Tempo fa prevalentemente la mattina molto presto: vivo ai Caraibi e svegliarsi alle cinque del mattino, vedere il sole che sorge ? un'esperienza meravigliosa. Ma ora penso che forse mi svegliavo cos? presto soprattutto per fumare e non per scrivere, per bere un caff? e fumare tranquillamente una sigaretta in solitudine. Quando ho smesso di fumare mi sono reso conto che non avevo bisogno di svegliarmi all'alba e da allora la mia giornata comincia un po' pi? tardi. Continuo a lavorare soprattutto al mattino, ma c'? stato un periodo in cui avevo bisogno di vedere sorgere il sole per sentire che il giorno stava cominciando. Non potete immaginare quanto sia bello rimanere vicino al mare all'alba, ? una sensazione splendida.
-Da che cosa nasce in lei l'ispirazione?

Per quanto riguarda "quello che scrivo", non ho mai avuto problemi nella ricerca del materiale su cui scrivere. Le mie sono prevalentemente opere teatrali, pagine su cui lavoro a lungo perch? ? sempre un processo molto delicato per me arrivare a completare un testo che mi soddisfi.
-E per le opere poetiche?

Anche quando scrivo versi, il mio ? un lavoro lento... Penso che sia molto simile scrivere un romanzo o delle poesie: il narratore si prefigge di elaborare un certo numero di pagine in un giorno, il poeta decide di comporre alcuni versi, e nei testi teatrali si devono scrivere un certo numero di dialoghi. Io per? non intendo comporre una poesia al giorno, non mi fisso degli obiettivi precisi perch? in realt? ? impossibile stabilire a priori la propria ispirazione. Se non riesco a scrivere faccio altre cose, ad esempio dipingo. Diviso come sono tra teatro e pittura a volte provo a sperimentarmi in qualcosa di pi? ampio, e scrivere un poema impone molto lavoro. Il piacere di questo tipo di scrittura lenta ? svegliarsi la mattina e sapere che bisogna lavorare sodo, mentre invece con la lirica ogni giorno devi chiederti se riuscirai a scrivere o no.
-Non ha mai vissuto una crisi d'ispirazione?

Non ho avuto mai veri motivi che mi abbiano costretto a smettere di scrivere. Posso avere piccole crisi, come in questo momento, perch? sto scrivendo un articolo di critica letteraria e faccio veramente molta fatica a finirlo. La cosa mi spaventa un po', ma non penso di avere un blocco nella scrittura; penso invece che la difficolt? dipenda dal fatto che sto trattando un argomento molto vasto.
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Intervista
-Partiamo dunque dalla musica mister Walcott. La sua poesia ? davvero ?leggibile? attraverso i suoni del jazz?

Personalmente ho lavorato spesso su ritmi jazz e io stesso ho scritto della musica. Sono convinto che poesia e musica abbiano da sempre molto a che fare l'una con l'altra. Certo il suono dei Caraibi non ? il jazz. L? cresciamo su ritmi molto diversi: quelli del calipso. Ma nella musica non ci sono confini e, soprattutto, un buon compositore pu? prendere a modello qualsiasi tipo di poesia.

-La sua opera pi? famosa, quella che ? unanimemente considerata il suo capolavoro, ? Omeros. Un poema imponente, di 8000 versi. Per quanto tempo ci ha lavorato?

Ci ho lavorato circa quattro anni e non ? poi cos? tanto come potrebbe sembrare. Non cos? tanto, comunque, rispetto agli altri miei libri, la difficolt?, in Omeros, ? stata semmai quella di mantenere il ritmo per tutto il poema.

-Da quale idea nasce Omeros?

Omeros ? un libro di interferenze, di incroci che non ha nulla a che fare con i poemi omerici. Sarebbe stato del tutto sciocco riscriverli. L'idea originaria ha a che fare con St. Lucia, l'isola dove sono nato. I pescatori di l? l'hanno soprannominata Elena di Troia per via del fatto che ? stata a pi? riprese conquistata e persa da inglesi e francesi. Da questo elemento sono partito per poi sconfinare in atmosfere dantesche.

-Lei ha letto L'Odissea?

No, non l'ho mai letta integralmente e, comunque, non prima di aver letto Omeros. Il problema per poemi come quelli omerici o danteschi, e non solo per loro, ? che sono tecnicamente difficilmente traducibili. Molte traduzioni in inglese di Dante, ad esempio, usano il metro vittoriano con il risultato di snaturarne completamente l'essenza. Dei poemi omerici esistono alcune buone traduzioni. Una fra tutte quella del poeta Christopher Loges.

-Il problema della traduzione ? particolarmente delicato in campo poetico.

Senza dubbio. Come autore mi sento sempre in merc? dei traduttori e non sono, ovviamente, in grado di valutarne l'opera. Mi devo in qualche modo fidare. Questo non vuol dire che la poesia non possa essere tradotta ma che una buona traduzione ? di fatto un'opera parallela all'originale.

-L'assegnazione del Nobel ha influito sulla sua vita e sul suo lavoro?

Le rispondo raccontandole una storiella. La mattina che ? squillato il telefono e una voce dall'accento marcatamente inglese mi ha detto che avevo vinto il Nobel per la letteratura, ho pensato a uno scherzo. Credevo fosse un mio amico in vena di rompermi le scatole visto che, per di pi?. Era mattina presto, a Boston. Stavo per riattaccare in malo modo quando dalla finestra, ho visto sotto casa una schiera di fotografi. ?Allora ? vero?, ho pensato. Stavo facendo colazione con un caff? e delle splendide ciambelle. Delle ciambelle davvero fantastiche, la cosa pi? bella di quella giornata. Quando mi sono affacciato alla finestra con il pollice alzato non era per il Nobel ma per esaltarne la bont?. Quella foto ha fatto il giro del mondo. Come ha influito il Nobel? L'ha resa un inferno, con il telefono che squilla in continuazione e con gente che, da ogni parte del mondo, chiede interviste, pareri, impressioni, incontri e ti invita a convegni, serate, festival.

-In un mondo attraversato dall'onda lunga del terrorismo, che cosa pu? dire la poesia? Quale ? il ruolo del poeta?

Potr? sembrare stupido quello che sto per dire ma io credo che il terrorismo in se stesso non abbia valore. La sofferenza, quella s?, ? tragica, ma il terrorismo, per se stesso, ? vuoto e banale. Per questo non solo non pu? essere tema di poesia ma un poeta deve ignorarlo. Se il primo obiettivo del terrorismo ? quello di diffondere la paura, allora l'unico modo per combatterlo ? ignorarlo, non parlarne. In questo modo si sconfigge quantomeno la sua futilit?.

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MEZZ?ESTATE, TOBAGO

Grandi spiagge lastricate al sole

Calura bianca.
Un fiumana verde.

Un ponte,
palme gialle strinate

a partire dalla casa ospitata dall?estate
sonnecchiante per tutto agosto.

Giorni che ho tenuto stretti,
Giorni che ho perduto,

giorni che cresciuti, come figlie,
non trovano pi? porto tra le mie braccia.

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IL PUGNO

Il pugno stretto intorno al mio cuore
Si allenta un poco, e io boccheggio
Lucidit?, ma gi? preme
di nuovo. Quando mai non ho amato
la pena d?amore? Ma questa si ? commossa

oltre l?amore fino alla mania. Questa
ha la stretta solida del folle, questa
sta impugnando l?orlo dell?irrazionale, prima
di inabissarsi urlando.
Stringi duro allora, cuore. Cos? almeno vivi.

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L'onda della marea dei rifugiati, non un semplice passo di oche
selvatiche, gli occhi di carbone nei vagoni merci, le facce
smunte, e in particolare lo sguardo fisso dei bambini
emaciati, gli enormi fardelli che traversano i ponti, gli assali
che cricchiano con un suono di giunture e di ossa, la macchia scura
che passa le frontiere sulle carte geografiche e ne dissolve le forme,
come succede ai corpi dei morti dentro le fosse di calce, o come
fa il pacciame luccicante che si disfa sotto i piedi in autunno nel fango, mentre il fumo di un cipresso segnala Sachsenhausen,
e quelli che non stanno sopra il treno, che non hanno
muli o cavalli,
quelli che hanno messo la sedia a dondolo e la macchina
per cucire
sul carretto a mano perch? da tempo le bestie
hanno lasciato i loro campi al galoppo per tornare alla mitologia
del perdono,
alle campane di pietra sui ciottoli della domenica
e al cono
della guglia del campanile aranciato che buca
le nubi sopra i tigli,
q uelli che appoggiano la mano stanca sulla sponda
del carro
come sul fianco del mulo, le donne con la faccia di selce
e gli zigomi di vetro, con gli occhi velati di ghiaccio
che hanno
il colore degli stagni dove posano le anitre,
e per le quali
c'? un solo cielo e una sola stagione
nel corso di un anno
ed ? quando il corvo come un ombrello rotto sbatte le ali,
si sono tutti ridotti alla comune e incredibile lingua
della memoria, e questa gente che non ha una casa e nemmeno
una provincia parla delle fonti limpide e parla delle mele,
e del suono del latte in estate dentro le zangole piene,
e tu da dove vieni, da quale regione, io conosco
quel lago e anche le locande, la birra che si beve,
e quelle sono le montagne dove riponevo la mia fede,
ma adesso sulla carta, che ? simile a un mostro, altro non si vede
che una rotta che ci porta verso il Nulla, anche se sul retro
c'? la veduta di un posto che si chiama la Valle del Perdono,
dove il solo governo ? quello dell'albero di pomi e le forze
schierate dell'esercito sono gli striscioni di orzo
all'interno di umili tenute, e questa ? la visione
che a poco a poco si restringe dentro le pupille
di chi muore e di chi si abbandona in un fosso,
rigido e con la fronte che diventa fredda e grigia come le nuvole
che, quando il sole si leva, si trasformano subito in cenere
sotto i pioppi e sopra le palme, nell'ingannevole aurora
di questo nuovo secolo che ? il vostro.


Santa Lucia, Caraibi 16 giugno 2000

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Era questa la luce in cui Achille era pi? felice. Quando,
prima che le mani afferrassero le falche, stava per farsi
penetrare dall?immensit? del mare, sentendo il giorno all?inizio

(Da Omeros)

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Io sono solamente un negro rosso che ama il mare,
ho avuto una buona istruzione coloniale,
ho in me dell?olandese, del negro e dell?inglese,
sono nessuno o sono una nazione.

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Perch? la memoria ? meno del posto che vagheggia,
da nessun luogo deriva la sua forma
se non per dire che perfino con la merda e l'affanno
di quel che ci facciamo a vicenda con la beatitudine della corrente
contraddice la prosopopea della disperazione
con alcune scintillanti semplici cose, acqua, foglie, e aria,
che eccitano dissoluzione pronta ad andare oltre la felicit?. -

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"a poetic oeuvre of great luminosity, sustained by a historical vision, the outcome of a multicultural commitment".

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Da leggere,

sogni d'oro,
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carlo
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Messaggio da carlo »

Ah Derek!

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:roll:

grazie a google posso fingere di conoscerli tutti. :(

Gli estratti da omeros sembrano interessanti, forse prover?...
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Derek Walcott

Messaggio da hombre sincero »

Alcuni aspetti della traduzione di Omeros hanno fatto discutere....

Oltre al piu' recente Omeros, consiglio di leggere:
Ti-Jean e i suoi fratelli & Sogno sul monte della scimmia (Adelphi)
Mappa Del nuovo mondo (Adelphi)
Prima luce (Adelphi)

Buona lettura,
Hombre Sincero
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Derek Walcott

Messaggio da hombre sincero »

Che qualcuno corregga, por favor!
Ho scritto Derk anziche' Derek; per amor dell'arte!
:seE:
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Messaggio da carlo »

:roll:
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Messaggio da Max_72 »

Qualche mese fa ? venuto ospite a L'Aquila per la premiazione di un concorso letterario.
E' un tipo troppo forte!
Gli fai una domanda lunga, aspetti che il traduttore gliela traduca e lui ti risponde con una parola ahahahha
patrizia mazzonetto
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Derek Walcott

Messaggio da patrizia mazzonetto »

non sapevo fosse lui... la foto mi ha detto pi? di mille parole di bio!
atrizia
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R: Derek Walcott

Messaggio da hombre sincero »

e cosa ti ha detto?
Hombre Sincero
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Messaggio da patrizia mazzonetto »

ho sentito musica, timbales, rumbe di vodoo, bidoni suonati e povert? disperate di denaro e di fame, ipocrise sfacciate e croci brucianti tra banani del monopolio....
atrizia
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Messaggio da hombre sincero »

e la vegetazione che si accende
e abiti sgualciti
e il sole che brucia
e la carne che brucia
e il rum che brucia
e l'oceano che e' un brodo
e pesce sconosciuto e insapore
e la tristezza della miseria
e sorrisi bianchi
e sabbia bianca
e quintali di danza, di danza, di danza, di danza...
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