Philip Kindred Dick

Bibliografie e biografie commentate dei grandi scrittori
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carlo
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Philip Kindred Dick

Messaggio da carlo »

i simulacri ? l'ennesima prova della genialit? di dick, in fondo, a pensarci bene, il suo tema ? sempre lo stesso, ma ci gioca con una maestria rara.

l'idea del "der alte", o personaggi come il pianista psi Kongrosian, o looney luke, o Goltz, l'atmosfera di questo libro, cos? cupa, a tratti cos? paranoica, rendono i simulacri un teso imperdibile.

Proseguo con il capolavoro "Ubik", e con un piccolo testo, "vita breve e felice di uno scrittore di fantascienza", un piccolo testo con tagli autobiografici e commenti su filosofia e SF, davvero utile per meglio capire questo affascinante autore!

Dick mi ha davvero rapito...
Max_72
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Messaggio da Max_72 »

A proposito, ho necessit? di trovare l'e-book del suo libro da cui ? stato tratto il film Blade Runner.
Qualcuno ce l'ha?
Sempre che ci sia, ovvio...
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carlo
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Messaggio da carlo »

Non credo esista in italiano! fanucci lo ha ripubblicato ben due volte (con titoli diversi, i maledetti) rilevando i diritti da editrice nord... non credo quindi sia free.
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carlo
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Messaggio da carlo »

?vita breve e felice di uno scrittore di fantascienza?, testi autobiografici di P.K.Dick, edito da Feltrinelli, ? un piccolo testo fondamentale per meglio capire Dick. Chi si limita a dire "era pazzo" dovrebbe leggerlo, per capire quanta lucidit? ispirasse i testi del geniale autore. Il suo modo di intendere la fantascienza, ben spiegato in questa breve raccolta, speculativo ed originale, mi ha fatto sentire molto vicino a lui non solo come lettore ma anche come autore.

Una lettura vivamente consigliata a che desidera approfondire questo maestro.

Sto per finire anche Ubik, beh, che quello fosse un capolavoro gi? lo sapevo...
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DevilMaster
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Messaggio da DevilMaster »

Grande! Grandissimo! Era tanto che non leggevo un libro bello come Ubik. :D
Stranamente scritto "quasi-bene", avevo abbandonato la lettura di questo libro dopo una settantina di pagine. Non perch? non meritasse, anzi, ma perch? in questo periodo avevo molta poca voglia di leggere essendo pi? faticoso che guardare un film. ;)Mi ero ripromesso che l'avrei finito non appena la voglia fosse tornata; e cos? ho fatto. Il libro l'ho trovato interessante e, come gi? dichiarato, stranamente scritto in modo non confusionale come spesso accade a Dick. O, forse, meglio: lo stile di Dick in questo libro ? assolutamente perfetto ai fini della resa della trama. Trama che necessita di una sorta di alone confusionale. Nessuno sa nulla di nulla. Nessuno sa se ? veramente vivo, veramente morto o veramente semi-vivo. Nessuno sa cosa sta succedendo. La stessa realt? tangibile (case, automobili, elettrodomestici,etc) cambia in continuazione mutando il suo aspetto come se il tempo stesse andando indietro e nessuno capisce il perch?. Qual'? la causa di quello che gli sta succedendo? Perch? non accade per tutti nello stesso momento? Chi ? che comanda i loro destini?E' Pat? E se non ? Pat, chi o che cosa ? che li sta uccidendo uno ad uno?Che cos'? Ubik? Sono moltissimi i temi trattati in questo romanzo e le seguenti riflessioni. Non sono casuali i periodi presi maggiormente in esame (l'america disillusa degli anni sessanta e la provincia dell'america poco prima della seconda guerra mondiale) e la descrizione di Joe Chip, il protagonista, che risulta come un alter ego dello stesso Dick. Il continuo dover combattere con problemi economici e lo strano rapporto con le donne di cui si innamora sono carattestiche che Joe prende decisamente in "prestito" dal suo stesso creatore. Tutto avviene in modo che definirei "onirico" per le atmosfere che ci viene (almeno, a me ha fatto questo effetto) da immaginare e si lascia leggere con curiosit? fino alla fine con l'inevitabile "sorpresa" che rimette tutto in discussione per l'ennesima volta. Forse, se proprio devo trovargli qualcosa di "negativo", una volta finito di leggere ho avuto l'impressione che si potesse scrivere qualcosa di pi?, ma questa ? una impressione che mi lasciano tutti i libri di Dick. La sensazione che il momento in cui sta esplodendo la trama, in cui il godimento di quello che leggiamo e immaginiamo ? arrivato all'apice appena da un secondo... il libro finisce. Mi sarebbe piaciuto che l'autore analizasse meglio la figura di Jory, mentre invece ne parla solo superficialmente. Fra i libri di Dick che ho letto, ben pochi... comunque, Ubik ? sicuramente quello che mi ? piaciuto di pi? e, questa volta, sono daccordo con Carlo: capolavoro.
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Messaggio da carlo »

meno male! mi fa proprio piacere la tua conferma, anche perch? Ubik ? a dire dello stesso autore uno dei libri piu importanti della sua produzione.

Il miglior modo di chiedere una birra ? gridare: Ubik! Frutto di malti selezionati e acqua di prima qualit?, invecchiata lentamente per ottenere un sapore perfetto, Ubik ? la birra numero uno del paese. Prodotta solo a Clevaland.

per meglio capire "ubik" fondamentali i testi autobiografici e saggistici dell'autore, in particolare: "se vi pare che questo mondo sia brutto".

Dick ? uno di quegli autori che pi? lo si legge e piu si entra nel suo mondo...
il rischio, serio, ? di non riuscire pi? ad uscirne.
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Philip Kindred Dick

Messaggio da kurtz »

state a sentire: ho appena finito di leffere labirinto di morte... bellissimo! e mi sembra, da quel che ho letto sopra, molto simile a ubik.
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carlo
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Messaggio da carlo »

beh.... da quel che abbiamo detto sopra, in effetti senza citare il titolo potrebbe esser lo spunto del 80% dei libri di Dick...

Labirinti di morte per? ? diverso da Ubik, per quanto i due son stati scritti praticamente attaccati (70-69) e che appartengono a un periodo di illuminazione totale di Dick, poco prima di arrivare a Valis (del 76 il primo della trilogia), pur essendo il tema la morte si vedr? che il livello del gioco ha una sfumatura ed uno schema totalmente diversi, definirei "parallelo ed interconnesso" quello di Ubik, "a scatole cinesi" quello di labrinto di morte. Ubik tra l'altro nella sua complessit? di fondo ? comunque un libro abbastanza "reale" (non realista) mentre "labirinto di morte" resta decisamente pi? sul metafisico. La fabbrica che cambia la scritta sulla porta ? qualcosa di troppo onirico ed impressionante, ubik, prodotto antiregressione, ? invece l'unica porta se non verso il reale, verso il "fisico".

Entrambi i libri lasciano speranza, ma profonda inquietudine, ed entrambi ti lasciano la spiacevole sensazione di non vivere in un mondo vero, ma in un artefatto, ove il velo di maya non solo nasconde, ma stravolge la realt?.

Son due libri ottimi, Ubik ha forse dalla sua una maggiore chiarezza, e alcune pagine in cui ci si scorda il Dick confusionario (che ritroveremo appunto in Valis...) per conoscere un autore dalla mente geniale, e dalla prosa eccelsa.
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Messaggio da DevilMaster »

Non avendo letto "labirinti di Morte", non posso dare un giudizio. Leggendo Dick, per quel che ho letto, mi sembra che comunque il centro dei suoi racconti verta sempre su di un argomento ben preciso: l'irrealt? della realt?. Niente ? come ci appare e tutto ? il contrario di tutto o pu? modificare in qualsiasi istante da quello che pensavamo fosse certo. Forse, il modo pi? corretto per definirlo ?: nessuno, in realt?, pu? essere sicuro di sapere realmente quale ? la verit?, n? per quello che presumiamo (perch? ci viene insegnato o detto cos?) sia scontato chiamare realt?, n? per quello che i nostri stessi sensi sono in grado di farci percepire. In questo viene fuori tutta la fragilit? di un autore come Dick che non ha creato un universo per potercelo raccontare, ma ci ha solo raccontato quello che era il suo universo. Quell'universo che lui, grazie alle sue paranoie, ha vissuto realmente mentre gli altri intorno a lui ne vivevano un altro. Tutto da vedere se aveva ragione lui, che ha cercato di metterci in guardia, o gli altri. A volte... mi viene da pensare che sono gli altri ad avere torto.
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Messaggio da kurtz »

ho letto la collezione di racconti 'perky pat e altre storie'.
se su i giorni di perky pat ero quasi sicuro di trovare giovamento estetico (il racconto ? dickiano al 100%... capace non solo di far rifflettere razionalmente ma anche emotivamente - insomma ti incolla lo sguardo alle pagine) altrettanto giovamento m'? stato regalato da altri racconti gioiello che non conoscevo: dal semplice ma intelligentissimo piccola citt? al quasi 'vonneguttiano' (per sensibilit?) oh, essere un blobel, per finire con il lisergico-filosofico la fede dei nostri padri che mi ? piaciuto tantissimo...
ce ne ? qualcun altro nel libro, ma questi che ho citato mi hanno davvero entusiasmato!
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