Il problema del tempo

"Officina" come luogo, dove si può imparare a capire cos’è un racconto, dove poter apprendere le tecniche costruttive della narrazione, almeno le più elementari.
Si organizzeranno corsi strutturati in varie lezioni.

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Gaetano Intile
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Il problema del tempo

Messaggio da Gaetano Intile »

L’arte del racconto, a differenza della pittura e della scultura (arti per eccellenza sincroniche) è un’arte temporale, proprio perché è un discorso, ossia un movimento, una successione, che si può cogliere solo in diacronia.
Anche se la narrazione non è d’avventura (gialla, thriller, noir, fantascienza, avventura propriamente detta, ecc.), ma prevalentemente psicologica, come nel romanzo moderno e contemporaneo, non per questo viene a mancare la struttura temporale. Anzi, proprio con lo svilupparsi del romanzo psicologico nel corso del Novecento, con i labirintici processi della psiche, emerge il tempo come tematica focale della narrativa, e non più come mera infrastruttura dell’azione.
Nel romanzo moderno il filo del tempo, se non si è spezzato, almeno è divenuto un’ingarbugliata matassa. Nessun ordine quantitativo, scandito dal lineare muoversi del calendario, può districare il caos dell’esistenza come avvertita dai degradati eroi dei romanzi di Kafka o Joyce, Svevo o Musil, come di tanti eroi del XX secolo.
La sfiducia in ogni valore di razionale progresso, la crisi delle società borghesi, si riflettono nel piegarsi su stesso dei protagonisti nel tentativo di trovare una consistenza all’interno di se stessi, di quell’io improbabile che alla fine si rivela come l’ultimo inganno.
Resta il fatto che nella letteratura contemporanea il tempo si è come interiorizzato, si è sciolto dai rigidi binari del tempo storico, della cronologia, che invece domina il romanzo del XIX secolo.
“Quel che ci tranquillizza è la successione semplice, il ridurre a una dimensione, come direbbe un matematico, l’opprimente varietà della vita; infilare un filo, quel famoso filo del racconto di cui si è fatto il filo della vita, attraverso tutto ciò che è avvenuto nel tempo e nello spazio. Beato colui che può dire “prima che”, “dopo che” “allorché”. Avrà magari avuto tristi vicende, ma appena riesce a riferire le vicende nel loro ordine di successione si sente così bene come se il sole gli riscaldasse lo stomaco” osserva Ulrich ne L’uomo senza qualità di Robert Musil.
Questa rivoluzione assiologica fa esplodere le solide intelaiature di un modo di raccontare perfettamente omogeneo: omogeneo come la fiducia nella realtà e nel progresso, nella ragione e nella scienza.
Nel Novecento tutto cambia, la fiducia si colora di disillusione e anche il romanzo cambia, ci si richiude in se stessi, nel monologo interiore, nell’io della stream of consciouness, le due tecniche più innovative del romanzo novecentesco, tra la Recherche proustiana e l’Ulisse di Joyce.
Dal Tempo Meccanico al Tempo Insensato, stagnante, in cui la vita non si erge ma sprofonda, tempo dal quale emerge il putridume ignorato dal romanzo ottocentesco.
E l’autore si trova a risolvere tecnicamente il problema del tempo.
Ne La Montagna Incantata di Thomas Mann il suo protagonista, Hans Castorp, giunge nella stazione climatica di Davos con l’intenzione di trascorrervi qualche settimana in riposo. Vi rimane sette anni in una sorta di incanto in cui il tempo cronologico cessa di scorrere come ce lo saremmo aspettato. Il tempo stesso diventa scrittura, “metonimicamente derivato dalla sua lettura” scrive Genette in Figure III.
Questo nuovo tempo è intrinseco al racconto in quanto scrittura (che si legge parola dopo parola) quantificabile nei capoversi dei paragrafi, nei capitoli impiegati dall’autore per raccontare la propria storia. Un tempo della scrittura misurato non dall’orologio o dal calendario ma dalla lunghezza del testo.
Non più un tempo cronologico scandito da minuti, ore, giorni, anni, ma il tempo musicale, il tempo risonante, di cui parla Thomas Mann, il tempo della narrazione come testo, discorso, scrittura.
Quindi non più un ordo naturalis del tempo e un ordo artificialis della scrittura, ma un tempo diverso concatenato al testo stesso, al modo di scrivere del suo autore.
Un tempo che diventa liquido, che perde i suoi contorni certi per diventare occasione di scrittura.
Un tempo della narrazione che abbandona definitivamente il tempo della storia.
Robennskii
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Re: Il problema del tempo

Messaggio da Robennskii »

Interessantissimo. Ho cercato il libro di Mann a casa ma senza successo. In rete ho letto riassunti e saggi ma non mi è riuscito di trovare qualche passo originale: la curiosità resta grande.
Gaetano Intile
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Re: Il problema del tempo

Messaggio da Gaetano Intile »

Su La Feltrinelli trovi il volume a dieci euro. Io ho una vecchia edizione con la brossura di cartoncino di una cinquantina di anni fa. Se ti capita leggilo, è una grande romanzo. Sul tempo ci torniamo.
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