Caso Alitalia

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Mario Pulimanti
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Caso Alitalia

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Caso Alitalia

L'obiettivo del Governo è quello di portare a termine con successo il salvataggio di Alitalia, con l'ingresso di un nuovo socio di peso: il vettore aereo degli Emirati Arabi Etihad, intenzionato a rilevare il 49% della compagnia di bandiera.
Ci sono però dei problemi.
Mentre tutte le sigle sindacali hanno accettato l'intesa per il risanamento di Alitalia, resta l'opposizione dei lavoratori dei trasporti della Uil che, forse per raggranellare iscritti, ha messo in atto una irresponsabile corsa al rialzo, fingendo di non capire che questa alleanza per la compagnia di bandiera à davvero l'ultima chiamata.
Se l'intesa con Etihad riesce, Alitalia può sperare di rimettersi in gioco nell'ambito di un mercato sempre più competitivo e dove le dimensioni dei singoli operatori hanno un crescente peso.
Se la trattativa fallisce la compagnia verrà progressivamente marginalizzata, con conseguenze facili da immaginare, soprattutto per i lavoratori di Alitalia.
Inoltre, altro nodo da sciogliere riguarda il ruolo di Poste Italiane che dovrebbero sottoscrivere una parte dell'aumento di capitale deliberato dai vertici dell’Alitalia.
Le partecipazioni sarebbero così ripartite: tra i nuovi soci di Etihad, le Poste ed i vecchi azionisti di Cai, comprese le banche creditrici IntesaSanpaolo e Unicredit.
Rimango però perplesso nel sentire che in questa nuova compagnia, secondo le ultime indiscrezioni, le Poste sarebbero disposte a investire fino a 65 milioni di euro, permettendo così alle Poste di comportarsi come una banca privata, rischiando denari in deposito dei cittadini italiani per sollevare l’Alitalia.
Mi verrebbe perfino voglia di dire che è ora di finirla di dare soldi pubblici ad imprenditori privati.
Del resto siamo l'unica nazione al mondo che ha creato un capitalismo privato con i soldi pubblici.
A mio modesto avviso in questo caso potrebbe addirittura trattarsi di aiuto di Stato (ma cosa ne pensa l'Unione Europea?).
Mario Pulimanti (Lido, di Ostia –Roma)
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