Amori che non s'incontrano mai
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AGRESTI CORTILI
In simbiosi nei vecchi cortili
uomini e animali dialogavano
con mimiche e sguardi
misuravano la vita con acciacchi
scandivano il tempo con ombre e spifferi
Pausa all’anima spugnosa vocii di bimbi
germogli a tramandi d’esperienza
boccioli preludio a frutti d’anni
lievito di cognomi in alchimie Divine
Vecchi carri,timbri al fango
e carrucole alimentari da fatiche e destini
sostavano la sera a cucce e trespoli
veglie di raccolto da smistare
paradiso di topi saettanti
ladri e auspici d’abbondanza
nel leale gioco di trappole
Danzanti sul selciato fanciulle
rosee al rimiro in tinelli d’acqua
e maliziose a sguardi indiscreti
lievito a pensieri evasi da età acerbe
e deliziati in fuga da ragli d’asini
rupestri Mozart,note d’ali ai piedi
Bisunti berretti ai chiodi
lune dimesse,cimeli speranze
incorniciate da peperoncini ed aglio
amuleti a scoraggiare il male
Frustati e accarezzati maiali
sacrificali messia alla ragione
ringraziati da gesti a croce
da Santini francobolli d'anima
da implori e sassi a ginocchia
---------------------------------
Da:Destini E Presagi
www.santhers.com
uomini e animali dialogavano
con mimiche e sguardi
misuravano la vita con acciacchi
scandivano il tempo con ombre e spifferi
Pausa all’anima spugnosa vocii di bimbi
germogli a tramandi d’esperienza
boccioli preludio a frutti d’anni
lievito di cognomi in alchimie Divine
Vecchi carri,timbri al fango
e carrucole alimentari da fatiche e destini
sostavano la sera a cucce e trespoli
veglie di raccolto da smistare
paradiso di topi saettanti
ladri e auspici d’abbondanza
nel leale gioco di trappole
Danzanti sul selciato fanciulle
rosee al rimiro in tinelli d’acqua
e maliziose a sguardi indiscreti
lievito a pensieri evasi da età acerbe
e deliziati in fuga da ragli d’asini
rupestri Mozart,note d’ali ai piedi
Bisunti berretti ai chiodi
lune dimesse,cimeli speranze
incorniciate da peperoncini ed aglio
amuleti a scoraggiare il male
Frustati e accarezzati maiali
sacrificali messia alla ragione
ringraziati da gesti a croce
da Santini francobolli d'anima
da implori e sassi a ginocchia
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Da:Destini E Presagi
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VIAGRA
Bastasse una vernice marrone
a trasformare un vecchio ciuco
in infaticabile dromedario
Bastasse un olio speciale
Per portare al podio un motore sferragliante
Bastasse un costoso concime
a rinvigorire un albero ingiallito
Bastasse contare i propri soldi
davanti a uno specchio per raddoppiarli
Cicuta e ippocastani
assomigliano a prezzemolo e castagne
ma non sono commestibili
Ognuno al suo ruolo nel proprio tempo
e quando anche i Santi ridanno si
passi agli zoppi ma sempre pari all’età
dei miracolati
-------------------------------------
Da:Destini E Presagi
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a trasformare un vecchio ciuco
in infaticabile dromedario
Bastasse un olio speciale
Per portare al podio un motore sferragliante
Bastasse un costoso concime
a rinvigorire un albero ingiallito
Bastasse contare i propri soldi
davanti a uno specchio per raddoppiarli
Cicuta e ippocastani
assomigliano a prezzemolo e castagne
ma non sono commestibili
Ognuno al suo ruolo nel proprio tempo
e quando anche i Santi ridanno si
passi agli zoppi ma sempre pari all’età
dei miracolati
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SGUARDI PECCAMINOSI
Pennellò lo sguardo
lieve sul viso angelico anemico
e fulmineo fu assorbito
dal velluto delle gambe
mentre le ciglia a molla pazza
continuavano a vibrare
al sobbalzo del dosso
di turgidi seni
subito al tremore
Socchiuse gli occhi
lucerne al mistero
per regalare uno spiffero
d'invalicabile sogno all'anima spugnosa
distaccata a rimirar giocosa imbarazzata
macchie invadenti di rossore antico
sulle pallide mascelle
della donna
che cercò aiuto
all'improbabile scompiglio
di ribelli capelli
per imbarazzo e peccato istruito
disertore al rifiuto
e lento s'espandeva
in violaceo sudore freddo
innesco d'abbandono
ferie e allerta di nervi
Le bocche,corde di chitarra
tese cercavano parole
esodo di vocaboli
farfuglianti rapiti da cuori sciolti
che macinavano in respiri
mentre lunghi segreti e silenzi maceri
in cassaforte educativa
chiedevano riscatto
nel saldarsi dei corpi
estranei ormai a rigori,
ossidati d' immagini retoriche
mai adoperate a ripulire
represse ansie esplosive
vani concistori familiari
Il silenzio di follie che
volevano dormire avvinghiate
allertò le lingue,spade contundenti
in incubo piacevole
nel desiderio d'annodarsi
incorniciate da labbra rosee
che invocavano buio in luce d'estasi
e incollarsi per spegnere
fiamme d'amore
La donna corse con le mani al petto
per addomesticare il seno
che pretendeva tatto di mani diverse,
le gambe sciolsero le briglie
e resero imperfetto buio
triangolo di gonna
che lasciò intravedere
un lembo di seta incandescente
ultimo baluardo di difesa
del mistero che voleva aprirsi
all'accoglienza di un maturo frutto
Lo squillo del telefono
suonò il gong
d'una realtà diversa,
le anime si ricomposero
a sfidare desideri
dell'etica e dei doveri di mestieri
coniugali------------------
------------------------------------
Da:Soste Precarie
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lieve sul viso angelico anemico
e fulmineo fu assorbito
dal velluto delle gambe
mentre le ciglia a molla pazza
continuavano a vibrare
al sobbalzo del dosso
di turgidi seni
subito al tremore
Socchiuse gli occhi
lucerne al mistero
per regalare uno spiffero
d'invalicabile sogno all'anima spugnosa
distaccata a rimirar giocosa imbarazzata
macchie invadenti di rossore antico
sulle pallide mascelle
della donna
che cercò aiuto
all'improbabile scompiglio
di ribelli capelli
per imbarazzo e peccato istruito
disertore al rifiuto
e lento s'espandeva
in violaceo sudore freddo
innesco d'abbandono
ferie e allerta di nervi
Le bocche,corde di chitarra
tese cercavano parole
esodo di vocaboli
farfuglianti rapiti da cuori sciolti
che macinavano in respiri
mentre lunghi segreti e silenzi maceri
in cassaforte educativa
chiedevano riscatto
nel saldarsi dei corpi
estranei ormai a rigori,
ossidati d' immagini retoriche
mai adoperate a ripulire
represse ansie esplosive
vani concistori familiari
Il silenzio di follie che
volevano dormire avvinghiate
allertò le lingue,spade contundenti
in incubo piacevole
nel desiderio d'annodarsi
incorniciate da labbra rosee
che invocavano buio in luce d'estasi
e incollarsi per spegnere
fiamme d'amore
La donna corse con le mani al petto
per addomesticare il seno
che pretendeva tatto di mani diverse,
le gambe sciolsero le briglie
e resero imperfetto buio
triangolo di gonna
che lasciò intravedere
un lembo di seta incandescente
ultimo baluardo di difesa
del mistero che voleva aprirsi
all'accoglienza di un maturo frutto
Lo squillo del telefono
suonò il gong
d'una realtà diversa,
le anime si ricomposero
a sfidare desideri
dell'etica e dei doveri di mestieri
coniugali------------------
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Da:Soste Precarie
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EPITAFFIO 106
In uno sperduto paese
ove il tempo gioca con le illusioni
e gli anni brucano aneddoti
un venerdì diciassette d'un mese pigro
sonnecchiante nacqui tozzo per la zappa
e in errore di grandi intuiti
mi destinarono prima al canto
rivelatosi plagio a ragli
e poi alle lettere ma la grammatica
si massacrò tra lingua e denti
e i congiuntivi parvero sputi di bisce,
mi salvò casuale la politica
l’unica nobile arte che accetta tutti
con acclami al posto sbagliato
e reclamizza colossali errori genialità
-promisi cose così grandiose inverosimili
che alcuni elettori si convinsero
spaventati di non esserne degni
altri terrorizzati di finire stressati
in clamori mediatici
e sperarono non s’avverassero
-entrai nel mondo dell’utopia
ovvero in limbo tra verità e bugie
che mi costrinse a mentire sempre
e quando rifiutai al contadino Tritapaglia
il finanziamento Europeo
di un bananeto in alta montagna
questi adirato m’accusò di parzialità
al che dovetti accondiscendere
al geniale progetto alternativo
d’un allevamento di ricci da tartufo
-Ora qui giaccio vergognoso,senza pace
in questo cimitero camerino
ove si truccano all'esordio le stagioni,
oggetto di continuo ciarlante pellegrinaggio
Santificato in immaginari collettivi
convinti che le mie idee
di troppi lumi per banali mortali
e eternamente ostacolate
dall’opposizione disfattista,invidiosa
------------------------------
Da:Destini E Presagi
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ove il tempo gioca con le illusioni
e gli anni brucano aneddoti
un venerdì diciassette d'un mese pigro
sonnecchiante nacqui tozzo per la zappa
e in errore di grandi intuiti
mi destinarono prima al canto
rivelatosi plagio a ragli
e poi alle lettere ma la grammatica
si massacrò tra lingua e denti
e i congiuntivi parvero sputi di bisce,
mi salvò casuale la politica
l’unica nobile arte che accetta tutti
con acclami al posto sbagliato
e reclamizza colossali errori genialità
-promisi cose così grandiose inverosimili
che alcuni elettori si convinsero
spaventati di non esserne degni
altri terrorizzati di finire stressati
in clamori mediatici
e sperarono non s’avverassero
-entrai nel mondo dell’utopia
ovvero in limbo tra verità e bugie
che mi costrinse a mentire sempre
e quando rifiutai al contadino Tritapaglia
il finanziamento Europeo
di un bananeto in alta montagna
questi adirato m’accusò di parzialità
al che dovetti accondiscendere
al geniale progetto alternativo
d’un allevamento di ricci da tartufo
-Ora qui giaccio vergognoso,senza pace
in questo cimitero camerino
ove si truccano all'esordio le stagioni,
oggetto di continuo ciarlante pellegrinaggio
Santificato in immaginari collettivi
convinti che le mie idee
di troppi lumi per banali mortali
e eternamente ostacolate
dall’opposizione disfattista,invidiosa
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COMUNISTI
Se gli smontavi la testa
per metterci altre idee
alla fine automi alzavano al cielo
sempre il pugno chiuso
fieri gridando.. compagno
Mani a mappe di promontori
facce a strade brecciate
pozzanghere gli occhi
e sul torbido riflessi di stenti
mai domi a granitico credo d’utopie
Divinità ferro e legno
stretti nella carne,falce e martello
su sfondo sangue bollente
in cornici di sogghigni
Comunisti d’un tempo
forgiati a ideali d’uguaglianza
indomiti a ingiustizie,
Croce su un simbolo
battesimo ripetuto
a temprarsi lucido dentro
stesso nome..compagno
In Italiano torchiato su binari
storti dalla lingua
infuocati al capolinea
litigavano con vocaboli
troppo lievi a intenti ideologici,
asini pigri delicati a congrua soma
fiati imborghesiti al dissenso
Toro nell'arena scatenato dal nemico
il lusso corruttivo da sconfiggere
in onor di Patria col rosso di vene
ed eroico coraggio
...costasse la morte
---------------------------
Da:Destini E Presagi
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per metterci altre idee
alla fine automi alzavano al cielo
sempre il pugno chiuso
fieri gridando.. compagno
Mani a mappe di promontori
facce a strade brecciate
pozzanghere gli occhi
e sul torbido riflessi di stenti
mai domi a granitico credo d’utopie
Divinità ferro e legno
stretti nella carne,falce e martello
su sfondo sangue bollente
in cornici di sogghigni
Comunisti d’un tempo
forgiati a ideali d’uguaglianza
indomiti a ingiustizie,
Croce su un simbolo
battesimo ripetuto
a temprarsi lucido dentro
stesso nome..compagno
In Italiano torchiato su binari
storti dalla lingua
infuocati al capolinea
litigavano con vocaboli
troppo lievi a intenti ideologici,
asini pigri delicati a congrua soma
fiati imborghesiti al dissenso
Toro nell'arena scatenato dal nemico
il lusso corruttivo da sconfiggere
in onor di Patria col rosso di vene
ed eroico coraggio
...costasse la morte
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Da:Destini E Presagi
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EPITAFFIO 109
LO STRANIERO
L’unico modo per contargli gli anni
è trovare le bottiglie
ognuna l’ultima giurata dopo le prime
lanciate oltre il tramonto
e fatte rotolare nell'oltre variabile
ruotato a dorso di mano
ove fingeva di non voler andare
nella discordia dei passi in azzardo
Certe sagome tentano materializzarsi
a cottimo incompiuto
tra vertenze d’occhi indagatori
a prova d’assemblaggio
e reclami inquieti del prototipo
Morì in aprile mentre i bulbi
in viaggio inverso scoperchiavano la terra,
il legno sputava linfa d’orgasmi
e rose canine mimetizzavano farfalle
Di tutto si potrà dire
senza traccia d’una conferma,
spirali di tonfi in acqua cheta
e ignari ad allertati sguardi pescanti,
nascosto monello in risa
al lancio di sassi
Venne da chissà dove
in età tra neve e rughe d'assenso
per farsi inventare un luogo
-ora questa lapide il suo aeroporto
ove decollerà nella fantasia degli abitanti
verso una geografia da inventare
..................amen...........
----------------------------------------
Da:Destini E Presagi
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L’unico modo per contargli gli anni
è trovare le bottiglie
ognuna l’ultima giurata dopo le prime
lanciate oltre il tramonto
e fatte rotolare nell'oltre variabile
ruotato a dorso di mano
ove fingeva di non voler andare
nella discordia dei passi in azzardo
Certe sagome tentano materializzarsi
a cottimo incompiuto
tra vertenze d’occhi indagatori
a prova d’assemblaggio
e reclami inquieti del prototipo
Morì in aprile mentre i bulbi
in viaggio inverso scoperchiavano la terra,
il legno sputava linfa d’orgasmi
e rose canine mimetizzavano farfalle
Di tutto si potrà dire
senza traccia d’una conferma,
spirali di tonfi in acqua cheta
e ignari ad allertati sguardi pescanti,
nascosto monello in risa
al lancio di sassi
Venne da chissà dove
in età tra neve e rughe d'assenso
per farsi inventare un luogo
-ora questa lapide il suo aeroporto
ove decollerà nella fantasia degli abitanti
verso una geografia da inventare
..................amen...........
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EPITAFFIO 108
L'ANARCHICO
Tutta la vita in attesa d’un invasore
che desse dignità alla Patria,
sognai anche la rivoluzione
che mettesse in fuga manager della Sanità
super pagati per bancarotta
Carbone di stella frantumata dai sogni
l’unica donna che amai col leasing di parole,
aveva un occhio ruotante
socchiuso ai punti cardinali
del mondo rovesciato agl'ideali
e l’altro nel dolore senza meta,
con l’anima in più posti
mi rese esule da me stesso
e nell’imperfezione dello sguardo
a cerchio vibrante mi recintò al vago
arcobaleno di giudizi
Dinamite al cuore,la collera
m’attentò a Settembre,
tra calura e rimpatrio di rondini
si dilaniò candelotto la croce
Cera la speranza
servì luce ridicola al sole
e fu bersaglio nelle tenebre
agli idioti medagliati
Questa lapide il confine
tra foglie morte e piedi striduli
in vergogna fuggiti ai volti
............amen..............
----------------------------------------
Da:Destini E Presagi
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Tutta la vita in attesa d’un invasore
che desse dignità alla Patria,
sognai anche la rivoluzione
che mettesse in fuga manager della Sanità
super pagati per bancarotta
Carbone di stella frantumata dai sogni
l’unica donna che amai col leasing di parole,
aveva un occhio ruotante
socchiuso ai punti cardinali
del mondo rovesciato agl'ideali
e l’altro nel dolore senza meta,
con l’anima in più posti
mi rese esule da me stesso
e nell’imperfezione dello sguardo
a cerchio vibrante mi recintò al vago
arcobaleno di giudizi
Dinamite al cuore,la collera
m’attentò a Settembre,
tra calura e rimpatrio di rondini
si dilaniò candelotto la croce
Cera la speranza
servì luce ridicola al sole
e fu bersaglio nelle tenebre
agli idioti medagliati
Questa lapide il confine
tra foglie morte e piedi striduli
in vergogna fuggiti ai volti
............amen..............
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Da:Destini E Presagi
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MEZZO GIORNO AL PARCO
A mezzo giorno di Giugno,al parco
sole incarognito sui catramasti Arlecchini
intenti all’ennesimo rappezzo
e refrattario su occhiali a specchio
di Statali che leggono giornali
Passo claudicante stremato dalla calura
sbircio titoli qua e là….
arrosti, domiciliari in ville ai politici
e arresti per la galera a ladruncoli
Alcuni vecchi parlano di pensioni
si fanno vento con le mani concave
per spazzare la puzza di tavole
che li pervade e sentono cappotto
Un guardone lascia cadere una moneta
e nel raccoglierla punta le gambe
di una ragazza in panchina che le usa ad arte
in alibi ai capricci del cane al guinzaglio
Le ombre dei passanti
sembrano figure di Botero,grasse deformi
mentre sul campanile le lancette dell’orologio
gatto e volpe in attesa di Pinocchio
Una folata di vento carica d'odori di cucina
droga i nasi che spingono salive alle gole,
--------------------------------------
Da:Destini E Presagi
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sole incarognito sui catramasti Arlecchini
intenti all’ennesimo rappezzo
e refrattario su occhiali a specchio
di Statali che leggono giornali
Passo claudicante stremato dalla calura
sbircio titoli qua e là….
arrosti, domiciliari in ville ai politici
e arresti per la galera a ladruncoli
Alcuni vecchi parlano di pensioni
si fanno vento con le mani concave
per spazzare la puzza di tavole
che li pervade e sentono cappotto
Un guardone lascia cadere una moneta
e nel raccoglierla punta le gambe
di una ragazza in panchina che le usa ad arte
in alibi ai capricci del cane al guinzaglio
Le ombre dei passanti
sembrano figure di Botero,grasse deformi
mentre sul campanile le lancette dell’orologio
gatto e volpe in attesa di Pinocchio
Una folata di vento carica d'odori di cucina
droga i nasi che spingono salive alle gole,
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Da:Destini E Presagi
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CERTI POETI OGGI
Fronzolieri trasognanti
Imitano con inchini posturati a pecora
fiere schiene piegate al lavoro
e nel molleggio di teste allenate
tra leccar di piedi e ritte
in miracolo a incrociare
compiaciuti sguardi di potenti
come consumata manopola su e giù
di manuale pompa d’acquaiolo al deserto
che al tubo rovente di pseudo fontana,
speranzoso e in orgoglio porta
argenteo liquido filo elisir,
loro alla gola reverenziali sfiati
spacciati armonie d’anima
che all’orecchio fino frastuono arreca
ma in finta accondiscendenze
ingarbugli sdoganati lucro
e il decodificarli a caso sublime arte
che nel non senso,il podio
---------------------------------
Da:Destini E Presagi
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Imitano con inchini posturati a pecora
fiere schiene piegate al lavoro
e nel molleggio di teste allenate
tra leccar di piedi e ritte
in miracolo a incrociare
compiaciuti sguardi di potenti
come consumata manopola su e giù
di manuale pompa d’acquaiolo al deserto
che al tubo rovente di pseudo fontana,
speranzoso e in orgoglio porta
argenteo liquido filo elisir,
loro alla gola reverenziali sfiati
spacciati armonie d’anima
che all’orecchio fino frastuono arreca
ma in finta accondiscendenze
ingarbugli sdoganati lucro
e il decodificarli a caso sublime arte
che nel non senso,il podio
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Da:Destini E Presagi
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EPITAFFIO 111-112
EPITAFFIO 111
Qui giace Pardo Masalà
si collocò nel mezzo
tra zappa e sQuola
eccelso cameriere
detto l’Indiano,
faina al parcheggio
Intuiva dal consumo di pneumatici
se avveniva lascito di mance dei clienti
e così regolava mimiche e postura
in funzione d’infallibile intuito
-Burbero alle avarizie
zerbino a elargizioni
-la parola Signore
dal timbro di voce
poteva significare Dio
o marca d’anonima figura
-Oltre al tempo
lo sanno tutti
vendette a grammi anche l’anima
e ora non basta sorridere
in foto cotta su ceramica
mancano inchini al menù
e quelli di ricurvi immobili rovi
alla sola lapide che non risponde
------------------------------------
EPITAFFIO 112
Italiano medio
scuola caciocavallo
diploma salumi
leccaggio politico
raccomandazione volpina
matrimonio supermarket
in cassaforte notarile
cognome sotto mattoni
macchina obbrobio fiat
da lavare domenica mattina
dopo aver rotto timpani
a tutto il condominio
col solito aspirapolvere in garage
-ora qui giace sotto lapide pacchiana
con dedica patacca fieristica
vegliata angeli gobbi,panciuti
e fiori plastificati scoloriti
recalcitranti al compito
Vittorio Cicoria detto Acetone
-ogni tanto qualcuno passa
davanti al loculo
e mano in tasca si gratta
al basso ventre,biascica
…meglio morire prima
che vivere in anonimo piattume
e finire numero d’appoggio
a cifre depennate
…….amen……………..
--------------------------------
Da:Destini E Presagi
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Qui giace Pardo Masalà
si collocò nel mezzo
tra zappa e sQuola
eccelso cameriere
detto l’Indiano,
faina al parcheggio
Intuiva dal consumo di pneumatici
se avveniva lascito di mance dei clienti
e così regolava mimiche e postura
in funzione d’infallibile intuito
-Burbero alle avarizie
zerbino a elargizioni
-la parola Signore
dal timbro di voce
poteva significare Dio
o marca d’anonima figura
-Oltre al tempo
lo sanno tutti
vendette a grammi anche l’anima
e ora non basta sorridere
in foto cotta su ceramica
mancano inchini al menù
e quelli di ricurvi immobili rovi
alla sola lapide che non risponde
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EPITAFFIO 112
Italiano medio
scuola caciocavallo
diploma salumi
leccaggio politico
raccomandazione volpina
matrimonio supermarket
in cassaforte notarile
cognome sotto mattoni
macchina obbrobio fiat
da lavare domenica mattina
dopo aver rotto timpani
a tutto il condominio
col solito aspirapolvere in garage
-ora qui giace sotto lapide pacchiana
con dedica patacca fieristica
vegliata angeli gobbi,panciuti
e fiori plastificati scoloriti
recalcitranti al compito
Vittorio Cicoria detto Acetone
-ogni tanto qualcuno passa
davanti al loculo
e mano in tasca si gratta
al basso ventre,biascica
…meglio morire prima
che vivere in anonimo piattume
e finire numero d’appoggio
a cifre depennate
…….amen……………..
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