Alfred Elton van Vogt

Bibliografie e biografie commentate dei grandi scrittori
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carlo
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Alfred Elton van Vogt

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Alfred Elton van Vogt

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Alfred Elton van VogtAlfred Elton van Vogt (Winnipeg, Canada, 26 aprile 1912 - Los Angeles, Stati Uniti, 26 gennaio 2000) ? uno scrittore canadese, figlio di un ammiraglio olandese. All'inizio degli anni '40 si trasferisce a Los Angeles prendendo la cittadinanza americana. Muore nel 2000 a Los Angeles.



Biografia
Nonostante la sua accanita lettura di riviste di fantascienza, ed in particolare di Amazing Stories, Van Vogt si avvicina (nel 1935) all'attivit? di scrittore con racconti d'avventura e d'amore che vengono regolarmente pubblicati, sotto pseudonimi, su True Story. Realizza inoltre drammi radiofonici, e solo nel 1939 debutta nel mondo della fantascienza con "Black Destroyer", apparso sul numero di luglio di Astounding Science-Fiction. Racconto che ebbe un tale immediato e notevole successo da convincere l'autore a proseguire in tale genere. Nel 1950 Black Destroyer, insieme ad altri 3 racconti ("War of Nerves" (1950), "Discord in Scarlet" (1939) ed "M 33 in Andromeda" (1943) andr? a formare il famoso romanzo "The Voyage of the Space Beagle", noto in Italia con il titolo Crociera nell'infinito, una delle serie pi? acclamate della fantascienza dell'et? d'oro che, con la sua crociera verso l'ignoto, avente per oggetto l'esplorazione di pianeti e galassie lontanissime, ? ispirato alla famosa relazione On the Origin of Species che il naturalista Charles Darwin pubblic? al ritorno del suo viaggio intorno al mondo a bordo della nave Beagle. Su Astounding van Vogt continua a pubblicare per anni. Anche Slan, il suo romanzo pi? celebre, esce sulla stessa rivista nel 1940, scritto di notte mentre lavora allo U.S. Department of Defense. Slan rappresenta un notevole arricchimento per la fantascienza di quegli anni, ed introduce un elemento, quello dei Superuomini, che costituir? un importante filo conduttore per molte altre opere di Van Vogt.

Dal 1941 decide di dedicarsi alla fantascienza a tempo pieno. Si dimette dallo U.S. Department of Defense ed inizia cos?, con "The Seesaw", uno dei suoi cicli di maggior successo: "The Weapon Shops of Isher" (1941-1949).

Nel 1944 legge, ed apprezza, Science and Sanity: an Introduction to Non-Aristotelian Systems and General Semantics dell'ingegnere polacco Alfred Korzybinski. L'idea della Logica Non-Aristotelica lo porta ad iniziare il ciclo del "Null-A" (1945-1985), considerato unanimemente come il suo capolavoro. Nel 1950 legge su Astounding l'articolo Dianetics: the Modern Science of Mental Health di L. Ron Hubbard (altro importante scrittore di fantascienza di quegli anni). Van Vogt viene cos? a conoscenza di un metodo di auto-psicoanalisi che permetterebbe di migliorare le proprie facolt? mentali. Affascinato dall'idea comincia a prendere contatti con Hubbard, e negli anni successivi, a lavorare intensamente per la sua organizzazione. Ma il forse eccessivo interesse per le teorie di Korzybinski ed Hubbard lo porta ad allontanarsi dalla fantascienza ed a sprecare eccessive risorse (fisiche ed economiche) in tali due nuove pseudo dottrine scientifiche. Anni poco produttivi dunque, durante i quali escono per lo pi? fix-up di suoi racconti scritti in precedenza, e tra le quali bisogna almeno ricordare: "The Mixed Men" (1952), "Empire of the Atom" (1956), ispirato alle vicende e alla caduta dell'Impero Romano, "The Beast" (1963) e soprattutto "The War Against the Rull" (1959), da molti considerato come il miglior romanzo d'avventura spaziale di Van Vogt... ma anche il meno unitario.

Van Vogt riprende a scrivere solo nel 1963, soprattutto dietro l'interessamento e gli inviti di Frederik Pohl (allora direttore di Galaxy) non riuscendo per? pi? a raggiungere il medesimo livello qualitativo degli anni precedenti. Le storie di questo secondo periodo nascono, quasi tutte, direttamente come romanzi omogenei; dimostrano pertanto una maggiore coesione nello stile e nella trattazione tematica rispetto a quelle precedenti, ma allo stesso tempo risultano inadeguate vista l'incapacit? dello scrittore di tenere il passo con l'evoluzione della fantascienza, che ? ormai molto diversa da quella degli anni Quaranta. L'autore inoltre ormai fatica a ritrovare la creativit? e la genialit? dei suoi romanzi giovanili. Non a caso quindi le sue ultime opere vengono accolte con commenti non molto positivi da parte della critica e dei lettori. Di questo periodo degno di nota ? dunque soltanto "The Silkie" (1969).


Lo stile
Lo stile di Van Vogt ? spesso confuso. Questo ? principalmente dovuto al fatto che la maggior parte dei suoi romanzi altro non sono che fusioni di racconti scritti in precedenza. Nel 1945 Damon Knight scrive un articolo sulla fanzine Destiny's Child in cui attacca duramente lo stile di Van Vogt. Lo accusa di avere uno stile povero, goffo, inadatto; lo accusa di creare trame inconsistenti ed incoerenti che non reggono ad un esame attento e scrupoloso; ne denuncia la povert? intellettuale e l'incapacit? tecnica. L'articolo terminava con un'espressione ormai divenuta famosa ?come scrittore Van Vogt non ? affatto un gigante come si dice: ? soltanto un pigmeo che usa una gigantesca macchina da scrivere?. Tutto vero? in parte. ? forse vero che il nostro autore ha uno stile spesso confuso, ma non si pu? non ammirarne il notevole fascino, il sense of wonder che le sue opere trasmettono. Altri critici e scrittori infatti ammettono sentimenti contrastanti nei confronti di quest'autore: cos? Aldiss confessa che, pur negando la validit? della tecnica di Van Vogt, non pu? non ammirare il fascino delle sue ciclopiche avventure, e Frederick Pohl gli d? atto di un virtuosismo non comune e di una grandiosit? raggiunta con non indifferente bravura. Il giudizio pi? centrato di Van Vogt comunque l'ha forse dato Alexei Panshin: ?molte delle sue storie, comprese quelle che ci colpiscono maggiormente, cadono in pezzi se vengono sottoposte ad un esame rigoroso. Il suo stile ? rozzo: privo di sensibilit?, privo di grazia e spesso vago. I suoi intrecci sono complicati, ma quando alla fine tutto il turbine si ferma, appaiono contraddittori. [...] i dettagli sono la debolezza di Van Vogt. [...] Ma chiss? perch? Van Vogt non cade immediatamente morto quando vengono cos? mostrati i suoi difetti. La sua forza ? costituita dai simboli trascendenti?.

La forza di Van Vogt sta effettivamente s? nel mettere le parole sulla carta alla meno peggio, ma anche nell'infondere nuove idee e colpi di scena continuamente, nel tentativo di mantenere un clima di suspense, di tensione dall'inizio alla fine del romanzo. Sta nello sviluppare la saga spaziale verso direzioni nuove, non ingenue, in cui s'inseriscono spesso considerazioni di ordine linguistico e filosofico non banali... e poi nel suo pensare in grande! Van Vogt sa scrivere soltanto di personaggi dai poteri immensi, di Superuomini, di astronavi lunghe otto chilometri, di mostri giganteschi. Nelle sue storie ? sempre in gioco, come minimo, il destino di un Impero Galattico, se non dell'intera Umanit? o addirittura dell'intero Universo. Van Vogt non riesce a pensare se non in termini megalomaniaci, sproporzionati di grandezza. ? in questo modo che egli riesce ad aprire filoni di meraviglia e stupore nel lettore che altrimenti potrebbe trovare solo nell'amore o nei sogni.

Un altro elemento fondamentale dei contenuti delle storie del nostro autore sono le sue "mitologie scientifiche", cio? le scienze create da lui stesso, di volta in volta. In genere Van Vogt si rif? a teorie gi? esposte da altri pensatori e scienziati del nostro tempo, a cui tuttavia d? interpretazioni del tutto personali. Nascono cos?: la Teoria dell'Universo Ombra di "The Universe Maker" (1953), il Sistema Bates per il Rafforzamento della Vista che sta alla base di "Siege of Unseen" (1959), il Connettivismo di "The Voyage of the Space Beagle", il Callidetico e l'Uomo-No di "The Weapon Shops of Isher", la De-Differenziazione e la Totipotenza delle Cellule del Corpo Umano di "The Beast", ed ovviamente la celeberrima Logica Non-Aristotelica di "Null-A". Ma in alcuni casi egli stesso inventa dal nulla nuove leggi fisiche per uscire da situazioni particolarmente intricate. In Null-A, ad esempio, per spiegare la capacit? del protagonista di teletrasportarsi in qualsiasi luogo dell'Universo, Van Vogt crea una Legge della Similarit? dei Tre Punti che non ha alcun riscontro dal punto di vista scientifico.


Bibliografia

Crociera nell'infinito
The World of Null-A
The Pawns of Null-A (conosciuto anche come The Players of Null-A)
Null-A Three
Slan
The Weapon Shops of Isher
The Weapon Makers
Empire of the Atom
The Wizard of Linn
The War against the Rull
The Book of Ptath
The Silkie
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Re: Alfred Elton van Vogt

Messaggio da carlo »

ho finito ieri "il cervello trappola", buona lettura, van vogt è veramente un grande, di suo ho letto anche NON A  e crociera nell'infinito, è veramente un ottimo scrittore con timbro assai personale
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Massimo Baglione
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Re: Alfred Elton van Vogt

Messaggio da Massimo Baglione »

Io ho letto, di grosso, "Le armi di Isher", ma evidentemente ho letto l'opera sbagliata perché non mi ha entusiasmato. Mi pare invece che con le opere brevi mi piaccia maggiormente.
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carlo
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Re: Alfred Elton van Vogt

Messaggio da carlo »

ho comprato un urania millemondi estate 79, con 3 romanzi suoi, uno purtroppo è il cervello trappola, ma gli altri due sono "la casa senza tempo" e "tutto bene a carlson planet"
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