Sogno
A volte faccio sogni talmente
Reali
Che al risveglio
Mi fanno sussultare
E chiedermi
Come potrò
Rimediare
Mi sembrano
Cosi VERI
Proprio perché
Non li reputo più sogni
La differenza
Tra sogno e realtà
Si assottiglia a tal punto
Da farmi credere che tutto
Sia REALE
Orrore,
forse
quando tutto
mi apparirà come un SOGNO
acquisterò una nuova
saggezza.
Poesie di una canaglia
Re: Poesie di una canaglia
Improvvisazione
Mentre me ne sto
accovacciato
tra queste
Madonne piangenti
di
Sodomia e Gomorra
nel giorno senza perdono
con la consueta arroganza
cerco di raccogliere
i colori dal pavimento
ma son tutti sporchi
potrei forse dipingere?
Amare?
Scrivere?
Guardarti mentre torni da me
dopo
una scomparsa prematura?
NON ero come mi volevo
sull’Olandese Volante
con la spuma come ghiaccio
come sperma
tutti parlavano troppo
e nessuno diceva niente
ma
che follia!
Vomitare la mia insofferenza
mascherata da palpiti di gioia
durante un terremoto
chi era? Dio?
Grazie all’IO sono tornato
a sputare orgoglio e inchiostro
e una gioia spavalda mi assale
ed ecco che scopro
DI AVER VISSUTO
in un mondo irreale motorizzato
viaggio al Purgatorio
e ritorno alla mia beatitudine infernale
FINALMENTE!
Mentre me ne sto
accovacciato
tra queste
Madonne piangenti
di
Sodomia e Gomorra
nel giorno senza perdono
con la consueta arroganza
cerco di raccogliere
i colori dal pavimento
ma son tutti sporchi
potrei forse dipingere?
Amare?
Scrivere?
Guardarti mentre torni da me
dopo
una scomparsa prematura?
NON ero come mi volevo
sull’Olandese Volante
con la spuma come ghiaccio
come sperma
tutti parlavano troppo
e nessuno diceva niente
ma
che follia!
Vomitare la mia insofferenza
mascherata da palpiti di gioia
durante un terremoto
chi era? Dio?
Grazie all’IO sono tornato
a sputare orgoglio e inchiostro
e una gioia spavalda mi assale
ed ecco che scopro
DI AVER VISSUTO
in un mondo irreale motorizzato
viaggio al Purgatorio
e ritorno alla mia beatitudine infernale
FINALMENTE!
Re: Poesie di una canaglia
È veramente
affascinante
il masochismo isterico ed esterrefatto
della massa,
a me manca la perversione giusta
per andare a votare
non ho quel bel senso
di appartenenza al tricolore
(verde banconota,bianco sborra e rosso coglione)
non capisco
il loro attaccamento al lavoro
credono nel lavoro
“nobilita l’uomo”
dicono
mah
a me non sembrano cosi nobilitati ed elevati
quando escono dal lavoro
piuttosto mi appaiono
come formiche sbronze
impazzite per ritornare
alla propria cella
a vegliare la dama di picche gonfia
di pettegolezzi e mal di schiena,
i miei vicini
brava gente
mi vedono si e no
una volta a settimana,
l’ultima volta che mi hanno visto
ero più forte che mai,
in maglietta e pantaloni cadenti
con una borsa gonfia di ricordi
e bottiglie di vino
SBAM
Ho mollato tutto per terra
Bestemmiando
E sono rientrato
Il punto è che io stò bene cosi
E non so se questo
Si possa dire anche della massa...
Ad ogni modo
Me ne fotto
Basta che stia bene IO
Giusto?
In un modo o nell’altro
Siamo tutti degli assassini
affascinante
il masochismo isterico ed esterrefatto
della massa,
a me manca la perversione giusta
per andare a votare
non ho quel bel senso
di appartenenza al tricolore
(verde banconota,bianco sborra e rosso coglione)
non capisco
il loro attaccamento al lavoro
credono nel lavoro
“nobilita l’uomo”
dicono
mah
a me non sembrano cosi nobilitati ed elevati
quando escono dal lavoro
piuttosto mi appaiono
come formiche sbronze
impazzite per ritornare
alla propria cella
a vegliare la dama di picche gonfia
di pettegolezzi e mal di schiena,
i miei vicini
brava gente
mi vedono si e no
una volta a settimana,
l’ultima volta che mi hanno visto
ero più forte che mai,
in maglietta e pantaloni cadenti
con una borsa gonfia di ricordi
e bottiglie di vino
SBAM
Ho mollato tutto per terra
Bestemmiando
E sono rientrato
Il punto è che io stò bene cosi
E non so se questo
Si possa dire anche della massa...
Ad ogni modo
Me ne fotto
Basta che stia bene IO
Giusto?
In un modo o nell’altro
Siamo tutti degli assassini
Re: Poesie di una canaglia
Illuminato
Da una pioggia di fine
Aprile
Nella quiete del salotto
Bevo un caffè stupendo,
fuori
il giardino
svanisce dietro
un’idea nuvolosa
calma cosi perfetta
incontaminata quasi
dai grovigli industriali
nemmeno un rumore
si alza sul muro
e sui quadri,
un’unica presenza: il mio cane,
è una femmina
ha gli occhi color ambra
di un profondo inafferrabile
indecifrabile in verità
come un bosco
di noccioli di maggio,
se ne sta
li bella sul divano
ogni tanto viene da me
a reclamare le carezze
come ogni
essere umano
ed ogni volta che mi guarda
ho l’impressione
che mi stia
sorridendo
ma forse sono io
che sorrido
guardandola
nella quiete
e tutto il mondo
con me.
Da una pioggia di fine
Aprile
Nella quiete del salotto
Bevo un caffè stupendo,
fuori
il giardino
svanisce dietro
un’idea nuvolosa
calma cosi perfetta
incontaminata quasi
dai grovigli industriali
nemmeno un rumore
si alza sul muro
e sui quadri,
un’unica presenza: il mio cane,
è una femmina
ha gli occhi color ambra
di un profondo inafferrabile
indecifrabile in verità
come un bosco
di noccioli di maggio,
se ne sta
li bella sul divano
ogni tanto viene da me
a reclamare le carezze
come ogni
essere umano
ed ogni volta che mi guarda
ho l’impressione
che mi stia
sorridendo
ma forse sono io
che sorrido
guardandola
nella quiete
e tutto il mondo
con me.
Re: Poesie di una canaglia
Questi sono i tempi
In cui siamo qui
Al bancone del bar
A tuffare il nostro sguardo
Nello spritz
A sentir battere le nostre ore
In un cerchio insonne
A leccarci le ferite
A bruciarle
Disinfettarle
A forza di vino
Ferite di donne
Che pensavamo ben diverse
Impotenti l’uno di fronte
All’altra
Come piccoli bicchierini da Vodka liscia
Muti imbarazzati
Come non sapremmo mai spiegare
Donne che abbiamo amato
Anche solo per un secondo
Che ci hanno regalato notti
D’impetuosa solitudine
E ora noi
Qui
Seduti pazzi nudi nella luce
In fondo il coraggio
Non esiste
O forse siamo noi
Che ne abbiamo avuto troppo
Ed ora la bottiglia è vuota
Come le nostre tasche
Ma basta un messaggio
Uno sguardo
Un gesto
Lo sappiamo
E continueremo a girare
E a scorrere come fiumi
Giù nelle nostre gole
Inseguendo i minuti
Catturandoli
Noi
Vagabondi della sponda notturna
E per una volta tanto
Tutto finirà con un bacio
E non più con la morte
E non più con una semplice alba
Sarà qualcosa di più...
Ma questi sono i tempi
In cui noi stiamo qui
E nessuno sa dove siamo
E noi continuiamo a scegliere
A scambiarci con noi stessi
Gelidi
Rinfrescanti
Come il nostro vino
Siamo qui
Questa sera
E alla fine
È meglio cosi.
In cui siamo qui
Al bancone del bar
A tuffare il nostro sguardo
Nello spritz
A sentir battere le nostre ore
In un cerchio insonne
A leccarci le ferite
A bruciarle
Disinfettarle
A forza di vino
Ferite di donne
Che pensavamo ben diverse
Impotenti l’uno di fronte
All’altra
Come piccoli bicchierini da Vodka liscia
Muti imbarazzati
Come non sapremmo mai spiegare
Donne che abbiamo amato
Anche solo per un secondo
Che ci hanno regalato notti
D’impetuosa solitudine
E ora noi
Qui
Seduti pazzi nudi nella luce
In fondo il coraggio
Non esiste
O forse siamo noi
Che ne abbiamo avuto troppo
Ed ora la bottiglia è vuota
Come le nostre tasche
Ma basta un messaggio
Uno sguardo
Un gesto
Lo sappiamo
E continueremo a girare
E a scorrere come fiumi
Giù nelle nostre gole
Inseguendo i minuti
Catturandoli
Noi
Vagabondi della sponda notturna
E per una volta tanto
Tutto finirà con un bacio
E non più con la morte
E non più con una semplice alba
Sarà qualcosa di più...
Ma questi sono i tempi
In cui noi stiamo qui
E nessuno sa dove siamo
E noi continuiamo a scegliere
A scambiarci con noi stessi
Gelidi
Rinfrescanti
Come il nostro vino
Siamo qui
Questa sera
E alla fine
È meglio cosi.
Re: Poesie di una canaglia
Ero in IV ginnasio
Ero la pecora nera della classe
Ma stavo cominciando
A sbattermene
Era u periodo di merda
Ma sentivo di avere delle qualità...
Qualcosa,
perciò facevo lo sbruffone
per non farmi annientare.
Era il giorno
Delle padelline
E tutti erano in classe
A farsela sotto
Chi più chi meno
Compreso il sottoscritto.
In fondo mi dispiaceva
Di andar male a scuola
Non tanto per me,
per mia madre
insomma, avevo ancora delle illusioni
entrò la preside
una donna vecchia, orribile
truccata pesantemente
una smorfia allucinata
avvolta in un mantello viola
di dubbio gusto
cominciò a chiamare
in ordine alfabetico
avrei voluto essere
da qualsiasi altra parte
a letto, a sognare d’andarmene
“ben fatto Ludovico, STAI LAVORANDO”
Ludovico era figlio di un gallerista
Straricco, un cagone
Senza dubbio
Dal modo in cui
Quella puttana
Pronunciò il suo nome
Pensai subito
(non so bene perché)
ad un favore economico,
beh
è come se gli avesse detto
“tuo padre è un prezioso contribuente”
arrivò il mio turno
ero uno stronzo
ero impaurito
non c’era posto per me
niente sorrisi
niente carezze
mi avvicinai
e abbozzai un sorriso
speranzoso
la preside fece una smorfia di disgusto
e mi fissò per un attimo
da sotto in su
non era solo il SUO sguardo
era quello della società intera
l’intero sistema del cazzo
CHE MI FISSAVA
Presi il foglio ricoperto
D’insufficienze
Ero ammutolito
Mi sedetti, e li rimasi
La vita per me
Era andata in pausa pranzo
E io non sapevo
Quando sarebbe tornata.
Ero la pecora nera della classe
Ma stavo cominciando
A sbattermene
Era u periodo di merda
Ma sentivo di avere delle qualità...
Qualcosa,
perciò facevo lo sbruffone
per non farmi annientare.
Era il giorno
Delle padelline
E tutti erano in classe
A farsela sotto
Chi più chi meno
Compreso il sottoscritto.
In fondo mi dispiaceva
Di andar male a scuola
Non tanto per me,
per mia madre
insomma, avevo ancora delle illusioni
entrò la preside
una donna vecchia, orribile
truccata pesantemente
una smorfia allucinata
avvolta in un mantello viola
di dubbio gusto
cominciò a chiamare
in ordine alfabetico
avrei voluto essere
da qualsiasi altra parte
a letto, a sognare d’andarmene
“ben fatto Ludovico, STAI LAVORANDO”
Ludovico era figlio di un gallerista
Straricco, un cagone
Senza dubbio
Dal modo in cui
Quella puttana
Pronunciò il suo nome
Pensai subito
(non so bene perché)
ad un favore economico,
beh
è come se gli avesse detto
“tuo padre è un prezioso contribuente”
arrivò il mio turno
ero uno stronzo
ero impaurito
non c’era posto per me
niente sorrisi
niente carezze
mi avvicinai
e abbozzai un sorriso
speranzoso
la preside fece una smorfia di disgusto
e mi fissò per un attimo
da sotto in su
non era solo il SUO sguardo
era quello della società intera
l’intero sistema del cazzo
CHE MI FISSAVA
Presi il foglio ricoperto
D’insufficienze
Ero ammutolito
Mi sedetti, e li rimasi
La vita per me
Era andata in pausa pranzo
E io non sapevo
Quando sarebbe tornata.
Re: Poesie di una canaglia
Certe persone
certe facce
cosi, ossa di porcellana
avorio e spezie, trucchi e rossetti
che hanno da ridere?
Perché? Perché trascinare la propria maschera
con la violenza di un sorriso
e nascondersi dietro
dietro il sipario di un “va tutto bene”
come va? Bene bene
poi si appanna il sole
e più si appanna
più splendono
dietro il vetro
in macchina come allo schermo
click! Perché?
Mentre Liszt suona per me
branchi vacui di orribile memoria
sorridente, ecco tutto
va tutto bene
nulla di più falso, nulla di più lusinghiero
anche quelli del videopoker
la lingua gli si blocca
si espande la ferita, più forte di loro
non possono urlare
la gente è spaventosa
o almeno ciò che ne rimane
le foto di Facebook prendono vita
e camminano per la strada
tabacchini, santi, ronde, fermate degli autobus
zeppi di nulla, cose che nessuno leggerà mai
una nota, un’altra
un auto si è fracassata
qui all’angolo
le lamiere abbracciano le fiamme
suoneria nuova, ecco un passante
scatta una foto…che inutile violenza!
Siamo cosi stretti l’uno contro l’altro
eppure non esistiamo, insieme
che pena quella donna, coi bambini!
Il suo rosario è caduto
nemmeno lei osa raccoglierlo
e rimane la, a fissarlo, cos’è?
Tutto ciò che posso fare è guardarmi
soddisfatto accendere una cicca, davvero belli
questi schizzi ndi sangue saliva e tutto il resto
che chiamiamo pensieri, beh, Oddio
più che altro una serie di circostanze
più o meno sfortunate
chissà la notte, fuori…
gatti marmorei piangono
scarpe vecchie in una pozzanghera,
c’è sempre qualcosa
che la società mi chiede, brama, insegue
e che io non ho voglia di fare
ma che? Capitomboli ritmati
verso il massimo grado di distruzione
voglio sollevarti
e baciarti, mentre tu ansimi
e chiaviamo, scopiamo, nel pomeriggio
mentre
contiamo quante lacrime
ci rimangono le portafoglio
datemi retta…voi giovani filistei col diritto di voto
godetevi i vostri soldi
sguazzate nella vostra dolorante imbecillità
quasi incredula, ma tutt’altro che innocente
è molto facile
portare il velo, la maschera
la TV è un burqa
occidentale!
All’ultimo piano del grattacielo rosso e bianco
al bar
la cameriera mi chiede se ho paura
le rispondo con un cenno, di fretta
e finisco lo Spritz
pago, me la mocco
che avrei dovuto dire, fare?
Passa l’ombra, la luce s’allontana, si fa piccola
cosa? Luce! Quale luce?
A questo punto
credo sia meglio
un eloquente silenzio.
certe facce
cosi, ossa di porcellana
avorio e spezie, trucchi e rossetti
che hanno da ridere?
Perché? Perché trascinare la propria maschera
con la violenza di un sorriso
e nascondersi dietro
dietro il sipario di un “va tutto bene”
come va? Bene bene
poi si appanna il sole
e più si appanna
più splendono
dietro il vetro
in macchina come allo schermo
click! Perché?
Mentre Liszt suona per me
branchi vacui di orribile memoria
sorridente, ecco tutto
va tutto bene
nulla di più falso, nulla di più lusinghiero
anche quelli del videopoker
la lingua gli si blocca
si espande la ferita, più forte di loro
non possono urlare
la gente è spaventosa
o almeno ciò che ne rimane
le foto di Facebook prendono vita
e camminano per la strada
tabacchini, santi, ronde, fermate degli autobus
zeppi di nulla, cose che nessuno leggerà mai
una nota, un’altra
un auto si è fracassata
qui all’angolo
le lamiere abbracciano le fiamme
suoneria nuova, ecco un passante
scatta una foto…che inutile violenza!
Siamo cosi stretti l’uno contro l’altro
eppure non esistiamo, insieme
che pena quella donna, coi bambini!
Il suo rosario è caduto
nemmeno lei osa raccoglierlo
e rimane la, a fissarlo, cos’è?
Tutto ciò che posso fare è guardarmi
soddisfatto accendere una cicca, davvero belli
questi schizzi ndi sangue saliva e tutto il resto
che chiamiamo pensieri, beh, Oddio
più che altro una serie di circostanze
più o meno sfortunate
chissà la notte, fuori…
gatti marmorei piangono
scarpe vecchie in una pozzanghera,
c’è sempre qualcosa
che la società mi chiede, brama, insegue
e che io non ho voglia di fare
ma che? Capitomboli ritmati
verso il massimo grado di distruzione
voglio sollevarti
e baciarti, mentre tu ansimi
e chiaviamo, scopiamo, nel pomeriggio
mentre
contiamo quante lacrime
ci rimangono le portafoglio
datemi retta…voi giovani filistei col diritto di voto
godetevi i vostri soldi
sguazzate nella vostra dolorante imbecillità
quasi incredula, ma tutt’altro che innocente
è molto facile
portare il velo, la maschera
la TV è un burqa
occidentale!
All’ultimo piano del grattacielo rosso e bianco
al bar
la cameriera mi chiede se ho paura
le rispondo con un cenno, di fretta
e finisco lo Spritz
pago, me la mocco
che avrei dovuto dire, fare?
Passa l’ombra, la luce s’allontana, si fa piccola
cosa? Luce! Quale luce?
A questo punto
credo sia meglio
un eloquente silenzio.
Re: Poesie di una canaglia
Di tanto in tanto, passo da queste parti, e mi soffermo a leggere le tue, e incredulo dico a me stesso: "perchè non scrivi cosi?" Mi dico spesso, che quando ciò accade, cioè quando qualcuno dice o si pone in discussione rapportandosi ai tuoi versi, in questo modo, allora è vera poesia, certo questi versi sono "grezzi" magari andrebbero più slegati tra loro mha il più è fatto, il più è maledettamente poesia. Poesia, sempre lei, sempre questa parola che ti annienta anche quando sei felice e vorresti non pensare a niente. Io penso spesso alla felicità degli altri, penso a quella dei più umili, e credo che sia gioia anche quando un piccolo gesto, è in grado di stravolgere ogni cosa, la routine, la noiosa routine.
Penso alla felicità del laureando al quale gli mancano poche ore per rimettersi in discussione davanti ad una commissione che lo valuterà, e oltre quella linea di demarcazione, c'è la vita, una vita intera che lo aspetta alle "termopili".
Penso al dolce sorriso della madre che allatta, penso al tifo allo stadio, penso alla felicità del capitano di una squadra di calcio che alza la coppa dei campioni, penso a Zoff quando alzò la coppa nell'82, la più bella coppa che ho potuto vincere da tifoso.
Questa è la poesia! La poesia è tutto ciò che suscita emozioni, nel bene e nel male, la poesia, è anche malinconia, tristezza, solitudine che colpisce gli animi più sensibili.
La poesia colpisce con le sue frecce sempre chi predispone l'animo a percepire tutto ciò che lo circonda.
Penso all’infinità di nomi che l’hanno praticata prima di noi e sono nomi che si fa fatica anche a citarli tanto hanno dato col loro contributo alla letteratura, penso ad una poetessa contemporanea Alda Merini, che con la sua straordinaria grandezza che mal si cela nella sua pochezza di mezzi di sussistenza tanto è grande, e continua a regalarci versi che mai e poi mai potranno essere messi in discussione.
Penso ai grandi compositori di musica non è pur essa poesia? La musica che ci accompagna nei versi, la musica che ci fa compagnia quando seguitiamo a stressare con le nostre mani tastiera e mente, mente e tastiera. Punto.
Dalla poesia, da questa fonte interminabile dovremmo imparare l’arte della tolleranza, l’arte di saper leggere e ascoltare i versi della vita, poiché non è per caso la vita stessa una forma interminabile di poesia?
Vita uguale arte di fare la poesia. In tanti la vivono con indifferenza, con la costanza dell’inerzia, del tirare a campare, altri, invece, forse i più fortunati, sanno cogliere la pagliuzza che accieca.
Quella inutile e fragile pagliuzza che disturba, che ti giudica in ogni modo, che ti perseguita se non seguiti ad appuntare, ad osservare ogni cosa, a giudicarla senza commentare con l’indifferenza tra le righe e le piaghe al cuore.
Chi scrive i versi, chi li legge, è abituato a sopportare, e a giudicare con indifferenza, conosce l’arte della tolleranza, sa bene interpretare ogni principio fondamentale che investe ogni qual si voglia forma di rispetto dei nostri simili, della natura, di ogni specie animale, delle stelle che secondo Pirandello stanno in cielo solo per offrirci un magnifico spettacolo, e che spettacolo.
Questo, tutto questo dovrebbe essere il poeta.
Penso alla felicità del laureando al quale gli mancano poche ore per rimettersi in discussione davanti ad una commissione che lo valuterà, e oltre quella linea di demarcazione, c'è la vita, una vita intera che lo aspetta alle "termopili".
Penso al dolce sorriso della madre che allatta, penso al tifo allo stadio, penso alla felicità del capitano di una squadra di calcio che alza la coppa dei campioni, penso a Zoff quando alzò la coppa nell'82, la più bella coppa che ho potuto vincere da tifoso.
Questa è la poesia! La poesia è tutto ciò che suscita emozioni, nel bene e nel male, la poesia, è anche malinconia, tristezza, solitudine che colpisce gli animi più sensibili.
La poesia colpisce con le sue frecce sempre chi predispone l'animo a percepire tutto ciò che lo circonda.
Penso all’infinità di nomi che l’hanno praticata prima di noi e sono nomi che si fa fatica anche a citarli tanto hanno dato col loro contributo alla letteratura, penso ad una poetessa contemporanea Alda Merini, che con la sua straordinaria grandezza che mal si cela nella sua pochezza di mezzi di sussistenza tanto è grande, e continua a regalarci versi che mai e poi mai potranno essere messi in discussione.
Penso ai grandi compositori di musica non è pur essa poesia? La musica che ci accompagna nei versi, la musica che ci fa compagnia quando seguitiamo a stressare con le nostre mani tastiera e mente, mente e tastiera. Punto.
Dalla poesia, da questa fonte interminabile dovremmo imparare l’arte della tolleranza, l’arte di saper leggere e ascoltare i versi della vita, poiché non è per caso la vita stessa una forma interminabile di poesia?
Vita uguale arte di fare la poesia. In tanti la vivono con indifferenza, con la costanza dell’inerzia, del tirare a campare, altri, invece, forse i più fortunati, sanno cogliere la pagliuzza che accieca.
Quella inutile e fragile pagliuzza che disturba, che ti giudica in ogni modo, che ti perseguita se non seguiti ad appuntare, ad osservare ogni cosa, a giudicarla senza commentare con l’indifferenza tra le righe e le piaghe al cuore.
Chi scrive i versi, chi li legge, è abituato a sopportare, e a giudicare con indifferenza, conosce l’arte della tolleranza, sa bene interpretare ogni principio fondamentale che investe ogni qual si voglia forma di rispetto dei nostri simili, della natura, di ogni specie animale, delle stelle che secondo Pirandello stanno in cielo solo per offrirci un magnifico spettacolo, e che spettacolo.
Questo, tutto questo dovrebbe essere il poeta.