POESIE ISTANTANEE 4

[nikita]

E
se dell'essere diffidente
come il piede sulla sabbia che brucia
sei certo
hai gia' perso
un piccolo potere rotea tra le tue mani
piccolo potere
rotea via dalle tue mani
diffidando delle tue certezze

[antonio]

con precisione assurda
uccidi il mio istinto
e riduci il volere
a ridicolo permesso

[antonio]

Chiuso dalle mura erette da me solo
ingabbio il mio cambiare
consapevole che sbaglio.
Non è vero che non voglio
cerco scuse alle mie colpe
ingannando la mia vita
e il piacere di chi mi è intorno.

[l.zag]

c'è un muro oltre la siepe
che ingabbia i miei pensieri
il volere, è potere
e il potere non dispone
della licenza, che dà
libero sfogo alle mie tentazioni.

Vorrei poterti essere felice dentro
ma tu non sei più tu
ed io non sono più io

Quel che rimane del tempo,
è solo polvere cadente
misera cenere arsa dal fuoco

Tornerà una nuova stagione
intanto io aspetto muto
il giorno che ancora verrà

[nikita]

Ferisci ogni giorno distrattamente
come un non vedente urti
gli altri
gli arti amputi delle loro sicurezze
e indifferentemente canti
le lodi ai più perdenti
non senti
come un sordomuto
incauto
urli ai quattro venti

nessun profumo ti sfiora
nessun gusto ti addolora
e di carezza manchi

[cignonero]

PUNTO
di una cosa che scalfisce
il baratro
infernale.
punto da un aculeo che celeste
innesca
la discesa canterina
sbrina
le folate d'altri venti
il greco
ti rinnova di calore
al freddo
dell'Uno
maestrale

[carlo]

maestrale che soffia
sulla costa del nord
sardegna che manca
come aria ai polmoni
vento che pulisce
il cuore dalle sensazioni

[nikita]

La o dipinta sulla bocca
di quelli che ascoltano la tua età
se solo fumassi di meno
sembreresti una bambina
maga senza bacchetta
convinta che la medicina serva
a curare
che la medicina serva
a fermare la morte
e dell' inutilità di sgranare gli occhi
che ancora non trova pace

[l.zag]

Pace, pace a te fratello mio
che del rancore non sai che fartene;
pace, pace alla mia bocca
che delle parole più non sa tacere;
pace, pace alle mie sigarette
che del fumo più non so rinuciare;
pace, pace a questo mondo
che dall'infamia della guerra non si libera.

Pace, pace a voi imbecilli che scrivete
le vostre parole diafane che a nulla servono
se non a imbrattare i vostri fogli bianchi
se mai alcuno li giudicherà, i vostri pogetti
parrano pagliuzze in balia della forza del vento
che al mare porta tutto a morire
e alla forza delle tempeste consegna tutto il resto
pace, pace, a che serve conservarne il significato
se poi ci imbrattiamo le mani di odio
e la domenica mattina corriamo felici in chiesa
a purificarci l'anima quando poi il corpo è sporco
la mente è serena e si accontenta dell'assoluzione..

[nikita]

chi lo dice sa di esserlo