un'intervista dedicata a Nugae

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Michele Nigro
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un'intervista dedicata a Nugae

Messaggio da Michele Nigro »

Francesco Giubilei, direttore editoriale del periodico "Historica", intervista Michele Nigro, curatore della rivista letteraria "Nugae", per il sito http://www.good-morning.it ...


Nugae è una rivista letteraria trimestrale interamente in bianco e nero, in formato A4. Ogni numero viene presentato da un editoriale di Michele Nigro. All’interno della rivista è possibile trovare racconti, poesie, interviste, saggi e recensioni presentate in una rubrica, “Controedicola”, in quarta di copertina (e da varie anteprime all’interno della rivista). Un prodotto di nicchia per vocazione, diffuso soprattutto online anche grazie al blog curato dal direttore ( http://rivistanugae.blogspot.com ).

GoodMorning: “Nugae”, cosa significa questo nome, perchè l’hai scelto, c’è qualche riferimento letterario?
Michele Nigro: Certo che c’è un riferimento letterario. Il termine nugae (si pronuncia nughe) in latino significa “sciocchezzuole”, “cose di poco conto” ed è in questo modo che alcuni grandi poeti, Catullo prima e Petrarca in seguito, definirono alcuni loro componimenti. Usarono tale termine non per sminuire le proprie opere ma per far capire al lettore che anche da scritti apparentemente leggeri e da rime frivole possono scaturire significati profondi e complessi. E chi legge la rivista “Nugae” lo sa benissimo! Anche se, devo dire, la “frivolezza” che ci caratterizzava all’inizio è ormai sfumata: la complessità e la ricchezza dei testi che attualmente giungono in redazione e che decidiamo di pubblicare non ci consente tali paragoni. Quindi posso dire che quello della nostra rivista è un titolo incoerente.
GM: Quando è nata la rivista?
MN: La rivista è nata ufficiosamente nel 2003 in seno a un gruppo di lettura eterogeneo, nel senso che ognuno di noi aveva ed ha esigenze letterarie differenti: per fortuna, aggiungo. Queste differenze hanno causato, in seguito, l’allontanamento spontaneo di alcuni membri della redazione originaria e l’avvicinamento di altri preziosi autori e redattori. Si tratta di naturali turnover che si verificano in ogni gruppo dinamico. All’inizio ci si vedeva a casa di amici per leggere opere immortali di autori “famosi” diluiti con “scritti autografi” ovvero con alcuni nostri tentativi narrativi e poetici gettati nella mischia per ricevere pareri e critiche. L’idea di metterli sulla carta stampata è venuta dopo: i primi numeri erano praticamente dei semplici fogli piegati e senza pretese, distribuiti in stile massonico.
GM: Parliamo di distribuzione che per le riviste letterarie è sempre un tasto dolente da affrontare: vi affidate ad un distributore oppure vi autogestite? Cosa rappresenta internet per “Nugae”?
MN: Hai perfettamente ragione: la distribuzione e l’editoria periodica in generale sono un terreno instabile. La storia c’insegna che in passato sono nate e morte numerose riviste nel giro di pochissimi numeri. Il fatto di aver resistito per 5 anni ci pone quasi automaticamente al di fuori di questa statistica negativa ma ciò non significa che la nostra vita editoriale sia oggi più facile. Una delle pecche più gravi della nostra rivista è proprio l’inesistente distribuzione attraverso i “grandi canali”: non ci siamo mai affidati ad un distributore ufficiale per vari motivi. Ma non è detto che non lo faremo. Ci muoviamo prevalentemente tramite spedizioni postali dirette ai nostri abbonati e ai simpatizzanti a cui mandiamo una copia omaggio per farci conoscere. In passato eravamo anche in alcune librerie ed edicole, ma abbiamo cambiato idea. Posso dire, senza temere errori, che “Nugae” è una rivista “di nicchia” (sia per contenuti che per scelte distributive) e ti dirò che la cosa non mi dispiace anche se ciò comporterà, forse, una minore probabilità di sopravvivenza. Non amiamo i colori sgargianti che attirano lettori e la quantità invadente che deriva dalla pressione capitalistica: preferiamo essere come “un’eterna eco moribonda destinata a vagare tra i pochi, prima di affidarsi definitivamente all’oblio”.Ti è piaciuta questa malinconica sfumatura quasi poetica inventata all’uopo dal sottoscritto?Internet? “Nugae” è una rivista trimestrale cartacea ma non disdegna la complicità della modernità comunicativa. La Rete può essere una grande risorsa, se usata saggiamente: molti collaboratori ci contattano proprio attraverso il blog della rivista http://rivistanugae.blogspot.com . Senza internet non avremmo mai avuto la possibilità di conoscere tanti autori degni di essere pubblicati. Ovviamente lo stesso filtro che usiamo per gli scritti che ci giungono tramite posta ordinaria, lo applichiamo anche per gli autori che navigano. La velocità e la facilità della comunicazione internautica, tuttavia, richiedono un’attenzione raddoppiata: non tutto ciò che arriva dalla Rete è oro!
GM: Finora avete pubblicato due numeri tematici dedicati rispettivamente ai poeti della Beat Generation e a J.R.R.Tolkien; come mai questa scelta? Continuerete a proporre numeri tematici?
MN: I numeri tematici rappresentano, secondo me, il vero sale di una rivista letteraria. Mentre con i numeri “standard” proponiamo ai lettori di “Nugae”gli scritti (classici o sperimentali) dei vari autori (esordienti e non) che fanno capolino in redazione, con i numeri tematici riapriamo “porte autorevoli” su scenari letterari e su Autori di comprovato successo: ammesso che la parola “successo” abbia un senso nell’ambito della vera e silenziosa ricerca letteraria. Praticamente e senza presunzione cerchiamo di occuparci di “storia” della letteratura: i generi letterari che hanno fatto storia e i loro protagonisti, questo c’interessa. Il numero sui Beat è nato da un reading di Lawrence Ferlinghetti e Jack Hirschman avvenuto a Salerno l’anno scorso; il recente numero su Tolkien è stato, invece, un sentito omaggio a uno dei padri del maltrattato genere fantasy, che molti pensano essere un genere letterario “per ragazzi”.Avrei intenzione, in qualità di direttore editoriale, di continuare a proporre e a lanciare non meno di due numeri tematici ogni anno (sui quattro numeri annuali previsti); ma cosa ci riserva il futuro, nessuno lo può dire. Posso anticipare, però, “la traccia” del prossimo numero a tema (il n.19 di fine anno): “H.P.Lovecraft e la letteratura dell’orrore”. Il bando è disponibile sul nostro blog.
GM: “Nugae” ha un’impronta “molto classica”, design spartano, tutto in bianco e nero e anche l’impostazione degli articoli proposti ricordano le riviste del novecento, come mai questa scelta?
MN: Dicendo questo ci fai un grande e sicuramente immeritato complimento. Potrei dire, tagliando la testa al toro, che il carattere spartano da te evidenziato è la conseguenza di un’esigenza puramente economica: meno fronzoli, meno spese. Ma sarei ingiusto verso me stesso e verso quella che gli esperti chiamano “linea editoriale”: in realtà continuerei ad adottare tali parametri, credo, anche se fossimo una rivista “capitalista”. La letteratura è parola, è testo: viviamo in un’epoca che celebra eccessivamente l’immagine e l’efficientismo iconografico in ogni settore. Chi ha voglia di leggere ed è alla ricerca di idee potrà farlo semplicemente puntando gli occhi sulla carta, qualunque essa sia: le immagini presenti in “Nugae” sono un “di più” che potrebbe tranquillamente scomparire senza alcun rimpianto. Le idee, gli stili, lo sperimentalismo, il messaggio: queste sono le cose che contano.
GM: Allegato alla rivista c’è un inserto libero intitolato “ ‘A Chélleta ”: che cos’è? Ce lo presenti?
MN: Si tratta di una spassosissima e al tempo stesso colta gazzetta italo-napoletana ideata, curata e realizzata dallo scrittore napoletano Mario Visone che ricorda molto l’idea del mitico Vernacoliere toscano e che abbiamo l’onore di ospitare. L’antica lingua napoletana (guai a chiamarlo semplicemente dialetto) è ormai in via d’estinzione a causa di una certa omologazione editorial-televisiva: basta leggere alcune pagine de “‘A Chèlleta” per capirlo. Quasi nessuno più usa certi termini e certe espressioni meravigliose e colorite perché cambiano le persone, cambiano i linguaggi socio-economici, cambia la cultura di un luogo e la “diluizione” delle lingue locali è un fenomeno irreversibile: il progresso e l’evoluzione sociale non possono essere bloccati, è chiaro, ma perdere definitivamente le fonti etimologiche di questa lingua equivarrebbe a una catastrofe linguistica, culturale e storica. Questo tipo di pubblicazioni cercano appunto di tamponare tale estinzione. Sono un faro nella notte dell’omologazione.
GM: Tempo fa mi accennavi a un progetto legato a “Nugae”, ce ne vuoi parlare? Inoltre, quali progetti hai per il futuro?
MN: Come scrisse Lorenzo il Magnifico: “…di doman non c’è certezza!” Di progetti in fase embrionale ce ne sono e ce ne saranno sempre: alcuni raggiungono l’epoca del parto in breve tempo, altri hanno gestazioni più lunghe e travagliate. Altri ancora si risolvono in aborti spontanei. Il “progetto” sarebbe quello di creare una serie di collane editoriali legate alle varie scritture incontrate durante questi 5 anni di pubblicazione periodica e legate quindi alla realtà letteraria della rivista che è anche l’organo ufficiale dell’Associazione culturale “Nugae” di Battipaglia (Sa).
GM: In copertina compare la scritta “Edizioni Nugae”, pubblicate solo la rivista? Mai pensato di affiancare una casa editrice che pubblica libri?
MN: Continuando la risposta alla domanda precedente: la dicitura “Edizioni Nugae” è dovuta a un’esigenza burocratica dettata dalla registrazione della testata e al fatto che in qualità di associazione culturale avevamo in mente di diventare anche impresa editrice per andare, appunto, oltre la pubblicazione della rivista. Certo che abbiamo pensato di pubblicare anche libri! Ma come tu ben sai (sei uno degli ideatori della campagna contro l’editoria a pagamento) è fin troppo facile mettere su un’impresa editoriale chiedendo soldi agli autori. Lo fanno molti, troppi!L’unica soluzione sarebbe l’unione di varie microrealtà editoriali capaci di gestire il rischio presente in un’avventura come questa della “casa editrice”. Per il momento preferisco avanzare con i miei piccoli strumenti economici senza essere costretto a chiedere a uno scrittore esordiente (è capitato a me in qualità di autore, anche se ovviamente ho rifiutato) di sborsare ben 7.000 euro per stampare il proprio libro. Senza la sicurezza di ricevere un vero editing e di una reale, accurata distribuzione/promozione. A questo punto è lecito chiedersi se iniziative come quella proposta sul sito “ilmiolibro.it” del Gruppo Editoriale L’Espresso non siano più oneste e trasparenti!
GM: Nugae è una rivista letteraria indipendente: è da escludere l’apparentamento con un editore diverso da “Edizioni Nugae”?
MN: Nel difficile mondo dell’editoria nulla può essere escluso: sarebbe poco intelligente farlo. Ripeto: non ho nessun problema d’immagine nell’ammettere che la dicitura “Edizioni Nugae” è solo una dicitura “da statuto” e che svolge una funzione burocratica in sede amministrativa (tribunale, ecc.) e di copertina. Il carattere indipendente è da riferirsi al versante contenutistico, letterario, culturale, oserei dire ideologico. E quello non si tocca!Anzi, cavalcando l’onda della tua domanda ne approfitto per aggiungere che la rivista “Nugae” è una realtà esistente da 5 anni, che non sono molti se rapportati con la storia di altre gloriose riviste ma nemmeno pochi se paragonati alla vita effimera di altre pubblicazioni, come ricordavo all’inizio dell’intervista. Voglio dire, insomma, che un Editore eventualmente interessato ad un apparentamento troverebbe, oltre al “prodotto rivista” già presente, un pacchetto abbonati, una lista di contatti ben nutrita e disseminata su tutto il territorio nazionale e non solo, una piccola storia con esperienze editoriali proprie da non sottovalutare, una serie di idee tematiche già lanciate. Dal canto suo la rivista “Nugae” riceverebbe dal connubio nuova energia e nuova linfa vitale con cui potenziare il già esistente. Se il “mutualismo” esiste anche in editoria, allora sono il curatore di rivista che fa per voi! 
"Tra i deboli di stomaco ci sono la gran parte degli abitanti delle città e quasi tutti quelli che amano le lettere." (Celso)

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