di
Michela Belli
La poesia è il capriccio di Dio,
poiché rende il poeta
un pazzo affamato di perfezione.
Il vero poeta
È colui che guarda
Verso il sole ponendo
L’orecchio al viandante.
Da Negativo a colori
Iago
Mi piacerebbe sapere cosa ne uscirà da quest’intervista…
Iago, molto, troppo poco so di lui.
Eppure la sua poesia vale tutti i misteri che lo circondano.
Iago: echi shakespeariani, emozioni omicide e gelosie lusinghiere, bugiarde e pericolose.
Iago: sinergia di inchiostro e carne…
Iago: antitetiche sensazioni come i suoi negativi a colori…
1) Se ti capitasse l’impossibile occasione di riscrivere il finale di “Otello”, come guideresti il moro?
La nostra incapacità di perdonare è forse il messaggio più forte che l’autore vuole trasmetterci. Nelle sue opere migliori questo traspare. Otello comunque non avrebbe potuto perdonare Desdemona, anche se l’avesse tradito per davvero…ed uno così… anche io l’avrei fatto sparire.
2) Da qualche parte hai scritto che la tua attività di lettore ha nutrito la tua facoltà di linguaggio; partendo dal presupposto che secondo il mio punto di vista essere poeti è un po’ come essere artigiani… quali sono gli strumenti a cui tu, poeta del nuovo millennio, proprio non puoi rinunciare?
Artigianare i sensi. Comporre poesie è un epilogo, a cui arrivo permettendo alla mia fisicità di interagire con ogni disturbo, perché di questo si tratta. Per ascoltare il rumore che una foglia secca emette quando tocca il suolo, serve non porsi limiti tra l’uomo e la sua eccitabilità. Arrivare a ciò significa tener fede alla propria immaginazione, che costituisce il prologo dell’istintualità. Inventare è usare il quotidiano per forgiare una storia, un personaggio, anche una poesia. Immaginare è permettere di far esplodere l’invisibile e renderlo pensante. Ogni mio senso fa capo a lei; senza, io sarei un semplice paroliere.
3) Se potessi rinascere, giacché so per certo che rinasceresti poeta, in che epoca credi che troveresti la felicità?
Nel rinascimento, oltre ogni di dubbio. Il fermento culturale di quel periodo sarebbe stato una sferzata di energia. Molte genialità hanno potuto esternare il loro valore, proprio grazie ai mille stimoli a cui erano sottoposti. Una vera polveriera, che una volta esplosa ha dato fiamme che hanno incendiato l’intera umanità. Oggi questo manca, come pure al millennio che ci accoglierà mancherà uno stato di continua eccitabilità. È l’indifferenza il male del futuro.
4) Ho sempre pensato che un artista sia prima di tutto un uomo, non ho mai particolarmente guardato con fiducia all’accezione poeta: profeta. Credi che invece la visione romantica del poeta salvaguardasse in qualche modo la genuinità di tale condizione?
Sono d’accordo. La figura del poeta-profeta è una distorsione. Lui è un diversamente abile che chiede aiuto. Spesso chi legge, cade nell’errore di metterlo su un piedistallo, così è il poeta stesso che da elemosinate diviene colui che da elemosina, ma credimi non è così. La “romanticità” è una conseguenza dell’essere succubi del proprio delirio, come avviene nel mio caso. Mi dico spesso d’essere schiavo del verso, ma non promotore di verità assolute.
5) Rifacendomi alla domanda precedente… leggendo la prefazione al tuo ultimo lavoro che ricordiamo s’intitola “Negativo a colori” sembra quasi che tu abbia ricevuto una chiamata nel senso religioso del termine… la tua vocazione sembra aver totalmente cambiato la rotta della tua vita… credi che essere poeti sia una condizione d’essere? Si nasce poeti o lo si diventa?
Si diventa scrittori mediocri, nella misura in cui si costruisce un’attitudine alla creatività. È possibile diventare molte cose, specie in questa società di “inemozionabili”, ma personalmente credo che un poeta in grado di stravolgere se stesso e poi forse gli altri, possa solo esistere dalla nascita. Non è possibile sorprendersi di ciò che si scrive, se non si ammette l’imprevedibilità della propria scoperta. Far affiorare questa mia situazione è stato sconvolgente fin dal primo verso. Io non dirò mai “scrivo poesia per hobby… dopo lavoro amo mettermi a scrivere… quando il tempo me lo permette scrivo”; è una condizione d’essere, posso sottoscriverlo a sangue (non chiedermi tanto altrimenti svengo). Non ho mai forzato me stesso, a volte lo faccio per allontanarmi dal foglio.
Considero il poeta una sorta di portale, di foro da e verso cosa non lo so e neanche mi interessa. Non so mai cosa scriverò, ma sono consapevole che una volta presa in mano una penna, non avrò interruzioni. Niente mi ostacola… rumori, imprevisti o quant’altro. Risulto svincolato con il presente per riuscire a prendere alle spalle l’astrazione. È come se nascessi nel preciso istante in cui scrivo. Vivo questa condizione in pieno, totalmente, senza esitazione… da subito m’è sembrato d’esser stato da sempre poeta. Ho lasciato ogni forma di lavoro continuativo, anche posti ben retribuiti. Adesso mi arrangio con dei lavori saltuari, forse morirò povero… ma eternamente ricco. Molti dei poeti d’oggi, e mi riferisco anche a quelli più blasonati, hanno corretto il tiro per vendere, il mio di tiro rimarrà continuamente maleducato, sporco ed appassionato. D’altronde ho appena 4 anni, i più grandi mi scuseranno.
6) Di tutti i personaggi nati dalla penna di William Shakespeare, Iago è probabilmente uno dei più ostici. E’ un uomo terribilmente affascinante (poiché scaltramente intelligente), ma è un vile, un uomo che soffre di un terribile senso di inadeguatezza, di un senso di inferiorità e che appunto per questo difende il suo contorto diritto alla felicità con l’unico mezzo che conosce per farsi largo nel mondo: l’inganno... quando tu invece parli di Iago, parli di coscienza di sé, di consapevolezza quasi di fedeltà a se stessi, lo dipingi insomma quasi come un eroe (nel senso letterario del termine). Ma Iago è l’anti-eroe… o forse no?
Iago incarna una scelta poiché è infame con ogni fibra di sé. Me lo immagino mentre prepara il suo inganno, quasi lo vedo contorcersi di piacere, pregustandosi il caos che pianifica. Questo mi ha colpito di lui e seguendo tale condizione d’essenza ho scelto il suo nome. Prima di affrontare qualsiasi progetto della mente o professionale, l’unico punto di partenza è credere fermamente nelle proprie qualità, nel personale potere “contagiativo”. Scrivere racconti o romanzi può anche farlo un superficiale, in special modo oggi… esternare una poesia e renderla complessivamente viva nella vita, è un discorso differente… devi prendere “il ciò che sei” e guardarlo dritto negli occhi; per questo io scrivo solo quello che non posso mentire, e sia io che Iago risultiamo essere degli anti-eroi, proprio perché non siamo in grado di mentire… perché riuscendo ad entrare nell’anima del personaggio shakespeareiano non posso che concludere che lui (Iago), non poteva scegliere… lui è l’inganno fatto persona. Può il sole baciare la notte? Gli eroi quelli veri, autentici… improvvisano le gesta che li rendono immortali, non credono mai di farcela, non hanno fiducia nei loro mezzi ed è forse per questo che poi compiono atti unici e quasi irripetibili.
8) In tema con eroi ed antieroi… non conserva più consapevolezza di sé Amleto?
No. Amleto recita una parte, quella del folle. Iago è lucidamente se stesso.
9) Capita che leggendo un poeta a cui si è particolarmente legati si pensi magari sapessi scrivere così… ti è mai capitato?
No e non credo che mi capiterà. Ho letto molto nel passato e tanto leggerò ancora nel futuro, considero questo come un confronto con persone che condividono il mio stesso disturbo. Siano essi morti o vivi, il mio approccio alle loro visioni è puramente comparativo. Non nutro invidia verso la bravura altrui. Sono felice quando incontro un grande poeta ed i suoi versi, a volte, mi stimolano a rispondergli… come se fosse vicino a me. Ho verseggiato con Montale, Rimbaud, Zagaria, Galli…
10) Come tutti sanno, in Italia ci sono più scrittori che lettori. Viviamo in un paese poco avvezzo alle novità culturali ergo editoriali. La wiki poesia nel contesto della poesia istantanea sembra aver scritto il nostro manifesto. E’ questa una scrittura di condivisione, è lo scotto per la pubblicazione in molti casi… tu quanto credi in questo tipo di scrittura? Credi che riesca a far emergere il meglio di te?
Tutte le mie poesie sono nate e morte, nel volgere di un amen. Non ho mai corretto nulla.
Fu Luigi Zagaria a propormi di entrare a far parte del progetto wiki. Non sapevo che esistessero persone in grado di scrivere “di getto”. Il Wikismo è come ufficializzare questo modo di scrivere, che è poi il solo che conosco. Tutte le poesie che ho postato nel Wiki (tranne tre) le ho scritte dopo avere letto quelle degli altri… questo è il senso del wikismo. Ho abbracciato subito questa idea perché trovo semplice interagire con la visione di Andrea Galli. Il meglio di me è già quello che scrivo.
11) Se un giorno scoprissi di non aver più niente da dire….
Mi suiciderei.
Grazie mille
Michela Belli