in medio stat virtus
non è dei cinesi ma dei latini.
che poi sia universale.
...
è un altro discorso.
si può suscitare malevolenza e vero, ma bisogna fare anche uno sforzo per non suscitarla.
ciascuno di noi ha in sè le energie per cambiare la sua situazione non c'è Karma che tenga, ne serpente che si morde il culo.
si può credere a tutto ciò che si vuole ma è alquanto scoraggiante pensare di essere solo un medium , o qualcosa di simile...
siamo in vita per modificare anche il nostro Karma, accettarlo supinamente per ragioni trascendentali mi sembra alquanto riduttivo sia in termini di persona credente, in senso molto ampio, si ain senso "ateico" (uso questo termine perchè mi è parso capire che a te Oro le edizioni Mediterranee ti abbiano alquanto assorbito)
Hermann Hesse
- patrizia
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Hermann Hesse
patrizia
Hermann Hesse
Karma, in Sanscrito, vuol dire "azione", e l'estensione delle sue conseguenze nella teoria reincarnazionistica non è metafisica, ma solo exoterica e popolare. Diversa è la concezione degli stati molteplici dell'essere, questa sì appartenente alla visuale metafisica. Il detto che dici essere dei latini è molto più antico del popolo latino e significa quello che ho detto. La mia conoscenza non è mia e non deriva dai libri, ma dall'esperienza diretta dell'Assoluto. Che tu lo creda o nò poco importa, perché questo conoscere, non essendo un "credere" ,non si preoccupa di sostituire un credere con un altro, ma solo di creare e facilitare la condizione interiore dell'essere che così può chiedersi e prepararsi al conoscere vero che non è umano e non arriverà da lui, ma dalla volontà del Cielo. E quel Conoscere non sarà mai suo. Lui ne sarà solo, se avrà la qualità per esserlo e la volontà anche, un espositore.
'intelligenza è la vergogna dell'Intuito
- patrizia
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Hermann Hesse
è off topic l'argomento
mi fa piacere che tu abbia sperimetato così tanto da essere nel trascendente, dall'avere esperienza diretta dell'Assoluto.
per me il Cielo è cielo e basta, lo Spazio è spazio e basta così come lUniverso è universo o cosmo.
quando la poesia si fa in me posso tentare di dire quel che sento, ho forse un snetore della direzione e dell'essere ma non sono l'Assoluto.
poesia è il silenzio, il Qu, o come cavolo vuoi chiamarlo, ma poesia non la puoi nello stesso tempo definire, se tu sei l'assoluto e non credi nella poesia altra da quella del Qu (o dir si voglia) allora credo tacere sia uno spendido verso.
ma quale Assoluto è tale da non riconoscer nei versi altrui almeno uan parvenza dle suo essere assoluto?
mi fa piacere che tu abbia sperimetato così tanto da essere nel trascendente, dall'avere esperienza diretta dell'Assoluto.
per me il Cielo è cielo e basta, lo Spazio è spazio e basta così come lUniverso è universo o cosmo.
quando la poesia si fa in me posso tentare di dire quel che sento, ho forse un snetore della direzione e dell'essere ma non sono l'Assoluto.
poesia è il silenzio, il Qu, o come cavolo vuoi chiamarlo, ma poesia non la puoi nello stesso tempo definire, se tu sei l'assoluto e non credi nella poesia altra da quella del Qu (o dir si voglia) allora credo tacere sia uno spendido verso.
ma quale Assoluto è tale da non riconoscer nei versi altrui almeno uan parvenza dle suo essere assoluto?
patrizia
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L'Assoluto non è, perché è più che essere. Ovviamente io non sono l'Assoluto né lo conosco, ma conosco i Suoi Principi universali. Universale non significa Assoluto, ma solo che coinvolge tutta l'esistenza, in tutte le sue possibilità, prima del "non essere" e poi dell'essere. Questa è la via esoterica o metafisica, il nome poco conta, che dall'individuale conduce al Centro di tutto. Al Sé universale. La legge che obbliga il tutto al movimento, senza per questo parteciparvi, si dice universale perché non può cambiare lei stessa, pena l'arresto dell'esistenza. Anche, più in alto, l'Assoluto non può contraddire se stesso. E' l'unica cosa che non può fare. E se stesso e le sue leggi, che non sono, ovviamente, solo quelle che il dominio della fisica conosce.
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