Esercizio numero due
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- Macchina da scrivere
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Re: Esercizio numero due
Dunque, io ritengo che solo questa proposizione sia una sequenza propriamente descrittiva: "Solo l’intervento delle guardie lo salvò dal linciaggio, ma non lo salvò dall’inquisitore: un uomo alto, imponente con il volto distrutto dalle mille battaglie, più preoccupato per la rabbia della piazza che per l’atto in sé."
Solo qui il tuo personaggio viene propriamente analizzato nei suoi tratti caratteristici.
Gli altri periodi li hai collocati correttamente nelle sequenze appropriate.
La sequenza narrativa di epilogo la farei partire da "La distruzioni e le numerose guerre..."
Bene, non ti pare che il tuo racconto ora sia più equilibrato?
Solo qui il tuo personaggio viene propriamente analizzato nei suoi tratti caratteristici.
Gli altri periodi li hai collocati correttamente nelle sequenze appropriate.
La sequenza narrativa di epilogo la farei partire da "La distruzioni e le numerose guerre..."
Bene, non ti pare che il tuo racconto ora sia più equilibrato?
Re: Esercizio numero due
Prima di tutto grazie per l'aiuto e per il tuo tempo.
Rispondendo alla tua domanda direi che il racconto è più equilibrato.
Rispondendo alla tua domanda direi che il racconto è più equilibrato.
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- Macchina da scrivere
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Re: Esercizio numero due
Di niente, figurati.
Re: Esercizio numero due
Ci provo.
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Quella mattina si svegliò con un senso di pace interiore profonda e in lui nacque una voglia smisurata di una ciambella al pistacchio che comperava sempre ogni giovedì. Ieri però, mentre andava al supermercato, un grande acquazzone lo fermò al sottopassaggio della metro A.
-chissà quanto durerà, qui è sempre un problema quando piove - approcciò una signora dietro di lui
-lasciamo perdere signora, l'anno scorso mi sono trovato nella stessa metro ad aspettare e alla fine sono tornato a casa alle dieci tutto zuppo - rispose con tono rassegnato, seppe dentro di sè che anche quel giorno sarebbe tornato a casa tardi.
-certo che se non puliscono le fogne, questa città prima o poi si allagherà del tutto - ribattè la signora.
Pensò dentro di lui che ne aveva le scatole piene di quelle frasi fatte, trite e ritrite, che lo infastidivano fino all'orripilazione ma non rispose alla signora, fece solo un cenno con la testa in segno di approvazione.
Di lì a poco ebbe uno strano senso di calore e dovette uscire di corsa sotto la pioggia per respirare, si rese conto che era divenuto claustrofobico. D' un tratto capì perché ha sempre detestato le piccole stanze, i luoghi affollati. Si poggiò ad un corrimano del passaggio pedonale per riprendersi ma non potè neanche respirare che da lontano sentì:
-Nicola! Ciao, stai bene?
La collega invasiva del quarto piano, ufficio contabilità, che ebbe una cotta per lui più di quindici anni fa.
-ciao Alda! Io bene, tu come stai? - esclamò con falsità Nicola sapendo che la conversazione si sarebbe dilungata a sproposito.
-bene, sapessi cosa mi è succes..
-scusami cara ma sono uscito di fretta da casa e temo di aver lasciato sul fuoco il pentolino del latte, dovevo stare via solo un minuto, devo scappare, ci si vede in ufficio!
Alda rimase sconcertata con la mano tesa e guardò Nicola allontanarsi, ma si promise di andarlo a trovare nel suo ufficio, nessuno aveva mai osato scaricare la Alda, colei che emanava luce e ottimismo quando passava per i corridoi, coi suoi tacchetti sgargianti che battevano sul laminato.
Nicola, preso da un senso di colpa, si recò direttamente al lavoro, molto presto quella volta.
Si sedette alla scrivania e tutto cio a cui riusciva a pensare era quella ciambella mancata, quell'appuntamento che lui non perdeva mai.
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Quella mattina si svegliò con un senso di pace interiore profonda e in lui nacque una voglia smisurata di una ciambella al pistacchio che comperava sempre ogni giovedì. Ieri però, mentre andava al supermercato, un grande acquazzone lo fermò al sottopassaggio della metro A.
-chissà quanto durerà, qui è sempre un problema quando piove - approcciò una signora dietro di lui
-lasciamo perdere signora, l'anno scorso mi sono trovato nella stessa metro ad aspettare e alla fine sono tornato a casa alle dieci tutto zuppo - rispose con tono rassegnato, seppe dentro di sè che anche quel giorno sarebbe tornato a casa tardi.
-certo che se non puliscono le fogne, questa città prima o poi si allagherà del tutto - ribattè la signora.
Pensò dentro di lui che ne aveva le scatole piene di quelle frasi fatte, trite e ritrite, che lo infastidivano fino all'orripilazione ma non rispose alla signora, fece solo un cenno con la testa in segno di approvazione.
Di lì a poco ebbe uno strano senso di calore e dovette uscire di corsa sotto la pioggia per respirare, si rese conto che era divenuto claustrofobico. D' un tratto capì perché ha sempre detestato le piccole stanze, i luoghi affollati. Si poggiò ad un corrimano del passaggio pedonale per riprendersi ma non potè neanche respirare che da lontano sentì:
-Nicola! Ciao, stai bene?
La collega invasiva del quarto piano, ufficio contabilità, che ebbe una cotta per lui più di quindici anni fa.
-ciao Alda! Io bene, tu come stai? - esclamò con falsità Nicola sapendo che la conversazione si sarebbe dilungata a sproposito.
-bene, sapessi cosa mi è succes..
-scusami cara ma sono uscito di fretta da casa e temo di aver lasciato sul fuoco il pentolino del latte, dovevo stare via solo un minuto, devo scappare, ci si vede in ufficio!
Alda rimase sconcertata con la mano tesa e guardò Nicola allontanarsi, ma si promise di andarlo a trovare nel suo ufficio, nessuno aveva mai osato scaricare la Alda, colei che emanava luce e ottimismo quando passava per i corridoi, coi suoi tacchetti sgargianti che battevano sul laminato.
Nicola, preso da un senso di colpa, si recò direttamente al lavoro, molto presto quella volta.
Si sedette alla scrivania e tutto cio a cui riusciva a pensare era quella ciambella mancata, quell'appuntamento che lui non perdeva mai.
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Re: Esercizio numero due
Anche in questo esercizio ti sei mossa bene. Hai inquadrato la sequenza narrativa corretta, con l'introduzione, poi sei passata alla sequenza dialogica coi dialoghi, e quindi alla sequenza narrativa di epilogo, con in più una brevissima descrizione di Alda, una sequenza descrittiva dunque.Maria E. ha scritto: ↑19/10/2023, 13:09 Ci provo.
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Quella mattina si svegliò con un senso di pace interiore profonda e in lui nacque una voglia smisurata di una ciambella al pistacchio che comperava sempre ogni giovedì. Ieri però, mentre andava al supermercato, un grande acquazzone lo fermò al sottopassaggio della metro A.
-chissà quanto durerà, qui è sempre un problema quando piove - approcciò una signora dietro di lui
-lasciamo perdere signora, l'anno scorso mi sono trovato nella stessa metro ad aspettare e alla fine sono tornato a casa alle dieci tutto zuppo - rispose con tono rassegnato, seppe dentro di sè che anche quel giorno sarebbe tornato a casa tardi.
-certo che se non puliscono le fogne, questa città prima o poi si allagherà del tutto - ribattè la signora.
Pensò dentro di lui che ne aveva le scatole piene di quelle frasi fatte, trite e ritrite, che lo infastidivano fino all'orripilazione ma non rispose alla signora, fece solo un cenno con la testa in segno di approvazione.
Di lì a poco ebbe uno strano senso di calore e dovette uscire di corsa sotto la pioggia per respirare, si rese conto che era divenuto claustrofobico. D' un tratto capì perché ha sempre detestato le piccole stanze, i luoghi affollati. Si poggiò ad un corrimano del passaggio pedonale per riprendersi ma non potè neanche respirare che da lontano sentì:
-Nicola! Ciao, stai bene?
La collega invasiva del quarto piano, ufficio contabilità, che ebbe una cotta per lui più di quindici anni fa.
-ciao Alda! Io bene, tu come stai? - esclamò con falsità Nicola sapendo che la conversazione si sarebbe dilungata a sproposito.
-bene, sapessi cosa mi è succes..
-scusami cara ma sono uscito di fretta da casa e temo di aver lasciato sul fuoco il pentolino del latte, dovevo stare via solo un minuto, devo scappare, ci si vede in ufficio!
Alda rimase sconcertata con la mano tesa e guardò Nicola allontanarsi, ma si promise di andarlo a trovare nel suo ufficio, nessuno aveva mai osato scaricare la Alda, colei che emanava luce e ottimismo quando passava per i corridoi, coi suoi tacchetti sgargianti che battevano sul laminato.
Nicola, preso da un senso di colpa, si recò direttamente al lavoro, molto presto quella volta.
Si sedette alla scrivania e tutto cio a cui riusciva a pensare era quella ciambella mancata, quell'appuntamento che lui non perdeva mai.
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Vedo che hai sempre qualche problema con la punteggiatura, ma con i tempi verbali mi pare che tu abbia fatto notevoli progressi. Ne vedo un paio solo fuori posto. "Ieri però, mentre andava al supermercato, un grande acquazzone lo fermò al sottopassaggio della metro A."
Allora, considerato che è il narratore a parlare, non puoi adoperare lo ieri. Ma il giorno prima. E quel fermò, seppure l'azione non sia del tutto anteriore, ma progressiva, ci vedrei bene un aveva fermato.
"D'un tratto capì perché aveva sempre detestato le piccole stanze" perché l'azione è anteriore, ma avendo tu adoperato il passato come tempo regolare per la narrazione, devi continuare con quello. Poi va beh, Kundera non sempre la rispetta la concordanza nei suoi romanzi, ma lui è, era, Milan Kundera.
Diciamo che la regola generale è quella.
Il racconto è valido, i miei complimenti.
Quanto alla punteggiatura, il mio consiglio è di leggere lentamente e, quando ti dovessi accorgere della necessità di qualche pausa, potresti mettere una virgola, se ritieni la pausa breve. O segni più importanti, se la pausa dovesse apparirti lunga.
Poi esistono delle regole anche là.
Ad esempio: "Ieri però, mentre andava al supermercato," Qui hai correttamente inquadrato tra virgole una proposizione incidentale.
Ma qui non l'hai fatto: "certo che se non puliscono le fogne"
Prima di un ma avversativo dovresti sempre la virgola, se non qualche segno più pesante.
E poi ricordati del vocativo preceduto dalla virgola. Quando si chiama qualcuno, o ci si rivolge a qualcuno, è d'obbligo una virgola, dato che i casi l'italiano non li ha. "ciao Alda" dopo lo ciao va la virgola, perchè ti rivolgi a una persona. "Scusami, cara".
Per l'uscita e l'entrata dal discorso diretto comportati come se non ci fosse. Le regole di punteggiatura sono uniche, nell'un caso e nell'altro. Maiuscola dopo un punto fermo e via discorrendo.
Più avanti ti dirò come eliminare tutti quei che.
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Re: Esercizio numero due
Puoi proseguire con gli esercizi, Maria. Se hai qualche dubbio, o curiosità, non esitare a farmelo sapere.
Re: Esercizio numero due
Come sempre grazie ma, vediamo se ho capito bene le tue indicazioni:
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La ciambella
Quella mattina si svegliò con un senso di pace interiore profonda e in lui nacque una voglia smisurata di una ciambella al pistacchio che comperava sempre ogni giovedì. Il giorno prima però, mentre andava al supermercato, un grande acquazzone lo aveva fermato al sottopassaggio della metro A.
-chissà quanto durerà, qui è sempre un problema quando piove - approcciò una signora dietro di lui
-lasciamo perdere signora, l'anno scorso mi sono trovato nella stessa metro ad aspettare e alla fine sono tornato a casa alle dieci tutto zuppo - rispose con tono rassegnato, sapendo dentro di sè che anche quel giorno sarebbe tornato a casa tardi.
-certo, se non puliscono le fogne, questa città prima o poi si allagherà del tutto - ribattè la signora.
Aveva le scatole piene di quelle frasi fatte, trite e ritrite, che lo infastidivano fino all'orripilazione; non rispose alla signora, fece solo un cenno con la testa in segno di approvazione.
Di lì a poco ebbe uno strano senso di calore e dovette uscire di corsa sotto la pioggia per respirare, si rese conto di essere diventato claustrofobico. D' un tratto aveva capito perché ha sempre detestato le piccole stanze, i luoghi affollati. Si poggiò ad un corrimano del passaggio pedonale per riprendersi, ma non riuscì neanche a respirare quando da lontano sentì:
-Nicola! Ciao, stai bene?
La collega invasiva del quarto piano, ufficio contabilità, più di quindici anni fa ebbe una cotta per lui.
-ciao, Alda! Io bene, tu, come stai? - esclamò con falsità Nicola sapendo che la conversazione si sarebbe dilungata a sproposito.
-bene, sapessi cosa mi è succes..
-scusami, cara, sono uscito di fretta e temo di aver lasciato sul fuoco il pentolino del latte, dovevo stare via solo un minuto, devo scappare, ci si vede in ufficio!
Alda rimase sconcertata con la mano tesa e guardò Nicola allontanarsi, ma si promise di andarlo a trovare nel suo ufficio; nessuno aveva mai osato scaricare la Alda, colei emanava luce e ottimismo quando passava per i corridoi, coi suoi tacchetti battenti a ritmo sul laminato scivoloso.
Nicola, preso da un senso di colpa, si recò direttamente al lavoro, molto presto quella volta.
Si sedette alla scrivania e tutto cio a cui riusciva a pensare era quella ciambella mancata, quell'appuntamento del giovedì ormai svanito.
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La ciambella
Quella mattina si svegliò con un senso di pace interiore profonda e in lui nacque una voglia smisurata di una ciambella al pistacchio che comperava sempre ogni giovedì. Il giorno prima però, mentre andava al supermercato, un grande acquazzone lo aveva fermato al sottopassaggio della metro A.
-chissà quanto durerà, qui è sempre un problema quando piove - approcciò una signora dietro di lui
-lasciamo perdere signora, l'anno scorso mi sono trovato nella stessa metro ad aspettare e alla fine sono tornato a casa alle dieci tutto zuppo - rispose con tono rassegnato, sapendo dentro di sè che anche quel giorno sarebbe tornato a casa tardi.
-certo, se non puliscono le fogne, questa città prima o poi si allagherà del tutto - ribattè la signora.
Aveva le scatole piene di quelle frasi fatte, trite e ritrite, che lo infastidivano fino all'orripilazione; non rispose alla signora, fece solo un cenno con la testa in segno di approvazione.
Di lì a poco ebbe uno strano senso di calore e dovette uscire di corsa sotto la pioggia per respirare, si rese conto di essere diventato claustrofobico. D' un tratto aveva capito perché ha sempre detestato le piccole stanze, i luoghi affollati. Si poggiò ad un corrimano del passaggio pedonale per riprendersi, ma non riuscì neanche a respirare quando da lontano sentì:
-Nicola! Ciao, stai bene?
La collega invasiva del quarto piano, ufficio contabilità, più di quindici anni fa ebbe una cotta per lui.
-ciao, Alda! Io bene, tu, come stai? - esclamò con falsità Nicola sapendo che la conversazione si sarebbe dilungata a sproposito.
-bene, sapessi cosa mi è succes..
-scusami, cara, sono uscito di fretta e temo di aver lasciato sul fuoco il pentolino del latte, dovevo stare via solo un minuto, devo scappare, ci si vede in ufficio!
Alda rimase sconcertata con la mano tesa e guardò Nicola allontanarsi, ma si promise di andarlo a trovare nel suo ufficio; nessuno aveva mai osato scaricare la Alda, colei emanava luce e ottimismo quando passava per i corridoi, coi suoi tacchetti battenti a ritmo sul laminato scivoloso.
Nicola, preso da un senso di colpa, si recò direttamente al lavoro, molto presto quella volta.
Si sedette alla scrivania e tutto cio a cui riusciva a pensare era quella ciambella mancata, quell'appuntamento del giovedì ormai svanito.
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Re: Esercizio numero due
Per la punteggiatura è una questione di respirazione.Maria E. ha scritto: ↑20/10/2023, 13:41 Come sempre grazie ma, vediamo se ho capito bene le tue indicazioni:
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La ciambella
Quella mattina si svegliò con un senso di pace interiore profonda e in lui nacque una voglia smisurata di una ciambella al pistacchio che comperava sempre ogni giovedì. Il giorno prima però, mentre andava al supermercato, un grande acquazzone lo aveva fermato al sottopassaggio della metro A.
-chissà quanto durerà, qui è sempre un problema quando piove - approcciò una signora dietro di lui
-lasciamo perdere signora, l'anno scorso mi sono trovato nella stessa metro ad aspettare e alla fine sono tornato a casa alle dieci tutto zuppo - rispose con tono rassegnato, sapendo dentro di sè che anche quel giorno sarebbe tornato a casa tardi.
-certo, se non puliscono le fogne, questa città prima o poi si allagherà del tutto - ribattè la signora.
Aveva le scatole piene di quelle frasi fatte, trite e ritrite, che lo infastidivano fino all'orripilazione; non rispose alla signora, fece solo un cenno con la testa in segno di approvazione.
Di lì a poco ebbe uno strano senso di calore e dovette uscire di corsa sotto la pioggia per respirare, si rese conto di essere diventato claustrofobico. D' un tratto aveva capito perché ha sempre detestato le piccole stanze, i luoghi affollati. Si poggiò ad un corrimano del passaggio pedonale per riprendersi, ma non riuscì neanche a respirare quando da lontano sentì:
-Nicola! Ciao, stai bene?
La collega invasiva del quarto piano, ufficio contabilità, più di quindici anni fa ebbe una cotta per lui.
-ciao, Alda! Io bene, tu, come stai? - esclamò con falsità Nicola sapendo che la conversazione si sarebbe dilungata a sproposito.
-bene, sapessi cosa mi è succes..
-scusami, cara, sono uscito di fretta e temo di aver lasciato sul fuoco il pentolino del latte, dovevo stare via solo un minuto, devo scappare, ci si vede in ufficio!
Alda rimase sconcertata con la mano tesa e guardò Nicola allontanarsi, ma si promise di andarlo a trovare nel suo ufficio; nessuno aveva mai osato scaricare la Alda, colei emanava luce e ottimismo quando passava per i corridoi, coi suoi tacchetti battenti a ritmo sul laminato scivoloso.
Nicola, preso da un senso di colpa, si recò direttamente al lavoro, molto presto quella volta.
Si sedette alla scrivania e tutto cio a cui riusciva a pensare era quella ciambella mancata, quell'appuntamento del giovedì ormai svanito.
Come sempre grazie, (prima del ma avversativo la virgola) ma vediamo se ho capito bene le tue indicazioni:
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La ciambella
Quella mattina si svegliò con un senso di pace interiore profonda, (qui metterei una pausa) e in lui nacque una voglia smisurata di una ciambella al pistacchio, (anche qui) che comperava sempre ogni giovedì. Il giorno prima però, mentre andava al supermercato, un grande acquazzone lo aveva fermato al sottopassaggio della metro A.
-C (Dopo il punto la maiuscola) hissà quanto durerà, qui è sempre un problema quando piove - approcciò una signora dietro di lui. (qui ci va un punto fermo)
-l (anche qui la maiuscola) asciamo perdere signora, l'anno scorso mi sono trovato nella stessa metro ad aspettare (pausa con virgola) e alla fine sono tornato a casa alle dieci tutto zuppo - rispose, (incidentale quindi una virgola) con tono rassegnato, sapendo dentro di sè che, anche quel giorno, (lo metterei tra virgole) sarebbe tornato a casa tardi.
-c (e qui la maiuscola) erto, se non puliscono le fogne, questa città prima o poi si allagherà del tutto - ribattè la signora.
Coi tempi verbali ci siamo, la punteggiatura, mi ripeto, necessita di una lettura lenta, per riuscire a individuare i punti di pausa.