Corsa dei tori a Pamplona: tradizione da vietare?

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Mario Pulimanti
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Corsa dei tori a Pamplona: tradizione da vietare?

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:boxing: :angry5: Corsa dei tori a Pamplona: tradizione da vietare?

La città di Pamplona in Spagna è nota in tutto il mondo per la festa di San Fermín.
Migliaia di persone si danno appuntamento ogni anno in questa località per vivere il rischio e l’emozione dei suoi famosi encierros, ritratti per l’eternità da Ernest Hemingway nel suo romanzo Fiesta.
L’encierro è infatti la famosa corsa dei tori che ogni anno puntualmente si corre a Pamplona, in occasione della Fiesta di San Firmin, patrono di Navarra, tra il 6 e il 14 luglio.
Evento che attira in questa graziosa cittadina spagnola dei Pirenei migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo.
In primis americani, australiani, sudafricani e neozelandesi che hanno come passatempo anche quello di gettarsi dalla cima della statua di santa Cecilia (alta 5 metri) nelle braccia della folla sottostante.
I festeggiamenti iniziano col discorso ufficiale del sindaco della città e col lancio del chupinazo (razzo) dal balcone del municipio in Plaza Consistorial, a mezzogiorno del 6 luglio, e finiscono a mezzanotte del 14 luglio quando i partecipanti, vestiti di rosso e bianco, salutano la fiesta in Plaza del Ayuntamiento con una candela accesa in mano e cantando “pobre de mi” (letteralmente “povero me”).
Per nove giorni le strade di Pamplona, resa famosa dallo scrittore Ernest Hemingway, che proprio all’encierro dedicò il suo primo romanzo di successo, Fiesta (Il sole sorge ancora), sono invase di giorno da centinaia di persone che corrono con i tori e di notte dalla gente che festeggia fino a tarda sera.
Ma è proprio all’avvicinarsi dell’alba che l’atmosfera si surriscalda soprattutto per coloro che decidono di prendere parte attivamente alla corsa con l’obiettivo di entrare trionfalmente nell’arena, la Plaza de Toros, con un toro sbuffante alle calcagna.
I meno coraggiosi (ogni anno ci sono feriti e qualche volta anche morti e si tratta sempre di turisti) si godono lo spettacolo di fronte al bar Zaldiki, in cima alla via che parte dal Coralles del Gas, dove vengono tenuti i tori, su Santo Domingo, o in uno degli anelli dell’arena, punto d’arrivo dell’encierro, dove, una volta entrati i tori, che sono spinti nei recinti dove verranno tenuti fino alla corrida della sera, uno sparo annuncia la fine dell’encierro a coloro che sono ancora nel percorso.
Per accontentare la folla la vengono poi liberati i novillas ( i tori più giovani, con le corna rivestite da un’imbottitura) e per una mezz’oretta la folla dei corridori gioca al matador. Questa corsa breve ma intensa che in soli tre minuti copre gli 825 metri del tracciato si ripete tutti i giorni, dal 7 al 14 luglio.
I razzi indicano ai corridori i vari momenti dell’encierro: il primo sparo annuncia l’apertura delle porte del cortile, il secondo avvisa dell’uscita di tutti i tori, il terzo (già nell’arena) segnala l’ingresso degli animali e il quarto avverte che i tori si trovano già nel loro recinto e che l’encierro si è concluso.
Uno dei momenti più emotivi si tiene pochi minuti prima dell’inizio dell’encierro, quando i corridori si raccomandano a San Fermín cantando tre volte una litania davanti a una piccola immagine religiosa situata nella Cuesta de Santo Domingo. Irrinunciabile per molti anche lo spettacolo della corrida.
Ogni sera se ne tiene una con sei dei tori che hanno partecipato alla corsa della giornata. Tra una corsa e l’altra immancabile una pausa in uno dei tanti bar di Pamplona dove stappare bottiglie di champagne, birra e sangria sempre che non si venga coinvolti in uno dei tanti “trenini” di persone che si formano e vanno in giro per le viuzze della città al grido di “agua, agua, agua” quando si passa sotto ai balconi delle case.
Tori a parte nei nove giorni dell’encierro si tengono concerti, fuochi d’artificio, feste e balli sfrenati in puro stile movida spagnola, anche se l’attrazione principale rimangono comunque i tori che corrono per le vie della città e il fanatismo della gente.
Durante le feste, difatti, tutte le mattine il centro della città è attraversato da sfilate di giganti e testoni, per la gioia dei bambini. Il programma di eventi comprende anche sagre, concerti, spettacoli di danza e ovviamente corride di tori, solitamente molto vivaci per la presenza nelle tribune di nutriti gruppi di amici. San Fermín si conclude il 14 luglio a mezzanotte, quando tutti si riuniscono nella piazza del Municipio e alla luce delle candele cantano il “Pobre de mí” (Povero me), congedandosi dalla festa fino all’anno successivo. “Non lasciarmi solo”, “Corrida è crudeltà”, “Nè tori in piazza nè vacche nel piatto”.
Gli animalisti quest’anno hanno marciato pacificamente nel centro di Pamplona cantando, ballando e innalzando cartelli e striscioni che inneggiano ai tori e condannano le corride. Se i sondaggi indicano che l’amore per la tauromachia, tradizione secolare considerata parte del dna culturale del paese, è in calo in Spagna (il 58% è pronto a rinunciarvi), “los toros” rimangono molto popolari nell’estate spagnola.
Quasi in ogni paesino encierros, le corse con i tori, e corride attirano centinaia di migliaia di spettatori, molti dei quali stranieri.
Con un impatto economico non trascurabile, soprattutto in tempo di crisi: per l’Università di Extremadura il settore pesa 2 miliardi di euro, circa l’1% del Pil, e 200mila posti di lavoro. Il governo del premier conservatore Mariano Rajoy nel 2012 ha blindato la “fiesta” dichiarandola bene culturale nazionale, quindi protetto da possibili spinte abolizioniste.
Ma dalla vittoria nel 2015 delle giunte di Podemos, in diverse grandi città del paese come Madrid, Barcellona o Valencia il fronte antitaurino è ogni giorno più potente.
La Catalogna e le Canarie sono ormai corrida-free, il comune di Madrid ha tagliato le sovvenzioni al settore, l’anno scorso il fronte del no è riuscito a ottenere la fine della millenaria messa a morte con una lancia del Toro de La Vega a Torredesillas.
Nelle arene e nelle corse di tori le tensioni fra taurini e anti hanno raggiunto livelli allarmanti, in una spirale di insulti, ma anche scontri e aggressioni, e attacchi personali alle famiglie di toreri morti incornati nell’arena.
La Campagna animalista 2017 si preannuncia incandescente.
L’obiettivo è ora di arrivare all’abolizione in Spagna, cavalcando il calo di simpatia per la fiesta – i giovani al 60% sarebbero contro – e la debolezza del governo pro-corrida di Rajoy ora minoritario.
Da anni, in maniera simile alle critiche al Palio di Siena, gli animalisti chiedono la fine di questa tradizione che definiscono “barbarica”.
E rispetto alla gara senese, la violenza cui gli animali sono sottoposti non è né incidentale, né non voluta.
Tra le proteste più spettacolari si ricordano quelle proposte negli ultimi anni dalla PETA: la contro-organizzazione di corse di attivisti nudi.
Si ripete, insomma, il conflitto fra gli elementi più folcloristici delle tradizioni europee e l’etica ambientalista/animalista che ne rintraccia l’obsolescenza e la drammaticità.
Ci si chiede se sia giusto sottoporre shock psicologici e violenza fisica agli animali solo per soddisfare dei futili desideri umani.
Certamente gli animali non devono essere mai maltrattati. Ritengo che non sia però giusto tagliare i ponti con delle tradizioni secolari, di cui è nutrita la nostra storia popolare, oltre che i ricordi di ogni partecipante.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

Ejecución de los toros en Pamplona: la tradición de prohibir?

La ciudad de Pamplona en España es conocida en todo el mundo por las fiestas de San Fermín.
Miles de personas se reúnen todos los años en este lugar para experimentar el riesgo y la emoción de su famoso toro corriendo, retratos para la eternidad por Ernest Hemingway en su novela Fiesta.
El encierro es, de hecho, el famoso encierro de toros cada año en vez que se ejecuta en Pamplona, durante las fiestas de San Fermín, el patrón de Navarra, entre el 6 y 14 de julio.
Evento atrae en esta hermosa localidad del Pirineo Español miles de turistas de todo el mundo.
Primeros americanos, australianos, sudafricanos y neozelandeses que como un hobby también a arrojarse desde lo alto de la estatua de Santa Cecilia (5 metros) en los brazos de la multitud a continuación.
Las fiestas comienzan con el discurso oficial del alcalde de la ciudad y con el lanzamiento del chupinazo (cohete) desde el balcón del Ayuntamiento Plaza del Ayuntamiento, al mediodía del 6 de julio y terminan a la medianoche del 14 de julio cuando los participantes, ropa de color rojo y blanco, saludan la fiesta en la Plaza del Ayuntamiento con una vela encendida en la mano y cantando "pobre de mí" (literalmente, "pobre de mí").
Durante nueve días las calles de Pamplona, hecho famoso por Ernest Hemingway, que acaba Encierro dedicó su primera novela de éxito, Fiesta (The Sun Also Rises), son invadidos por día por cientos de personas corriendo con los toros y en la noche por personas celebrando hasta altas horas de la noche.
Pero es precisamente el enfoque del alba que la atmósfera se calienta especialmente para aquellos que deciden tomar parte activa en la carrera con el objetivo de entrar triunfalmente en la arena, la plaza de toros, con un toro bufando a sus talones.
Cuanto menos valiente (cada año hay lesiones y muertes veces y siempre es turistas) disfrutar del espectáculo delante de la barra Zaldiki, en la parte superior del camino que conduce desde el gas Coralles, donde se guardan los toros en Santo Domingo, o en uno de los anillos de la arena, el punto del toro, que, una vez que entró en los toros, que son impulsados en corrales donde se mantendrá hasta que la corrida por la noche de llegada, una bala anuncia el fin del toro los que todavía están en el camino.
Para complacer a la multitud luego son liberados novillas (toros jóvenes con cuernos cubiertos con relleno), y durante media hora la multitud de corredores juega Matador. Este breve pero intensa carrera en tan sólo tres minutos cubre 825 metros de la pista se repite todos los días, del 7 al 14 de julio.
Los cohetes indican a los conductores los distintos momentos del toro: el primer disparo anuncia la apertura de las puertas del patio, el segundo advierte la liberación de todos los toros, la tercera (ya en la arena) señala la entrada de animales y el cuarto advierte que los toros ya están en su recinto y que el encierro ha terminado.
Uno de los momentos más emotivos toma unos minutos antes del inicio del toro, cuando los corredores se les aconseja a San Fermín, cantando tres veces a la letanía delante de una pequeña imagen religiosa situada en la Cuesta de Santo Domingo. Esencial para muchos incluso el espectáculo de las corridas de toros.
Cada noche se llevó a cabo a seis toros que participaron en la prueba del día. Entre una raza y la otra una ruptura inevitable en uno de los muchos bares de Pamplona, donde descorchar botellas de champán, cerveza y sangría siempre que usted participe en una de las muchas "trenes" de las personas que se forman y dar la vuelta al calles estrechas de la ciudad gritando "agua, agua, agua" cuando se pasa por debajo de los balcones de las casas.
Toros en parte durante los nueve días del toro hay conciertos, fuegos artificiales, fiestas y el baile salvaje en cierto estilo de vida nocturna española, aunque la atracción principal siguen siendo los toros corriendo por las calles de la ciudad y el fanatismo de la gente .
Durante las vacaciones, de hecho, todas las mañanas al centro de la ciudad es atravesada por los desfiles de gigantes y cabezudos, para el deleite de los niños. El programa de actos también incluye festivales, conciertos, espectáculos de danza, y por supuesto las corridas de toros, por lo general muy brillantes debido a la presencia en las gradas de los grupos alimentados de amigos. San Fermín termina 14o de julio a la medianoche, cuando todos se reúnen en la plaza del ayuntamiento y la luz de las velas cantando el "Pobre de mí" (Pobre de mí), despidiéndose del partido hasta el año siguiente. "No me dejes solo", "La tauromaquia es cruel", "Ni en los toros cuadrados ni vacas en la olla".
derechos de los animales este año se manifestaron pacíficamente en el centro de Pamplona el canto, el baile y el aumento de los signos y pancartas alabando a los toros y condenar las corridas de toros. Si las encuestas muestran que la afición a los toros, tradición de siglos de edad, considerado parte del ADN cultural del país, está cayendo en España (58% está dispuesto a renunciar a ella), "los toros" siguen siendo muy populares en el Spagnol verano. Quasi toro corriendo en todos los pueblos, corriendo con los toros y las corridas de toros atraen a cientos de miles de espectadores, muchos de los cuales stranieri.Con un impacto económico significativo, sobre todo en tiempos de crisis: para el sector de la Universidad de Extremadura pesa 2 mil millones de euros, alrededor del 1% del PIB, y 200 mil puestos de trabajo. El gobierno del primer ministro conservador Mariano Rajoy en 2012 ha blindado la "fiesta", declarando que un bien cultural nacional, para preservarlo de posibles abolizioniste.Ma empujado por la victoria en 2015 de Seamless Podemos, en varias ciudades importantes del país como Madrid, Barcelona o Valencia frente antitaurino es más fuerte cada día. Cataluña y las Islas Canarias están ahora libres taurino, el municipio de Madrid ha recortado las subvenciones al sector, el año pasado el 'no' logró que el final de la puesta del milenio hasta la muerte con una lanza del Toro de la Vega Arenas Torredesillas.Nelle y tensiones toro corriendo entre la lucha contra los ataques personales a las familias de toros y han alcanzado niveles alarmantes, en una espiral de abuso, sino también el conflicto y la agresión, y murió toreros corneados en la arena. La campaña de derechos de los animales en el año 2017 promete ser caliente. El objetivo ahora es conseguir la abolición en España, montando la caída de simpatía por la fiesta - los jóvenes y el 60% estaría en contra - y la debilidad del gobierno Rajoy pro-taurinos ahora minoritario.Da años, similar a la la crítica del Palio di Siena, derechos de los animales se insta a poner fin a esta tradición que ellos llaman "bárbara" .Y en comparación con la carrera de Siena, la violencia que los animales son sometidos es casual ni voluta.Tra no los más espectaculares protestas son una reminiscencia de los propuso en los últimos años por PETA: la contra-organización de activistas nudi.Si corrió repeticiones, en definitiva, el conflicto entre los elementos de las tradiciones populares europeas y los derechos de los animales de ética / ambiental que hace un seguimiento de la obsolescencia y drammaticità.Ci se pregunta si es derecho a presentar shock psicológico y la violencia física a los animales sólo para satisfacer la inútil deseos animales umani.Certamente nunca deben ser objeto de abuso. Creo que no está bien, sin embargo, para cortar los lazos con las tradiciones seculares, que se nutre la historia de nuestro pueblo, así como las memorias de cada participante.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)
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Re: Corsa dei tori a Pamplona: tradizione da vietare?

Messaggio da Massimo Baglione »

Dovrebbero cominciare col vietare di medicare chi si ferisce, anche gravemente. Devono restare lì, per terra, a morire dissanguati, divorati dai corvi e consumati dai vermi.
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Mario Pulimanti
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Re: Corsa dei tori a Pamplona: tradizione da vietare?

Messaggio da Mario Pulimanti »

Certo, gli animali non devono essere maltrattati. Queste manifestazioni andrebbero rese meno cruente, ma non annullate del tutto. Questo nel rispetto delle tradizioni secolari.
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Massimo Baglione
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Re: Corsa dei tori a Pamplona: tradizione da vietare?

Messaggio da Massimo Baglione »

Permettimi di disentire.
Fare uno show nelle vie paesane con animali che poco dopo vengono infilzati in un'arena, ha poco di tradizionale da conservare, per me.
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Re: Corsa dei tori a Pamplona: tradizione da vietare?

Messaggio da Mario Pulimanti »

Gli animali non devono essere mai maltrattati, in una società civile. però è importante mantenere vive anche tradizioni secolari. L'ideale sarebbe realizzare tutto questo in un contesto non violento, adeguando vecchie tradizioni alla morale odierna.
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