LE DIMISSIONI FORZATE DEL MINISTRO NUNZIA DE GIROLAMO, TRA P

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Mario Pulimanti
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LE DIMISSIONI FORZATE DEL MINISTRO NUNZIA DE GIROLAMO, TRA P

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:boxing: LE DIMISSIONI FORZATE DEL MINISTRO NUNZIA DE GIROLAMO, TRA PROGETTI AGRICOLI, MARYLIN MONROE E RIFLESSIONI MISTICHE.

Decido di prendere le scale.
Bisogna approfittare di ogni occasione per fare esercizio, come mi ha detto il dottore durante l’ultimo check-up.
In ogni caso, a metà devo attaccarmi al corrimano e riprendere fiato.
Sala Cavour (“Il Parlamentino”) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Conferenza stampa del Ministro Nunzia de Girolamo.
In prima fila ci sono soltanto pezzi grossi e passacarte, così possono sfilare davanti alle telecamere e sentirsi importanti.
Io preferisco sedermi in fondo, tra giovani giornalisti e rampanti colleghi come se il tempo e le tante conferenze stampe dei Ministri precedenti non avessero visto passare tanta acqua sotto i ponti di Roma.
Ma l’odierno relatore prende il microfono per moderare ed immediatamente mi toglie l’illusione dell’inossidabilità del tempo.
I fatti parlano chiaro: il Ministero mette a disposizione un milione e 500mila euro per progetti di ricerca industriale nel settore agricoltura.
Inoltre stabilisce contributi a favore del settore florovivaistico.
Per di più è al via un progetto per la promozione dell’olio di oliva.
E meno male!
È ottimo infatti il tentativo di promuovere il consumo del nostro prodotto di eccellenza, l’olio di oliva, in quei paesi europei dove è ancora poco conosciuto.
Questo é difatti l’obiettivo del progetto “Olio d’oliva, alta qualità europea” voluto dal Ministero che, con campagne di comunicazione ad hoc, mira a farlo entrare stabilmente nel sistema alimentare di tutti i paesi dell’Unione Europea.
L’olio di oliva è un prodotto garantito, fa reddito per le imprese e unisce la qualità con i valori del territorio. Il “nuovo mercato” è rappresentato essenzialmente dal Belgio, Danimarca e Paesi Bassi. Il progetto mira, inoltre, a consolidare il consumo di questo alimento in Italia, dove il suo consumo è già molto radicato.
Ma non è mica finita qui, sembra siano stati raggiunti infatti anche altri importanti obiettivi quali la sospensione dell'Imu anche sui terreni agricoli e i fabbricati rurali, un'imposizione fiscale agevolata per il gas serra, l’attivazione di strumenti efficaci con cui intervenire su temi come il contrasto a fenomeni di economia irregolare e sommersa.
Ed ancora, la tracciabilità, l'etichettatura e il sostegno dell'inserimento dei giovani in agricoltura, la chiusura dell'accordo sulla riforma della Politica agricola comune (PAC), e su quello sulla Politica comune della pesca (PCP), la predisposizione di una serie di interventi che si concretizzeranno nell'Expo del 2015, con l'obiettivo di mettere in mostra le numerosissime eccellenze agroalimentari del nostro Paese.
Inoltre il Ministro comunica che è stata tenuta costantemente alta l'attenzione nei confronti delle contraffazioni e delle imitazioni delle nostre produzioni, tenuto conto che il “'Made in Italy” é il patrimonio più prezioso che il nostro sistema agroalimentare possa vantare.
La protezione delle nostre produzioni passa anche attraverso il decreto interministeriale che vieta la coltivazione del mais Mon810 in Italia.
Si tratta di un provvedimento che tutela la specificità dell'agricoltura italiana, la salvaguarda dall'omologazione e costituisce una prima risposta per definire un nuovo assetto nella materia della coltivazione di Ogm nel nostro Paese.
Infine il Ministro avvisa di aver fatto aggiungere anche le organizzazioni agricole nella Cabina di Regia per l'Italia Internazionale, lo strumento operativo che consente di coordinare le politiche del Paese in tema di internazionalizzazione.
Un riconoscimento fondamentale per il sostegno all'export agroalimentare che, solo nel 2012, ha prodotto un fatturato di oltre 30 miliardi di euro.
Meno male perché " l'agricoltura e l'agroalimentare sono due fondamenti del sistema Paese, bisognerà lavorare ancora affinché siano posti in modo permanente al centro dell'attenzione.
Ma la passione e le capacità non sono acqua in chi ama disinteressatamente il proprio lavoro, anzi sono un motore a quattro ruote motrici che porta la nostra agricoltura dovunque si voglia.
In questa Italia in parte colpita dalla mano della crisi economica mondiale e ancora di più da quella del malaffare e del peculato, dove sembra che tutti si facciano i fatti propri e tutto sembra andare alla deriva, sembra quasi anacronistico che esista ancora qualcuno che offre gratuitamente un contenitore culturale come il sostegno all’economia verde, tirando fuori le idee dal proprio cervello.
Questo accadeva venerdì.
Oggi tutto è cambiato: la ministra sannita Nunzia de Girolamo spiega così le sue dimissioni dopo il diktat del leader dei Pdl, Silvio Berlusconi che, di fatto, ha aperto alla crisi del Governo Letta: "Ho adempiuto alle richieste del presidente Berlusconi di rassegnare le dimissioni dal Governo per rispettare il mandato politico ricevuto: sono stata indicata nell'esecutivo dal mio partito e tengo fede all'impegno assunto col Pdl e con i suoi elettori".
L’ex ministra ha poi annunciato: "Non posso però tacere l'amara constatazione nel vedere come, nel momento più difficile della storia del nostro partito e del nostro leader, siano sempre più evidenti atteggiamenti, posizioni, radicalismi che poco hanno a che vedere con i valori fondativi del nostro movimento liberale fatto di rispetto delle Istituzioni, senso dello Stato e tolleranza nei confronti di chi la pensa diversamente. Questo ho imparato dieci anni fa da Silvio Berlusconi. In attesa di un chiarimento interno, che auspico immediato e definitivo, e confermando la mia assoluta lealtà al presidente Berlusconi, dichiaro sin d'ora che intendo proseguire sulla strada di quei valori, non riconoscendomi in strappi estremi ed estranei alla cultura e alla sensibilità dei nostri elettori e sostenitori".
Peccato: era un’ottima ministra.
Ah, ma non mi sono ancora presentato.
Detto fatto: mi chiamo Mario.
Mario Pulimanti.
Ed abito a Ostia.
Esco dall’ufficio.
Rientro a casa.
Sono ora seduto su un duro sedile di un vagone del metro Roma-Lido.
Il mio MP 3 mi sta facendo ascoltare “Over the Rainbow”.
Oltre l’arcobaleno.
La versione originale è cantata da Judy Garland per il film Il mago di Oz del 1939, ma quella che sto ora ascoltando è la famosa versione del cantante hawaiano Israel “IZ” Kamakawiwo’ole, soprannominato “Gigante buono”, morto nel 1997 all’età di 38 anni.
Nell’ultima parte della sua vita Iz divenne obeso e arrivò anche a pesare 340 Kg.
Versione stupenda.
Voce meravigliosa.
E’ una delle poche canzoni che riesce a farti venire i brividi, una ballata dolcissima con la quale Iz ti culla delicatamente.
E l’ukulele come unico strumento, col suo suono particolarissimo, rende indimenticabile una canzone già unica.
Ukulele.
Questa chitarrina la suona anche Marylin Monroe in “A qualcuno piace caldo”, il film con Jack Lemmon e Tony Curtis; l’ho visto venti volte.
Che bella che era, Marylin.
La metro sorpassa la stazione di Acilia mentre io socchiudo gli occhi, perso nelle mie riflessioni.
Sarà per il fatto che sono stanco.
Sarà perché mi è dispiaciuto che la De Girolamo si sia dimessa.
O meglio, che sia stata costretta a farlo.
Sarà perché mi sento una fame da lupi come mi accadeva quando avevo appena dato un esame all’Università.
Non lo so.
Però penso, penso, penso…
Non sono certamente un uomo con una posizione appetibile.
Sono solo un funzionario statale bloccato al nono livello da molto tempo.
Da quando va avanti questa storia?
Da 35 anni.
Funzionario statale suona, comunque, un po’ stalinista, a mio parere.
Penso a Valter, un mio amico del quale sono stato il testimone di nozze.
Ricambiandomi il favore, insieme a Liliana, la sua bella moglie.
E mia cara amica.
E’ una cosa che fra uomini come me dovrebbe rappresentare un legame per tutta la vita.
Eppure ultimamente ci siamo visti poco.
Anche perché è un alto servitore dello Stato.
Prefetto, addirittura.
Ho deciso, appena torno a casa gli telefono.
Parola di giovane marmotta.
Ma ecco che, riflettendo e rimuginando, a un tratto mi trovo, ahimè, coinvolto in mistiche congetture.
Mio malgrado, sia ben chiaro!
Ecco, davanti a me vedo il discepolo senza nome vicino a Maria di Cleofa, mentre al suo maestro crocifisso gli viene inferto un colpo di lancia nel petto.
Intanto Anna, il sacerdote assassino, ride del Gesù morente sulla croce, insieme a Satana, capo delle forze del male, che perde però la battaglia definitiva quando Cristo, l’Unto, risorge.
“Eli, Eli, lemà sabactàni?” Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?
Mi servo del dogma per uscire fuori dai miei dubbi razionali.
Quindi penso al Corano, che non ha difficoltà nell’esortare a diffondere le sue verità religiosa anche con la forza fisica.
E’ facile dire che la nostra arma è la parola.
Mi ricordo che alcuni giorni fa ho rivolto queste mie devote perplessità a Stefano, mio fratello. Ricordo anche che lui, sornione, mi ha lanciato un’occhiata stupita, consigliandomi di non fumare troppo pakistano nero.
Mah… Cosa avrà voluto dire?
La metro va e io continuo a pensare.
Il cattolicesimo non prevede la fine imminente di questo mondo e si aspetta l’instaurazione del regno di Dio, non tramite una campagna politico-militare, né mediante la conquista politica del potere.
Il suo messaggio è diverso da quello dell’Islam.
Questo anche per merito del pensiero politico liberale sviluppatosi in Occidente nel secolo scorso, anche per merito di cattolici-modernisti come Hugues-Félicité Robert de La Mennais, Jacques Maritain, Vincenzo Gioberti, Antonio Rosmini e Alessandro Manzoni, secondo i quali la religione è un’attività separata e distinta dalla politica.
Invece l’Islam è rimasto antico, non avendo mai operata questa separazione tra religione e politica. E se Mazzini fosse nato a Beirut, invece che a Genova?
Ah, tra un pensiero e l’altro sono finalmente tornato a casa.
Alla prossima!

Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)
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