Sogni di vetro

gli articoli di riflessione e attualità di M. Pulimanti
Rispondi
Avatar utente
Mario Pulimanti
Scrittore
Scrittore
Messaggi: 849
Iscritto il: 12/04/2006, 16:50
Località: Lido di Ostia -Roma

Sogni di vetro

Messaggio da Mario Pulimanti »

:angryfire: Sogni di vetro

Mi chiamo Mario.
Uno e ottanta, abitante di Ostia, ultracinquantenne.
Plurilaureato.
Superoccupato.
Sottopagato.
Temo la morte.
Ora è sulle mie tracce.
Questa è la mia storia.
La cultura del sospetto non è l'anticamera della giustizia.
I transessuali s’innamorano tutti di me, esercito su di loro un fascino imbarazzante (per me, soprattutto), perché io sono un uomo vero, e nessuno meglio dei transessuali sa riconoscere gli uomini veri; ma io non raccolgo, ringrazio gentile, ma non raccolgo.
Io sono un uomo vero e agli uomini veri piacciono le donne vere.
Tempesta di sogni.
Giornata di merda.
Umida, tra l’altro.
Un’umidità saporita che sta aumentando col passare delle ore.
Pare di masticarla come un cibo, riempie lo stomaco, togliendo l’appetito.
Infatti, nonostante l’ora, non ne ho neanche un filo.
Entro in ufficio.
Mi si presenta una scalcagnata sindacalista che solo un ardito, cieco e con un arretrato di anni, potrebbe avvicinare.
Sbuffo, nervoso.
“Molto bene”, penso.
“Manca un codice”, dice riferendosi a un mio vecchio ricorso.
“Lo so”, confesso.
“Aggiungilo, quindi” fa lei.
“Lo dico ma è come se non lo facessi. Non sono più interessato”, avviso prima di salutarla, in un soffio.
Soffio che provoca una smorfia di disappunto sul viso della sindacalista perché tra tutti gli eccellenti ricorrenti, veri e presunti, che il suo elenco può vantare, dal dirigente CHICCHIRICHI', al direttore generale CAZZAVILLANI, al direttore didattico POMPINI, al notaio FICAROTTA, al prefetto MEZZABARBA, al segretario comunale TONTODIMAMMA, il nome che lei avrebbe volentieri fatto a meno di sentire è proprio il mio.
“L’occasione fa l’uomo ladro” aggiunge, “non tocca a me insegnartelo, Mario Pulimanti!
Un’orribile parolaccia destinata a lei sale alla lingua, ma mi trattengo.
“Non sempre” rispondo.
Lascia cadere le braccia lungo i fianchi. “Allora ciao e grazie”, dice. E si avvia lungo il corridoio del piano terra.
Le cose cambiano, penso, secondo come e chi le guarda.
O cazzo.
Mmm…. Roba da matti!
Stanco.
Stufo.
Vecchio.
E pure coglione.
Mi brucia lo stomaco.
Esco.
Fuori, all’aria aperta!
Lontano da quell’odore di bruciato!
Quel sentore di guaio, quell’ala malefica che mi ha sfiorato quando mi ha parlato del vecchio ricorso, del fatto che secondo lei vinceranno in appello, improvvisamente è sparito.
Ho sbagliato?
Un tè al profumo di amore?
No, non mi pare.
Cosa dovrei rispondere?
Sì?
No?
Boh?
La verità, porca puttana!
Gelsomino d'inverno.
D’altronde mica posso negare che avrei fatto male a far parte ancora della squadra dei ricorrenti storici di un ricorso inutile.
Comunque mi sono fatta un’idea.
Qualunque cosa sia accaduta nella mia carriera tanto da farmi diventare un deluso funzionario, non mi sono arreso.
Non ho scelto la bottiglia per scambiare frustrazione e rancore con alcolica consolazione, così come fanno molti colleghi disillusi.
Ho adottato un’altra strategia.
Sono cambiato.
Sogni di vetro.
E adesso?
Nessun pensiero, se non quello di stare lì, attendere.
Smetterò di sbirciare l’orologio.
Non zoppicherò.
E, poiché di fantasia ne ho, mentre prendo a calci la realtà, comincio immediatamente a immaginare come potrebbe essere una vacanza nelle Crete Senesi.
O vivere sopra l’arcobaleno.
Over the rainbow.
Mamma Ernesta.

Tuono d'amore.

Sto pensando a lei, mentre mi sparo un colpo in testa con una Glock 30.

Ecco, ora sto morendo.

Vedo la luce avanzare dal fondo della stanza.

Aspetto.

Faccio finta di contare.

Cerco di ingannare il tempo.

La luce invade la stanza.

La nebbia d'agosto.

L'ombra dell'anima.

Credo di essere morto.

Anzi, ne sono quasi certo.

Sì, sono morto.

Fine.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)
Allegati
paperino_colorato(1).gif
paperino_colorato(1).gif (15.03 KiB) Visto 1305 volte
Rispondi