Eluana Englaro: morte dignitosa?
- Mario Pulimanti
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Eluana Englaro: morte dignitosa?
???
Eluana Englaro, la donna in stato di coma vegetativo da 17 anni, è morta nella clinica La Quiete di Udine dove era ricoverata. La conferma della morte di Eluana Englaro è arrivata dalla presidente della Quiete, Ines Domenicali. "È morta, non so dire l’ora. Non chiedetemi altro". Poi, a comunicare che è morta alle 20:10, è stato il primario di rianimazione Amato De Monte.
Poco prima che Eluana morisse, avevo scritto queste riflessioni.
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Molti dicevano che Eluana era morta diciassette anni fa, e che ognuno ha il diritto di disporre di sé e della propria vita. Ma da quando Eluana è stata trasportata di notte da Lecco a Udine per morire, ecco che tutto cambia: si viene a sapere che per morire ci metterà da due a tre settimane, che sarà necessario somministrare dei sedativi - perché non possiamo essere sicuri che non senta dolore - e che ci vorrà un'équipe di medici e di volontari per assisterla. Allora, anche chi non aveva voluto informarsi seriamente, chi pensava che si trattasse semplicemente di un caso di accanimento terapeutico, comincia ad avere dei dubbi: il fatto che questa donna sia viva e non tenuta in vita da macchine, che non sia una paziente moribonda, balza finalmente agli occhi di tutti. Non sono più le parole di un medico contro un altro, ma è la realtà che parla. Così pure l'ammissione - anche da parte del neurologo Carlo Alberto Defanti, medico curante solidale con il padre - che non sappiamo se soffrirà o no, fa capire come in fondo, a proposito dei livelli di consapevolezza di Eluana, non si possa escludere nulla.
Sempre in questi ultimi giorni, il tentativo del procuratore della Repubblica di Udine di riaprire il fascicolo relativo alla sentenza del tribunale lombardo che ha accettato la tesi del papà di Eluana non ha avuto esito, ma è servito a dare voce a nuovi testimoni, non ascoltati nel procedimento, importanti e attendibili. In sostanza, emerge con chiarezza che la sentenza alla fine favorevole alle ragioni del padre sia, a dire poco, controversa.
Questo fatto, naturalmente gravissimo, mostra come sia difficile, se non impossibile, appurare le intenzioni sulla propria vita non espresse per scritto, davanti a testimoni, in modo chiaro e indiscutibile. E senza aprire il problema di un possibile cambiamento qualora ci si trovi in condizioni di malattia, già solo le difficoltà di accertamento della volontà fanno comprendere a quale fragile e inconsistente filo sia legata l'utopia della libertà di disporre della propria vita.
Privata della protezione di una legge che la consideri essere umano anche nelle condizioni di stato vegetativo persistente, che non la lasci in balia dei desideri - se pure dolorosamente comprensibili - dei familiari provati dalla disgrazia, Eluana viene condotta a una morte che si avvicina molto più all'eutanasia che al rifiuto di cure sproporzionate.
Questo caso, lacerando l'Italia e costringendoci a riflettere, ha messo in luce tutte le ambiguità che stanno dietro le ideologie, in apparenza pietose, della morte dignitosa e della libertà di disporre della propria vita. E fa capire, più di mille discorsi, quale può essere la deriva di una società che decide chi non è più "degno di vivere" promuovendone la morte, una società per cui la morte diventa un confine convenzionale e non naturale, quindi da definirsi attraverso leggi e pareri medici. Il tutto sempre velato dal mito della libertà individuale, che sembra raggiungere il suo apice nell'ottenimento del diritto di decidere della propria fine.
Questo discorso risulta poi particolarmente fuori luogo, e giustificato solo dall'ideologia, se lo confrontiamo con il modo in cui si muore nelle nostre società occidentali: chiunque ha assistito un parente gravemente malato sa che fino all'ultimo al paziente viene celata la prossimità della morte, come se fosse qualcosa di indicibile e insopportabile, per lui e per le persone che gli stanno intorno. In genere, oggi si tende a circondare la morte di veli, facendo di tutto per ignorare che si sta per morire: e questa sarebbe la morte dignitosa? Dal momento che la morte è parte fondamentale della vita umana, questa sua rimozione, sulla quale sono state spese tante pagine di storici, sociologi e filosofi - senza però incidere sulla realtà del vissuto - costituisce una prova dell'abbrutimento culturale in cui viviamo.
Se non si ha il coraggio di guardare negli occhi una persona cara che sta per morire, dicendo la verità e aiutandola, come si può parlare di morte dignitosa per Eluana? Come possiamo discutere di "disponibilità della vita"? È da lì che dobbiamo cominciare per pensare a una morte davvero dignitosa, senza lasciarci condizionare dalle ideologie di chi vorrebbe decidere per una persona debole, quando non è più in grado di difendersi.
Mario Pulimanti
Eluana Englaro, la donna in stato di coma vegetativo da 17 anni, è morta nella clinica La Quiete di Udine dove era ricoverata. La conferma della morte di Eluana Englaro è arrivata dalla presidente della Quiete, Ines Domenicali. "È morta, non so dire l’ora. Non chiedetemi altro". Poi, a comunicare che è morta alle 20:10, è stato il primario di rianimazione Amato De Monte.
Poco prima che Eluana morisse, avevo scritto queste riflessioni.
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Molti dicevano che Eluana era morta diciassette anni fa, e che ognuno ha il diritto di disporre di sé e della propria vita. Ma da quando Eluana è stata trasportata di notte da Lecco a Udine per morire, ecco che tutto cambia: si viene a sapere che per morire ci metterà da due a tre settimane, che sarà necessario somministrare dei sedativi - perché non possiamo essere sicuri che non senta dolore - e che ci vorrà un'équipe di medici e di volontari per assisterla. Allora, anche chi non aveva voluto informarsi seriamente, chi pensava che si trattasse semplicemente di un caso di accanimento terapeutico, comincia ad avere dei dubbi: il fatto che questa donna sia viva e non tenuta in vita da macchine, che non sia una paziente moribonda, balza finalmente agli occhi di tutti. Non sono più le parole di un medico contro un altro, ma è la realtà che parla. Così pure l'ammissione - anche da parte del neurologo Carlo Alberto Defanti, medico curante solidale con il padre - che non sappiamo se soffrirà o no, fa capire come in fondo, a proposito dei livelli di consapevolezza di Eluana, non si possa escludere nulla.
Sempre in questi ultimi giorni, il tentativo del procuratore della Repubblica di Udine di riaprire il fascicolo relativo alla sentenza del tribunale lombardo che ha accettato la tesi del papà di Eluana non ha avuto esito, ma è servito a dare voce a nuovi testimoni, non ascoltati nel procedimento, importanti e attendibili. In sostanza, emerge con chiarezza che la sentenza alla fine favorevole alle ragioni del padre sia, a dire poco, controversa.
Questo fatto, naturalmente gravissimo, mostra come sia difficile, se non impossibile, appurare le intenzioni sulla propria vita non espresse per scritto, davanti a testimoni, in modo chiaro e indiscutibile. E senza aprire il problema di un possibile cambiamento qualora ci si trovi in condizioni di malattia, già solo le difficoltà di accertamento della volontà fanno comprendere a quale fragile e inconsistente filo sia legata l'utopia della libertà di disporre della propria vita.
Privata della protezione di una legge che la consideri essere umano anche nelle condizioni di stato vegetativo persistente, che non la lasci in balia dei desideri - se pure dolorosamente comprensibili - dei familiari provati dalla disgrazia, Eluana viene condotta a una morte che si avvicina molto più all'eutanasia che al rifiuto di cure sproporzionate.
Questo caso, lacerando l'Italia e costringendoci a riflettere, ha messo in luce tutte le ambiguità che stanno dietro le ideologie, in apparenza pietose, della morte dignitosa e della libertà di disporre della propria vita. E fa capire, più di mille discorsi, quale può essere la deriva di una società che decide chi non è più "degno di vivere" promuovendone la morte, una società per cui la morte diventa un confine convenzionale e non naturale, quindi da definirsi attraverso leggi e pareri medici. Il tutto sempre velato dal mito della libertà individuale, che sembra raggiungere il suo apice nell'ottenimento del diritto di decidere della propria fine.
Questo discorso risulta poi particolarmente fuori luogo, e giustificato solo dall'ideologia, se lo confrontiamo con il modo in cui si muore nelle nostre società occidentali: chiunque ha assistito un parente gravemente malato sa che fino all'ultimo al paziente viene celata la prossimità della morte, come se fosse qualcosa di indicibile e insopportabile, per lui e per le persone che gli stanno intorno. In genere, oggi si tende a circondare la morte di veli, facendo di tutto per ignorare che si sta per morire: e questa sarebbe la morte dignitosa? Dal momento che la morte è parte fondamentale della vita umana, questa sua rimozione, sulla quale sono state spese tante pagine di storici, sociologi e filosofi - senza però incidere sulla realtà del vissuto - costituisce una prova dell'abbrutimento culturale in cui viviamo.
Se non si ha il coraggio di guardare negli occhi una persona cara che sta per morire, dicendo la verità e aiutandola, come si può parlare di morte dignitosa per Eluana? Come possiamo discutere di "disponibilità della vita"? È da lì che dobbiamo cominciare per pensare a una morte davvero dignitosa, senza lasciarci condizionare dalle ideologie di chi vorrebbe decidere per una persona debole, quando non è più in grado di difendersi.
Mario Pulimanti
Ultima modifica di Mario Pulimanti il 28/03/2009, 17:10, modificato 1 volta in totale.
Mario Pulimanti
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Re: Eluana Englaro: morte dignitosa?
Se la vita improvvisamente smettesse di procreare altra vita forse si darebbe + valore alla Vita stessa! Ma indipendentemente da una Vita, la Vita vuole solo essere portata a termine x natura in una maniera decisamente naturale.
Arrestare una Vita vegetativa credo sia come negare la vita: tutto ciò che partorisce la natura è giusto che chiuda il suo ciclo così come l'ha generata...
Arrestare una Vita vegetativa credo sia come negare la vita: tutto ciò che partorisce la natura è giusto che chiuda il suo ciclo così come l'ha generata...
Ultima modifica di saranelsole il 11/02/2009, 18:43, modificato 1 volta in totale.
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Re: Eluana Englaro: morte dignitosa?
...Ci sono persone che non sanno nemmeno di esistere fin dall nascita: basta andare in una clinica psichitrica...
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Re: Eluana Englaro: morte dignitosa?
abbiamo due braccia e due gambe e x questo necessita vivere?
Re: Eluana Englaro: morte dignitosa?
serena, se tu modifichi un post la mia replica nella parte iniziale non ha più senso
e per questo la cancello.
Rimane un fatto che la decisione presa da peppino englaro avrebbe dovuto rimanere privata
perchè ciascuno di noi decide per se nell'intimità della propria famiglia. Rispetto la tua opinione,
ma se dovvessi trovarti intubata per tanti anni senza possibilià neanche di deglutire il cibo, senza
poter reagine a nessuno stimolo - neanche ad uno splillo sul braccio, come avviene in chi è in
stato vegetativo permanente - perdendo denti e capelli, col viso deformato e diventando pelle e ossa
- la povera eluana negli ultimi giorni non era certo come nelle foto rese pubbliche - beh se dovesse
capitare a te - ovvio che non lo auguro a nessuno, nemmeno al mio peggior nemico - vorresti che i tuoi
cari ti tenessero in vita come una piantina? io sinceramente no.
e per questo la cancello.
Rimane un fatto che la decisione presa da peppino englaro avrebbe dovuto rimanere privata
perchè ciascuno di noi decide per se nell'intimità della propria famiglia. Rispetto la tua opinione,
ma se dovvessi trovarti intubata per tanti anni senza possibilià neanche di deglutire il cibo, senza
poter reagine a nessuno stimolo - neanche ad uno splillo sul braccio, come avviene in chi è in
stato vegetativo permanente - perdendo denti e capelli, col viso deformato e diventando pelle e ossa
- la povera eluana negli ultimi giorni non era certo come nelle foto rese pubbliche - beh se dovesse
capitare a te - ovvio che non lo auguro a nessuno, nemmeno al mio peggior nemico - vorresti che i tuoi
cari ti tenessero in vita come una piantina? io sinceramente no.
se l'invidia è il motore della economia di pace,
lo spreco è il suo carburante. e in guerra papà?
che volevo dire? Ah si, divertitevi! davvero. ma un angolo dello sguardo lasciatelo
a chi soffre, poiché in guerra molti cadono, non tutti muoiono. mentre in tempo di
pace tutti scambiano eppure c'è sempre qualcuno che perde
http://xoomer.alice.it/fabiandirosa/
http://www.youtube.com/fabiandirosa
lo spreco è il suo carburante. e in guerra papà?
che volevo dire? Ah si, divertitevi! davvero. ma un angolo dello sguardo lasciatelo
a chi soffre, poiché in guerra molti cadono, non tutti muoiono. mentre in tempo di
pace tutti scambiano eppure c'è sempre qualcuno che perde
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Re: Eluana Englaro: morte dignitosa?
Se tutto questo discutere, sull'amore per la vita si materializzasse come per incanto sarebbe davvero bellissimo.
Un esempio? Ci proclamiamo difensori della vita, ma in macchina corriamo a 200 km/h laddove c'è un limite di 80 km/h, il fumo fa male e ci ciucciamo 60 sigarette al giorno, l'alcol fa male e ci beviamo fino a non poterci reggere in piedi il sabato sera, per poterci poi con dolcezza andare a schiantare, potrei continuare, e l'elenco sarebbe davvero infinito.
Credo che in tutto questo discutere giusto o sbagliato che sia, ci sia un infinità di ipocrisia. Sono per la libertà di scelta, non discuto che sia giusta la battaglia condotta fino ad ora dal sig. Englaro, come non mi sento di dire che chi sostiene il contrario sbaglia.
Un esempio? Ci proclamiamo difensori della vita, ma in macchina corriamo a 200 km/h laddove c'è un limite di 80 km/h, il fumo fa male e ci ciucciamo 60 sigarette al giorno, l'alcol fa male e ci beviamo fino a non poterci reggere in piedi il sabato sera, per poterci poi con dolcezza andare a schiantare, potrei continuare, e l'elenco sarebbe davvero infinito.
Credo che in tutto questo discutere giusto o sbagliato che sia, ci sia un infinità di ipocrisia. Sono per la libertà di scelta, non discuto che sia giusta la battaglia condotta fino ad ora dal sig. Englaro, come non mi sento di dire che chi sostiene il contrario sbaglia.
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Re: Eluana Englaro: morte dignitosa?
il miracolo + grande è resistere alla vita...
Re: Eluana Englaro: morte dignitosa?
anch'io oggi non mi sento molto bene, sarà il gelo artico per raffredda le radici :-XLuigi Zagaria ha scritto: Se tutto questo discutere, sull'amore per la vita si materializzasse come per incanto sarebbe davvero bellissimo.
Un esempio? Ci proclamiamo difensori della vita, ma in macchina corriamo a 200 km/h laddove c'è un limite di 80 km/h, il fumo fa male e ci ciucciamo 60 sigarette al giorno, l'alcol fa male e ci beviamo fino a non poterci reggere in piedi il sabato sera, per poterci poi con dolcezza andare a schiantare, potrei continuare, e l'elenco sarebbe davvero infinito.
Credo che in tutto questo discutere giusto o sbagliato che sia, ci sia un infinità di ipocrisia. Sono per la libertà di scelta, non discuto che sia giusta la battaglia condotta fino ad ora dal sig. Englaro, come non mi sento di dire che chi sostiene il contrario sbaglia.
se l'invidia è il motore della economia di pace,
lo spreco è il suo carburante. e in guerra papà?
che volevo dire? Ah si, divertitevi! davvero. ma un angolo dello sguardo lasciatelo
a chi soffre, poiché in guerra molti cadono, non tutti muoiono. mentre in tempo di
pace tutti scambiano eppure c'è sempre qualcuno che perde
http://xoomer.alice.it/fabiandirosa/
http://www.youtube.com/fabiandirosa
lo spreco è il suo carburante. e in guerra papà?
che volevo dire? Ah si, divertitevi! davvero. ma un angolo dello sguardo lasciatelo
a chi soffre, poiché in guerra molti cadono, non tutti muoiono. mentre in tempo di
pace tutti scambiano eppure c'è sempre qualcuno che perde
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Re: Eluana Englaro: morte dignitosa?
anche se la cosa mi spaventa, la vedo come zag.... è difficile esprimersi, anche se, se proprio devo pendere in una direzione, mi sento piu vicino al padre che al governo. Chi ci è passato, con un parente con un tumore o altro, credo lo possa capire meglio. Certo, mi direte, in questo caso poteva "vivere" altri 20 anni.... Se quello è vivere. é difficile esprimersi.
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Re: Eluana Englaro: morte dignitosa?
se non erro da sempre il valore della vita è sempre stato paragonato a quello di ogni essere vivente (pensante o non) sulla terra...