Poesie di una canaglia
Re: Poesie di una canaglia
Come in un bosco
Come in un bosco ad un uomo
che camminando solitario
immerso nella nebbia che toglie l’aria
e soccombe solo all’orizzonte più vicino
talvolta l’angoscia mi prende,
di esser seguito da un Dio
e giudicato ad ogni passo
che tremare fa le foglie
come vecchie ossa al suono del Vespro,
di esser spiato dagli occhi
scintillanti e alteri di corvi
che non posso afferrare
nemmeno nel più nero incubo,
di vedermi sbarrato nel cammino
da un portone di ferro battuto
e forgiato dai miei stessi figli
gioco d’infanzia operaia,
e capisco che non v’è sollievo
come ad una febbre mortale,
ma solo effimeri attimi di paradiso
che gli antichi chiamavano Felicità,
o eterna, immutata, Libertà.
Come in un bosco ad un uomo
che camminando solitario
immerso nella nebbia che toglie l’aria
e soccombe solo all’orizzonte più vicino
talvolta l’angoscia mi prende,
di esser seguito da un Dio
e giudicato ad ogni passo
che tremare fa le foglie
come vecchie ossa al suono del Vespro,
di esser spiato dagli occhi
scintillanti e alteri di corvi
che non posso afferrare
nemmeno nel più nero incubo,
di vedermi sbarrato nel cammino
da un portone di ferro battuto
e forgiato dai miei stessi figli
gioco d’infanzia operaia,
e capisco che non v’è sollievo
come ad una febbre mortale,
ma solo effimeri attimi di paradiso
che gli antichi chiamavano Felicità,
o eterna, immutata, Libertà.
Re: Poesie di una canaglia
E saltellando saltellando
arrivano cantando e
a bocca asciutta gridano i poeti
e a mani disgiunte ballano i peccatori
a piedi nudi sversano parole effimere
ora la terra trema
ora i neri corvi cadono
i morti respirano la nebbia
i vivi respirano la morte
nel sangue annega la miseria
e camminando camminado
a mani vuote scrivo e nessuno tace
e a pedi disgiunti fuggono i codardi
le bocche avide dei ministri si leccano le dita
ora il cielo si ridiscende in una nube nera
ora i boiardi di stato si compiacciono
della miseria del suo popolo che si avvelena
bocche infami che divorate la nostra povertà
arrivano cantando e
a bocca asciutta gridano i poeti
e a mani disgiunte ballano i peccatori
a piedi nudi sversano parole effimere
ora la terra trema
ora i neri corvi cadono
i morti respirano la nebbia
i vivi respirano la morte
nel sangue annega la miseria
e camminando camminado
a mani vuote scrivo e nessuno tace
e a pedi disgiunti fuggono i codardi
le bocche avide dei ministri si leccano le dita
ora il cielo si ridiscende in una nube nera
ora i boiardi di stato si compiacciono
della miseria del suo popolo che si avvelena
bocche infami che divorate la nostra povertà
Re: Poesie di una canaglia
volete a tutti i costi trascinarmi nella vostra merda
mi tiro fuori a forza di braccia e di gambe
ma la musica è sempre la stessa
fuggire non mi basta che i bastardi mi inseguono
è la morte che semina la sete di vendetta
è l'odio che trascina tutto nella vanità
è l'invidia dei vostri giorni che cercate
lodate il signore con umiltà
mi tiro fuori a forza di braccia e di gambe
ma la musica è sempre la stessa
fuggire non mi basta che i bastardi mi inseguono
è la morte che semina la sete di vendetta
è l'odio che trascina tutto nella vanità
è l'invidia dei vostri giorni che cercate
lodate il signore con umiltà
Re: Poesie di una canaglia
Lui e Lei
Lui e Lei sono in camera
e la camera li inquadra
un sorriso per la pubblicità,
poi Lei fa salire
le azioni di Lui
con l’acquisto di un bacio
e la vendita
dei diritti di mani
sul proprio corpo,
Lui annuncia i titoli
sussurrando
e sfrega con l’indice
i seni di Lei,
Lei si sdraia sul letto
e dichiara la bancarotta,
Lui introduce
il nuovo prodotto
e il benessere sale.
Lui e Lei sono in camera
e la camera li inquadra
un sorriso per la pubblicità,
poi Lei fa salire
le azioni di Lui
con l’acquisto di un bacio
e la vendita
dei diritti di mani
sul proprio corpo,
Lui annuncia i titoli
sussurrando
e sfrega con l’indice
i seni di Lei,
Lei si sdraia sul letto
e dichiara la bancarotta,
Lui introduce
il nuovo prodotto
e il benessere sale.
Re: Poesie di una canaglia
Ore 7:15
Accadde forse in
quel momento,
arrivai a casa
alle 7:15,
la mia vecchia casa
con i divani sfondati
e le lampadine rotte,
fu li che tutto
il mondo
mi prese a cazzotti,
tra l’attaccapanni
e il frigo,
“Amore, sei tu?”
disse una voce
sempre uguale
da trent’anni
sempre simile
e familiare
come una forchetta
o una lampada
che se ne sta li
a squadrare
la noia
di chi dorme
e di chi non dorme,
entrai nel bagno
lei era nella vasca
nuda, bella
senza amore,
presi lo stereo
e lo scagliai
nella vasca,
e quello fu l’ultimo
sfavillio
del nostro
amore,
presi il portafoglio
e mi diressi
al negozio
per comprare
uno stereo nuovo.
Accadde forse in
quel momento,
arrivai a casa
alle 7:15,
la mia vecchia casa
con i divani sfondati
e le lampadine rotte,
fu li che tutto
il mondo
mi prese a cazzotti,
tra l’attaccapanni
e il frigo,
“Amore, sei tu?”
disse una voce
sempre uguale
da trent’anni
sempre simile
e familiare
come una forchetta
o una lampada
che se ne sta li
a squadrare
la noia
di chi dorme
e di chi non dorme,
entrai nel bagno
lei era nella vasca
nuda, bella
senza amore,
presi lo stereo
e lo scagliai
nella vasca,
e quello fu l’ultimo
sfavillio
del nostro
amore,
presi il portafoglio
e mi diressi
al negozio
per comprare
uno stereo nuovo.
Re: Poesie di una canaglia
eh ma se ne compra subito uno nuovo
il lieto fine non si fà mai attendere
il lieto fine non si fà mai attendere
Re: Poesie di una canaglia
In stazione
Eccomi
in stazione
a Padova,
fa freddo
ma non troppo,
il cielo
blu e grigio
gioca con le mura
dei palazzi
i fari degli autobus
e i sussurri
e i semafori
e mi osserva,
strani tipi
pazzi e suore
volano sul piazzale
mentre tossisco
appoggiato al muro
basco in testa
e qualcosa tipo
Sex Pistols
A scaldarmi la schiena,
nelle cuffie,
sto fumando
almeno sto in pace
ora,
no, nemmeno ora,
mi si avvicina
un giovanotto Leninista
che spalanca la bocca
come un pesce
fritto
non sento nulla,
grazie Johnny Rotten,
ma per qualche strano
motivo
chiamatela educazione
gli chiedo di ripetere
“Organizziamo dibattiti
sul materialismo storico”
“Spiacente, ho già letto il
Das Kapital”
“Tutto?“
„Eh già, e anche Lenin“
“Ma ci vuole anche la pratica
oltre alla teoria”
“Vabbeh”
me ne vado,
ufff…
Eccomi
in stazione
a Padova,
fa freddo
ma non troppo,
il cielo
blu e grigio
gioca con le mura
dei palazzi
i fari degli autobus
e i sussurri
e i semafori
e mi osserva,
strani tipi
pazzi e suore
volano sul piazzale
mentre tossisco
appoggiato al muro
basco in testa
e qualcosa tipo
Sex Pistols
A scaldarmi la schiena,
nelle cuffie,
sto fumando
almeno sto in pace
ora,
no, nemmeno ora,
mi si avvicina
un giovanotto Leninista
che spalanca la bocca
come un pesce
fritto
non sento nulla,
grazie Johnny Rotten,
ma per qualche strano
motivo
chiamatela educazione
gli chiedo di ripetere
“Organizziamo dibattiti
sul materialismo storico”
“Spiacente, ho già letto il
Das Kapital”
“Tutto?“
„Eh già, e anche Lenin“
“Ma ci vuole anche la pratica
oltre alla teoria”
“Vabbeh”
me ne vado,
ufff…
Re: Poesie di una canaglia
bela mi piace ti son arrivate le mie mail?
Re: Poesie di una canaglia
si mi sono arrivate, mi sto organizzando