sonetti - siete in grado?

[hombre sincero]

"dieci sigarette per un sonetto" mi garba pure a me

[elefante6]

Grazie a Carlo e Hombre Sincero per l'apprezzamento.

A questo punto approffitto: vi sarei grato se poteste dirmi sapere cosa pensate di questo sonetto e se secondo voi alla donna in questione farebbe piacere riceverlo sapendo che parla di lei (tenendo presente che questa probabilmente non sa neppure cosa sia un sonetto...).


Donna, lo sguardo che tu vedi adesso
reca le tinte fosche del travaglio
incise sulla retina, bersaglio
d'altri mondi di cui sono il riflesso.

Ma se pure fui nel mio cuore fésso,
ch'ancora avverto in cicatrici il taglio,
perdo ogni senno dinanzi al barbaglio
che nell'iride tuo mi fa convesso.

Deh, non ti colga alcun tentennamento,
né ti distragga punto altro dolore,
per tutto ciò che nei tuoi occhi splende

lasciami entrare e seminare il vento
nel tuo cuore, poichè vento di spore
è la vita quando l'amor la prende.

[hombre sincero]

Dipnende dalla donna, dal sonetto, dal come lo leggerà e da cosa sente in quel momento.

E me mi garba.

[carlo]

concordo che dipende dalla donna... il sonetto però è indubbiamente bello e si avverte la sua sincerità.

[elefante6]

grazie a Carlo e Hombre.

[hombre sincero]

E' qui, nell'ora della nostra morte
a sentire quello che eravamo
in un attimo eterno, che forte
va e ricorda tutto ciò che siamo.

Scorre d’incanto in ciò che amiamo
quello che del cuore aprì le porte
e il suo gesto che prese all’amo
un sogno d’oro, baciando la sorte.

Che è espugnare la roccaforte
nel buio del tempo che abitiamo
con fantasie di schegge risorte.

Rappacificate le strade torte;
buonanotte che adesso dormiamo,
tacendo il niente con rime morte.

[elefante6]

Hombre, secondo me tu hai ottima capacità espressiva e molta fantasia per scrivere sonetti. Però, se vogliamo parlare dei rigori della metrica, mi permetto di invitarti a considerare con attenzione gli effetti dell'elisione, che si verifica quando una parola all'interno del verso termina in vocale non accentata e la seguente comincia per vocale. In questo caso le vocali si uniscono in un corpo solo a formare una sola sillaba, conglobando anche una eventuale congiunzione che fosse tra di loro frapposta.

Per esempio, leggendo il sonetto (tutto in versi rigorosamente endecasillabi) che apre il Canzoniere di Petrarca ci si accorge facilmente che solo nell'undicesimo verso non si ha nessuna elisione.

Voi che ascoltate in rime sparse il suono
di quei sospiri ond'io nudriva il core
in sul mio primo giovenile errore,
quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono,

del vario stile in ch'io piango e ragiono,
fra le vane speranze e 'l van dolore,
ove sia chi per prova intenda amore,
spero trovar pietà, non che perdono.

Ma ben veggio or sì come al popol tutto
favola fui gran tempo, onde sovente
di me medesmo meco mi vergogno;

e del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto,
e 'l pentersi, e 'l conoscer chiaramente
che quanto piace al mondo è breve sogno.

Nel tuo sonetto i versi endecasillabi mi pare siano soltanto 3 (il primo, l'ottavo e il dodicesimo), tutti gli altri sono decasillabi o novenari. 
A suo tempo io ci misi un pò a capire come funzionava questa regola, però mi rendo conto che essa è fondamentale per scrivere correttamente in metrica. Prova un po' a rifletterci sopra.

[carlo]

si era partito bene hombre poi si è fatto prender la mano e si è distratto nel conto delle sillabe... il rispetto alla lettera della "regola metrica" per il sonetto era quanto ci proponevamo qui all'inizio di questa discussione. Ciò non toglie che hombre sia un ottimo poeta :)

[elefante6]

Concordo che Hombre sia un ottimo poeta, anche perchè ho letto altre cose sue sul sito. La mia era solo un'osservazione tecnica, da tener presente se si vuole scrivere sonetti rigorosamente endecasillabi. Altrimenti, vanno bene lo stesso.

[carlo]

si si se guardi nelle pagine addietro, la stessa richiesta l'ho fatta anche io :)