Essere poeti

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l.zag

Essere poeti

Messaggio da l.zag »

Il dolore, la frustrazione, la rassegnazione, tre componenti essenziali per la vitalità del poeta, il poeta è vivo, se porta con se in dote la componente del dolore, ed è per questo che io aggiungo che chi scrive è quasi sempre cronista di se stesso, ha il dono dell'ubiquità che gli consente di essere contemporaneamente in più luoghi e vedere con i propri occhi la rassegnazione, il dolore stampato negli occhi della gente e scrive; come una spugna si impregna e poi scrive, e scrive di se degli altri, delle situazioni, del mondo, delle ingiustizie, e mentre la fuori c'è il mondo che gira, la vita che si muove, la televisione si illumina e ci illumina d’immenso, indicandoci la strada per come dovremmo essere, belli, ricchi, intelligenti, felici, sciocchi, ricchioni, etero,negri, gialli, e persino miserabili. Ma io, sono già tutto questo, sono nero, sono bianco, sono vile, sono coraggioso, sono vigliacco, sono tutto ciò che un uomo dovrebbe e non dovrebbe essere, e loro ci insegnano ad essere l'esatto contrario di ciò che la vita è realmente. Ecco che il ruolo di chi scrive viene alla ribalta immedesimandosi in tutte le situazioni si impregna di vissuto rovesciandoselo addosso, generando lo stesso effetto della benzina gettata sul fuoco, e la bomba esplode.
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hombre sincero
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Essere poeti

Messaggio da hombre sincero »

Concordo Luigi, il poeta è necessariamente gia tutto questo e tutto questo racchiude in se, ma appunto, questo tutto di cui parliamo non può essere "solamente" Il dolore, la frustrazione, la rassegnazione, o meglio lo è, come lo è la stupidità, l'allegria, la passione, i biscotti zuppi di latte, la stagione che cambia, un nuovo taglio di capelli....

Il dolore è presente, ma cantare esclusivamente il male di vivere sarebbe escludere tutto il resto rischiando di restituire dal mondo vario un'espressione monotematica.
Credo che il poeta abbia due antenne lunghe lunghe lunghe ed è grazie a queste che riesce a meglio percepire ciò che spesso rifugge dal poter essere raccontato. Questo riflesso dalla natura così schiva, si nasconde tanto nel bagliore di un sorriso quanto nelle nuvole di un pianto...e pure in tutto il resto.

Un sacco di volte ci siamo chiesti "perché scriviamo" e nonostante le molte risposte date, spesso questa domanda affiora nuovamente.
Non so se si scrive per un disagio profondamente sofferto, se è per strappare dal caos che ci circonda un po di musica, se è per portare nella casa nativa le parole che si erano perdute, se è per non arrendersi, per cercare una verità e renderla dialogante, per non morire, per avere più successo con le donne o per passare il tempo...ma forse anche il perché poco conta.... e allora cerchi di ingegnarti, di cercare un filo conduttore un qualcosa che spieghi tutto, ma poi brancoli nel buio, barcolli inciampi ....
e comunque continui a cercare, chiedere, scegliere, e monti e gonfi...è un percorso in salita, cercare di congedarsi da tabù e pregiudizi, assorbire speranza, rassegnazione, gioia, dolore,dire, fare, baciare, lettera,testamento e di più e altro....impregnarsi di tutto e di tutto ancora e allontanarsi per vedere meglio e raccontare e speculare sulle proprie tragedie, sui miracoli vissuti confondersi fino a perdersi per poi ritrovarsi e riconoscersi e poi perdersi nuovamente, rischiare...è cantare col sale sulla carne viva, e poi i ricordi, le cose accadute, quelle inventate, quelle di altri e poi anche le nostre, i suoni, il godimento, la disperazione e poi ancora altro e tutto il resto e atro ancora....BUM
La bomba esplode.
Hombre Sincero
l.zag

Essere poeti

Messaggio da l.zag »

Hai perfettamente ragione Hombre, condivido a pieno la tua analisi, e sono convinto che è così, io però ho solo detto che le tre componenti di cui parlo più sopra, sono soltanto tre elementi essenziali, e non sono sicuramente tutto il mondo a cui ruota attorno il pianeta poesia.
Grazie per avermi dato la possibilità di chiarire il mio punto.

A presto
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hombre sincero
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Essere poeti

Messaggio da hombre sincero »

Certo Luigi, avevo capito e concordo con quello che hai postato.
Mi piaceva l'argomento e mi sono permesso di aggiungere qualcosa. :)

Good night,
Hombre Sincero
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ale_tra
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Re: Essere poeti

Messaggio da ale_tra »

la poesia è un modo di essere,è ricerca continua della parola esatta,quindi,ricerca continua della chiarezza,della verità.
Un poeta non può essere un esploratore solo quando sfrutta come territorio la sua anima,è un carabiniere sempre in servizio,sempre all'erta nel cogliere da ogni circostanza una proiezione di un'idea generale.
Ipponatte
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Re: Essere poeti

Messaggio da Ipponatte »

Le mie esperienze non nascono dalle poesie, sono le mie poesie a nascere dalle esperienze, credo che il modo migliore per riuscire nella descrizione di una sensazione, un attimo, una scena, una visione sia viverla in prima persona. Spero di essermi spiegato correttamente. non credo di essere fra coloro che meditano sul mondo e cercano di descriverlo stando comodamente seduti tra quattro mura.
l.zag

Re: Essere poeti

Messaggio da l.zag »

E' una soluzione,ma vero anche il contrario.
Ipponatte
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Re: Essere poeti

Messaggio da Ipponatte »

Ossia?
l.zag

Re: Essere poeti

Messaggio da l.zag »

Ipponatte ha scritto: Le mie esperienze non nascono dalle poesie, sono le mie poesie a nascere dalle esperienze, credo che il modo migliore per riuscire nella descrizione di una sensazione, un attimo, una scena, una visione sia viverla in prima persona. Spero di essermi spiegato correttamente. non credo di essere fra coloro che meditano sul mondo e cercano di descriverlo stando comodamente seduti tra quattro mura.
il contrario sta in quello che dici nel mondo della poesia, secondo me non ci sono verità assolute io per esempio potrei asserire di essere tra quelli che meditano sul mondo cercando di descriverlo stando comodamente seduto sotto il pino di casa mia..
Ipponatte
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Re: Essere poeti

Messaggio da Ipponatte »

Io parlo sempre per me, a mio parere risulta molto più efficace una descrizione di qualcosa vista con i propri occhi o d'una sensazione provata sulla propria pelle.
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