Salvatore Toma
Inviato: 18/03/2012, 11:24
Biografia
Salvatore Toma nasce a Maglie, nel Salento, l'undici maggio del 1951. Prende il diploma di maturità classica, ma rinuncia ad intraprendere carriere e a costruirsi una vita cosiddetta borghese, e prosegue la sua esistenza in una vita appartata, tanto più libera e consona al suo carattere quanto più distante dai suoi concittadini e dal mondo moderno, ed è qui che ha la possibilità di dispiegare la sua poetica.
Il giovane visse per lo più nell'appezzamento di terra della famiglia, nei dintorni di Maglie, dove allevava cani di razza inglese, e in un querceto, detto "delle Ciàncole", dove trascorreva ore su un certo albero. Il suo vivere stravagante e solitario era un riflesso del suo carattere votato a una naturalità selvaggia e pura.
Cominciò precocemente l'uso dell'alcol che lo accompagnò per tutto l'arco della sua breve vita, e che esasperò in lui la sua carica di passionalità e di desolazione. Si suicidò il diciassette marzo 1987, a trentacinque anni.
Tre sono i temi fondamentali della poetica di Toma: il senso della morte e l'atto del suicidio, l'amore verso gli animali e i sogni. Essi sono animati da convinzioni profonde: per Toma il sogno è in grado di trasformare il mondo intero nella sua favola; il vivere a contatto con la natura gli diede la possibilità di scoprire "nell'ingenuità " misteriosa degli animali una superiore purezza, un senso di definitivo, una superiorità profonda nei confronti dello stretto mondo degli uomini. E poi c'è il tema della morte e della vita, e del suicidio, tema più ampio e che, bene o male, riveste tutta la poetica dell'autore.
Ciò che rende potente la scrittura di Toma sull'argomento del suicidio, è la validità sicura e alta che egli dà a quest'atto da tutti ritenuto vile e orrendo. Egli è dalla parte di chi si suicida, e non vi vede alcunché di vile nel "farsi fuori"; e se il mondo impone che "suicidarsi" non è cosa buona, è perché il mondo non vede quanto poco buono sia esso stesso.
Bibliografia
Prime rondini, Gabrieli, Roma 1970
Ad esempio una vacanza, Gabrieli, Roma 1970
Poesie scelte, Ursini, Catanzaro 1977
Un anno in sospeso, Lalli, Poggibonsi 1979
Ancora un anno, Capone Cavallini, I ed. Lecce 1981, II ed. 2007
Forse ci siamo, Quaderno del pensionante dei saraceni, Lecce 1983
Postumi:
Gaetano Chiappini, Per Salvatore Toma Poeta in esilio, Editrice Magliese, Maglie 1997
Il canzoniere della morte, Einaudi, Torino 1999
Da http://www.vialetrastevere.org/newpage17.html
Salvatore Toma nasce a Maglie, nel Salento, l'undici maggio del 1951. Prende il diploma di maturità classica, ma rinuncia ad intraprendere carriere e a costruirsi una vita cosiddetta borghese, e prosegue la sua esistenza in una vita appartata, tanto più libera e consona al suo carattere quanto più distante dai suoi concittadini e dal mondo moderno, ed è qui che ha la possibilità di dispiegare la sua poetica.
Il giovane visse per lo più nell'appezzamento di terra della famiglia, nei dintorni di Maglie, dove allevava cani di razza inglese, e in un querceto, detto "delle Ciàncole", dove trascorreva ore su un certo albero. Il suo vivere stravagante e solitario era un riflesso del suo carattere votato a una naturalità selvaggia e pura.
Cominciò precocemente l'uso dell'alcol che lo accompagnò per tutto l'arco della sua breve vita, e che esasperò in lui la sua carica di passionalità e di desolazione. Si suicidò il diciassette marzo 1987, a trentacinque anni.
Tre sono i temi fondamentali della poetica di Toma: il senso della morte e l'atto del suicidio, l'amore verso gli animali e i sogni. Essi sono animati da convinzioni profonde: per Toma il sogno è in grado di trasformare il mondo intero nella sua favola; il vivere a contatto con la natura gli diede la possibilità di scoprire "nell'ingenuità " misteriosa degli animali una superiore purezza, un senso di definitivo, una superiorità profonda nei confronti dello stretto mondo degli uomini. E poi c'è il tema della morte e della vita, e del suicidio, tema più ampio e che, bene o male, riveste tutta la poetica dell'autore.
Ciò che rende potente la scrittura di Toma sull'argomento del suicidio, è la validità sicura e alta che egli dà a quest'atto da tutti ritenuto vile e orrendo. Egli è dalla parte di chi si suicida, e non vi vede alcunché di vile nel "farsi fuori"; e se il mondo impone che "suicidarsi" non è cosa buona, è perché il mondo non vede quanto poco buono sia esso stesso.
Bibliografia
Prime rondini, Gabrieli, Roma 1970
Ad esempio una vacanza, Gabrieli, Roma 1970
Poesie scelte, Ursini, Catanzaro 1977
Un anno in sospeso, Lalli, Poggibonsi 1979
Ancora un anno, Capone Cavallini, I ed. Lecce 1981, II ed. 2007
Forse ci siamo, Quaderno del pensionante dei saraceni, Lecce 1983
Postumi:
Gaetano Chiappini, Per Salvatore Toma Poeta in esilio, Editrice Magliese, Maglie 1997
Il canzoniere della morte, Einaudi, Torino 1999
Da http://www.vialetrastevere.org/newpage17.html