Piergiorgio Leaci

Gli articoli di Elisabetta Bilei sugli artisti emergenti
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Piergiorgio Leaci

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Piergiorgio Leaci nasce nel 1974 a Lecce, rinomata cittadina barocca e fa della sua vita un?arte, divenendo scrittore, poeta ed insegnante. Nel 1999 si laurea in Lingue e Letterature Straniere ad Aarhus, Danimarca, gli anni successivi insegna Inglese, Spagnolo e Italiano nella Repubblica Ceca.
Oggi insegna scrittura creativa e scrive per la Gazzetta di Modugno, (http://www.modugno.it).


Recensione del libro scritto dal Leaci ?Pazzo come Van Gogh?

a cura di Andrea Ginnasi

In una societ? dove il senso di precariet? ? l?unica certezza attendibile, in una collettivit? in cui il disagio emotivo, sociale e intellettuale sono tra le cause dell?alienazione dell?individuo, ecco che la ?FUGA?, appare l?unica soluzione. Questo ? una sensazione radicata nei giovani di questa generazione, e condivisa da quelle passate, con la differenza che oggi i mass-media e il grado d?istruzione rafforzano questa presa di coscienza.
In ?Pazzo come Van Gogh? di Piergiorgio Leaci troviamo tutti questi elementi in un ?ON THE ROAD? in chiave moderna, violenta e accattivante, in cui l?io narrante sfida se stesso e il proprio destino, per trovare quello a cui ha diritto chiunque: un lavoro, amici e una donna. Alla fine riesce, ma poi perde tutto, come per beffa del destino.
Il personaggio dell?inetto, del perdente viene rivisto sotto un?altra ottica. Non ? pi? l?individuo alla merc? del fato, senza la forza di reagire. Qui Wilem, il protagonista, si ribella e combatte, ma inutilmente. ? solo un?altra maniera per cadere pi? in basso in una fuga picaresca e ironica.
?Pazzo come Van Gogh? ? il racconto di una fuga, dall'Italia, attraverso la Danimarca e la Repubblica Ceca.
Una storia di vita vissuta tra rimpianti, alcol, sesso e alienazione, con personaggi bizzarri, menefreghisti, vocati alla mortificazione dello spirito e della carne. Il sesso sempre violento e vuoto.
"Lo si fa, perch? non si ha altro da fare."
Il senso di precariet? fa chiaramente intendere come tutte le cose della vita tendano verso il nulla, e non rimane altro che bere, parlare e raccontare...?


Dialogare immaginariamente con il Leaci ? stata una di quelle piacevoli esperienze che non si dimenticano facilmente, perch? ti lasciano impresso nella mente un?immagine moderna e viva della cultura e dell?arte.
Quel poco che posso aver appreso di Piergiorgio Leaci ? l?immagine di un artista appassionato della scrittura almeno quanto lo sia della vita, e la sua essenza ? custodita nei pensieri, nelle emozioni.
E nelle parole.
Specialmente queste: ?Quello che l'autore descrive in tutta la sua produzione letteraria ? un mondo che striscia ai margini di una societ? che non condivide e che si consuma lentamente in saghe autodistruttive fatte di incontri (dis)umani, copule, dissennatezze varie in un campione umano in disfacimento e personaggi femminili ridotti a semplici oggetti di piacere in un atmosfera discretamente pesante. Nelle sue pagine si scandiscono sbronze, risvegli difficili, alienazione, solitudine ed erotismo in ?unicum? estremamente cinico, attraente, divertente e ributtante allo stesso tempo. Ci sono amicizie tenute insieme dalla bottiglia, relazioni umane consumate in una scopata. Un senso di precariet? che fa chiaramente intendere come tutte le cose della vita tendano verso il nulla. C'? quindi molta rabbia e dolore nelle sue parole, raccolte in una scrittura fastidiosa, asciutta, cruda e incalzante.?

Qual'? stato il mio primo approccio con la scrittura?
Un giorno di tanti anni fa, avevo un fuoco che mi bruciava dentro. Era insopportabile perch? alle volte mi toglieva pure il respiro. Ero seduto alla mia scrivania e cominciai a disegnare, poi a scrivere e da allora ho sempre continuato. Ho scoperto che il fuoco non si ? mai estinto. Ha solo ridotto la fiamma e il calore. Infatti non posso stare troppo a lungo senza scrivere perch? brucia forte di nuovo.
Questo ? successo quando avevo tredici anni. Ovviamente l'enfant prodige non c'entra nulla. Parlo solo di scrittura. Prima di scrivere qualcosa che fosse pubblicabile, acquisire uno stile ho dovuto aspettare almeno sette anni.
La scrittura mi ? rimasta nelle vene come il sangue. Non potrei vivere senza. E' una cosa di cui non posso fare a meno.
Parlo del vero e proprio istinto che ti porta a raccontare, affabulare, a creare, a tenere la mente occupata, a far ballare le parole sui fogli bianchi, scrivere parole che si staccano dai fogli e t'aggrediscono. Per me vanno bene sia la poesia che la narrativa. Le amo entrambe. L'importante ? scrivere e farlo in maniera incisiva e tagliente.

E? cos? anche la tua personalit? artistica, incisiva e tagliente?
Ho molto carisma e sono molto pungente. Mi chiedi della mia personalit? artistica, quindi della mia scrittura. S?, ? molto viva e diretta e ovviamente anch'io sono fatto allo stesso modo. Poi ovviamente bisogna chiedere al lettore.

Quale rapporto hai dunque col lettore?
Il momento ideale per il vis-a-vis ? durante le presentazioni. Le amo per questo. Sono dei veri scontri. (SCONTRO CON L'AUTORE). La mia scrittura ? molto provocatoria, specie nelle donne suscita un qualcosa di piccante che le fa saltare dalla sedia e ghignare alle mie parole. Alcuni mi hanno accusato di una forte misoginia, non riuscendo a leggere tra le righe. E' vero che sono duro con le donne, ma solo con alcune tipologie, (ops gi? le classifico). Il lettore ? poi molto importante perch? suggerisce quello che piace e quello che non va bene.

Dov?? la poesia, oggi?
Me lo chiedo anch'io. E' rimasta nell'animo della gente. Purtroppo non interessa pi? il mercato dell'editoria perch? non vende. E' nella musica, nel ballo, sulla penna di alcuni bravi poeti, nell'amore mercenario, nell'illusione dell'amore vero. Volendo la poesia potrebbe essere ovunque, in tutto quello che facciamo se uno se la porta nel cuore.

Se ora avessi in mano una penna o una tastiera di un pc, quale sarebbe il primo pensiero che scriveresti?
"Siamo fatti di nebbia e svaniremo nell'aria sottile"

Quanto di tuo c?? nella scrittura e quanto nella scrittura c?? di te?
La mia scrittura ha un carattere fortemente biografico e c'? tutta la mia forza, il mio dolore, il mio amore, i miei ardori, le mie malinconie e le mie speranze.

Di chi ? la poesia?
"La poesia e la letteratura appartengono agli occhi di chi le vede". Ti rispondo come avrebbe fatto Ralph Waldo Emerson, con una sua citazione opportunamente modificata. Questo mi riempie di profonda tristezza, perch? non sono molte le persone dotate di questa sensibilit?. Mi ? capitato anche di essere stato preso per un invertito, confessando le mie passioni. La maggior parte degli uomini parlano assieme di sesso, di calcio, di economia, di politica. Io il sesso preferisco praticarlo o scrivere a proposito. Di calcio non so assolutamente nulla. Di politica ed economia quel tanto che basta per postulare critiche ed assiomi. Alle volte tra uomini ci si sente davvero soli.

Sei l?autore o lo spettatore delle tue parole?
Ne sono l'autore, quando le plasmo, le coloro, le metto in fila e le faccio suonare. Poi mi capita di rileggere degli scritti dimenticati nei cassetti e la lettura diventa emozionante, commovente, e non dico per la qualit?, ma per i ricordi, i sapori e gli odori che ritornano in mente. Allora s? che divento spettatore. Credo che le parole trasportino anche i suoni e gli odori. Sembra una pazzia, ma a me va bene cos?.

Quali sensazioni, stati d?animo e riflessioni sono state suscitate in te nella stesura dei suoi scritti?
Per me scrivere ? diventata oramai una droga. Ne sono assuefatto. Il mio cervello mastica l'immaginazione di continuo ed io devo buttare quello che ho dentro su fogli e fogli. Mi fa stare bene. Mi libera l'anima e mi rende migliore. Senza la scrittura sarei divenuto uno psicopatico, un serial killer, una persona ancora pi? malata di quello che gi? sono, insomma.

Quali emozioni ti auguri che i lettori carpiscano dai suoi testi?
Esattamente quelli che io ho nello scrivere.

Come vengono concepiti i titoli?
Ci sono delle cose che non si possono spiegare e questa ? una di quelle.

Chi ? lo scrittore Leaci?
Mi sono sempre reputato uno qualunque, una persona normale insomma. Ho bisogni molto comuni. Tranquillit? per scrivere, pensare, leggere, un lavoro che non mi violenti troppo, una donna, anche amore. Chi mi conosce non ? affatto d'accordo. Molti mi giudicano pazzo, per quello che dico, che scrivo, che faccio. Altri mi trovano semplicemente vivo, dolce e romantico sotto quella scorza dura che riveste la mia pelle. Alcune ragazze mi trovano eccezionale ed interessante. Altri un pezzo di merda, un cinico, un bruto ed un cattivo. Personalmente non mi lascio mai toccare dalle opinioni della gente. Ognuno prende ci? che gli serve e lascia sempre tutto il resto.
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Messaggio da carlo »

Leaci ? decisamente un autore interessante, trovate sui testi anche sul sito. :D consiglio di dargli un occhiata!
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