Il diario dei giovani

Gli articoli di Elisabetta Bilei sugli artisti emergenti
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BettaBilei
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Il diario dei giovani

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Le statistiche sui ventenni non li conoscono. Dicono che sono dei nullafacenti pigri e viziati. Se conoscessero Carlo, David e Luca, i genitori di Piccolatomopaco, forse capirebbero che i dati non servono a descrivere le persone. E che le date di nascita sono solo dei numeri perché ognuno gli anni li vive, non li ha.
E chi potrebbe fare un diario meglio di quelli che da scuola ci sono appena usciti, freschi freschi di matura e con uno zaino pieno di ricordi e risate?
È più facile sapere di cosa hanno bisogno i giovani se anche tu lo sei e, in fondo, tutti possiamo esserlo. Perché la gioventù è un sentirsi, non un essere.

Come è stata concepita e partorita Piccolatomopaco?
La prima risposta è di Luca che di getto dice: “Con un parto cesareo”.
Viene insultato perchè diamine! questa è una cosa seria, e la risposta ufficiale è che noi tre, in quanto ventenni appena usciti dal liceo ma ancora molto vicini ad esso per spirito e stile di vita, abbiamo avvertito una certa richiesta implicita da parte dei nostri coetanei di qualcosa di diverso, che rispondesse meglio alle esigenze di immedesimazione e di contatto personale che a nostro avviso molti ragazzi hanno.
Per intenderci, non una Smemoranda dove chi scrive è un comico che per quanto possa fare ridere, è comunque lontano anni luce dalla realtà dei ragazzi che usano per tutto l'anno il diario.
E il suo nome?
Il nome deriva dal verso conclusivo, se non ci sbagliamo, della poesia "10 agosto" di Pascoli.
Ovviamente è una nostra totale reintepretazione, nel senso che nella poesia si parla di un corpuscolo che ha connotati negativi mentre Piccolatomopaco è qualcosa di positivo, ottimistico, ironico, leggero.
Esprime quella che è la nostra visione della scuola e della vita.
Per inciso e per correttezza, la fonte di questa ispirazione è Luca, anche se poi il pensiero è di tutti e tre.

Cosa c'è di diverso, secondo voi, tra un diario e un'agenda?
Mah, domanda difficile. Fondamentalmente noi percepiamo l'agenda come qualcosa di più formale, mentre il diario è il classico mattoncino pieno di disegni e foto e chissà cos'altro che accompagna molti degli studenti del liceo.
La verità su Piccolatomopaco sta nel mezzo: per noi è sia un'agenda, dato che è concepita con molto spazio per supportare anche esigenze organizzative, ma anche un diario, perchè basta leggerlo per capire che è fatta per tenere compagnia, ispirare, far ridere, far divagare...ovvero cose fondamentali per vivere serenamente il rapporto con la scuola.
Per essere ancor più precisi, per noi Piccolatomopaco è un diario/agenda/libro con connotati biografici, nel senso che dentro noi abbiamo riversato molto di quello che è il nostro essere più positivo, e questo contenuto biografico deve anch'esso ispirare, accomunare, suscitare ricordi e spingere le persone a esprimere la loro versione di questa leggerezza che noi vogliamo trasmettere.

Come sono i vostri vent'anni?
Luca d'istinto risponde “e chi se lo ricorda?” e David anch'esso d'istinto commenta “a me va bene tutto basta che alla fine scriviamo te lo giuro sul canguro”. Molto emblematico.
I nostri vent'anni sono come quelli di tutti gli altri, niente più e niente meno. Problemi, soddisfazioni, insoddisfazioni, obiettivi, sogni e quant’altro…come chiunque altro.
I nostri vent'anni, ma soprattutto il periodo immediatamente precedente, rientrano nel diario perchè noi tre viviamo con molta spensieratezza, a parte qualche piccola eccezione doverosa come ovvio, e questo è un sentimento che va condiviso. Precisazione: non vogliamo passare per cazzoni senza scopo, la leggerezza è qualcosa di molto più profondo.

E la scuola? Si prende ancora in giro la secchiona che scrive “Luca ti amo” sul diario?
Se scrive ‘Luca ti amo’ la prendiamo per il culo per definizione, viene da dire spontaneamente a me e David.
Scherzi a parte, prendere in giro è un concetto che va molto smussato agli angoli: se leggi nel diario troverai decine di piccole cose della scuola su cui ironizziamo, ma la nostra è sempre un'ironia mista ad affetto e a gratitudine, perché la scuola è una delle cosa che ti arricchisce di più in assoluto.
Probabilmente fra queste cose sì, c'è anche la secchiona che fa i cuoricini accanto al nome di un ragazzo sul suo diario, ma noi non vogliamo assolutamente dare giudizi di nessun tipo, sarebbe da presuntuosi (ex: la secchiona così è una sfigata nel senso brutto del termine).
Semplicemente, se vivi nel modo della scuola queste cose sono ricorrenti e dunque è divertente stigmatizzarle perchè offrono ognuna un piccolo pezzo del puzzle.

Un diario al contrario, giusto? Forse per fare quello che nella vita reale non si può, ovvero tornare indietro?
Qui ci sarebbe da scrivere pagine. Il fatto di farlo al contrario è stato effettivamente la prima cosa che ci è venuta in mente, e ha innumerevoli significati.
Primo, come dici tu, tornare idealmente indietro: la scuola per noi è stata un'esperienza pazzesca, e quando abbiamo finito, beh, il cuore un po’ ha lacrimato.
Secondo:qual è la cosa che in un diario nessuno ha mai messo in discussione? Lo scorrere del tempo nella giusta direzione, e da qui nasce un forte segnale della nostra volontà di fare qualcosa di davvero diverso e anticonvenzionale, perchè siamo convinti che ci siano molti ragazzi che hanno questo desiderio,quasi necessità, di esprimere la loro anticonvenzionalità;dovresti leggere le mail che ci arrivano: tutti svitati,nel senso positivo del termine ovviamente. Tutto ciò è molto bello,secondo noi.
Piccolatomopaco o la ami o la odi. Quelli che ci scrivono la amano perchè vedono in lei molto di più di un semplice diario, la amano in tutto e per tutto nonostante sia, come spesso ci premuriamo di scrivere, opera di tre cretini in una stanza.
Terzo, la simbologia: se lo apri in maniera convenzionale cosa trovi? Le vacanze! Per i compiti e l'inizio delle lezioni devi andare alla fine. Non perchè le vacanze siano l'unica cosa buona della scuola, anzi! ma è una di quelle simbologie accettate da tutti identificare le lezioni e i compiti come la parte pesante della scuola.
Quarto: perchè no? Alla fine noi tre abbiamo avuto un'opportunità,e per sfruttare le opportunità bisogna osare. Noi abbiamo osato. Al posto che chiedere a comici battute o a qualche persona famosa la sua immagine, noi abbiamo voluto fare un diario al contrario scritto da tre ragazzi, che tutti quelli che comprano il diario possono contattare con facilità.
Questa è la vera rivoluzione per noi.

Il colore della copertina, il blu, è una scelta casuale o no?
Abbiamo pensato di scegliere un colore vivace e brillante perché attirasse l'attenzione su di sé (data la posizione decisamente nascosta che i cartolai ci assegnano sugli scaffali...) e facesse risaltare in maniera evidente le frasi all'interno e all'esterno del diario.
Il blu elettrico ci sembrava particolarmente appropriato: diciamo che è stata una scelta prettamente cromatica.
È blu come il cielo in cui volare sconfinati o come il mare in cui perdersi fino all'infinito?
Alla luce della nostra prima scadente risposta, possiamo ufficialmente dirti che la prossima volta ce ci faranno una domanda di questo tipo risponderemo che questo blu richiama il cielo terso delle notti stellate e avvolgenti voli pindarici, il tutto specchiandosi nel profondo blu del mare.

Esiste un motto che vi rappresenta?
Sicuramente "Tutti per uno,uno per tutti" ma soprattutto "uno per tutti" per tutte le volte che ci siamo ritrovati a fare da sé le cose per tre.
(un applauso per la nostra filastrocca-motto che finirà nel prossimo diario!)

Secondo voi, ridere serve a sentirsi giovani o a esserlo davvero?
Secondo noi ridere fa emergere più che altro la parte giovane e spensierata che ogni persona conserva dentro di sé.
Questo è tra l'altro un obiettivo del diario: far ridere per abituare le persone (non solo per forza i liceali) a fare della risata uno strumento utile ad affrontare la vita in generale.

State già pensando a dare una sorellina alla piccolatomopaco?
Anche se siamo riusciti a nasconderlo ai più (malgrado la nostra volontà...) esiste già un primogenito nella famiglia dei Piccolatomopaco:era rosso, esteticamente orribile e poco curato,però gli volevamo bene lo stesso.
Il secondogenito ci è venuto molto meglio, e se fosse faremmo una intera cucciolata.
Il problema è che per ora non abbiamo ancora tutte le certezze che ci servono, nonostante il lavoro sia già avviato. Diciamo ci sono buone speranze che la famiglia si allarghi.
etta
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