GIULIO PERRONE EDITORE di Lisa Massei

Le interviste di NA a cura di M. Di Biagio e L. Massei
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GIULIO PERRONE EDITORE di Lisa Massei

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GIULIO PERRONE EDITORE
Intervista a
Mariacarmela Leto

1. Iniziamo parlando della storia della Giulio Perrone Ed., come ? nata, quando e da cosa prende origine questo nome?

L?avventura ? nata solamente un paio di mesi fa, precisamente il 19 marzo 2005, data in cui abbiamo presentato la collana ?iClassici? alla Pio Monti Arte Contemporanea, testimoniando da subito la nostra vocazione verso la contaminazione artistica e culturale. Quanto al nome, viene direttamente dal suo fondatore e direttore editoriale, Giulio Perrone.

2. Cosa pu? rendere secondo te un saggio estremamente noioso o particolarmente interessante?

A mio avviso sicuramente l?occhio di chi lo legge. La ricezione di un testo ? senz?altro legata ai gusti individuali e, in linea di massima, non esistono parametri oggettivi, per quanto ci siano delle norme ineludibili quali la coerenza interna e una sintassi ben organizzata. Per il resto ? solo chi legge che decreta il successo o meno di uno scritto anche se non sempre queste scelte sono universalmente condivise o condivisibili.

3. Il libro pi? bello che hai letto e quello meno interessante?

Se escludiamo i grandi classici della letteratura e rimaniamo sulla contemporaneit? direi che negli ultimi anni sono stati impareggiabili libri come ?Le ore? di Michael Cunningham, ?Il petalo cremisi e il bianco? di Michael Faber, ?Nove oggetti di desiderio? di Mian Mian, ma anche ?Il dolore perfetto? di Ugo Riccarelli per essere un po? campanilisti con la nostra letteratura. Sul peggio si potrebbe dire tanto, ma si rientra nel piano del relativismo e dei gusti personali che come sappiamo sono sempre opinabili.  

4. Perch? pubblicare a pagamento?

Me lo sono chiesto anch?io e non ho trovato a questa domanda nemmeno una risposta sensata, ed ecco perch? la nostra scelta ? stata quella di non richiedere alcun contributo agli autori pubblicati, quindi posso dirti perch? pubblicare senza contributo. Il motivo principale ? quello di sentirsi realmente editori, di poter vedere un libro che nasce, crederci fino in fondo e lottare fianco a fianco con l?autore per vedere realizzato un obiettivo comune che ? quello di comunicare un messaggio e conquistare lettori. Credo che questo nell?editoria a pagamento non ci sia o almeno non esista del tutto. Soprattutto con gli autori giovani si crea un rapporto speciale, un sodalizio profondo che a volte porta a risultati incredibili. Ma anche uscendo da questi aspetti emozionali, credo che ?pubblicare senza contributo? aiuti la qualit? e limiti le tentazioni di pubblicare qualcosa di meno valido solo per fare cassa. Inoltre rende l?editore libero di fare il suo mestiere, senza condizionamenti che derivino dal fatto che qualcuno ha investito come te e quindi sente di poter guidare la barca.

5. Cos?? che pu? rendere la letteratura geniale?

L?essere sempre attuale e il percepire con un attimo di anticipo ci? che ? gi? in atto. La seconda cosa purtroppo costringe molti grandi scrittori nel limbo, perch? la loro sensibilit? ? talmente spiccata da anticipare addirittura quello che sar? sentito dai pi? soltanto tempo dopo. La prima, invece, ? quella che appartiene solo a pochi che, pur avendo interpretato la loro epoca, sono riusciti ad andare oltre (penso a Dante, Shakespeare, Pirandello..)

6. Un libro contemporaneo che non pubblicheresti mai, ed un classico che invece pubblicheresti ad occhi chiusi?

Non pubblicherei mai un libro ?che non ha mercato?, cosa che purtroppo sono la maggior parte dei manoscritti che arrivano dai giovani autori. Esiste, infatti, una stucchevole ridondanza, una necessit? impellente di raccontare a tutti i costi le proprie personali impressioni o valutazioni sul mondo senza chiedersi se hanno un qualche interesse per gli altri. Senza parlare del fatto che spesso non si legge di cosa si occupano le collane di una casa editrice e si manda della saggistica a chi fa narrativa noir e viceversa. Credo quindi che gli autori contemporanei dovrebbero essere pi? attenti alla realt? se vogliono davvero fare gli scrittori. Sui classici, direi che risponde la nostra collana, per fare un nome, comunque, direi Gustave Flaubert ?La tentazione di Sant?Antonio?, libro attualissimo e ingiustamente dimenticato. Se poi si potesse arrivare comodamente al ?900, sicuramente Pavese e Pasolini per mostrare due strade diverse di essere artisti e uomini contemporanei.

7. Qual ? stata la pi? grande soddisfazione della Giulio Perrone Ed. fino ad adesso? E la pi? grande delusione? Ci sono mai stati momenti in cui ti sei sentita stufa di questo lavoro e avresti voluto smettere di esercitarlo?

Direi il giorno in cui ha visto la luce il primo libro, se non fosse che oggi ?Radio Rai? ha chiamato per intervistarci sulla collana ?maDonna? in cui crediamo molto. Delusioni editoriali ancora non ce ne sono state, umane invece s?. Almeno due o tre persone, ma fa parte del gioco. Riguardo lo smettere, significherebbe arrendersi ed ? una cosa che non mi piace. Certo ci ho pensato, ma soltanto quando, in passato, mi sono trovata in un progetto che non sentivo pi? mio, pubblicando cose che non mi piacevano e parlando con persone che non stimavo. La ricetta per uscirne ? stato ricominciare da capo con ancora pi? voglia e decisione.

8. Che significa essere editori oggi, in Italia, secondo te?

Probabilmente quello che significava anche prima: fare libri. Tentare poi attraverso queste pubblicazioni di trasmettere cultura con una grande attenzione verso la contemporaneit? e quello che si muove dietro certi fenomeni. Dare quindi attenzione profonda al pubblico non solo quello degli addetti ai lavori ma anche quello dei lettori comuni.

9. Che consiglio ti sentiresti di dare a chi si affaccia per la prima volta nel mondo dell?editoria?

Di crederci sicuramente, ma anche di domandarsi se hanno davvero qualcosa di nuovo e di interessante da dire. Non basta prendersi un ISBN e stampare per fare l?editore. Bisogna avere un progetto, meglio se pluriennale, e soprattutto tenere d?occhio i conti bilanciando bene la scelta delle pubblicazione, perch? un editore per sopravvivere deve ?vendere libri?. ? una cosa banale, ma che molti editori dimenticano, finendo per chiudere ancora prima di iniziare.

10. Pensi che la buona riuscita di un libro sia data dalle copie vendute?

Da editore dire il contrario sarebbe una follia, anche se in alcuni casi, soprattutto all?inizio di un?attivit?, interessano tante altre cose, come il parere degli ?addetti ai lavori?, la rassegna stampa e soprattutto la possibilit? di farsi conoscere da un pubblico sempre pi? vasto. Tuttavia, come detto prima, purtroppo se non si vendono libri, l?unica scelta possibile ? quella di chiudere.

11. Gli autori emergenti che si avvicinano al mondo dell?editoria spesso non sanno dove andare a sbattere la testa e, il pi? delle volte, succede che incorrano in piccole realt? disoneste per non dire vere e proprie truffe? Le case editrici pi? grosse invece spesso non rispondono nemmeno.
Carver sosteneva che per via della mole di manoscritti che le case editrici ricevono spesso sono costrette a valutare la loro validit? leggendo soltanto le primissime pagine, se queste convincono allora si procede all?intera lettura. Anche voi adottate questo metodo?


Superando per un attimo il problema delle case editrici a pagamento, di cui la politica ? arcinota a tutti nel bene e nel male, mi fermerei sugli autori che sono assolutamente complici del fenomeno. Tantissimi infatti pubblicano pi? di un libro con lo stesso editore a pagamento o sono addirittura consapevoli del fatto che nessuno investirebbe su di loro e quindi si autoproducono ad oltranza giusto per far vedere il libro agli amici. Detto questo credo che vista l?enorme mole di materiale che arriva in ogni redazione, per le grandi case editrici (che fra parentesi hanno pochissimo spazio per i nuovi autori) sia impossibile garantire a tutti una lettura completa ed esauriente. Fra l?altro capita anche a noi di scartare un manoscritto dopo poche pagine se contiene errori di grammatica o ortografia, la storia non c?? o ? pieno solo di luoghi comuni. Il consiglio resta quello di pensarci bene prima di spedire un lavoro, di rileggerlo, valutarlo fino in fondo e ove possibile avere prima un parere di un addetto ai lavori anche giovane e inesperto, ma un addetto. Grazie ad internet ci sono oggi ad esempio molti siti che danno consulenza e dedicano il loro tempo agli aspiranti autori.

12. La letteratura straniera ha molto pi? spazio di quella italiana, come spieghi questo fatto?

Credo sia frutto di vari motivi. Lasciando per un attimo da parte l?esterofilia che da noi, come in tanti altri paesi, ha sempre dominato; va tenuto presente che oggi ci sono effettivamente tradizioni letterarie che offrono di pi? della nostra (penso a quella anglosassone che resta sempre in auge, ma anche a quella asiatica, a quella dell?est e soprattutto alla nuova frontiera araba) sul piano dell?originalit? e del coraggio espressivo. Inoltre considerando l?ampiezza del nostro paese e paragonandola a quella di tutto il mondo ci rendiamo conto che anche da un punto di vista numerico sia impossibile che tutti i grandi autori siano nostri. Del resto credo che questa storia, fin troppo montata, non sia un dramma, perch? chi ? realmente bravo e, cosa da non sottovalutare pu? avere ?mercato?, alla lunga emerge.

13. Qual ? la tiratura media dei vostri titoli?

Effettivamente questo dipende molto dalle collane, nel senso che se per la narrativa cerchiamo subito di tirare almeno 1000/2000 copie, per la poesia le cose sono diverse e grazie alle nuove possibilit? offerte dalla stampa digitale si pu? finalmente investire a piccoli colpi, limitando i rischi ed evitando la spiacevole usanza di chiedere soldi a chi scrive.

14. Perch? fare proposte di edizioni a pagamento e non pubblicare solo i libri che ci si possono permettere? Perch? non investire?

Perch? si ha paura o perch? non si vuole fare realmente il ?salto nel buio?. Cosa peraltro che, a mio modesto parere, ? necessaria se si vuole fare questo mestiere. Come ti dicevo prima, noi, forse in modo incosciente, abbiamo deciso che questo limite non ce lo saremmo posto e che, appunto, avremmo investito quello che potevamo basandoci sulle nostre idee, sulle nostre convinzioni e magari su quel pizzico di fortuna che sempre serve.

15. Avete molte collane? vuoi parlarcene e riassumere brevemente la loro storia?

Per il momento abbiamo 5 collane che sono nate in poco pi? di due mesi, ma sono frutto di idee che coltivavamo gi? da tempo. A parte la poesia, infatti, di cui per tanti anni ci siamo gi? occupati, l?idea dei classici, nata grazie al supporto eccezionale di un critico come Walter Mauro, ? venuta dall?esigenza di far tornare sugli scaffali quei classici che per un motivo o per un altro sono stati dimenticati o presentati solamente in stucchevoli antologie che ne limitano la potenza espressiva. Cos? ? stato per Flaubert, Svevo e Dostoevskij, cos? sar? per tanti altri, anche se stiamo lavorando addirittura a dei veri e propri inediti. Infine, ma non ultima per importanza c?? questa collana di chick-lit da me fortemente voluta per seguire un filone divertente e spensierato, ma anche in grado di avvicinare lettori alla narrativa e soprattutto permettere alle donne di prendersi un po? meno sul serio. ?maDonna? servir? infatti per lo pi? a demitizzare e a rendere umani tanti luoghi comuni. Spenderei, infine, due parole sulla collana antologica che sta pienamente riuscendo nell?obiettivo di costruire collaborazioni, contaminazioni e confronti con strutture disseminate nel web (come www.pennadoca.net, www.scrittinediti.it o www.nuoviautori.org) ma anche associazioni (Erbasacra) o enti (il Comune di Formia) impegnati nella diffusione e promozione della cultura. Noi abbiamo la piccola ambizione di essere con questa collana il centro del loro percorso o meglio il ?braccio editoriale? delle loro intuizioni ed idee.

16. Il libro che ha pi? venduto e quello che ? stato pi? discusso fra quelli che avete pubblicato?

La notizia ? delle ultime settimane perch? il libro d?esordio della collana ?maDonna? di Miss Calabria Roberta Morise (Esami di ammissione) ? stato quello pi? discusso e che ha venduto di pi?. Cinquecento copie in una sola settimana. Poi potr? far sorridere, ma contrariamente a quanto accade di solito il libro di poesie ?Primavera bizantina? di Franco Alvisi ha venduto gi? un paio di centinaia di copie, andando bene anche in libreria. I classici poi sono un caso a parte e si pu? dire che abbiamo gi? un pubblico consolidato, quindi diventa tutto pi? semplice.

17. Come pensate di farvi strada per pubblicizzare e far crescere la vostra casa editrice?

Sfruttando tutte le occasioni possibili. Da quelle pi? canoniche come il lavoro incessante di ufficio stampa e il chiodo fisso di una distribuzione finalmente capillare, fino al grande lavoro che facciamo su internet e agli eventi che, almeno all?inizio, per una nuova casa editrice sono a dir poco fondamentali. Ti avvicinano al pubblico, ti permettono di far conoscere le tue idee e creano un po? lo zoccolo duro di lettori di cui tutti hanno bisogno. Ci sono poi le fiere che danno tanto in termini di visibilit?. Anche se alla fine credo siano le idee a dover passare e fare breccia in un sistema che seppur ben difeso e chiuso, ? attaccabile con successo.

18. Immagino che fra i vostri titoli ci siano quelli su cui puntate di pi?, ed altri di meno? in base a che cosa fate questa scelta?

Solitamente la scelta ? fatta in corsa. Nel senso che non pubblichiamo mai un libro di cui non siamo pienamente convinti. Poi ? chiaro che per ragioni di opportunit? alcuni titoli abbiano delle facilitazioni, perch? l?autore ? gi? conosciuto (in campo letterario e non) o perch? tratta un particolare tema di grande attualit? in quel momento. Tuttavia non sono poche le sorprese, e avendo venduto in due mesi pi? di tutti un libro di poesia, posso confermartelo pienamente.

19. in che modo promuovete i vostri libri e che cosa pensate di offrire ad un autore che pubblica per voi, cosa pensate di offrire in pi?, cosa in meno?

Come accennato il lavoro di promozione viaggia a 360?, nel senso che cerchiamo nei limiti del possibile, di non farci sfuggire neanche un occasione per parlare di noi e dei nostri autori. In via diretta stiamo lavorando anche all?acquisizione di un paio di riviste letterarie e al rilancio di un progetto radiofonico. Per il resto facciamo in modo di fare libri che giornalisti e critici possano apprezzare e quindi diffondere. Credo che questo sia il meglio che si possa fare per un autore, coinvolgendolo ovviamente in tutti i passaggi e cooperando con lui nel migliore dei modi. Quello su cui non facciamo sconti sono per? i tempi e i modi di proposizione che devono rientrare in una strategia complessiva. Non ci piacciono, insomma, gli autori che ?ballano da soli? senza curarsi degli altri. Quello che ci interessa affermare alla lunga ? un?idea di fare libri, un progetto in cui ogni autore (con le dovute scale di valori sia chiaro) abbia il suo spazio e i suoi meriti.

20. Non pensi che ci siano autori meritevoli, che per? non sono affini al mercato e che per questo vengono scartati? Oppure credi che chi merita prima o poi riesce a pubblicare?

Il fatto che chi meriti prima o poi riesca a pubblicare, cosa di cui sono pienamente convinta, non esclude che in un dato momento non sia pronto. Il bello dell?editoria ? che ci? che oggi non ? buono, domani potr? esserlo e viceversa. Un progetto debole oggi, pu? essere forte domani. Il buon editore questo lo sa o almeno deve provare a intuirlo, altrimenti si affiderebbe solo alla cieca fortuna o al fare di tutto un po?. Direi anzi che sia un dovere verso gli autori quello di capire se ? il momento di lanciarli senza far s? che si brucino. Dal canto suo chi scrive deve imparare ad accettare i rifiuti e anche ad attendere l?arrivo del suo momento senza cadere nella rete di chi sa offrirgli un pizzico di gloria al ?giusto prezzo?.

21. ?Perch? ci sono pi? personaggi che autori? Perch? ? cos?, o forse mi sto sbagliando? E conta davvero uscire per una casa editrice grande, se poi questa non punta su di noi ed il nostro libro vende solo poche centinaia di copie?
I libri non sono forse soltanto marketing? Perch? i libri sono spettacolo, gossip? perch? i libri sono sempre pi? rapidi, vuoti. Perch? ? questo che troviamo in libreria, perch? mangiamo quello che ci danno, perch? vediamo quello che ci fanno vedere e pensiamo come ci fanno pensare.? Cosa ne pensi di queste affermazioni?


Che sono dei grandi luoghi comuni con un fondo di verit?. Nel senso che se si trattasse di tutte cose vere, si dovrebbe anche dire che il pubblico ? tutto sciocco e si prende tutto quello che i grandi editori gli rifilano..(infatti, non ? cos?, forse?? n.d.r) ma allora come spiegheremmo il fiorire negli ultimi dieci anni di tanta ?grande? editoria indipendente (Fazi, Minimum Fax, Marcos y Marcos, Baldini&Castoldi, Castelvecchi, Voland, E/O, Stampa Alternativa.. solo per fare alcuni nomi celebri). (io credo che la ?grande? editoria indipendente ultimamente stia prendendo abbagli, almeno dal punto di vista di libri ?veri?, scelte di mercato, insomma? n.d.r)  Dovremmo poi credere che chi pubblica si diverte a dare spazio a chi non vale e a nascondere sistematicamente i pi? bravi (ma se non ci fidiamo di editori, giornalisti e critici, chi dovrebbe giudicare?..). Sulle grandi case editrici, poi, ? possibile dire di tutto, anche se, stando nei panni di un autore, preferirei sempre avere una minuscola chance con Mondadori che essere l?autore di punta di un piccolissimo editore di provincia. Altrimenti verrebbe meno anche il senso di ?talent scout? della piccola editoria verso la grande.

22. Quali novit?, incontri, nuove uscite e nuove idee pensate di realizzare prossimamente?

Molto, a dire il vero, ? gi? predefinito, nel senso che abbiamo le cose ben chiare in testa. A parte le collane citate, ne sono in preparazione altre tre di narrativa, di cui una internazionale per l?inizio dell?anno prossimo. ? quasi pronta, invece, quella di poesia internazionale, mentre stiamo valutando varie opportunit? legate alla saggistica e alla manualistica. Questo sul piano editoriale, anche se in cantiere ci sono vari progetti legati a grandi eventi, cooperazioni con arte e teatro (come gi? fatto ad esempio con La Tentazione di Sant?Antonio che ? attualmente in scena al teatro Colosseo di Roma), corsi e concorsi letterari. Insomma tante cose che affermino sempre pi? la nostra voglia di farci sentire e di costruire un?alternativa originale e interessante anche in armonia con altri editori e progetti che, finalmente, stanno riuscendo a farsi strada.

23. vi ringraziamo per la disponibilit??

Grazie a voi per la bella occasione di dialogo e di scambio sempre ricco di opportunit? e spunti riflessivi.



Lisa Massei ? Mielenero
22/05/05





la versione dell'intervista con i link la trovate su nuoviautori.org
Ultima modifica di carlo il 15/12/2008, 19:39, modificato 1 volta in totale.
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