Alessando Ansuini

Le interviste di NA a cura di M. Di Biagio e L. Massei
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carlo
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Alessando Ansuini

Messaggio da carlo »

INTERVISTA AD ALESSANDRO ANSUINI
di
Lisa Massei


1. Ciao Alessandro, pagare per pubblicare: perch??

Vanit? delle vanit?, tutto ? vanit?. Per cos?altro si pubblicano i libri? Alcuni hanno anche la pretesa pedagogica o sociale, quelli sono i peggiori, ma mentono. Quando pubblicai, pagando, ?Ronde de la nuit?, mi ero convinto che lo facevo per scopo divulgativo, per darmi un tono professionale, ti faccio un esempio: i gruppi emergenti di solito realizzano delle demo, pagando, in veri studi di registrazione, per poi poter mandare alle grandi etichette un prodotto gi? abbastanza buono. Con ?Ronde de la nuit? mi dissi che applicavo lo stesso concetto, ma mentivo a me stesso. Vanit?. Ora non lo rifarei, ma quel libro ha cose buone.

2. Sei passato da una prima esperienza di un libro pubblicato, poi hai capito che non era la via giusta, per? senti comunque la necessit? di far leggere le tue cose? quanto ? importante farti leggere, ritagliarti uno spazio?

Non gli do tutta questa importanza, credimi. Ora mi muovo su due fronti, quello live, dell?esibizione, insieme agli Einsturzende Camera, in cui do sfogo a tutta la mia vanit?, e quello letterario, che invece nasce con presupposti diversi e addirittura non ha bisogno di lettori, per come viene fuori.

3. Come ? nato il vizio per la scrittura?

Non ? un vizio, ? una malattia. Come ti viene la tubercolosi? Ti viene e basta, ci eri predisposto, eri cagionevole.

4. Fai il portiere? questo si concilia con lo scrivere?

Molto, s?. Persone che girano, nomi, discussioni, profumi, miss Italia, tacchi, tedeschi calvi, profumo di pane al mattino, room service, avvocati che tradiscono le mogli, persone che si strozzano, vecchie con una pelliccia d?ermellino che inciampano, ragazzini che chiedono se viene l?Inter, tempo per scrivere.

5. Su ?Le Illuminazioni?, c?? questo portiere che risponde con distacco all?uomo che gli si rivolge, non vuole compagnia e risponde in modo secco ma educato solo perch? ? l? a fare il suo lavoro, ma non vuole niente di pi?, non si fa domande sul suo lavoro, ?? un lavoro?, dice. E non vuole compagnia, non gli importa niente di parlare. Questo portiere apre e chiude il libro, alla fine rivela una personalit? fragile e comune. Anche chi si crede diverso ? inghiottito dalla societ?, ? questo che volevi esprimere attraverso questo personaggio?

Sar? onesto, non voglio mai esprimere nulla di preciso con i personaggi. Quel portiere a volte sono io, a volte no. Tu gli hai dato una bella interpretazione. La scrittura deve suggerire luoghi immaginari dove ragionare, nulla di pi?. Non ti sposerai leggendo un libro, n? farai l?amore meglio, n? dimagrirai, e nemmeno riderai, come suggeriscono alcuni manuali molto in voga in questi anni.

6. Il modo in cui ? strutturato questo libro mi ha fatto subito pensare ad una sceneggiatura, la tua scrittura sembra effettivamente contaminata dalle immagini, sei d?accordo?

Se ci ragioni, tutti pensiamo per immagini, mica per concetti, o parole. La mente ? una nebulosa dove si susseguono immagini. E io di quelle scrivo, badando di essere il meno banale possibile. Si pu? essere tutto, ma per favore, cerchiamo di sforzarci di non essere banali.

7. Blo ha questa ossessione per le donne, ma le vuole mute, buone, senza braccia, senza gambe, lisce, perfette, non ama essere contraddetto, questo personaggio per quanto surreale nasconde una psicologia in un certo senso collettiva che si lega ad una difficolt? nei rapporti interpersonali?

Difficolt?? Prova a esprimere un concetto rivolgendoti a dieci persone e poi faglielo scrivere. Avrai dieci concetti diversi. La comunicazione ? un dogma della nostra societ?, come il tempo. Nessuno conosce nessun altro, no? Io dico che ci si fraintende amorevolmente, e questo mi basta.

8. Hai definito ?Le Illuminazioni? come una sperimentazione divertente, ma secondo me la tua scrittura ? anche piuttosto forte e dura?


Immagino di s?, perch? non scrivo per intrattenere, anche quando scrivo una cosa abbastanza divertente, a mio modo di vedere, come le illuminazioni. Gi? il titolo, che va a parodiare le ben pi? note illuminazioni di Rimbaud, dovrebbe far capire il tono del libro. In ogni caso ci? che risulta da una scrittura, da ogni tipo di scrittura, ? una prospettiva della societ?, in questo caso la mia prospettiva. E la societ? non ? molto divertente, semmai grottesca.


9. Quest?anno non vanno pi? di moda gli orologi, non li porta pi? nessuno, ma vengono usati tronchi umani che non fanno altro che contare i secondi e ti sanno dire l?ora esattamente, un modo precisissimo. Per?? del giorno o della sera? Confondere il giorno con la notte ? una delle caratteristiche di questi personaggi. Forse perch? non conta che sia giorno che sia notte, non fa differenza, siamo comunque ?morti??

La domanda, ?Ma che ore sono?? e la successiva domanda, dopo aver ascoltato la risposta, ?Ma di giorno o di sera? ? una scena dello specchio di Tarkowski, mentre dialoga con la madre al telefono, e la uso, decontestualizzandola, per far apparire poco importante la dimensione temporale. Non considerando io il tempo nel modo in cui lo considerate voi, ossia come uno scorrere, quando scrivo l?idea di successione di attimi che ? nel modo comune di pensare non mi appartiene, quindi, quando si legge qualcosa di mio, bisognerebbe dimenticarsi del tempo. Tutto ? fermo, vi hanno mentito. Siamo pigmenti su un quadro, non un fiume che scorre.

10. Bukowski in una sua poesia ha scritto: ?La gente ? strana: si infastidisce sempre per/ cose banali, / e poi dei problemi gravi / come / il totale spreco della propria esistenza, / sembra accorgersene a / stento??. Scrivere per te ? il modo per non sentire di sprecare la tua esistenza? Come ti senti dopo aver scritto?

Mi sento bene mentre scrivo. Mentre. Dopo non me ne frega gi? pi? niente, poich? entra in gioco la componente vanit?, io ho scritto questo, io ho fatto quello. A me aspetta sempre una pagina bianca, ogni giorno, questo ? il mio problema. Prima e dopo sto male, sono nervoso. Mentre scrivo, invece, sono.

11. Il libro che pi? ti ha impressionato fra quelli che hai letto ultimamente? E il film che non ti annoieresti mai di vedere e rivedere?

Impressionato? ?Ada? di Vladimir Nabokov, ma l?ho letto cinque anni fa. Dopo quello, il vuoto, nulla m?impressiona pi?. Il film che non mi stancherei mai di vedere ? ?Cose Molto Cattive?.

12. Smith & Laforgue Indipendent Press, basta un po? di filo, essere capaci un minimo ad usare word, un cartoncino da ritagliare, delle foto e poco altro. Libri fatti in casa, confezionati a mano uno ad uno? com?? nata questa idea? Parlaci delle prossime produzioni che vuoi fare, degli autori che hai prodotto?

Perdona, il poco altro dovrebbero essere poesie o prosa di qualit?. Se scrivi benissimo, in maniera stravagante, nessuno ti pubblica. Quindi, se sei uno scrittore normale, se vuoi il tuo libro nelle librerie, se vuoi chiamare gli amici per dirgli quanto ti sei emozionato vedendo il tuo libro in vetrina, se vuoi firmare autografi con una penna d?oro che ti hanno regalato, cercati un editore. La Smith & Laforgue ? un?idea dinamica, che chiede a chi scrive di farsi artigiano e promotore di se stesso. Non solo devi farti i libri, ma devi anche andarteli a vendere, portando le tue parole direttamente in mano ai lettori. L?idea me la diede Mauro Mazzetti, che gi? lo faceva per conto suo, e continua a farlo splendidamente, con i Figli belli. Io ho solo preso l?idea e l?ho modificata tralasciando molto il ruolo dell?editore e focalizzando quello di autore/artigiano. Non potendo pagare diritti d?autore, non mi prendo in carico libri di altri. Se diventi autore S&L io ti spedisco quattro libri gi? fatti, una matrice per farti le fotocopie, e il manuale d?istruzione per farti i libri da solo. Mi limito ad organizzare i reading, dopo questo. In sei mesi di Smith & Laforgue ho tirato, con calma, 363 libri. Gli autori al momento sono, oltre a me, Rossella Dimichina, Flavio Toccafondi, Antonio Koch, Mauro Mazzetti, Francesco Ghezzi, Kira A, Enrico Masi e Rosamaria Caputi. Autori che, credimi, in librer?a non li trovi, e spero non li troverai mai, ma questo saranno loro a deciderlo.
La S&L non vincola nessuno. Ti aiuta solo a fare un prodotto buono, a poco prezzo, che poi puoi utilizzare come preferisci, anche spedirlo alle case editrici ufficiali per fare bella figura, un po? il concetto della demo che ti spiegavo all?inizio. Per questo tendo a non allargare il numero degli autori, a meno di casi eccezionali, semmai li incoraggio a farsi i libri da soli. I libri della S&L sono uno diverso dall?altro, si acquistano ai reading o sul blog per offerta libera, sono neri, con le scritte rosse in dymo, e rientrano a tutti gli effetti nel prodotto artigianale.
Non ? roba per scrittori, ma per maniaci.

13. Organizzi reading letterari presso la Torre del Popolo Armando Orzi, a Bologna. Come hai ottenuto questo spazio e qual ? la storia di questo posto? Sembra una ex scuola elementare?

Ho conosciuto i ragazzi dell?associazione in un?osteria in Piazza a Bazzano, e loro mi hanno parlato di questo spazio, che purtroppo non riuscivano a sfruttare come avrebbero voluto, anche se gi? proiettavano film e tenevano concerti. Io ho semplicemente dato il mio apporto in termini letterari, all?inizio, organizzando letture, mie o di autori che conoscevo. ? molto difficile organizzare qualcosa in provincia e senza soldi. Ma abbiamo perseverato, sono nate nuove idee, come gli Einsturzende Camera, che gi? esistevano ma che hanno acquistato un?aria nuova, pi? spaziosa, tanto che ora la nostra carovana che si sposta nei locali di Bologna offre musica dalla classica alla sperimentale, suonata dal vivo, reading sonori, ambientazioni, diapositive, immagini, body art e quant?altro. E il comune si ? accorto di noi, tanto da offrirci la possibilit? di tenere degli happenings nella Rocca Medioevale, con un?ambientazione davvero suggestiva.
In conclusione: il posto, le serate, ? frutto solo buona volont? dei ragazzi che ci lavorano dentro, che ci si divertono, che ci dedicano il loro tempo e che ci riversano la loro arte.

14. Secondo me i libri sono trattati da prosciutti, e gli editori cercano personaggi e non autori?

Se io fossi il direttore editoriale di una grossa casa editrice, dovrei portare dei numeri soddisfacenti al mio superiore. Mi pagherebbero per quello, percentuali di vendita. Non ? colpa loro, non tutta, ? il mercato che chiede grossi numeri. E per fare grossi numeri ci vogliono grossi nomi, anche non attinenti alla scrittura. Per questo anche Britney Spears ha fatto un libro. Che tutto questo non c?entri nulla con l?editoria a progetto o con la valorizzazione di talenti siamo tutti d?accordo. Ma tutto questo si pu? eludere.

15. Ti piace di pi? scrivere prose o poesie? Quali sono gli autori che maggiormente ti hanno influenzato?

Non c?? differenza per me fra prosa o poesia, solo come lo vedi scritto sulla carta, una volta che ascolti, per dire, tutto appare pi? sfumato. La mia scrittura ? sempre un ibrido. Per gli autori ti dar? una risposta diversa dal solito, che sono quelli ragionati, ossia Nabokov e Borges per la prosa e Rimbaud ed Eliot per la poesia. In realt?, da adolescente, ho letto tutti gli autori della beat generation, tutto Bukowski, Lovecraft, Fante, Dostoevskij, Carver, Proust e Stephen King. Vuoi che se anche adesso non mi piacciono pi? granch? non abbiano in qualche modo influito? Io credo di s?.

16. Se dovessi dare un consiglio ad un esordiente che si affaccia per la prima volta nel panorama dell?editoria, cosa gli diresti?

Auguri. In fondo ? una questione di mentalit?. Se quello che si affaccia nel mondo della scrittura ? un ambizioso, gli piace John Le Carr?, trover? il modo di leccare i punti giusti. Se ? un idealista cui piace Rimbaud invece consiglio di farsi una casa editrice clandestina.

17. Cosa ne pensi di piccoli editori a pagamento, agenzie letterarie e corsi di scrittura?


Parassiti che si nutrono della vanit? degli idioti. Parte della morbida macchina del mercato.

18. Un romano a Bologna? la cosa che pi? ami e che pi? odi di queste due citt?.

Di Bologna amo la misura, la dimensione, i portici quando piove e le persone; odio il clima, troppo caldo d?estate e troppo freddo d?inverno. Di Roma amo tutto, fatta eccezione per le sue dimensioni, per la difficolt? negli spostamenti, e per il fatto di non avere una casa a Piazza di Spagna. Quando uno pensa roma di solito s?immagina a vivere in Via Condotti, che scende le scale e si ferma a fare colazione a via Nazionale, magari vicino alla gioielleria Ansuini. (esiste davvero, ma non sono miei parenti). Invece il 90 per cento degli abitanti di Roma vivono in periferia, che ? uguale a tutte le periferie del mondo, con l?eccezione del traffico amplificato delle metropoli, dell?inquinamento, della scarsezza dei servizi quali poste, autobus, metr? e cos? via.

19. Ti ? mai capitato che qualcuno ti abbia consigliato di smettere di scrivere? Tu a quale scrittore famoso lo consiglieresti?

Me stesso. Sai che Agota Kristoff ha dichiarato che ha smesso? Grande personalit?. Tutti dovrebbero trovare il coraggio di smettere, anzi, dovrebbe essere naturale. Lo ? quando hai delle cose da dire, le dici, poi cerchi di dirle nel modo migliore possibile, e una volta che l?hai fatto dovresti smettere. Ma quando tu dici scrittori, dici vanitosi, che ? un modo diverso di intendere la scrittura come la intendo io. Ossia: senza nome dello scrittore sul libro.

20. L?ispirazione? esiste davvero? Oppure scrivere ? semplicemente prendere spunto da altre cose?

Spender elencava i tre principi del poeta: ispirazione, concentrazione e memoria. Schnitzler invece diceva : continuit?, intensit?, coerenza. Secondo me esistono i ritmi, come in ogni cosa. Ci sono momenti in cui sei mentalmente pi? lucido, pi? creativo, ? verificabile. Ecco, bisogna approfittare di quei momenti, e starsene buoni quando vengono frasi alla Faletti.

21. Un colore, un frutto, un cibo salato che ti piace.

Il Nero, la pesca, il salame.

22. Credi in dio?

No.

23. Che musica ascolti?

Tutta quella che non esce dalle radio. Detesto le radio. Mi disse una volta Toccafondi: perch? mai dovrei lasciare che qualcun altro scelga la musica che voglio sentire? Sono capace di scegliermela da solo. E io sono d?accordo con questo.

24. Tutti almeno una volta nella vita hanno pensato al suicidio. Oppure ad uccidere qualcuno? a chi taglieresti la lingua?

Non ho mai pensato al suicidio. Per suicidarti, immagino, devi avere una paura folle di qualcosa. Io non ho paura di niente, a parte il dolore, sono solo annoiato. Quindi non ne vale nemmeno la pena di suicidarsi, secondo me. Non taglierei la lingua a nessuno, se tagliassi la lingua al mio peggior nemico lui capirebbe l?importanza del silenzio e invece voglio che gli stupidi continuino a parlare, che siano simbolo di se stessi fino all?ultimo giorno della loro vita. Questa mi sembra una punizione.


07/03/05  Lisa Massei ? Mielenero
Ultima modifica di carlo il 15/12/2008, 11:55, modificato 1 volta in totale.
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