Made in Britain

gruppi musicali, canzoni e concerti
Miki
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Made in Britain

Messaggio da Miki »

Come avrete capito sono musicalmente – e non solo! – anglofila e con la sola eccezione degli americani REM, le mie band preferite sono tutte britanniche.
Ho quindi deciso di utilizzare questo spazio per creare una specie di guida del principiante alla musica anglosassone.

Con l’aiuto di Q Magazine ho compilato questa lista degli artisti, band e album che preferisco e che – a mio vedere – sono tra i pi? rappresentativi della storia, delle tendenze e dell’evoluzione della musica britannica degli ultimi 40 anni (circa).
Naturalmente ce ne sono molti altri e se credete fate pure delle aggiunte!

In ordine strettamente cronologico:

The Who – MY GENERATION (1965) Un album energico che ha definito un luogo e un’era: la Londra dei Mod, movimento che ha dato una voce ai giovani arrabbiati della classe operaia inglese a met? degli anni ’60.
Brano di punta: My Generation

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The Beatles – REVOLVER (1966) Difficile scegliere un album tra i 13 realizzati dal quartetto di Liverpool, ma Revolver ? a mio parere il loro migliore, l’album con cui la band esce dai ranghi della swinging London per approdare ad un nuovo pop acido e psichedelico che parla un linguaggio pi? di satira che di pace universale.
Brano di punta: Tomorrow Never Knows

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The Rolling Stones – BEGGARS BANQUET (1968) Il ritorno alle origini per una band che solo un anno prima aveva mancato il bersaglio con un album di mediocre psichedelia. Qui gli Stones ritornano alla grande con un album che ben coglie e riassume musicalmente le tensioni e cambiamenti dell’epoca.
Brano di punta: Simpathy For The Devil

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Small Faces – OGDEN’S NUT GONE FLAKE (1968) Gli Small Faces sono l’articolo anni ’60 pi? genuino. Con l’aiuto di una certa dose di acido, la band compila questo squarcio di psichedelia cockney che rimane in testa alle classifiche inglesi per sei settimane nell’estate del ’68.
Brano di punta: Lazy Sunday

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The Kinks – THE KINKS ARE THE VILLAGE GREEN PRESERVATION SOCIETY (1968) Proprio nel momento in cui i grandi nomi della musica del periodo infilano fiori nei capelli e guardano a San Francisco, i Kinks producono un album essenzialmente britannico, evocando l’immagine nostalgica di birra tiepida, spazi verdi e foto sbiadite. Un gioiello dimenticato.
Brano di punta: The Village Green Preservation Society

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Nick Drake – BRYTER LAYTER (1970) All’et? di 22 anni e clinicamente depresso, Drake realizza il suo capolavoro, elegante modello di musica folk inglese. La voce morbida e profonda di Drake ? pura malinconia.
Un talento raro ucciso a 26 anni da un’overdose di antidepressivi.
Brano di punta: Northern Sky

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David Bowie – THE RISE AND FALL OF ZIGGY STARDUST AND THE SPIDERS FROM MARS (1972) Un concempt album cerebrale nell’idea e spontaneo nell’esecuzione, tra l’istrionismo di Bowie e i vibranti slanci della chitarra di Mick Robson.
Brano di punta: Starman

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Elton John – GOODBYE YELLOW BRICK ROAD (1973) Elegiaco e pomposo, il primo doppio album di Elton John lo incorona Re del pop britannico.
Brano di punta: Saturday Night Is All Right For Fighting

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Pink Floyd – DARK SIDE OF THE MOON (1973) Cinque anni dopo l’uscita di scena di Syd Barrett, Roger Waters produce testi elegantemente nevrotici su classi sociali, materialismo e follia, mentre la band abbandona le lunghe composizioni prog-rock per pi? abbordabili brani di quattro minuti. E l’America prende nota.
Brano di punta: Money

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Queen – A NIGHT AT THE OPERA (1975) La leggenda inizia il giorno che Bohemian Rapsody approda alla radio. Arpeggi pianistici, chitarre maestose, vaudville, folk e opera si fondono in un album che ? Glastonbury, Womad e Prom tutto in uno.
Brano di punta: Bohemian Rapsody

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Sex Pistols – NEVER MIND THE BOLLOCKS (1976)  I Sex Pistols irrompono sulla scena musicale con questo album violento e irriverente che mostra il dito medio al sistema e offre inni ribelli quali Anarchy In The UK e Pretty Vacant alla cosiddetta blank generation.
Brano di punta: God Save The Queen

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The Jam – ALL MOD CONS (1978) Terzo album per la band e capolavoro di amarezza e satira. La voce soul di Weller tradisce testi violenti e arrabbiati, mentre il trash-punk delle origini d? spazio a psichedelia tinta di folk e  sofisticate ballate.
Weller al suo meglio.
Brano di punta: Down In The Tube Station At Midnight

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The Clash – LONDON CALLING (1979)  Un album diretto e rabbioso per chi vuol “far casino” in faccia alle avversit?, una celebrazione della vita anche nei momenti pi? duri.
Brano di punta: London Calling

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The Undertones – THE UNDERTONES (1979) Originariamente una band pop, gli Undertones virano al punk, adattando il loro suono alle nuove tendenze con melodie taglienti e testi sull’irrequietezza giovanile.
Brano di punta: Teenage Kicks

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The Specials – THE SPECIALS (1979) La band che d? la voce ad una nuova Inghilterra politicizzata e multi-culturale con energia, attitudine e musica tra punk e ska.
Brano di punta: Too Much Too Young

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Dexy’s Midnight Runners SEARCHING FOR THE YOUNG SOUL REBELS (1980)  Alla fine degli anni ’70 Kevin Rowland decide di abbandonare il punk per dedicarsi alla musica soul e realizza un album geniamente populista, arricchito da ritmi elementari e ottoni.
Brano di punta: Geno

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Joy Division – CLOSER (1980) Lettere postume di un suicida. Visioni sospese tra industrialismo decadente e semplicit? bucolica, Manchester e il Derbyshire viste dalla cucina dove Ian Curtis si impiccher?.
Brano di punta: Isolation

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The Human League – DARE (1981) Due anni prima dell’uscita di questo album, The Human League perdono due dei loro membri fondatori. Phil Oak decide di rimpiazzarli con due studentesse di Sheffield e regala al pubblico l’elettro-pop che porter? il gruppo in cima alle classifiche inglesi.
Brano di punta: Love Action

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The Smiths – THE QUEEN IS DEAD (1986) Un album che ? tanto idiosincratico quanto britannico. Morrissey e Marr raggiungono l’apice della loro collaborazione come autori e Marr in particolare offre un’esecuzione di rara abilit? e inventiva che lascia stupito perfino il resto della band.
Brano di punta: Some Girls Are Bigger Than Others

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The Cure – DISINTEGRATION (1989) Il decimo album della band inglese vede un ritorno all’atmosfera dark delle origini. Sullo sfondo di bassi gonfiati e sinistri riff, Robert Smith descrive paranoie – vecchiaia, il trascorrere del tempo, aracnofobia – tinte di speranza pi? che di angoscia.
Brano di punta: Lulluby

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The Stone Roses – THE STONE ROSES (1989) Gli Stone Roses scuotono il pop britannico post-Smiths e convincono un’intera generazione ad indossare jeans a zampa di elefante. Spinto dalla cultura delle nuove droghe e dalla scena musicale del nord-est inglese – Madchester – l’album ? una spettacolare miscellanea di inni (I Wanna Be Adored), canzoni esultanti (Waterfall, This Is The One) e brani epici (I Am The Resurrection). Dieci con lode! Brano di punta: I Am The Resurrection

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Happy Mondays – PILLS ‘N’ THRILLS AND BELLYACHES (1990) L’album che segna l’apice commerciale della band di Manchester. I suoi singoli surreali, Step On e Kinky Afro, diventano l’onnipresente colonna sonora del periodo.
Brano di Punta: Step On

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Primal Scream – SCREAMADELICA (1991) Con Screamadelica la fusione tra rock e rave trova il suo equilibrio con risultati briosi ed euforici.
Brano di punta: Movin’On Up

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Massive Attack – BLUE LINES (1991) Blue Lines ? l’album che definisce il suono di Bristol e, per un periodo a met? degli anni ’90, fa del West Country un paradiso multiculturale per in nuovi bohemienne. L’album rimane una pietra miliare delle nuove tendenze nella dance-music britannica.
Brano di punta: Blue Lines

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Blur – PARKLIFE (1994) Di fronte alla continua invasione del modello culturale americano, Parklife rappresenta il richiamo per le nuove generazioni inglesi a riporre gli album dei Nirvana e riprendere in mano le chitarre. Essenzialmente britannico, dalla foto dei levrieri in corsa della copertina, alla musica che sa di Beatles e Kinks, punk ed elettropop anni ’80; dai testi divertiti e ironici sulle idiosincrasie dei connazionali, al cockney di Phil “Quadrophenia” Daniels, fino al sontuoso finale di This Is A Low.
Brano di punta: This Is A Low

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Oasis – DEFINITELY MAYBE (1994) Al principio degli anni ’90 il rock inglese sembra essere arrivato al capolinea, mentre grunge americano e dance-music imperano. Due eventi cambiano la scena musicale del periodo: la morte di Kurt Cobain e l’arrivo degli Oasis con questo primo album che resta probabilmente il loro lavoro migliore.
Brano di punta: Live Forever

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Pulp – DIFFERENT CLASS (1995) Un album che attacca il sistema delle classi inglesi con umorismo e ironia, facendo di Jarvis Cocker un improbabile bardo per gli anni ’90.
Brano di punta: Common People

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Manic Street Preachers – EVERYTHING MUST GO (1996) Con una produzione arricchita di archi Phil-Spectoriani e citazioni da Jackson Pollock sulla copertina, questo ? indubbiamente l’album pi? americano della band gallese, ma anche il loro lavoro pi? emotivo e personale, dopo la morte – probabilmente per suicidio – di Richard Edwards.
Brano di punta: A Design For Life

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The Verve – URBAN HYMNS (1997) Dopo l’implosione del 1995, Richard Ashcroft e il chitarrista Nick McCabe si riuniscono nel 1997 per produrre Urban Hymns, nel quale esplode la loro vena creativa pi? psichedelica e graffiante.
Brano di punta: Bitter Sweet Symphony

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Radiohead – OK COMPUTER (1997) Nel 1997 l’Inghilterra attraversa un momento di particolare ottimismo e rinnovamento politico e culturale, la “Cool Britannia” celebrata dal successo di film come Trainspotting e dal Britpop. Finch? i Radiohead ritornano sulla scena con questo album desolato e controcorrente, un incubo di melodie frammentarie e visioni futuristiche di un mondo soffocato dal conformismo. Un capolavoro.
Brano di punta: No Surprises

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Coldplay – A RUSH OF BLOOD TO THE HEAD (2002) Dopo il garbato debutto con Parachutes e il conseguente tour, il quartetto inglese ritorna in studio esausto, ma in pieno fermento, regalando un secondo capitolo di brani eleganti e melodiosi, sospesi tra angoscia e ottimismo.
Brano di punta: Clocks

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Ultima modifica di carlo il 11/09/2010, 16:40, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da carlo »

Hai citato alcune perle, brava! Primal scream, clash, queen, sex pistols, joy division, david bowie...
su circa met? dei gruppi citati son pi? che daccordo!
Miki
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Messaggio da Miki »

Le band che ho citato sono di generi vari e anche molto diversi, ma hanno tutte due cose in comune: hanno influenzato in qualche modo la musica dell'epoca in cui si inseriscono e sono tutte di matrice inconfondibilmente anglosassone.
Per il resto, come si dice, de gustibus non est disputandum.
Io le amo tutte anche se alcune occupano un posto pi? alto di altre. :mrgreen:
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Messaggio da carlo »

immagino non sian le stesse mie... :roll:
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Messaggio da Miki »

Beh, ma non ha molta importanza, no?
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Messaggio da Max_72 »

Wow!
Mi piacerebbe avere tutta quella collezione!
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:mrgreen:
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Messaggio da carlo »

non fare quella faccia, tanto tu non ce li hai! :(
Miki
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Messaggio da Miki »

eheh :mrgreen:
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Messaggio da DevilMaster »

Wow!!! Complimenti a Miki per il tempo dedicato a questa piccola enciclopedia musicale anglofila! :) Ovviamente, vista la mole e la diversit? dei generi, non mi piace tutto quel che viene citato, ma, fra quelli presenti, sono molti quelli che consiglierei anch'io. Visto che il senso del topic ? citare quegli artisti, anglosassoni, che hanno, in qualche modo, influenzato la musica dell'epoca... aggiungerei anche gli Iron Maiden che, per quasi dieci anni, sono stati indubbiamente il punto di riferimento mondiale per quel che concerne hard rock e heavy metal. I miei dischi preferiti sono i primi due (Iron Maiden e Killers), ma il vero successo e gli scopiazzamenti sono iniziati con The Number Of The Beast (primo disco con Bruce Dickinson alla voce) fino a Fear Of The Dark. Pare che il loro ultimo disco abbia venduto un casino di copie (? il secondo disco dal ritorno di Bruce Dickinson dopo la penosa parentesi di Blaze Baley), ma non ho avuto ancora l'occasione di ascoltarlo.
WebMaster di

Riflettendo sul "teorema":
- Domani è un altro giorno... -
mi trovo a scontrarmi con la dura realtà....
Ieri,
come del resto oggi,
non c'è stato.
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