Fenomeni editoriali

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Miki
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Messaggio da Miki »

Infatti poi si finisce col comperare testi di amici o di persone con cui si viene in contatto tramite iniziative come questo sito, che quindi sono nel loro piccolo molto utili par far circolare il proprio nome.
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Messaggio da DevilMaster »

Sono assolutamente daccordo sul fatto che per i nuovi autori sia difficile trovare visibilit?, ma trovo anche che sia normale. Normalmente, e penso anche ai grandi del passato, si inizia da riviste amatoriali (oggi fanzine), poi si passa a pubblicare su qualche rivista locale e se quello che si scrive piace... allora magari si passa al regionale e poi al nazionale. Solo dopo tutto questo percorso si pu? sperare di essere presi in considerazione dalle grandi case editrici. Nessuno va a rischiare di perdere tanti soldi in qualcosa che nessuno conosce. S? perch? le grandi case editrici non pubblicano due copie o copie su ordinazione, ma ne pubblica migliaia da subito. E migliaia di copie... COSTANO. Ma quello ? il meno. I costi maggiori sono poi dovuti alle pubblicit? che fa lievitare le spese in modo mostruoso. Quindi, o si ha pazienza (come ha fatto Carlo) e si trova un editore (piccolo o medio) che vuole scommettere su di te, oppure bisogna fare tanta gavetta. Molti dei grandi autori del passato sono finiti con il pubblicare le loro opere o dopo aver fatto la fame per tutta la vita (e spesso morendo di fame;)), o facendo il giornalista per tanti anni. Il giornalista ? un lavoro, per es., che ti permette di arrivare a pubblicare libri con le grandi case editrici, ma non posso pensare che reputiate ingiusto che la mondadori non voglia investire decine e decine di migliaia di euro in un tal dei tali qualunque. Questo vale per qualsiasi lavoro. Quello che invece concordo con voi e reputo ingiusto come voi ? che, per es. la Mazzantini, riesca a pubblicare da subito in un certo modo perch? ? la moglie di un tipo famoso. Purtroppo, per?, la nostra societ? funziona cos?.:( Per quanto riguarda quelli di Zelig... beh, questo ? un altro discorso. La visibilit?, ai nostri tempi, ? tutto e i comici di Zelig ne hanno moltissima. Ne hanno moltissima perch? piacciono e quindi viene da s? che se piacciono in televisione dicendo delle battute... ? molto facile che le battute piacciano anche se scritte. Quindi, per una casa editrice, il rischio di perdita ? minimo. Le case editrici sono delle aziende, non fanno mica beneficenza. ;)
Io non ho mai pensato di fare i soldi con quello che scrivo, anzi... il mio sogno sarebbe diventare famoso dopo la mia morte (come molti grandi autori) e non mi interessa se la grande casa editrice mi pubblica o meno, mi interessa che qualcuno, se ha voglia, mi possa leggere. Per ottenere questo esistono i siti come quello di Carlo, come il mio (quando lo riaprir?) o come tanti altri sparsi per la rete. A me basta sentire che a qualcuno, quello che faccio, piace. :) Per il resto... un lavoro ce l'ho. :) O, poi non mi travisate... se ci dovessi fare anche i soldi, ben venga. Mica sono scemo.
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Messaggio da Gabri »

Trovo anche io che sia giusta una mancanza di visibilit? per gli esordienti, quello a cui mi riferivo ? che si tratta di un mercato - quello del libro - che non ha visibilit? in generale...
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Messaggio da DevilMaster »

Allora spostiamo il target e non parliamo di esordienti.Stiamo parlando di libri in generale. Beh, non sono daccordo. Cio?, mi spiego meglio: sento dire, ovunque, che il libro ? in crisi. Eppure, ovunque vado, vedo che ? pieno di librerie. C'? una certa contrapposizione fra le due cose. Forse ? un certo tipo di letteratura a essere in crisi, non la letteratura in generale. Se ? cos?...beh, non ce la possiamo prendere con nessuno, se non con "noi" stessi (noi inteso come popolo). Non ci trovo niente di strano che l'uomo medio preferisca comprare un libro di barzellette(Totti docet) che non uno splendido libro di narrativa o di storia. Il perch? mi sembra semplice. Altrimenti saremmo tutti dei dotti letterati, non pensi? Il fatto, secondo me, ? che bisognerebbe partire dalla base e pensare bene cosa significa essere uno scrittore. Io posso scrivere un libro tecnicamente perfetto; che sia deliziosamente interesante e poetico... ma non posso pretendere che "l'uomo comune" lo apprezzi pi? di un libro di Flavio Oreglio (sempre che si scriva cos?), semplicemente perch? l'uomo medio, in genere, la sera guarda la televisione e non legge libri. Il problema ? sociale. Poi: siamo cos? convinti che sia un problema? Cio?, noi stiamo parlando, chi pi? o chi meno, da autori e quindi la pensiamo in un certo modo. Abbiamo poi la certezza che quello che pensiamo sia giusto?Magari vive molto meglio quello che invece che leggere un libro di Mann si guarda una puntata di Zelig, una di "c'? posta per te" (arghh!) e di "Caramba che sorpresa"(spettate che ho un mancamento).;) Se una certa narrativa ? in crisi ? solo per due motivi: o gli scrittori di oggi non sono bravi a scrivere; oppure la gente non ? in grado (e non a voglia) di leggere. C'? poi una terza possibilit?: che la gente e gli scrittori siano mediocri entrambi.;) :lol: Comunque sia... non c'? soluzione. Poi, comunque, qualcuno ce la fa a fare lo "scrittore vero", quindi non ? impossibile, e se noi non ci riusciamo (o non ci dovessimo riuscire) prendiamocela con noi, non con gli altri.
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Messaggio da Gabri »

Hai toccato vari punti interessanti della questione: innanzitutto il problema ? sociale, l'ho detto anche io quando ho accennato alla TV, che essendo il mezzo d'informazione per eccellenza (non ditemi internet perch? buona parte delle persone anziane ad esempio non sa neanche come si accende un pc) convoglia l'attenzione su altro che non sui libri. Fino al punto che se vuoi pubblicizzare un libro o vai da Costanzo o nisba (discorso a parte merita qualche isola felice su raitre). Tu dici che non trovi niente di strano che l'uomo medio preferisca il libro di Totti a molti altri, beh, io la trovo la logica conseguenza di come viene trattata la cultura in questo paese nei media. Non sarebbe male ad esempio se un giornale nazionale, come repubblica o il corriere della sera, approfittasse un minimo della sua posizione di forza nel mercato e perlomeno provasse un progetto pilota di distribuzione assieme al giornale di qualche libro perlopi? sconosciuto al grande pubblico preceduto da una qualche recensione nei numeri precedenti ad esempio. Come fanno con la Storia, i Classici del Fumetto (per quanto sia cosciente che queste cose rendono di pi?). Il mio discorso non ? "se tu non compri il mio libro allora ? colpa tua", semplicemente credo che non sia un mercato fiorente (i dati lo dimostrano) per il quale non vengono adottate delle strategie commerciali adeguate, se non per promuovere libri di comici, barzellette o puttanate adolescenziali. Una curiosit?: ma Melissa P. aveva mai scritto qualcosa prima di quel libro? Fanzine, riviste locali, nazionali...
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No, ma infatti Melissa P. non esiste. O credi veramente che quel che c'? scritto in quel libro sia vero? E' solo un operazione commerciale. Tant'? che ? stato seguito, in tutto il mondo, da molti libri omologhi.
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Messaggio da Miki »

Credo che qui si stia parlando di due cose diverse, ugualmente vere.
? chiaro che uno sconosciuto si debba fare la gavetta e debba sgobbare per farsi riconoscere e conoscere, ma si ha anche il diritto di "risentirsi" quando uno sconosciuto magari non particolarmente meritevole (come Melissa P) diventa un caso letterario da un giorno all'altro solo perch? ha le conoscenze giuste o sa manipolare il mercato. Chi quindi la gavetta se la sta facendo piano e con fatica non pu? non avvertire l'amaro in bocca.
In quanto al vecchio discorso "in Italia non si legge"... siamo come sempre di fronte al vecchio monopolio accademico della cultura, perch? se si legge "Bridget Jones" o i libri di Oreglio = non si legge.
Per forza poi dicono che nei paesi anglossassoni si legge di pi?!
Solo perch? TUTTO conta, dal fumetto a Joyce.
In quanto al "fare i soldi scrivendo"...magari sar? una nota stonata nel panorama dei veri che creano per amore dell'arte stessa e del resto se ne infischiano, ma guadagnare sul mio lavoro di autrice non solo non mi fa schifo, ma credo mi aiuterebbe a continuare perch? quello di pubblicare un libro ? un hobby costoso che non mi posso permettere alla lunga. Ma questo ? un discorso personale.
Ultima modifica di Miki il 26/09/2004, 17:06, modificato 1 volta in totale.
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Messaggio da Gabri »

La ragazza esiste (anche se magari l'hanno tirata fuori ad hoc), il libro preferisco non leggerlo. Ho sentito da pi? parti che le cose scritte non sarebbero vere (avevo visto per sbaglio una puntata del Costanzo Show in cui l'accusava di non averlo scritto lei). Il punto ? per? che non la conosceva nessuno, non aveva forse neanche mai pubblicato niente che io sappia, e ha venduto 500.000 copie... il che vuol dire che un'operazione commerciale ben fatta, purch? non stupida come il libro in questione, porta a dei risultati...
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Messaggio da Gabri »

Per rispondere a miki (ho visto adesso il msg) la questione non ? solo se si legge oreglio = non si legge. Secondo me si tratta di disaffezione ai libri, alla pagina scritta, specialmente fra i miei coetanei, sui 20-25 anni, e gli adolescenti. Poi magari mi sbaglio... :D
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Messaggio da Miki »

Secondo me la scuola ha molto di cui rispondere al riguardo.
Perch? si vuole educare alla letteratura piuttosto che all'amore per la lettura.
Che rilevanza possono avere per un adolescente di oggi romanzi come I Promessi Sposi o i Malavoglia o Canne Al Vento?
Me li ricordo io come dei mattoni pesantissimi...con tutto che ho riletto i Promessi Sposi qualche anno dopo e l'ho riscoperto, ma a 16 anni che fatica leggere Verga!
Cos? si educa alla disaffezione ai libri, invece che alla loro scoperta.
Se invece si incoraggiasse i ragazzi alla lettura di libri moderni e alla loro portata, magari insegnando loro ad avere un occhio critico al mondo editoriale odierno, in modo che si rendano conto del valore di un libro come quello di Melissa P.
Sarebbe molto pi? utile!
Io vedo i miei figli qua in Inghilterra... la biblioteca scolastica ? ricchissima e aggiornata e i ragazzi vengono incoraggiati a visitare anche la biblioteca comunale (mio figlio ha 9 anni e ha gi? la sua tessera personale con la quale ? in grado di prendere in prestito un libro senza bisogno d'aiuto). Si offre loro una gamma molto vasta di letture tra cui scegliere.
Per forza poi gli inglesi "leggono di pi?"!

Senza parlare poi del fatto che tantissimi autori inglesi si occupano di letteratura per bambini e ragazzi. Ad esempio la scrittrice pi? "presa in prestito" in biblioteca a livello nazionale al momento ? Jacqueline Wilson che scrive romanzi e racconti diretti a ragazzi/e tra i 10 e i 15 anni.
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