Fenomeni editoriali

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kashino84
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Messaggio da kashino84 »

Faletti ha avuto la fortuna di avere un buon editore in grado di pubblicizzarlo al massimo, in piu' era gia' conosciuto da molti sia come comico, anche come cantante ( ha cantato a sanremo).
Annamaria Trevale
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Messaggio da Annamaria Trevale »

Se andate a rileggervi le biografie degli scrittori/scrittrici famosi, noterete che quasi tutti hanno avuto mogli, mariti e amanti a volont?, quindi non credo che per diventare premi Nobel della letteratura sia necessario rinchiudersi in una cella monastica a scrivere e basta, si pu? anche vivere un'esistenza normale.
Faletti? Poteva scrivere lo stesso libro con 200 pagine di meno e sarebbe stato molto meglio: ci sono delle lungaggini del tutto inutili, e qualche sciatteria linguistica (giusto: l'editing gliel'hanno fatto o no?).
Sulla lunghezza dei libri i pareri sono discordi, per? anche in "Guerra e pace" certe descrizioni interminabili delle battaglie in effetti fanno venire l'abbiocco, per non parlare dei romanzi di Proust, dove le conversazioni mondane in cui per 100 pagine non succede niente all'infuori di uno scambio di battute futili.....per me equivalgono a 20 gocce di Valium, ho rischiato d'addormentarmi sul libro.
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carlo
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Messaggio da carlo »

Oddio, io Proust lo adoro, e la Recherche per quanto a tratti magari lenta e noiosa, ha un importanza notevole, mentre faletti...
La risposta di kash era quella che mi aspettavo un po da tutti: il libro magari ? discreto, ma ha venduto perch? a scriverlo era faletti, che era gia un nome, anche se per cose che con la letteratura hanno davvero poco a che fare... quindi la pubblicizzazione, e i passaggi televisivi, per le vendite contano pi? della qualit?, altrimenti un singolo libro di Lucarelli, dovrebbe aver venduto beb piu di tutti quelli che faletti ha scritto e scriver
Annamaria Trevale
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Messaggio da Annamaria Trevale »

Carlo, quello che hai scritto a proposito di Faletti l'abbiamo gi? detto e ripetuto un po' tutti a proposito di altri autori in questa discussione: al giorno d'oggi, molto spesso nella classifica dei libri pi? venduti contano pi? il battage pubblicitario e il nome dell'autore (se ? gi? famoso in qualche settore extraletterario) piuttosto che il vero valore delle opere in s?. Purtroppo ? cos? e non possiamo farci niente.
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Messaggio da carlo »

allora altra domanda, se potessi scegliere, preferiresti vendere 100.ooo copie di un tuo libro in un anno, e cos? guadagnarci, o nel giro di 1oo anni, cos? non vedi una lira, ma almeno il tuo testo "rimane"?
Mat
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Messaggio da Mat »

Vendere 100mila copie in un anno, che tanto per quello che ci guadagni non ti cambia la vita per? almeno hai la gratificazione morale di vedere il tuo lavoro apprezzato. Quello che succeder? tra 100 anni non mi riguarda.
Certo, se invece parliamo di 1 milione di copie in un anno.... allora s? che arrivano i soldi veri...
Ma in generale, un buon successo di vendite apporta gratificazione soprattutto morale e semmai ti apre altri spazi a cascata, dove per? pure l? non ? che ti arricchisci: immagino che tutti noi qui dentro si sappia quanto frutta un lavoro di scrivano, no? qualunque esso sia... E allora, datemi almeno qualche applauso, perdiana...
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Re: R: Fenomeni editoriali

Messaggio da Mat »

[quote=""Annamaria Trevale""]Se andate a rileggervi le biografie degli scrittori/scrittrici famosi, noterete che quasi tutti hanno avuto mogli, mariti e amanti a volont?, quindi non credo che per diventare premi Nobel della letteratura sia necessario rinchiudersi in una cella monastica a scrivere e basta, si pu? anche vivere un'esistenza normale.
[/quote]
Non ? detto che io sia completamente d'accordo con le citazioni che riporto: lo scopo qui ? suscitare dibattito, non dimostrare di avere ragione.
Detto questo, io penso che sia soprattutto una questione di atteggiamento interiore: personalmente, i miei periodi maggiormente creativi sono anche quelli in cui mi sento pi? staccato dal mondo esterno. Come una membrana impermeabile e trasparente mi ricopre, e i miei recettori sono orientati tutti all'interno e nessuno all'esterno. In altri periodi invece sono completamente assorbito dalle vicende altrui: completamente immerso nell'intorno, non ho la capacit? di scrivere una riga sensata che ? una, proprio non ci penso.
Nella scrittura ci riversi la vita, se non vivi non hai nemmeno nulla da scrivere, oppure fai erudizione asettica, che sicuramente ? utile ma ? un'altra cosa. Per? ? anche vero che senza dedizione profonda non si raggiungono le vette somme, e questo vale in tutti i campi.
Uno la cui vita non smette di affascinarmi e la cui arte non smette di entusiasmarmi ? John Coltrane: non si ? certo fatto mancare mogli figli e amanti, ma prima di incidere "A Love Supreme" - tanto per fare un esempio - ? rimasto chiuso al piano di sopra per una settimana intera: la moglie gli portava il cibo e andava a ritirare i piatti vuoti. Poi un giorno il buon Johnny ha sceso le scale, ha detto "so cosa fare", ha telefonato agli altri 3 compari, ? andato in sala d'incisione e ha creato una delle pi? sublimi opere d'arte della storia musicale...
Annamaria Trevale
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Messaggio da Annamaria Trevale »

Isolarmi dal mondo potendo pensare per un po' a scrivere e basta per me ? sempre rimasto un bel sogno: di fatto, io devo sempre barcamenarmi con una famiglia da gestire, marito, figli, genitori anziani, ecc., persone varie insomma che fanno riferimento a me nella vita quotidiana e che non posso piantare in asso per troppo tempo.
Io sono abituata a scrivere anche facendo una vita abbastanza "incasinata" e non sento la necessit? dell'isolamento a tutti i costi...anche perch? se fosse stato cos? immagino che non avrei riempito neanche mezza pagina, anzich? riuscire a pubblicare due libri, scritti in gran parte in quelli che si potrebbero considerare "ritagli di tempo", tipo la sera tardi dopo aver messo a letto i figli....
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Messaggio da Mat »

Oh beh, ? ovvio che chiunque non sia un professionista nel senso materiale del termine il tempo deve trovarselo. Ma, ripeto, ne faccio soprattutto una questione di atteggiamento interiore: il silenzio va fatto innanzitutto dentro noi stessi.
Il flusso della scrittura segue i sentieri pi? strani: per me, ad esempio, l'aereo, dove il lavoro mi porta spesso, ? uno dei luoghi privilegiati: non ? certo un silenzioso romitaggio, n? consente di espandersi per molto tempo - visto che il mio viaggio-tipo ? Milano-Roma. Eppure proprio in volo ho scritto alcuni brani significativi del mio romanzo, e passaggi tra i pi? soddisfacenti di alcuni miei racconti (e anzi anche un paio di raccontini interi, scritti di getto tra il decollo e l'atterraggio - e poi ovviamente rivisti). Per non dire di quella volta, pochi mesi fa, che sono riamsto inchiodato per un'ora al tavolino del bar scrivendo come un ossesso: solo dopo quasi un'ora mi sono reso conto di essere circondato da muratori in pausa pranzo che fumavano e bestemmiavano ad alta voce.
Mentre quante volte mi sono messo comodo, nel mio ufficio deserto e silenzioso, in una situazione del tutto ideale, e non sono riuscito a spiccicare una riga che fosse una...
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Messaggio da AvaAdore »

[quote=""carlo""]ma invece ha ragione! basta co sta cose che le donne vegon prima di tutto, e quella cosa l? ? un dono di dio! a parte che ci son piu donne che uomini, quindi se ? dovreste pregarci voi, secondo poi il sesso ? sopravvalutato, bello per carit?, ma ci crescete bombardandoci che pare che uno deve divent? maniaco per forza, terzo, un poker con gli amici o un derby vinto allo stadio con gol di tacco al volo, a livello di serotonina il primo, e testosterone il secondo, non si battono.[/quote]

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