Ecocentrismo

Discussioni di vario genere, libri e poesia
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cignonero
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Ecocentrismo

Messaggio da cignonero »

UN FRAMMENTO SU LETTERATURA ED "ECOCENTRISMO"
di Wu Ming 1

Tra i "letterati" è poco in voga la comunità. Al contrario, è parecchio in voga il clan, la cricca, il cenacolino, il conciliabolo, l'unione temporanea tra narcisisti che si dicono a vicenda quanto sono bravi e incompresi, nel lasso di tempo che precede il loro scazzarsi e mandarsi a cagare. E' molto in voga l'autonarrazione consolatoria ("Io sono un grande, ma non mi capiscono", "la cultura è morta, per questo non trovo spazi"), narrazione che diventa ineluttabilmente circle jerk (cioè il farsi reciproche seghe disposti in circolo) e questa inefficacissima terapia di gruppo viene addirittura spacciata per "resistenza", le si attribuisce addirittura un qualche valore "politico".
In questo tipo di comportamenti si sente sì, il "gelido gravame" del mito dell'autore (mito romantico, decadentista, "maledettista", ombelicale, in ogni caso tremendamente egocentrato e "antropocentrico" nell'accezione più negativa possibile). Pesa diverse tonnellate e curva le spalle proprio di chi si crede erede di una tradizione di schiena diritte, l'Autore in atteggiamento di sfida titanica, gambe larghe e pugni sui fianchi, sul promontorio dei secoli.
Sarebbe ora che i miei colleghi si "sgravassero" le spalle dal fardello di un'idea di autore che è in realtà recentissima, e riscoprissero (in questo anche e soprattutto la rete può aiutare) la dimensione ecocentrica dello scrittore. "Eco" viene da oikein, abitare: lo "scrittore residente" di cui parla Peter Bichsel, il poeta/narratore come membro di una comunità, anzi, di tante comunità a cerchi concentrici, erede di figure che esistono dall'alba dei tempi, dall'aedo al griot, dal bardo al trovatore, dal cantastorie al puparo etc. La scrittura, la poesia, la narrazione come doni alla comunità e come mestiere di vivere con gli altri.
[La poesia che torna "ad alta voce" è un altro dei segnali di una presa di coscienza in questo senso. Peccato che alcuni autori "razzolino bene e predichino male", nel senso che sono in grado di fare serate belle e di nuovo ecocentriche, eppure teorizzano il peggior antropocentrismo artistico e umbilicocentrismo autoriale.]
Per una piena riscoperta dell'ecocentrismo in letteratura, occorre scollarci dalle ossa i muscoli infiammati e rattrappiti. Serve un massaggio energico. La rete ci costringe a fare i conti con una dimensione di "apertura" e ci sfida a confrontarci con nuove possibilità, col costante rischio di "sbracare". Ci obbliga a cercare un equilibrio. Ci costringe a mettere in discussione l'ego, a relativizzare la figura dell'Autore. Per questo, nonostante tutto, la amo come la pupilla dei miei occhi, come la pupilla degli occhi di tutti.
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A chi va di discuterne?
se l'invidia è il motore della economia di pace,
lo spreco è il suo carburante. e in guerra papà?

che volevo dire? Ah si, divertitevi! davvero. ma un angolo dello sguardo lasciatelo
a chi soffre, poiché in guerra molti cadono, non tutti muoiono. mentre in tempo di
pace tutti scambiano eppure c'è sempre qualcuno che perde
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carlo
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Re: Ecocentrismo

Messaggio da carlo »

non ci vedo grandi spunti di discussione, o meglio, in buona parte concordo, ma mi pare una discussione chiusa, mi fa più che altro sorridere che nasca da "wu ming", che nasceva proprio come "clan".
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Vita
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Re: Ecocentrismo

Messaggio da Vita »

concordo con buona parte del discorso...
"Combattere e vincere porta il meraviglioso
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nikita
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Re: Ecocentrismo

Messaggio da nikita »

Io credo di aver fatto parte di un clan di cui parli, principalmente mi ero avvicinata per frequentare persone con la mia stessa passione, per crescere.
Poi mi sono resa conto che il circolo era bello e che chiuso da un pezzo, dalle persone che lo avevano fondato e che, pur essendo aperti a nuovi stimoli e persone, di questi non gliene poteva fregare di meno.
Alcuni di questi, per una questione di dialetto, sono osannati e riconosciuti a livello regionale come poeti e scrittori, altri fungono da contorno e fanno numero.
Mi piacerebbe vedere le cose che scrivo come "doni alla comunità" ma personalmente, per il mio modo di scrivere "dannatamente pessimistico" , in genere vengo additata come ideale paziente da analista.
Leggiamo poco oltre le righe, perchè egocentrici.
I cantastorie vivevano un'altra epoca, un'epoca in cui la parola era un dono che pochi avevano, per via dell'istruzione unita alla grande capacità di narrare cose viste e/o soprattutto sognate, oggi i sogni fanno perdere tempo a chi già non ne ha, figurati se si fermano ad ascoltare quelli degli altri...
L'invidia è una brutta bestia, se ti morde in giovane età...sei fottuto!
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cignonero
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Re: Ecocentrismo

Messaggio da cignonero »

nikita ha scritto:
Leggiamo poco oltre le righe, perchè egocentrici.
I cantastorie vivevano un'altra epoca, un'epoca in cui la parola era un dono che pochi avevano, per via dell'istruzione unita alla grande capacità di narrare cose viste e/o soprattutto sognate, oggi i sogni fanno perdere tempo a chi già non ne ha, figurati se si fermano ad ascoltare quelli degli altri...
dalla sia pur acerba esperienza di reading finora svolta ho potuto sincerarmi che 'la gente' desidera ascoltare storie. Coloro che già non hanno sogni è chiaro che non andranno ad ascoltare quelli degli altri - sotto forma di narrazione scritta, cioè i libri, o esposta in una performance - buon per loro, non sanno quel che si perdono.
Il punto che hai toccato è un altro e mi interessa: come fai a relegare nel passato la figura del cantastorie?
Se pensi al cantore o l'aedo - ovvero quel tipo di narratore che animava le corti aristocratiche dal medioevo al rinascimento - ti dò ragione, ma io parlo di quegli affabulatori da piazza, che durante i l mercato di verdura o bestiame, si mettevano da una parte e salivano su due assi di legno messe alla bene e meglio.
Un telone colmo di riquadri in ognuno dei quali era ritratto un passaggio della novella ed ecco che attirava bimbi e non ad ascoltare l'avventura..
Ecco  a quale modello mi riferisco per rivolgermi al pubblico comune, normale come sono normale io. Laddove probabilmente il telone è sostituito da un moderno
videoproiettore
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che volevo dire? Ah si, divertitevi! davvero. ma un angolo dello sguardo lasciatelo
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