Randagio

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carlo
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Premessa: se ricevete questa mail ? perch?, da qualche parte nel vasto mondo della rete, avete dimostrato di essere persone sensibili. Oppure siete miei amici. Se ho trovato il vostro indirizzo e lo uso, non chiedetevi chi cazzo io sia, ma godete del fatto di far parte di uno spazio dove i vostri pensieri possono avere voce. Se comunque vi sentite "defraudati" del vostro sacro e inalienabile diritto alla privacy, passate pure al punto 7...
La partecipazione alla redazione del periodico ? libera e incoraggiata! Tutti coloro che vogliono partecipare alla stesura mi mandino il loro materiale. Le parti in verde (il mio colore preferito...) sono le mie.
Gli indirizzi resteranno nascosti, anche se molti di voi, splendidamente, mi hanno detto di lasciare il loro indirizzo visibile. E' comunque bello sapere che ci sono sconosciuti che si fidano di altri sconosciuti, visto che la maggior parte di voi "conosce" solo me...
Scrivete, stronzi/e! Scrivete di sensazioni, esperienze, vita vissuta. Scrivete poesie, racconti, sonetti, frasi, pensieri. Scrivete idiozie, barzellette, inviate immagini cretine di voi che mangiate gli involtini primavera usando due scovolini del cesso come bastoncini!!! Qui si pubblica tutto! Condividete con altri il vostro sentire. Oltre che una comunit? questo pu? essere anche un aiuto per sostenere ciascuno i fardelli di qualcun altro, almeno per un po'...
Chi vuole un numero arretrato deve fare domanda in triplice copia alla Direzione Compartimentale Inutilit?, Ufficio Ricambi Interni, terzo piano. Chiedere della Sig.ra Wanna Marchi...oppure mi mandi una mail...
Se qualcuno conosce persone che potrebbero essere interessate a ricevere il periodico, mi mandi l'indirizzo che ci penso io. Cos? se parte una denuncia per Isterical Spamming, mal che vada arriva a me...
Se qualcuno si ? rotto le balle definitivamente (cosa pi? che probabile...) deve mandare alla Centrale Automatica di Smistamento (cio? a me) una mail avente ad oggetto le parole: "lasciami in pace, stronzo!" e sar? immediatamente rimosso dalla lista.



E' passato del tempo.

il periodico che alcuni di voi attendono, ed altri sperano di non ricevere pi?, si ? stiracchiato nei giorni inutili, di passaggio verso imprescindibili, nuove frontiere. Finalmente al mio posto, con il buon Sulu che imposta la rotta, mi dirigo, in compagnia dei vostri formidabili scritti, verso un posto a caso dove nessuno ha mai capito di essere arrivato prima.

Puntata interessante, questa, almeno cos? mi pare.
Puntata fatta di contestazioni dolci e di amare promesse.
Puntata fondamentalmente cazzistica (passatemi il termine)...

Si ringrazia per la gentile collaborazione il Riesling Italico Oltrep? Pavese.



Questa parodistica paternale ? offerta dai Mercanti di Liquore:

TEORIA DEI NEURONI:

una mandria di bufali si puo' muovere tanto rapidamente quanto e' la
velocita' del bufalo piu' lento, e quando la mandria e' cacciata, sono
i bufali piu' lenti e ammalati che sono alla fine del gruppo che
muoiono per primi.
Questa e' una selezione naturale valida per la mandria considerata un tutt'uno,
visto che la velocita' generale e la salute dell'assieme migliora con la
morte regolare dei suoi mambri piu'deboli.
Alla stessa maniera, il cervello umano puo' operare tanto velocemente
quanto i neuroni piu' lenti.
Il consumo di eccessivo alcol, come tutti sappiamo,distrugge i neuroni,
ma naturalmente attacca in primo luogo quelli piu' deboli e lenti.
In questo senso il consumo regolare di birra elimina i neuroni piu' deboli,
rendendo costantemente il cervello una macchina piu' rapida ed efficiente.
Il risultato di questo profondo studio neurologico verifica e convalida la relazione
causale fra le uscite festaiole del fine settimana e il rendimento dei
consulenti,matematici,ingegneri,economisti,avvocati,progettisti,etc.
Allo stesso modo si spiega il perche' dopo pochi anni aver finito
l'universita' e contratto il matrimonio,la maggior parte dei
professionisti non puo' mantenere i livelli di rendimento dei neolaureati.
Solo quei pochi che persistono nello stretto regime di
consumo vorace di alcol possono mantenere i livelli intellettuali che
avevano durante i loro anni da studenti universitari.
Per tutti questi una chiamata alle armi.
Mentre il ns Paese sta perdendo il suo potenziale intellettuale, noi non possiamo

rimanere in casa senza fare nulla.

Andiamo al bar!!Beviamo litri e litri!!
La tua azienda e la tua pace necessitano che tu sia al massimo e tu non puoi negarti
alla carriera che ti sta davanti.
Animo !Non tenerti questa informazione solo per te ma dividila con tutte le persone che stimi.
In questo modo stai collaborando per costruire un paese migliore.
Ciao a tutti e spero che vorrete prendere provvedimenti adeguati per la
salvezza delle migliori teste pensanti.

ciao

Un Racconto da Elishir:

claudia

Accett? di recarsi a casa di Claudia, era tanto che si mettevano d?accordo ma sopraggiungeva sempre un impegno che le teneva lontane. Quasi per caso erano libere entrambi.

Sal? di corsa le scale e arriv? col fiatone davanti alla porta e suon? il campanello in attesa di sentire i rumori della vita di tutti i giorni. La chiave risuon? nella serratura e lentamente si apr? uno scorcio del parquet e si deline? il collo di un gatto che faceva capolino da dietro la porta. Un?essenza calda e penetrante di odori orientali mescolati alla menta, le avvolse il naso e le inebri? la mente.L?atmosfera soffusa cattur? il suo immaginario. Due gatti magri e curiosi stavano allungando il collo per vederla meglio. Subito dopo comparve il volto sorridente e sereno di Claudia, vestito con una maglietta blu disordinatamente appoggiata su un paio di jeans stinti e un paio di ciabatte da casa con calzini a righe di mille colori. Si domand? se fosse mai riuscita ad indossare qualcosa di simile, in fondo non c?era nulla di male nell?indossare in casa un indumento cos? chick. Forse poteva prendere spunto da lei e provare a sentirsi cos? libera e sciolta dai vincoli dei condizionamenti. Era anche quello che le piaceva di Claudia, riusciva sempre ad essere se stessa. Mentre si scambiavano i baci di rito sulle guance, sent? che avrebbe desiderato abbracciarla: ogni volta che la incontrava si sentiva rincuorata, si sentiva finalmente a casa.

Iniziarono a scambiarsi qualche parola sul tempo e sul naso chiuso di Claudia che non riusciva a respirare e intramezzava una frase tra una soffiata di naso e l?altra, intanto lei si toglieva stancamente il giubbotto senza maniche e la giacca di cotone felpato. Le offr? distrattamente un caff? ma si sedettero poco dopo sul divano. Il forte temporale risuonava dalle finestre con qualche tuono isolato, e la pioggia batteva forte sui balconi. L?atmosfera di protezione dai rumori esterni le lasciava dentro di s? la sensazione che c?era qualcosa di insolito in quell?incontro. Ogni volta doveva confrontarsi con i sensi di colpa, ogni volta che faceva qualcosa per s? viveva la stessa sensazione. Un senso di ansia le attanagliava lo stomaco e le impediva di mantenere la posizione seduta per pi? di un minuto. Iniziarono a fumare una sigaretta mentre i gatti, quasi consapevoli, si accoccolavano nella cesta da biancheria, impegnati a leccarsi l?un l?altro. Claudia inizi? a raccontare di un appuntamento verso le 18 e chiese informazioni sulla strada migliore per raggiungere Firenze dalla periferia. Lei gli offr? qualche informazione e condusse la conversazione su un corso di meditazione che Claudia aveva svolto da poco, era curiosa di conoscere alcuni dettagli, amava tutto quello che riguardava l?immaginario e la dedizione al s?.

Il vento ogni tanto faceva sbattere le persiane, faceva sobbalzare anche lei in un sussulto e le faceva sentire ancora pi? forte, quello stato d?ansia dentro di se.

Era piacevole il contrasto con il clima rigido e umido di fuori e il calore che si respirava in quella stanza un po?in penombra e odorosa di essenze diffuse dal deumidificatore. Nell?assaporare l?atmosfera in contrasto con l?ansia allo stomaco, la colse un brivido di piacere che lento e improvviso insieme, le attraversava il corpo e lo spirito. Un po? confusa allontan? l?attenzione dal proprio corpo, e si concentr? sulle parole di Claudia che sembrava distesa, con quell?aria approssimativa e un po? annoiata. Sedute l?, fianco fianco sul divano, con gli sguardi rivolti sui movimenti dei gatti assorti, chiacchieravano del lavoro e poi di altro, con un ritmo fluido e lento e lei si rassicurava nel vedere che Claudia non sembrava cogliere l?ansia che l?avvolgeva. Sembrava che non si fosse neppure accorta che avrebbe rischiato di cadere se avesse continuato a muoversi verso l?angolo pi? esterno del divano.

Cerc? di comprendere da cosa originava quello stato di allarme che sentiva dentro di s? ma non voleva che Claudia percepisse il suo disagio, altrimenti avrebbe scavato con le sue domande aumentandolo ancora di pi?, riducendo le sue difese. In questo Claudia era molto brava, sapeva abbassare le sue difese meglio di chiunque altro e la faceva sentire ancora pi? confusa e nuda. Ed era ancora quello, uno dei lati che apprezzava di pi? in Claudia, riusciva a farle comprendere cosa provava dentro di s?, da sola lei non avrebbe saputo dare un nome alle emozioni, Claudia le aveva insegnato a riconoscerle e a nominarle.

Forse quei pensieri la distoglievano dalla conversazione, nella quale intramezzava qualche pausa e il silenzio poteva parlare. Per un attimo si accorse che nessuno stava parlando e il suo sguardo si concentr? sui gatti che, ormai conclusa l?opera di reciproca pulizia, stavano appallottolati l?uno sull?altro dormendo serenamente. Claudia fece lo stesso e per poco restarono in silenzio. Nonostante apprezzasse il silenzio e forse lo desiderasse per riorganizzare le idee, stava per interromperlo ma fortunatamente decise di rispettarlo. Le accadeva sempre cos?, ogni volta che voleva una cosa si accingeva a fare l?esatto opposto, ogni volta che faceva un?affermazione si rendeva conto che era forse pi? valido l?esatto contrario. Che rabbia si faceva, forse era proprio questa caratteristica del carattere che le procurava ansia. Ma ora seppe far fruttare l?esperienza ed assapor? la voce del silenzio.Che bello il silenzio, se non avesse avuto nello stomaco quella strana ansia, avrebbe voluto chiudere gli occhi e restare l? con Claudia di fianco e ascoltare la voce del silenzio e lasciare parlare il loro spirito.

Invece con Claudia, le capitava spesso di riempire tutti i vuoti, perch? temeva che nel silenzio potessero assumere nuove forme le fantasie e la comunicazione non verbale. Cosa poteva succedere? Un tempo Claudia, quando c?era un po? di silenzio, orientava lo sguardo su di lei e poneva qualche domanda. Era sempre cos? vigile e attenta a lei. Quella volta non lo fece e a lei sembr? quasi strano che fosse vero, e lo apprezz?. Quando sapeva tollerare le sue difese, si ritrovava lei stessa ad abbassarle naturalmente e lentamente percep? una rinnovata sensazione di benessere.

Chiss? perch? ma tra loro ogni tanto si creava, quell?atmosfera strana, intima, come se potesse succedere qualcosa da un momento all?altro. Forse era lei che viaggiava troppo con la fantasia ma le accadeva di percepire le energie, sentiva la voce dello spirito e le sembrava di individuare in essa una comunicazione sottesa, anche se in realt? l?altro stesse dicendo tutt?altro.

Intanto Claudia rideva tenendosi il fazzoletto di carta stropicciata, sul naso e descriveva divertita, di buffi particolari sui partecipanti al corso ed era assorta nei ricordi. Non sembrava davvero accorgersi di tutti questi pensieri che si accavallano veloci nella sua mente, alla velocit? di pochi decimi di secondi.

Intanto il tempo lento, trascorreva veloce.

Guardando l?orologio si accorse che era giunto il momento di salutare, spense l?ultima sigaretta e si avvicin? ai gatti, accarezz? il pi? piccolo, distogliendolo inconsapevole, dal relax e dal sonnellino in cui era caldamente abbandonato. Lo avvolse delicatamente tra le dita ed Emma si lasci? sostenere con lo sguardo stupido e distratto. La pancina rosa circondata da pelo grigio e arruffato, la rendevano dolce e odorosa, la avvicin? al naso e la baci? dolcemente. Svogliatamente la rimise nella cesta e ripens? a quanto avrebbe desiderato essere un gatto, caldamente disteso sui cuscini, sicuro che un padrone amoroso di sarebbe preoccupato di lei. Indoss? a malavoglia il giubbotto desiderosa di definire quei sospesi che pendevano dall?aria rarefatta dai profumi e dalle parole non dette.

Si salutarono vicino alla porta e lei avrebbe voluto abbracciarla senza tutto l?infagottamento del giubbotto.Amava cos? tanto gli abbracci. Si scambiarono i baci di rito e Claudia l?abbracci? affettuosamente come sapeva fare, dosando i gesti con la sua rassicurante dolcezza. Anche quello era il lato che tanto apprezzava in Claudia, la sua dolcezza e il riuscire a farla distendere e a farla sentire a casa. C?era un non so che in quell?abbraccio, la lentezza, la cura, l?attenzione, insoliti particolari, ma si accorse che un tempo era pi? denso, ora possedeva un che di formale. Avrebbe voluto che l?abbraccio durasse all?infinito, si sentiva cos? al sicuro. Ma era terminato e Claudia si stava gi? allontanando, si accingeva a prendere un gatto che accortosi del cambiamento d?atmosfera, si era gi? approssimato alla porta predisponendosi per annusarne i nuovi odori che risalivano veloci dalle scale della palazzina.

La salut? sul pianerottolo e raggiunse le scale in poco tempo e sent? dietro di s? la porta richiudersi.



E per finire, due parole da Antikas:


Non sono un poeta che riesce a trovare una rima ad ogni evento della vita o
che riesce a descrivere la merda con parole altisonanti come "afrosa" ma
sono un pensatore che riflette e che quando prende appunti lo fa in prosa.
L'ultima annata di "Vita Randagia" mi hanno lasciato molto perplesso:
possibile che si debba vivere O come atei cinici e disperati O come accecati
da una fede dogmatica che non lascia lo spazio per l'io? Possibile che chi
ha fede debba avere paura di vivere e chi non ce l'ha deve avere paura di
morire? In un certo senso quando leggo "Vita Randagia" mi sento come un
Fascista che legge l'Unita( premetto che sono anarchico convinto e che il
mio era solo un esempio): capisco quello che c? scritto ma ne rimango
sconvolto, non perch? non mi sono posto le domande ma perch? mi d? risposte
completamente diverse. Non vorrei prendeste questa mail come un insulto o
una critica ma vorrei veramente capire il vostro punto di vista, quale
ragionamento vi ha portato al punto in cui siete. Dal canto mio Non voglio
apparire come un idiota col sorriso sulle labbra che fa finta di vedere che
non c? il male, il male c? e lo sto vivendo sulla mia pelle ogni giorno. Ma
cadere nella disperazione ? per me dargliela vinta ed ? quindi una cosa che
non posso permettere. Vorrei anchio spiegarvi il mio punto di vista ma
vorrei che per me lo facessero alcuni degli autori che mi hanno aiutato a
sviluppare la mia visione del reale: come primo consiglio vi chiedo di fare
una ricerca su qualsiasi motore di ricerca con il nome "Terence MacKenna" e
capirete perch? secondo me la vita ? un gioco a somma zero. Come ho detto
prima non voglio ne criticare ne appiciccare le mie idde a nessuno ma mi
piacerebbe avere delle risposte che mi permettano di capirvi meglio

Antikas Karios

Parole interessanti su cui riflettere.
"Un bambino con il naso sporco di nutella chiede al nonno: perch? non sei ancora morto? risposta: perch? la nutella ? solo Ferrero!!!"
Ha un senso?
Non credo, ma mi piaceva cos?...

Chiusura vera:

Avevano ragione i medici, Adriano non ha visto arrivare la nuova settimana. E' morto la mattina di ferragosto. Mentre gli amici partiti prima del suo aggravamento si preparavano per la spiaggia lui se n'? andato definitivamente, dopo una giornata in coma. Mi chiedo se la sua bimba abbia imparato a parlare abbastanza presto da dargli almeno la gioia di sentirsi chiamare pap?. Un pap? che non ha conosciuto e non conoscer? mai pi?, se non nei racconti della mamma e dei nonni. E un pap? che ha conosciuto ben poco, nei pochi momenti in cui non era in ospedale o sotto cure, forse per sei dei suoi diciannove mesi....



Ma forse non si impara nulla dalla morte degli altri, forse solo la paura... e per giunta la paura irrazionale. Forse fa troppa paura una fine contro la quale non possiamo fare nulla, che non possiamo prevenire, forse ? per quello che molti, come li vediamo sul forum, hanno cos? tanta paura di una sola cosa, forse ci permette di pensare che se sta volta ? andata bene la prossima dipender? solo da noi evitarla... e possiamo continuare a sentirci immortali e a perderci nelle nostre assurde paranoie, i problemi con i colleghi, l'esame non passato, le piccole beghe quotidiane.

Lo scrivo ora qui, a te, e forse prima o poi, mi decider? anche a scriverlo sul forum, quello che l? mi ha colpito ? la capacit? di tanti di unire i problemi quotidiani con la consapevolezza del valore della vita... penso al sole che porta Davide ogni volta che sorride, o che lo senti, anche quando ? stanco e indaffarato o incasinato... vorrei avere solo un millesimo del suo splendore...



Un abbraccio
Ricordatevi, amici miei: nulla dura in eterno.
Quindi godetevela finch? dura, rilasciando feromoni a tuono! Esercitatevi, esercitiamoci, esercitomi a sempre sorrider della nostra vita, essendo essa troppo umana per rinunciare!
...forse con un bicchiere in meno veniva meglio, ma in fin dei conti chissene....

'notte


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Messaggio da carlo »

un idea originale ed interessante, per contatti:

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Scrivete, stronzi/e! Scrivete di sensazioni, esperienze, vita vissuta. Scrivete poesie, racconti, sonetti, frasi, pensieri. Scrivete idiozie, barzellette, inviate immagini cretine di voi che mangiate gli involtini primavera usando due scovolini del cesso come bastoncini!!! Qui si pubblica tutto! Condividete con altri il vostro sentire. Oltre che una comunit? questo pu? essere anche un aiuto per sostenere ciascuno i fardelli di qualcun altro, almeno per un po'...
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Vi annuncio con sommo gaudio che Vita Randagia si espande in tutte le direzioni: in particolare, da qualche numero a questa parte, trovate gli arretrati anche su www.nuoviautori.org, all'interno del forum. Inoltre le perle pi? belle vengono pubblicate anche su un giornale della provincia di Bergamo, il Giornale dell'Isola, che vanta una tiratura di ben 44.000 copie!!! Quindi fatevi avanti senza indugio!

Se qualcuno si ? rotto le balle definitivamente (cosa pi? che probabile...) deve mandare alla Centrale Automatica di Smistamento (cio? a me) una mail avente ad oggetto le parole: "lasciami in pace, stronzo!" e sar? immediatamente rimosso dalla lista.



Mentre una lacrimina facoltativa non sa se scorrere in gi? su piccoli canyon di rughe d'espressione, un sopracciglio si alza obbligatorio, e direi quasi obbligato.
Oggi siamo finalmente riusciti a liberarci di un esserino che stava succhiando le nostre anime a ritmo esagerato, e nel momento dell'abbandono gli occhi erano lucidi.
Fuori luogo.
Doverosamente.
Son qua che penso a questa cagnetta, a cosa star? pensando, a quali idee si sar? fatta su persone che l'abbandonano a cure altrui dopo averla illusa di una vita finalmente felice, e resto tutto sommato convinto di aver fatto la cosa migliore nel suo interesse, per il suo "bene".
Rimane il piccolo dettaglio che anzich? sentirmi bene per il nobil gesto test? compiuto, c'? una sorta di vuoto dentro di me che mi solletica.
Niente di grave, per carit?!
A fronte di altre esperienze gi? passate, trattasi di ben piccola cosa.
Ma forse proprio perch? piccola, lascia spazio a riflessioni che, pur necessarie, non portano tuttavia da nessuna parte.
Il mio fratellino deceduto ? passato a trovarmi spesso, in queste notti...ma questa ? un'altra storia...

Iniziamo quest'interessante puntata con una copiosa quantit? di materiale, a mio avviso carica di grande energia, per quanto promanantesi da direzioni diverse, e diretta in direzioni ancor pi? diverse.
Se mi permettete, aprirei con una gustosa immagine di Carlo, che, nel far riflettere, al contempo stempera sentimenti troppo acuti, che a lungo andare rischierebbero di pungere:

ODIO LE SEGRETERIE TELEFONICHE
?Risponde la segreteria telefonica del numero 9668239, al momento non siamo in casa. Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico, sarete al pi? presto richiamati. Beeeeeeeep? ?Ehm, sonooooooo, sono carlo, cercavoooooooo,ehm, sono le, le 4, cercavoooooooo? e attacco.
Non capisco perch?, ma mi ? davvero impossibile parlare con le segreterie telefoniche. L?imbarazzo provato nel rivolgere parola per la prima volta a quella ragazza di cui ti sei innamorato in confronto ? nullo. Ero molto pi? sciolto quel giorno. Subito dopo aver attaccato poi, provo una vergogna ancora maggiore. Immagino i genitori dell?amico o amica chiamata che tornati a casa alzano la cornetta e sentono la segreteria. ?beeeep Buonasera sono Francesco cercavo Fabio, se mi puoi richiamare quando torni, ciao grazie? ?beeeeep Ehm, sonooooooo, sono carlo, cercavoooooooooo, ehm, sono le , le 4, cercavoooooooooooo?. Immagino le loro facce attonite dopo aver sentito questa intimidita dichiarazione di terrore per la modernit?. O, peggio, le loro risate. Da anni non parlo con questi attrezzi infernali, capaci di registrare la tua voce che viene da chilometri di distanza e di fermare il tuo imbarazzo nel tempo, nell?eternit? di un nastro che non ti ha mai visto in faccia. Utili saranno senz?altro utili questi misteriosi oggetti, ma io non riesco a cooperare. Li odio, e per questo li inserisco nella mia classifica apposita.



Un breve raccontino da Patty, che attraversa un momento di felice creativit?:

Un professore di filosofia, in piedi davanti alla sua classe, prese un grosso vasetto di marmellata vuoto e cominci? a riempirlo con dei sassi, di circa 3 centimetri di diametro.
Una volta fatto chiese agli studenti se il contenitore fosse pieno ed essi risposero di si.
Allora il professore tir? fuori una scatola piena di piselli, li vers? dentro al vasetto e lo scosse delicatamente, ovviamente i piselli s'infilarono nei vuoti lasciati tra i vari sassi. Ancora una volta il professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno ed essi, ancora una volta, dissero di si. Allora il professore tir? fuori una scatola piena di sabbia e la vers? dentro il vasetto, ovviamente la sabbia riemp? ogni altro spazio vuoto
lasciato e copr? tutto. Ancora una volta il professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno e questa volta essi risposero di si, senza dubbio alcuno. Allora il professore tir? fuori, da sotto la scrivania, 2 lattine di birra e le vers? completamente dentro il vasetto, inzuppando la sabbia.Gli studenti risero. "Ora," disse il professore non appena svanirono le risate, "voglio che voi capiate che questo vasetto rappresenta la vostra vita.
I sassi sono le cose importanti, la vostra famiglia, i vostri amici, la vostra salute, i vostri figli, le cose per le quali se tutto il resto fosse perso, la vostra vita sarebbe ancora piena ...... non traditeli mai ...... I piselli sono le altre cose per voi importanti: come il vostro lavoro, la vostra casa, la vostra auto. La sabbia e tutto il resto......le piccole cose, come i vestiti, il denaro,ecc... ." "Se mettete dentro il vasetto per prima la sabbia," continu? il professore non ci sarebbe spazio per i piselli e per i sassi. Lo stesso vale per la nostra vita. Se dedicate tutto il vostro tempo e le vostre energie alle piccole cose, non avrete spazio per le cose che per voi sono importanti. Dedicatevi alle cose che vi rendono felici: giocate con i vostri figli, portate il vostro partner al cinema, uscite con gli amici. Ci sar? sempre tempo per lavorare, pulire la casa, lavare l'auto. Prendetevi cura dei sassi per prima, le cose che veramente contano. Fissate le vostre priorit?...il resto ? solo sabbia." Una studentessa allora alz? la mano e chiese al professore cosa rappresentasse la birra.
Il professore sorrise."Sono contento che me l'abbia chiesto. Era giusto per dimostrarvi che non importa quanto piena possa essere la vostra vita, perch? bisogna sempre trovare spazio per un paio di birre."

ti voglio bene!




Un pensiero spezzato da Estela:

Non so come si fa a inoltrare x il periodico,faccio un "reply".(potete lasciare in vista il mio indirizzo email)

Stamattina,sull'autobus,avevo la mia copia del giornale in mano.
I miei occhi si fissano sulla prima pagina, sui volti delle due ragazze rapite.
M'immaginavo il loro terrore
quella sensazione di soffocamento del non avere nessuna via d'uscita
si dice che siano state uccise,sgozzate...
mi e' venuto un brivido freddo pensando alla lama appoggiata sulla pelle del collo,pronta per un colpo secco..
e mi sono venuti gli occhi lucidi.

Grazie per la fiducia, Stella, ma gli indirizzi ? meglio che rimangano nascosti.
Capirai, con tutta la gente che parla di privacy, questo ? un periodo nero per una comunit? come questa, basata "solo" sulle parole....


Adesso un vecchio reply di Mao, ad una puntata di qualche tempo fa:

ciao Randy come va?

oggi mi ? risaltata all'occhio questa tua mail, beh che dire, le parole sono pi? che giuste, se per? penso a te che le dici un una bottiglia di rum in mano ubriaco fradicio un po' mi viene da ridere, non un ridere di te ma con te, in questo mondo di merda, mi viene in mente una publicit? che ho letto ieri, la smart, cazzo di scatolotto del tonno da 10.000 euro, lo slogan diceva una cosa del tipo, "il tuo mondo e la tua vita sono stupendi, meriti una macchina stupenda" o simili, avevo volgia di andare al primo colorificio, conprare una bomboletta spray marrone cacca e scriverci sotto "il mondo e la mia vita sono una merda, infatti ho una macchina di merda", ma a me la gente che scrive sui muri mi stanno sulle palle e quindi non l'ho fatto.

comunque non ? vero che il mondo ? tutto marcio, di gente "buona" al mondo ce n'? tanta, l'unico problema ? che non hanno in mano le leve del potere.

io ci spero ancora e intanto vivo la mia vita e nel mio piccolo cerco di dare del mio meglio, perch? in fin dei conti (questa ? grossa preparati) ognuno di noi ? un piccolo ges? cristo con le sue parabole e le suo buone azioni e magari a volta anche qualche... no no ? troppo grossa la taglio qui. speriamo in bene....

ora vado a lavorare che ? meglio,

ciao Ran
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Messaggio da carlo »

Rinrazio per aver inserito il mio breve sfogo sulle segreterie telefoniche...

Colgo l'occasione per ricordare che le riviste, sia quelle che girano via mail che, ancor pi?, quelle in pdf, perdono tutti i loro elementi grafici con la pubblicazione nel nostro forom, invitiamo pertanto chi fosse interessato a contattare le redazioni per riceverle direttamente.
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Se qualcuno conosce persone che potrebbero essere interessate a ricevere il periodico, mi mandi l'indirizzo che ci penso io. Cos? se parte una denuncia per Isterical Spamming, mal che vada arriva a me...
Vi annuncio con sommo gaudio che Vita Randagia si espande in tutte le direzioni: in particolare, da qualche numero a questa parte, trovate gli arretrati anche su www.nuoviautori.org, all'interno del forum. Inoltre le perle pi? belle vengono pubblicate anche su un giornale della provincia di Bergamo, il Giornale dell'Isola, che vanta una tiratura di ben 44.000 copie!!! Quindi fatevi avanti senza indugio!

Se qualcuno si ? rotto le balle definitivamente (cosa pi? che probabile...) deve mandare alla Centrale Automatica di Smistamento (cio? a me) una mail avente ad oggetto le parole: "lasciami in pace, stronzo!" e sar? immediatamente rimosso dalla lista.



Un calzino di fianco alla tastiera pu? dar fastidio...
Soprattutto quando ? usato, e magari non ? nemmeno tuo...
In realt?, pi? che di fastidio, forse dovrei parlare di sorriso.
Non sono mai stato, in effetti, particolarmente contrario agli odori corporali.

Anzi, se me la passate, proverei a dare a questa puntata un tono assolutamente chimico olfattivo, molecolar-paraplegico.
Son sicuro che sar? divertente:
Poi, come diceva il maestro, "chi vuol esser lieto sia, del doman non v'? Caldobagnodelonghi..."



Apro senza indugio le danze di questa bella nottata con un piacevolissimo passaggio di Ulisse, in risposta ad un racconto di Carlo dello scorso episodio...come dire: due punti di vista diametralmente opposti sull'uso di uno strumento banale, ma ancor oggi un po' troppo temuto.

ODIO CHI NON MI LASCIA IL MESSAGGIO IN SEGRETERIA

Torno a casa dopo un'estenuante giornata di 14 ore di lavoro nel quale non
bisogna fare nulla, ma essere sempre Perfetti e a disposizione, senza potersi
sedere, con pause di dieci minuti, con le quali non vai neanche al bar (faccio
l'attore, raramente... molto spesso faccio la comparsa).

Apro la porta, il mio gatto mi accoglie. Vedo la Segreteria che lampeggia
selvaggiamente. Cinque, forse sette, Otto messaggi. La attivo e incominciano
a sentirsi solo suoni di occupato. Nessuno degli Otto ha lasciato un messaggio.
Sicuramente fra qualche giorno mi diranno : "Ma io sono giorni che ti cerco,
era urgente". "Stronzo" pensero' io "se era cosi' urgente perche' non hai
lasciato un messaggio in segreteria?" ma diro' soltanto "Strano non ho
trovato tuoi messaggi".

La situazione pero' migliora. E'mattina, ho finito ieri notte alle 4.00,
orario comune di molte pubblicit?. Sono a letto, squilla il telefono, io
non mi affanno neanche a rispondere, anche se il telefono ? sul comodino,
tanto c'? la segreteria, se ? urgente mi alzo. Parte la segreteria, suono
di occupato, ha messo giu'. "Stronzo" penso nuovamente, dopo poco parte
il cellulare. Lo ignoro, almeno questa volta ho il numero :-) ovviamente
dopo un po' smette. Piu' tardi, in genere, trovo un messaggio nella segreteria
del cellulare. Per cui devo anche spendere 12 centesimi x ascoltarla. probabilmente
non c'? neanche li il messaggio perch? ha messo giu'. "Stronzo".

Avanza la giornata, sono a casa, voglio evitare la mia amica alla quale
devo dare un PC che non ho ancora finito di preparare. Suona il Telefono.
Non c'? problema tanto ho la segreteria, se ? importante tiro su la cornetta.
TuTutututututu.... Occupato, hanno messo giu'. Andra' avanti cosi' tutto
il giorno.

Ma perche cacchio nessuno puo' lasciare mai un fottuto messaggio ?
Siamo tutti pazzi psicopatici ipersensibili con complessi tali che servirebbe
una vanga per rimuoverli ? MI ricordano tanto di un amico che non entrava
mai in un cinema finche' le luci non erano spente perche' "se no tutti guardavano
lui".

Hey ragazzi, la segreteria ? un elettrodomestico, ? come dire, non uso una
Pentola perche' mi imbarazza.

Luigi da' quella che credo essere la pi? bell'essenza di cosa voglia davvero dire il far parte di questa comunita':

Non so chi cazzo tu sia ma ti trovo splendidamente simpatico!!
Era un pomeriggio noioso e piovoso, la tua mail ha portato una ventata di felicit? in questa stanza, anzi non ci crederai ma sento anche il profumo della tua voglia di fare e di trasmettere sensazioni nuove alla gente. Ma mi chiedo: > Grazie. Gino

Carissimo Gino, come gi? spiegato nelle "regole", non ha importanza che tu sappia chi cazzo io sia. Sta di fatto che a qualcosa, noi tutti, siam serviti.
Fosse anche solo per trasformare un pomeriggio noioso e piovoso in qualcosa di meglio.
Riguardo al profumo della mia voglia di fare, ti assicuro, ? meglio se non ti avvicini a pi? di due metri dalle mie ascelle...




Migriamo ora verso lidi pi? noti, pi? affabili. Le eterne domande, le riflessioni inutili e doverose per le quali questa rivista ? nata e tutt'ora esiste.
La lettera di Dave, qui sotto, (che i pi? vecchi lettori riconosceranno facilmente essere sempre il vecchio Brethil), nasconde in realt? una serie di ponderazioni estremamente reali ed acute. Vi prego di leggere con attenzione, e, se ne avete, di dare eventuali, altrettanto inutili risposte...

Ciao Marco, ciao a Tutti;

(Marco perch? Randy mi piace ben poco sembra il nome adatto ad un culacchione, ed ? poco prufessionalo).

Sai, anzi sapete; visto che mi rivolgo a chiunque non abbia un gran cazzo da fare se non leggere le mie e-mail; essenzialmente, nn sono uno di molte parole, almeno scritte...ma la cosa che raramente mi imprime l'input "scrivi un e-mail" ? che a volte non riesco a capacitarmi di come la maggior parte delle cose che leggo e sento, e non solo qui, non mi stupisca affatto. Probabilmente sar? un tipo un'p? refrattario a tutto; ma la curiosit? che mi sostiene dentro, a volte mi porta a chiedermi se effettivamente la gente intorno ? realmente colpita da ci? che legge, sente dire, scrivere, fare, baciare, lettera e testamento; o se il baccal? sono solo io.

Mi spiego; per esempio (ma ? valido anke per altre situazioni), in questa pseudo-fanzine elettronica ben nutrita di parole e e sensazioni che vanno dal salmastro al luminescente a volte mi ci perdo e non riesco a venirne a capo; da quel che leggo, molta gente ha tante grandi cose, belle e brutte dentro, da esprimere a proprio modo e con il proprio metro di valore, altri leggono, interpretano, se ne fanno una idea e (magari) rispondono a loro modo con il loro metro di valore; ma poi che fanno? scartano o riempiono i loro scaffalini con le nozioni che assorbono? No, perch? se scartano allora che cazzo leggono a fare???

io non riesco a capacitarmi effettivamente di quanto ognuno sia relmente colpito da ci? che una persona scrive o dice...insomma ? il compiacimento che porta a gestire la lettura e conseguentemente un giudizio, oppure ? l'effettiva invasione delle emozioni che ti pervade mettendoti in sintonia con quello che leggi, senti ecc ecc qui ed altrove?

Si lo so, sono molto contorto ,ma non sono nato Manzoni ne Einstein quindi accontentatevi di non capire nulla, infondo ? pur sempre qualcosa no?

Dave

ps: se volete mandarmi affare in culo , fate pure...

Ciao, Brethil.
Quello che io ho capito: Sono troppo vecchio per crederci ancora; sono troppo stanco per correre ancora; sono troppo secco per piangere ancora; sono troppo!
Io posso solo dirti che in realt? il troppo non ? MAI abbastanza...
Ti abbraccio, fratellino.


'notte a tutti

Randagio
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Messaggio da carlo »

Vita Randagia: Quanta roba, trecentoquindici!

Titolo ennesimamente insensato, ma solo in apparenza:
"Quanta roba", intuitivamente, potete facilmente immaginare cosa voglia dire...ossia che mi avete spedito veramente un mare di cose.
Poesie, splendide parole, racconti, oasi musicali di consonantiche, immaginarie, rocambolesche descrizioni.
Pezzi di ogni tipo, per ogni palato, da ogni tipo e forma di cuore.
Come al solito, non essendo io il genere di persona che si tiene le belle emozioni tutte per se', mi accingo a riordinare e condividere con tutti voi ci? che siete, che siamo: rimescolo gli apostrofi emotivi, come in un enorme calderone, affinch? tutti abbiano una tazza di affetto bella calda, dopo che tutti hanno messo il loro ingrediente in questa splendida minestra di anime.

Per tornare al punto (avete notato con quale facilit? io sia incline alla divagazione, vero? D'altra parte che bello ? scrivere, e seguire ogni pensiero che ti passa nella mente, e lasciare che ti trascorra sulle dita, e che si imprima su uno schermo quasi nello stesso istante in cui lo formuli...come adesso...)...tornando al punto:
La seconda met? del titolo riguarda invece un fatto a mio parere molto importante.
Qualche anno fa, quando questa rivista stava ancora cercando di trovare una sua forma nel mio cervello malato, partimmo con 33 destinatari.
315, ? il numero di persone che siamo oggi, dopo pi? di 50 episodi.
Significa 630 occhi che leggono queste parole, ci? che voi scrivete.
Significa, statisticamente parlando, circa 10/15 cervelli, capaci di dare un senso a queste parole...e circa 3/4 cuori capaci di regalare un loro prezioso battito ad una bella emozione...

Stavo scherzando, ovviamente: tutti voi siete degni, senn? non ricevereste queste periodiche stoccate alla quotidiana, tediosa, insapore voglia di sentire se stessi...

Per? son certo che ognuno di voi, leggendo, avr? pensato di essere uno di quei 10/15, ed anche uno di quei 3/4...

Ah, beata umanit?, "sei miliardi di numeri uno", come scriveva il grande Chad Oliver...vi voglio bene!

Ok, basta per oggi, buona lettura ed un abbraccio a tutti!!!


Apriamo con una riflessione di quasi due anni fa, di un vecchio amico, nonch? figlio adottivo:

..Avolte, Vecchio Mio; mi sento tanto stanco, quasi a volermi sedere e mai pi? rialzarmi per starmene a vedere le nuvole alte nel cielo e gli alberi crescere di stagione in stagione...seza pi? guardarmi ne indietro ne avanti..contemplare..E BASTA!!!
...Ma un uomo deve avere il Cuore di continuare perch? se no ? un fantoccio finito..ed io non credo di esserlo, almeno; ancora no, io ho tutto, l'amore, la salute e una buona "sopravvivenza" eppure c'? qualcosa che mi spetta ancora, qualcosa di confuso che ancora mi sfugge; buono, cattivo ki lo sa?
E' tutto strano, ma non voglio morire cos?, non mi basta per essere completo, magari dico tante cazzate, ma chissenefotte??? ..tanto ki ci perde o ci guadagna qualkosa??
Non so perch? scrivo, forse solo perch? ho voglia di farlo o forse perch? volgio sentirmi vicino a qualcuno al quale voglio Bene, non so nulla...
...so solo che sono stanco tanto stanco ma ho ancora molto da dare a questa dolce puttana di vita e non voglio farmi inculare prima del tempo..
Odio essere sempre stato in una bolla di vetro e non aver mai vissuto kose alienanti e trascendentali sia sul piano fisico ke spirituale, ma a mio modo mi ci crogiolo e come un controsenso mi sento al sicuro e non vorrei mai uscirne...perk? tutto sto kasino?
Bah..forse ? meglio lettizarmi ke il letto ? sempre il letto..
Vivi Pap? e vivi Bene fino in fondo, credo ne valga la pena!
BUONA VITA!
Brethil Piedesvelto


Dopo le parole di Brethil, un pezzo di Biker, datato gennaio 2004:
sta terminando,
il cavaliere solitario
brinda ai suoi pensieri,
alla contraddizzione di ognuno di loro
alla disperata ricerca
di un equilibrio oramai lontano.
vorrebbe avere la forza di sapere
qual e la sua verita
se e piu importante amare vivere sognare
o se invece basti solo fare.
lui un giorno disse non voglio piu
pensare non voglio piu soffrire
non voglio piu amare, un caro prezzo
pero ha dovuto pagare.
l illusione che un minuto di scopare
sia amare vivere e sognare.
dedicata
a chi non vuole amare
sapendo che c e un prezzo da pagare
biker

Maddalena:

Un giorno, un uomo non vedente stava seduto sui gradini di un edificio
con
un cappello ai suoi piedi ed un cartello recante la scritta:
"Sono cieco, aiutatemi per favore".
Un pubblicitario che passeggiava l? vicino si ferm? e not? che aveva
solo
pochi centesimi nel suo cappello. Si chin? e vers? altre monete, poi,
senza
chiedere il permesso dell'uomo, prese il cartello, lo gir? e scrisse
un'altra frase.

Quello stesso pomeriggio il pubblicitario torn? dal non vedente e not?
che
il suo cappello era pieno di monete e banconote.
Il non vedente riconobbe il passo dell'uomo: chiese se non fosse stato
lui
ad aver riscritto il suo cartello e cosa avesse scritto.
Il pubblicitario rispose "Niente che non fosse vero - ho solo riscritto
il
tuo in maniera diversa", sorrise e and? via.
Il non vedente non seppe mai che ora sul suo cartello c'? scritto:
"Oggi ? primavera...ed io non la posso vedere".
Personalmente trovo molto confortante pensare che anche il pi? ottuso dei pubblicitari possa usare la sua capacit? di persuasione per qualcosa di buono, oltre che per le merendine al gusto di cancro e per far fare pi? soldi alla Barilla di quanti ne faccia con il commercio di mine anti-uomo. Chiss? se succede davvero...
Ora una citazione di Sandro, che posto anche se non ? "farina del suo sacco", perch? trattasi anche di una delle mie poesie preferite:


"Ognuno sta solo sul cuore della terra
trafitto da un raggio di sole :
ed ? subito sera."
Salvatore Quasimodo


Una poesia da Mita, che me ha spedite ben tre, una pi? bella dell'altra! Mi piace molto il tuo modo di scrivere, continua cos?!


La sfilata del gioved? grasso



Cedimenti sociali,

permissivismi sessuali,

non ci sfiorano pi?

in questa sfilata verticale,

sopra a quella orizzontale,

laggi?.

Per via del free fly,

dello skysurf,

che ci tira gi?,

i paracadute nel blu

sono come i coriandoli

che da gi? tirano su?

Questo lo sa dire

anche uno dedito

al pompierismo spicciolo,

in crociera

su placidi laghi!

Si esiste nella comunione,

ci aspettano le botte,

ma lontano dalla distorsione

della controeducazione

i colori sono belli

e splendidi.

Precipitando bene

con l?equipaggiamento giusto

si sfila meglio

che assiepati nel trambusto.

Senza sbadigli da ippopotamo,

senza ingoiare l?aria

a bocca aperta

come uccellini dal nido

che aspettano il cibo,

non ci rimorde la coscienza

mentre precipitiamo

ed al vederci

ci riempiamo di baci

dopo aver gridato

?bacin baciamo?.


Chiudo questa lunga puntata con uno scritto di Fantasiafinale, un monologo piuttosto interessante che mi ? purtroppo arrivato con qualche problema di punteggiatura dovuto al formato della mail. Ho fatto del mio per renderlo leggibile, non me ne voglia l'autore.

Tentativo di un monologo teatrale, gli spettatori? Il nulla.
"Perch? mi credo di esser Dante"

In monologo quasi asfissiante, parlava alle pareti la psicosi di un folle.

Perch? mi credo di esser Dante?
Semplice, cari amici:
Mi credo di esser Dante.
Perch? sono Dante!

Forse, non come lui guardo agli antichi, fratelli maggiori, giovani iniziati
Forse non vago nella convinzione di esser nato nell'anno sbagliato, e forse
per sadismo, nel posto sbagliato.
Oppure non ricerco, squarciando velame di parole davanti a me, per poi
ricucire la stoffa che copriva agli occhi il vero significato del simbolo
(syn-Ballo)
Forse come lui non ho descritto il mondo alla base del sette. O al limite
del tre. Ma come il nostro amico Dante, non ho rinunciato a narrare quello
che mi sembrava di osservare.

Camminava lentamente nella camera buia la psicosi del folle, rivolgendosi
a una finestra di luce che raffigurava pallida la figura di una Beatrice
invecchiata.

Forse come lui, non ho visto alla figura femminile come qualcosa da dipingere
con due parole in rima? Cari amici: Si che l'ho fatto! E come se non l'ho
fatto! Dipinta con parole, suoni, odori, pensieri. Ma adesso, l'incantesimo
che port? l'uomo con anelli alle dita a pugnalare la stessa immagine, immagine
che aveva creato con le sue azioni, dove porter? me, cos? simile a Dante?


Quella grazia, che il nostro amico, us? per indiarsi nell'Amor di Dio. Quell'Amore
che null'amato amar perdona, quell'Amore che a vita mi spense. E che nessuna
Caina attende?

Si era separata dall'immagine dell'angelo invecchiato. La psicosi, come
quasi per semplice vilt?, si appoggi?, palmo della mano contro il muro.

Apaggiato sull'orlo di una finestra vermiglia.
E forse come lui non sono all'inferno?

Ricadendo, in un monologo di silenzio.

FantasiaFinale


Notte bimbi, alla prossima!

Randagio



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Messaggio da carlo »

Perch? questo titolo? la risposta ? semplice ed estremamente egoistica: il problema riguarda me.
Ah gi?, prima di spiegare, prego chi abbia ricevuto questo numero e avesse per caso chiesto in passato di essere rimosso di avvisarmi...ho avuto un piccolo inconveniente con la lista dei contatti e non vorrei aver fatto qualche errore.
Detto questo, dicevo altro, cio?:
Il problema riguarda me: word dice sempre che non si possono mettere i duepunti dopo altri duepunti: quindi deve aver ragione: no? :!:!!!
Tornando a me (tanto per cambiare), ? tutta la sera che cerco invano di trovare qualcosa di decente in televisione. Mi fermo per un po' sul grande Clint Eastwood, che in "coraggio, fatti ammazzare" sciorina una serie di frasi ad effetto da uomo tutto d'un pezzo, che andrebbero imparate a memoria ed usate in caso d'incendio...solo che una sorta di strano batticuore non mi da' tregua.
Infastidito da me stesso, cerco una posizione comoda ed un programma guardabile, ed entrambe le imprese si rivelano presto fuori dalla mia portata....il divano ? sempre quello, la Tivvi' anche, eppure il fiato corto ed il cuore a tamburo mi vogliono dire qualcosa.
La sensazione di disagio si fa decisamente forte, ? come se avessi dimenticato qualcosa di necessario.
Mi rigiro ancora un po' e, d'un tratto, la fulminazione: "Vita Randagia!!!"
Et voila', eccomi qua di nuovo, a tediarvi con la solita vocina scassapallinica (che neologismo interessante, sono cos? creativo, e talmente modesto!), a confezionarvi un numerino veramente succoso, di carattere decisamente opposto a questa atmosfera un po' finta di buon umore!
Dev' essere il mio maledetto, continuo bisogno di rendere la vita un ossimoro...

Mante:

il titolo come un testo nato dal nulla, parole che si perdono in un attimo, sogni che mai saranno realt? (triste verit?), stanco di mille pensieri di tanti dolori fisici e non, con il solo scopo di divertirsi, quale inutile illusione...si sa il pensiero ed il desiderio di qualsiasi uomo, un lungo percorso che porta a mille illusioni, a lacrime che lentamente scendono sul viso nella ricerca di una fottuta speranza che ti dia un solo attimo di respiro di normal vita, vaghi nel nulla illudendoti sull'attimo che ti circonda, cerchi di vivere ogni secondo sognando di incrociare uno sguardo che ti dia quella fottuta speranza di una fottuta vita comune.

fin qui nulla di strano, i problemi nascono quando quello sguardo l'hai trovato ma non si ha alcuna possibilit? di averlo.....

tanto si capisce dalle parole scritte da una persona, ma questa senza offesa ? per i miei pi? cari amici, vogliano perdonarmi tutti gli altri....

vi voglio bene!!!!!!!!!!!!!!!!!

se fossi me stesso sarei gi? morto.....................un saggio non riconosciuto scrisse queste frasi............

mantino...................forse io in questo momento visto il tasso alcooooooolicoooo, grazie papiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Ma

Il giovane Werther ? una di quelle componenti che ciascuno di noi ha dentro di se', ad abbellire il mosaico della sua anima. In alcuni ha un'importanza maggiore semplicemente perch? non si vogliono lasciar abbrutire dalla vita, e non lasciano che le esperienze dolorose ispessiscano la loro pelle, con il rischio di non sentire pi? il vento delle emozioni sugli avambracci.
...altri invece hanno solo culo e non fanno brutte esperienze, quindi la loro pelle rimane rosea ed intonsa come il culo di un bambino...ma questa ? un' altra storia...


Due parole da Luigi, che mi fanno ridere e pensare allo stesso tempo.
Mi pare di vederti, pur non sapendo neanche che faccia hai, assorbito da mille impegni e pressanti questioni, che ritagli un minuto per leggere questo numero..."arrivo subito, signorina, devo finire un lavoro urgente"...


Andria 11 ottobre 2004

Ciao Randagio,
Vorrei in primo luogo sapere se non ti dispiace, e se ci? non comporta per
te alcun alcun problema il tuo nome. Sicch? io possa scriverti chiamandoti
anche per nome.
Secondo, nelle tue mail parli di rivista, ? possibile saperne di pi? a
propostito di questa rivista? E' in edicola? Ci si pu? abbonare? E' in rete?
Sai improvvisamente sei capitato tra le mie parti, mi coinvolgi, mi induci a
scriverti, ed io non so assolutamente nulla di questo via vai di persone che
scrivono e finiscono in casa mia, e inevitabilmente devo accoglierle, e devo
leggere di loro, come fossero vecchi amici, o conoscenti, che irrompono nel
silenzio del mia vita.
Tutto questo movimento di persone, tutto questo battere di dita sulle
tastiere dei computer mi induce a smettere ogni mia attivit? lavorativa (sai
io per vivere devo lavorare) per soffermarmi a capire cosa succede, da dove
viene questo movimento, come ? entrato a far parte della mia vita, va b? ho
pensato sar? per via delle mie poesie che viaggiano in rete sui tanti siti
che ci sono in giro, e da l? magari sono arrivati sino a me, ma la cosa ?
molto strana, perch? mi capita di tanto in tanto di ricevere qualche
complimento, uno una volta mi ha anche scritto chiedendomi se fossi di
Andria, si perch? il mio cognome ? tipico di questa citt?, anzi forse forse
la citt? ? tipica per via del mio cognome, tanto per farti avere l'idea sul
fatto di quanto sia diffuso ad Andria. Ma tutto finisce l?, non ha un
seguito, ? tutto fine a se stesso, e invece questa volta, ha un seguito, e
che seguito!!
Se penso al fatto che ho molto da lavorare, ed io sto qui a scialacquare il
mio tempo con voi, mi verrebbe da ridere, ho sempre poco tempo per tutto,
per mia moglie, per i miei hobby, che pure sono diversi e per i quali nutro
una grandissima passione e che in termini di risorse economiche contano nel
bilancio del mio portafoglio non poco conto. E non poco conta per me
scrivere, e voi mi tentate continuamente, tenendomi prigioniero innanzi allo
schermo quando devo scaricare la posta, e devo dire che mi dispiace quando
non trovo di voi nella mia cartella, e se ci siete allora non posso farne a
meno di scrivervi le mie scemenze.
Fatemi sapere dunque tutto di voi, mi piacerebbe molto.
Saluti, e guai a voi se sparite.
Luigi

Se me lo permetti, cambierei con un piccolo anagramma un tuo pensiero: pi? che di tempo perso, parlerei di tempo preso...
Comunque Luigi vuol sapere qualcosa di pi? su di voi, quindi che aspettate?


Passo adesso ad una breve poesia di Brethil, descrittiva, agghiacciante e terribilmente bella:

Come casuali gocce
Molte volte penso che gli uomini siano come la pioggia;
come lei, piangono, piombando giu dai cieli, persi nella brama di raggiungerli.
Splendidi nella loro fredda scia cristallina, scendono, grevi,
appesantendosi sempre pi?, cadono dalle cateratte celesti,
dalle plumbee nubi; malinconicamente, schiantandosi a terra...


Dave

Queste poche righe avrebbero, a mio parere, meritato un numero a se'. Ma avreste dovuto attendere ancora qualche giorno per leggerle, e non ne sarei stato contento.


Una poesia da Terry:
CHIUDI GLI OCCHI...

Chiudi gli occhi...
e immagina:
il riflesso di un cielo capovolto
che si tuffa in un lago
tra due gole bianche...
il termine di un lungo viale alberato...
nell'ombra di un sole appena intimidito...
il respiro di un mattino infreddolito...
l'alito di un vento sonnecchiante...
Il sonno di un bambino appena nato
il dondolio dell'ala di un aliante...

Chiudi gli occhi...
e immagina:
le distese fiorite di campi selvaggi...
le aride colline di deserti lontani...
l'acqua dei torrenti come solitari miraggi...
il suono scrosciante di un gran battimani.

Chiudi gli occhi... e immagina!
Il liquido sapore dei miei baci...
le albe mozzafiato, un po' assonnati...
il sordo lampeggiare delle luci...
i vetri della camera appannati.

Chiudi gli occhi... e immagina:
Io sar? l? con te!

Terry Gugliucci
.
...ho chiuso gli occhi, ed ho visto! Credo di non essere in grado di farti un complimento pi? bello, per la forza evocativa che riposa tra le tue righe.


Errata corrige:
la poesia che nello scorso episodio ho per errore attribuito a Mita, ? in realt? di Francesco Massinelli. Mita ? la sua compagna, che mi ha fatto gentilmente conoscere l'opera del suo consorte.


Ok, chiudiamo qui questa puntata lunghina, con qualcosa che non ? letteratura in senso stretto, ma una testimonianza che ritengo estremamente gratificante. Per me, e per tutte le persone le cui parole tingono ogni volta un pi? bel quadro:

E' da un p? che ricevo questo tuo chiamiamolo cos? (ma solo perch? non mi viene in mente un nome migliore) "resoconto"...e pian piano mi ci sono affezionata, controllo la posta ogni giorno anche se so che hai scadenza pi? o meno settimanale.. Volevo che mi spiegassi meglio come funziona, chi legge la mail, a chi arrivano e se c'? un modo di comunicare pi? direttamente tra tutte le persone cui lo mandi senza che ne so leggersi una volta a settimana ma magari pi? spesso. Sono solo curiosit? prima di cominciare a scrivere con voi se questo vi fa piacere.


Un saluto affettuoso e spero di leggerti presto!

Eco
Beh, che dire: eccoti accontentata!
Alla prossima!!!

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Messaggio da carlo »

Regole:

Premessa: se ricevete questa mail ? perch?, da qualche parte nel vasto mondo della rete, avete dimostrato di essere persone sensibili. Oppure siete miei amici. Se ho trovato il vostro indirizzo e lo uso, non chiedetevi chi cazzo io sia, ma godete del fatto di far parte di uno spazio dove i vostri pensieri possono avere voce. Se comunque vi sentite "defraudati" del vostro sacro e inalienabile diritto alla privacy, passate pure al punto 8...
La partecipazione alla redazione del periodico ? libera e incoraggiata! Tutti coloro che vogliono partecipare alla stesura mi mandino il loro materiale. Le parti in verde (il mio colore preferito...) sono le mie.
Gli indirizzi resteranno nascosti, anche se molti di voi, splendidamente, mi dicono continuamente di lasciare il loro indirizzo visibile. E' comunque bello sapere che ci sono sconosciuti che si fidano di altri sconosciuti, visto che la maggior parte di voi "conosce" solo me...
Scrivete, stronzi/e! Scrivete di sensazioni, esperienze, vita vissuta. Scrivete poesie, racconti, sonetti, frasi, pensieri. Scrivete idiozie, barzellette, inviate immagini cretine di voi che mangiate gli involtini primavera usando due scovolini del cesso come bastoncini!!! Qui si pubblica tutto! Condividete con altri il vostro sentire. Oltre che una comunit? questo pu? essere anche un aiuto per sostenere ciascuno i fardelli di qualcun altro, almeno per un po'...
Chi vuole un numero arretrato deve fare domanda in triplice copia alla Direzione Compartimentale Inutilit?, Ufficio Ricambi Interni, terzo piano. Chiedere della Sig.ra Wanna Marchi...oppure mi mandi una mail...
Se qualcuno conosce persone che potrebbero essere interessate a ricevere il periodico, mi mandi l'indirizzo che ci penso io. Cos? se parte una denuncia per Isterical Spamming, mal che vada arriva a me...
Vi annuncio con sommo gaudio che Vita Randagia si espande in tutte le direzioni: in particolare, da qualche numero a questa parte, trovate gli arretrati anche su www.nuoviautori.org, all'interno del forum. Inoltre le perle pi? belle vengono pubblicate anche su un giornale della provincia di Bergamo, il Giornale dell'Isola, che vanta una tiratura di ben 44.000 copie!!! Quindi fatevi avanti senza indugio!

Se qualcuno si ? rotto le balle definitivamente (cosa pi? che probabile...) deve mandare alla Centrale Automatica di Smistamento (cio? a me) una mail avente ad oggetto le parole: "lasciami in pace, stronzo!" e sar? immediatamente rimosso dalla lista.

Come sempre il titolo deve avere un significato: in questo caso calza come un guanto sull'ennesimo trasloco che mi sono sobbarcato. Si abita ora nella ridente cittadina di Concorezzo, a due passi da Monza e Milano, in un' elegante soluzione bilocale sprovvista di box e cantina, a due passi dal centro... mi unisco al vostro coro unanime cantando a mia volta un sonoro "chissenefrega..."...
In realt? questo breve ecchesecursus voleva solo darvi una veloce spiegazione del motivo per cui ultimamente non vi ho intasato le caselle di posta con maggior puntualit?. Si spera che le cose ritornino alla normalit?, ora, per cui aspettatevi una cadenza come minimo settimanale.
...anch? perch?, anche se io ero in pausa, voi avete ormai messo la quarta e mi arriva veramente un fracco di roba, che trover? pubblicazione al pi? presto.
Ed ora bando alle ciance, apriamo le danze dando fiato alle trombe, un po' fuoco alle polveri, gran rullar di tamburi e rollar di trombe!

Parte il Bozo, vecchio aficionado dallo stile elegante ed incisivo, che i vecchi abbonati conoscono ed apprezzano: tuffo a bomba, acqua da tutte le parti, pezzetti di parole che scivolano sulla pelle a rinfrescare gli aliti.

Ciao Marco,

mi e' molto piaciuto l'ultimo numero di vita randagia. Divertente l'introduzione e belli i contenuti. Mi ha fatto venire voglia di scrivere, cosi mi sono preso del tempo, rubandolo al lavoro (che visto quanto ruba della mia vita resta sempre e comunque in debito con me), per scrivere qualcosa. Una paginetta di pensieri a ruota libera che sorsero qualche giorno fa dentro la mia testolina. :) Te li allego e se vuoi aggiungerli a Vita Randagia... fallo. :)

Sono scritti in blu perche' anch'io amo il verde, ma visto che l'hai scelto tu ho optato per un'altro colore che amo.

Purtroppo era veramente parecchio che non riuscivo piu' a mettermi alla tastiera per scrivere. Quindi grazie degli stimoli che mi mandi via mail. Anzi che mi mandate perche' Vita Randagia comunica i pensieri di tanti spiriti.


Cosa significa il volo di un gabbiano? Il vento che accarezza le sue piume timone gonfiando le morbide membrane delle ali, mentre l?ombra scorre elegante sul mare verde striato dalle creste delle onde?

Cosa significa quel soffio fra le penne? Il fischio dell?aria che circonda il corpo leggero, accompagnandone la picchiata fino all?impatto violento con l?acqua e con il freddo dell?onda?

Cosa significano i riflessi degli schizzi? Il loro breve volare accarezzando la luce del sole e baciando per pochi istanti il cielo?

I Lakota affermavano, e spero affermino tuttora, che l?unico modo per comprendere un mistero e? accettarlo. Sottintendendo cosi con un?unica frase un?intera filosofia: siamo una parte del mondo, e se si vuole conoscerlo non bisogna interrogarlo ma rispettarlo.

E allora cosa significa chiedersi cosa significa? Smetto subito di farlo, limitandomi a seguire le traiettorie eleganti delle onde che accarezzano la terraferma.



Questi sono dei semplici pensieri oziosi che mi nascono passeggiando sul bagnasciuga d?autunno. Pensieri che mi sgorgano come piccole sorgenti in forre nascoste e che trovo piu? belli se raffigurati con la luce ed il verde del mare di Aprile, piuttosto che col grigio che tinge l?aria in questo periodo dell?anno.

Accompagnando le mie ispirazioni anche i piedi si muovono oziosamente sulla sabbia umida e stanca per tutta la pazienza spesa a ferragosto. Cammino lentamente godendomi il silenzio del mattino e la carezza delle gocce che ridono nella brezza come bambine su una giostra. Di fronte a me prende forma una figura che si avvicina passo dopo passo. Man mano che ci facciamo incontro riesco a distinguere la figura tarchiata fasciata dal maglione nero a girocollo, il berretto che copre i capelli bianchi, e poi il viso duro e segnato da una vita passata in compagnia del vento del mare. Ci avviciniamo lentamente, e altrettanto lentamente ci incrociamo.



?Buongiorno.?

?Buongiorno a lei.?



E? solo un attimo e poi lentamente ci lasciamo, percorrendo a ritroso l?uno la strada dell?altro.

E non mi chiedo cosa significa un saluto detto con voce calma su una battigia del Tirreno in autunno. Lo accetto.



...posso solo sperare che la voglia di scrivere non ti passi...

Luigi risponde all'appello di Eco, della scorsa puntata. A modo suo, com'? giusto (e tra l'altro il suo modo mi piace un casino!). Spazio, dunque!
Andria, 23 Ottobre 2004

Oggi ? stata una giornata come tante altre passate all'insegna di "io speriamo che me la cavo", un occhiata ai fatturati, un'altra alle statistiche, sicch? quando luned? chiamer? il mio capo sapr? come rispondergli, e gli far? vedere ancora una volta di essere preparato. Tutto questo mentre al di l? di quella porta, c'? la vita che si muove, c'? un mondo che si adoopera per me "con l'opra in man cantando", e oltre quella porta c'? tutta la vita, ed ella per me "cantando va finch? non more il giorno", ed io sempre irrigidito sulla mia poltrona consumo i miei momenti migliori della mia vita consunta, seduto alla scrivania per far contento il mio capo, che a sua volta far? contento il suo di capo. Ma ? sabato accidenti!!! Cos'? che ci porta via questo correre ininterrottamente, mi chiedo cos? faccio il punto della situazione e mi accorgo da ch? lavoro a questi ritmi, mi ritrovo che le mie uniche relazioni interpersonali sono prettamente legate a quello che ? la mia professione, tutto questo ? triste, mi ritrovo a cena con persone che non conosco realmente e tra un boccone e l'altro, si parla di lavoro e si conclude poco se non nulla che poteva essere concluso l'indomani nel proprio ufficio, o in quello dei miei commesali, ma stasera e ancora sabato!!!
Lo sai randagio che alle elementari il sabato, la mia maestra ci assegnava la poesia, che bisognava rigorosamente imparare durante il fine settimana e recitarla a memoria al rientro il luned? mattina, ed io non dimenticher? mai la volta che tocc? al "Sabato del villaggio". Per chi ha visto "La vita ? bella" di Benigni, l'espressione fu, dopo che ci fu dettata la poesia, la stessa del bambino quando arriva il carro armato nel lager e rimane a bocca aperta, immobile, occhi sgranati, mi rivedo tutte le volte nell'espressione di quel bambino, quando penso al "Sabato del villaggio", e la mia piccola citt? a quei tempi era poco pi? di un villaggio, e poco meno di un paese, una grande masseria, con tutta la vita che gli girava intorno, lo sai, tu che vivi se ben ho capito in quel di Bergamo, dovresti capire o solo immagire cosa sia la vita attorno ad una masseria, tant'? che la vita nelle cascine lombarde non era tanto diversa e non lo ? ancora oggi rispetto alle nostre masserie pugliesi.
Il sabato con tutti i suoi rumuri, i suoi suoni, il profumo del pane appena sfornato nel forno di Ciccillo, e che pane ragazzi, aveva la forma di un pupo in fasce tant'? che si chiamavano panetti a minin (bambino), tutto era un rincorrere di emozioni, sapori, una grande frenesia. Abitavo vicinissimo alla scuola Don Bosco, e prima che suonasse la campanella, dagli altoparlanti della scuola davano le note di "Domenica ? sempre Domenica" ricordo a malappena le note che accompagnavano questa dolce melodia di chi sa quale cantante di quegli anni.
Ma quel sabato in particolare me lo ricordo ancora, come fossero le note della canzone di Fabio Concato, dovevo correre a casa e correvo pi? che potevo, quella poesia cos? lunga e gradita, mi aveva stregato, rapito, inebriato, ero certo che avrebbe rapito anche il mio babbo, lui che aspettava il sabato pomeriggio per fare con me un po' di ripasso, mentre si radeva davanti allo specchio ascoltava la poesia assegnata per compito, dovevo spiegargli tutto, chi era Leopardi, Recanati che diede i natali al grande poeta, e quella gobba, immagino che ancora se la ricorder? la mitica gobba, quel sabato fu qualcosa di meraviglioso, ? cos? lunga mi disse il mio Pap?: "come farai ad impararla tutta, e in un giorno appena" in men di due ore la imparai e quell'emozione mi accompagna ancora oggi, che ? sabato sera, e se non fosse stato per il mio amico Randagio, e la dolcissima Eco, non me ne sarei accorto.
Questo correre ininterrotto ci ha tolto il tempo delle emozioni, il lavoro prima di ogni altra cosa, ha distrutto quelle che ? la regola prima che ci ha lasciato scritto da qualche parte il buon Dio: >
Eccoti accontentata mia cara Eco, volevi interagire con questa trib?, ben ritrovata nel nostro club di scrittori.
Al Randagio non dico pi? nulla, se non il fatto che ancora una volta hai fatto centro, e hai inconsapevolmente colpito ancora.
Buona serata a tutti, e... Buon Sabato del Villaggio a tutti miei cari amici.
Luigi


Ora una poesia di Sandro: avete notato che in questo episodio, oltre ai pezzi letterari in senso stretto, sto inserendo anche le "lettere di accompagnamento"? Essendo una comunit? aperta, vi chiedo: che ne pensate? Vi piace questa sorta di DVD scritto, con i retroscena (o backstage, per i pi? pirla...) delle immagini pi? belle, o preferite il vecchio sistema? Fateme sape'...

Ciao Rando, per me ormai sei Rando spero ti piaccia come diminutivo e poi hai la certezza che solo tu sai il mio modo di chiamarti e solo se vorrai potrai condividerlo con gli altri. Stasera ? una di quelle sere in cui di fronte al mio computer nell'aridit? di una pagina che parla di dati posso chiudere la porta al cervello e aprire un piccolo spazio del mio cuore, nn crediate sia avido dei miei pensieri ma siete cos? tanti nn vi conosco ancora bene!!! Stasera per un attimo ho visto nero quando davanti ho la possibilit? di una vita strana, e pensare che un mio pensiero pu? essere un momento di svago per tutti come lo ? per me quando leggo i vostri sentori di vita mi da un spiraglio da dove respirare perch? a volte la pesantezza dell'aria va gi? fino allo stomaco e si parcheggia per pomeriggi vuoti di occhi che vorresti rivedere. La punteggiatura nn ? il mio forte ma sto cercando di imparare per aiutarvi a capirmi...poi apri la finestra e ti trovi di fronte scenari gi? visti ma pieni di quel mistero che ti danno la voglia di penetrarli per svelarne il segreto...

[Senza titolo]



La luna celata

infreddolita

si copre nella notte

si rimbocca le lenzuola ricamate di nebbia

gioca con le luci a nascondere

a tappare

pensieri

la mia nuvola di fumo

stanco


Titolo del corso: come si dipinge uno stato d'animo usando una tastiera? risponde Eco:

Non riesco ancora a trovare questo maledetto fottutissimo tempo che mi sfugge tra le pagine dei libri che per amore e obbligo leggo a fiumi. Resta di fatto che sono poco pi? che aria eppure amo.
Come mai questa settimana nessuna vostra parola? Le attendo come acqua...!
SAluti
Eco

...e siccome questa simpatica tossicoINdipendente da Vita Randagia non trovava risposta, tra uno scatolone e l'altro mi fiond? in faccia un'incudine di responsabilit? sorridente, usando niente pi? che una manciata di parole. Poi dicono che la magia non esiste!


Randagio... abbandonata cos? sul far della sera sebbene sia giorno sono orfana delle vostre parole...

Chiudo la trilogia di Eco con questa breve.
Mi ha ricordato, ad una prima lettura, un racconto di cui non ricordo l'autore, che aveva un titolo a dir poco significativo: "I have no mouth and I must scream".


Mi ricordo di me come una continua esplosione, come una carica di dolore che non trovava sfogo, le mie lacrime spente e solo rabbia. Dio come volevo urlare, ma ci vuole troppa forza per ammettere una debolezza, ci vuole troppo coraggio per saltare al di l?, io non sono di questo mondo, altri inferni desiderano ardentemente incendiare i miei sogni, ma sono bloccata qui e sono limite di me stessa, sono la confusione che non mi fa parlare, sono le immagini che mi torturano. Non credo di avere mai avuto modo migliore per odiarmi se non quello di capirmi e potrei usare altre parole se non mi rifiutassi di accettare l'opportunit? di partorire altri aborti fluttuanti in questa terra che fondamentalmente non mi ha mai chiesto di venire al mondo. Urlate voi per me, sar? come se io non sia mai stata, correte voi per me.

Eco

Sul finale, a stemperar sorrisi in acqua e aceto, ci sta da dio questo pezzo che mi manda Jackal:

> > Abbiamo sempre a che fare con "le regole" delle donne. Ecco qui le
> > regole degli uomini.
> >
> > Queste sono le nostre regole: (notare che sono tutte numerate "1" DI
> > PROPOSITO!)
> >
> > 1 - Le tette sono fatte per essere guardate ed ? per questo che lo
> > facciamo. Non c'? modo di modificare questo comportamento.
> >
> > 1 - Imparate ad usare la tavoletta del cesso. Siete ragazze robuste:
> > se ? su, tiratela gi?. A noi serve su, a voi serve gi?. Noi non ci
> > lamentiamo mai quando la lasciate gi?.
> >
> > 1 - Domenica = sport. E' un evento naturale come la luna piena o il
> > cambiamento delle maree. Lasciatelo cos?.
> >
> > 1 - Fare la spesa NON si pu? considerare sport.
> >
> > 1 - Piangere ? un ricatto.
> >
> > 1 - Se volete qualcosa, chiedetelo.
> > Cerchiamo di essere chiari:
> > "Sottili" sottintesi non funzionano.
> > "Forti" sottintesi non funzionano.
> > "Ovvi" sottintesi non funzionano.
> > Semplicemente DITELO!
> >
> > 1 - "S?" e "No" sono risposte perfettamente adeguate a praticamente
> > tutte le domande.
> >
> > 1 - Sottoponeteci un problema solo se vi serve aiuto per risolverlo.
> > Serviamo a questo. Per la solidariet? ci sono le vostre amiche.
> >
> > 1 - Un mal di testa che dura da 17 mesi ? un problema. Fatevi vedere
> > da un medico.
> >
> > 1 - Qualunque cosa abbiamo detto 6 mesi fa non ? utilizzabile in una
> > discussione. Pi? precisamente: il valore di qualunque affermazione
> > scade dopo 7 giorni.
> >
> > 1 - Se pensate di essere grasse, probabilmente lo siete. Non
>chiedetecelo.
> >
> > 1 - Se qualcosa che abbiamo detto pu? essere interpretata in due modi
> > e uno dei due vi fa arrabbiare o vi rende tristi, intendevamo l'altro.
> >
> > 1 - Potete chiederci di "fare qualcosa" o dirci "come volete che sia
> > fatta". Non tutte e due le cose contemporaneamente.
> > Se poi sapete il modo migliore per farla, potete benissimo farvela da
>sole.
> >
> > 1 - Quando possibile, parlate durante la pubblicit?.
> >
> > 1 - Cristoforo Colombo non aveva bisogno di qualcuno che gli indicasse
> > la rotta. Noi nemmeno.
> >
> > 1 - TUTTI gli uomini vedono in 16 colori, come le impostazioni base di
> > Windows. "Pesca", per esempio, ? un frutto, non un colore. Anche
> > "melone" ? un frutto. "Malva" non abbiamo la pi? pallida idea di cosa
>sia.
> >
> > 1 - Se prude, grattatevi. Noi facciamo cos?.
> >
> > 1 - Se chiediamo cosa c'? che non va e voi rispondete "niente", ci
> > comporteremo esattamente come se non ci fosse nulla che non va.
> > Sappiamo perfettamente che state mentendo, ma cos? ci risparmiamo
> > un sacco di fastidi.
> >
> > 1 - Se ponete una domanda a cui non volete una risposta, aspettatevi
> > una risposta che non volevate sentire.
> >
> > 1 - Quando dobbiamo andare da qualche parte, tutto quello che
> > indossate ? bellissimo. Davvero!
> >
> > 1 - Non domandateci mai a cosa stiamo pensando, a meno che non siate
> > pronte a sostenere un dialogo su:
> > - sesso,
> > - sport,
> > - automobili.
> >
> > 1 - I vestiti che avete sono pi? che sufficienti.
> >
> > 1 - Le scarpe, invece, sono troppe.
> >
> > 1 - Noi siamo perfettamente in forma: "tondo" ? una forma.
> >
> > Grazie per aver letto queste regole.
> > S?, lo so, stanotte dormir? sul divano.
> > Ma a noi uomini non importa: ? un po' come andare al campeggio...


'Notte, gente.
Sar? presto ancora con voi tutti, dovrei dire qualcos'altro per finire, ma non mi va.
Quindi non lo dico.
Anzi, mi viene in mente una cosa che non c'entra un beneamato:
forse non tutti sanno che il codice della strada dei primi del '900, prevedeva che per "impegnare un incrocio con una carrozza motorizzata, il conducente deve arrestare il veicolo in corrispondenza del crocevia, scendere, dirigersi al centro dell' incrocio, ed accendere un razzo segnaletico ad indicare la sua intenzione di proseguire. Passati 5 minuti dall'accensione del razzo, ? possibile rimettere in moto il veicolo."

...e poi ci lamentiamo dei semafori...

Randagio
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Randagio

Messaggio da carlo »

Non mi pare vero, che siamo arrivati a 50.
non star? a fare il solito ricordino-lacrimin-pistolotto su quanto eravamo pochi agli inizi, su come questa "cosa" sia cresciuta, e che bello che bello quantocivogliamobene eccetera eccetera.
Dico solo che sono molto contento, e questa creaturina mi riempie davvero di orgoglio...
Stasera ho voglia di tornare un po' alle origini, quando queste lettere erano per lo pi? miei sfoghi personali, il mio modo di spurgare il pus marcio di un'anima sofferente e troppo stronza per ridere, prima che voi cominciaste a partecipare.
Ieri sera ho rivisto un vecchio amico, ed abbiamo parlato a lungo, alleviati da un bicchiere di barbera e da un cannino.
Non ci si vedeva da un pezzo, ed ? bello vedere come con certe persone il tempo non scalfisca comunque il senso di comunanza. Non c'? ruggine da carteggiare, n? imbarazzo da finzione. Ci siam visti ieri, e va bene cos?.
Ed ? anche bello vedere come certi discorsi non sbiadiscano col tempo. Sono semplicemente li' che aspettano, ed escono quando si presenta l'occasione.
Per questo ? naturale trovarsi a parlare come 5 anni fa, o 10, di scenari improbabili di guerra civile, di morte, di vita, di visioni nere e pessimismi esistenziali edulcorati solo dai capelli che ingrigiscono...
Io comunque ho il mio arco all'ingresso, cos? se viene fuori un casino tipo Bosnia, che si accende per caso ed infiamma queste terre, mi sapr? difendere.
E chiss? mai che, a molti anni da adesso, con la guerra civile ormai alle spalle e tutto da ricostruire, non vi mandi un piccione viaggiatore per invitarvi a vivere nella Repubblica di Randagiolandia, la terra dove tutto ? possibile e dove tutti gli uomini sono uguali, ma stavolta per davvero!
va beh...buona lettura!

Comincio con un sorso di aria pulita da una vecchia, cara amica:

Cantano i Fi? dla nebia, pavesi come me, che "a fa stramud dis che poi si cambia vita, a fa stramud pr'ades go' ados al mal da vita....

Un mega augurio per la tua nuova casa...
Un abbraccio!

Grazie, Betti, mi auguro con tutto il cuore che tu stia bene e sia felice.


Il prolifico Dave, che poi sarebbe l'amico di cui sopra, anche lui evidentemente "toccato" dalla serata, passa subito a buttar gi? due cose:
Ciao Marco, cos? come ? venuta..
"Molti dicono che tutto ? matematica, l'universo ? matematica, la vita ? matematica, la musica ? matematica...
ma
allo specchio, forse la matematica ? musica, la vita ? musica,
l'universo ? musica, quindi tutto ? musica; e la musica ? l'unica vera
magia che da sempre forse fin dalla creazione (da parte di chi o cosa
non so) accompagna tutti noi.."

Dave
Bella razza di idioti, i musicisti! sempre pronti a distruggersi dentro ad un pensiero, inesorabilmente attratti da ogni tipo di droga, alla ricerca continua di non si sa bene cosa...per? io son convinto che la musica mantenga giovani, come un mio amico chitarrista mi disse tanti anni fa. Quindi, visto quello che costano le cremine per la pelle, meglio una chitarra o un'armonica.


Sandro invece mi va sul poetico sognante, con due righe estremamente evocative che mi fanno sospettare si sia fatto fregare anche lui da un paio di occhi troppo streganti:

[Senza titolo]



Chi ha scolpito

s? belle stelle

se non la mano di un dio innamorato








Chiudiamo con una lunga cronaca di Luigi, un po' difficile da seguire perch? scritta di getto, ma assolutamente da leggere! Un groviglio di idee e di concetti di tutti i tipi, un continuo salto dalla risata alla riflessione, un po' di politica, un pizzico di stanchezza, una cultura classica bella corposa dietro le spalle.
Bello!

Andria 11 Novembre 2004

Carissimo Randagio,

un tempo ascoltavo le canzoni, e che canzoni. Ascoltavo i poeti che a
memoria recitavano dei versi, che, come fossero impregnati su di un nastro
magnetico giravano a ruota libera nella mia testa, e questo nastro girava,
girava fino alla nausea, e pi? li ascoltavo, di pi? mi emozionavo, "perch?
ditemi chi non si ? mai innamorata di quella del primo banco la pi? carina,
la pi? cretina, cretino tu" ? un verso!! Si ? un verso!

I nuovi poeti quelli che ancora cantano sanno dire solo "veramente", e sai
che per dire >, "ci vuole solo calma e sangue freddo" guai
se cos? non fosse.

Cos? ho smesso di ascoltare i versi che volano, e mi sono detto: >

Dopo una breve pausa di riflessione, avevo le idee chiare: >

Faccio fatica a mettere insieme una parola dopo l'altra poich? sono molto
stanco, ma sento che lo devo fare, le mie mani frenano l'ingorgo di parole
che i miei pensieri mettono insieme una dopo l'altra, poich? tanta rabbia
assale i miei pensieri. Sappiate Voi che leggete, che io di "Paolo e
Francesca" non me ne poteva importare un accidenti, nemmeno quando tra i
banchi di scuola sia pure per dovere avrei dovuto sapere chi fossero, ma
arriva un signore che nemmeno ho avuto il piacere di conoscere che mi
stimpana a ripetizione che di essi lui si che se li ricorda bene, cos? ho
sentito la necessit? di sapere chi fossero costoro, quasi per dovere, ho
chiesto in giro di Paolo e Francesca, ora che lo so mi sono detto non mi
faccio pi? fregare!! Ora si che sono contento, so tutto di tutto, e so
quanto basta di tutti per non farmi cogliere pi? impreparato cos? mi sono
detto: "Ascolto le quattro stagioni" in questo caso non ci sono versi da
seguire, ? tutto pi? facile, non devo pi? pensare, non devo pi? seguire
quelle dannate parole che mi assalgono l'anima, non devo capire niente,
perch? quando le ascolti, Le quattro stagioni c'? poco da capire, qualcuno
mi ha detto ma perch? non provi con l'opera? Noo! Per carit? ma ci sono i
libretti da seguire, e ci sono sempre quelle dannate parole scritte, dette,
e non dette da capire, e io non sono pi? in grado di capire, desidero
ascoltare solo suoni che volano.

Sono stanco avrei bisogno di andare a letto, la notte scorsa ho tirato fino
alle 5 di mattina e alle 8,30 la solita sveglia impietosa che orrenda
nell'aspetto pare ci ricorda che il sole e sorto da un bel pezzo e che nella
jungla bisogna correre sempre e comunque, cos? mi faccio forza con un sorso
di grappa barricata, giusto per arrivare al dunque prima che sia troppo
tardi, e soprattutto prima che io perda filo e concentrazione. Insomma tutto
questo per dire che domenica scorsa mi hanno costretto a guardare Troy,
giuro che non avrei voluto, ma la moglie, gli amici, hanno insistito cos?
tanto che mi hanno rabbonito.

Ora, io stesso faccio fatica a spiegare il nesso che c'? tra i poeti che
cantano e dicono, e non dicono nulla, e il film Troy.

Vi dir?, che non c'? nessun nesso, ma vi ho detto poc'anzi dell'ingorgo di
parole che si ? creato nella mia testa, cos? ch? un po' di confusione
veramente c'? nei miei pensieri, ma ? colpa della stanchezza, voi
perdonatemi e non fateci caso, ma tornando al film vi dir? che ? stato come
dire, no non mi ? piaciuto! Non sopporto che mi facciano morire il mio mito
Ajace Telamonio cos? da guerriero qualsiasi in battaglia nel suo anonimato,
ucciso da chi poi, da Ettore?? E' come dire Carneade chi era costui? E' come
cambiare il ritratto di Dorian Gray, ? come dire che il funerale degli eroi
non ? stato mai composto, e ne mai eseguito, ed io me lo sono fino ad ora,
solo sognato. Metti che Menelao nell'Iliade muore in battaglia, e non torna
pi? a casa, a chi Telemaco chieder? del suo povero babbo nell'Odissea?. Ma
questi sono sofismi mi verrebbe da dire. Metti che il povero orbo fosse
giunto fino a noi cosa direbbe di questo scempio? Mha! Metti che sul cavallo
invenzione del Laertziade ci fosse veramente il povero Pelide dal piede
veloce che ne sarebbe stato di Neottolemo? Conclusioni: > Ma
quanta sciagura stava per abbattersi sui poveri resti di questi due
fantastici libri. Cos? mi sono retto a paladino in difesa delle famose armi
divine e gi? che c'ero le ho assegnate al figlio di Telamone in barba ai due
Atridi, cos? ? detto.

Non sopporto le americanate!!! Mi verrebbe da dire lasciateci in pace,
lasciateci sognare i nostri eroi, senza doverli scomodare, lasciateli in
pace dove giacciono. Chi per sventura cadde sul suolo di Ilio cara mordendo
la terra, chi sempre per sventura tornando a casa, cadde per mano dei suoi
stessi parenti, (devo dire che un po' questa cosa non ? che mi dispiaccia
molto) ed ? per questo che a Ulisse sceso la gi? nell'ade, il re dei re,
disse la famosa frase: >

Chi per ultimo cadde col petto squarciato sugli scogli di chi sa quale terra
bagnata dallo Ionio per non aver ringraziato gli Dei.

Se tra voi che leggete c'? malauguratamente qualche americano non me ne
voglia, perch? se io "avessi previsto tutto questo dati causa e pretesto",
avrei detto A... nazione di bigotti liberate Paola G., via Paola G., e poi
per effetto, della retroattivit? della norma perch? sarebbe legge oggi,
avrei impedito tutti i viaggi oltre le colonne d'Ercole, dai tempi del
Cristoforo fino ai giorni che ancora verranno. Avremmo conosciuto gli
indiani quelli cattivi, e poi vediamo come sarebbe andato a finire con la
storia moderna, ma questa ? un'altra storia.

Grazie Randagio.



'notte gente...

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Messaggio da carlo »

la flotta



Non ne avevo voglia, giuro.
Non avevo voglia di scrivere un episodio stasera, mi andava di aspettare ancora un po'.
Questi son piaceri che si devono centellinare, per non cadere nella trappola che li trasforma in cose normali, e ne spazza via il profumo.
Non sono desideroso di essere chiaro, sia chiaro!
Solo che leggendo la posta questa sera, mi son detto che non potevo sottrarmi al piacere di quel che ho letto. Ne' al piacere di ritrasmetterlo.
Tre cose mi sono arrivate per ultime, tre cose alle quali dedico lo spazio di quest'episodio.
Anzi son quattro, Evvuala'!
Mi sento come un radioamatore degli anni '70, quelle persone un po' strane che passavano le notti con il microfono in mano, quei grandi, piccoli vecchi Acher che creavano ponti radio per comunicare con il mondo, che aiutavano la gente in difficolt? quando i telefoni saltavano.
Mi arrivano un sacco di S.O.S., mille navi alla deriva, di diversa stazza e tonnellaggio, con carichi diversi e missioni diverse, ma tutte occasionalmente in difficolt? in tempeste dedicate solo a loro.
Come fai alora a non rispondere al luccicante incrociatore di Fabio, in navigazione silenziosa da anni, che ogni tanto ti spedisce un messaggio di auguri?
O al vecchio rimorchiatore del Bozo, che porta un carico di luppolo e riflessioni avanti e indietro da anni tra qui e l'Isola che non c'??
O alla "carretta dei mari" di Luigi, carica di ricordi, di sapori antichi, di emigranti con la valigia legata con lo spago?
Quanto diventano vicini pane e pomodoro, che quasi ne sento il profumo?
Ed Eco, allora? questo piccolo sottomarino a pedali della guerra di secessione, che al posto dei siluri spara lacrime amare e solide come piombo?
Basta veh...vi lascio leggere questa lunga puntata, raccomandando a tutti voi di prendervi il temnpo che serve oppure di buttare questa, e tutte le altre, nel cestino.
Leggere richiede tempo e voglia. Chi comincia, ha la responsabilit? morale di finire senza correre...

Incrociatore "Fabius", lunghezza 115 metri, vel.massima 44 nodi, stazza 28.000 tonnellate, armamento: la capacit? di sorprendere.
Ciao Randagio,
e cos? siamo giunti al 50esimo prodotto di una comunit? di persone legate dalla sensibilit? e dalla capacit? di andare oltre il bianco del muro che ha di fronte.
Probabilmente sono stato una delle prime persone a trarre gioia dall?atmosfera di magia che si stava man mano creando?
Magia nera? strani incantesimi? che sono riusciti a distruggere la superficialit? con cui ormai tutti sono abituati a guardare il mondo e a vivere le proprie emozioni.
Per 50 volte ho ascoltato le voci che provenivano dal tuo reame? a partire dai tuoi primi ?pensieri slegati?? ad arrivare a questa famiglia.
Ebbene s??.. famiglia. Famiglia perch? il nostro ? un gruppo di persone unite da un vincolo comune.. da un amore comune.
Un luogo dove rifugiarsi con i propri pensieri.. i propri problemi. Un luogo in cui parlare.. e sapere di essere ascoltati.. di non essere giudicati.. e di essere compresi.
E in 50 volte? beh? mi sono sempre comportato da spettatore.
Sono stato quella anziana signora del primo piano? che ogni mattina quando esci di casa ti osserva? e aspetta di vederti tornare per cercare di capire dove sei stato e cosa hai fatto? quella anziana signora che tutti sanno che c??? ma che nessuno ha mai sentito parlare.
Quello strano essere che vive nel proprio silenzio, dietro la protezione di una finestra chiusa,? nutrendosi come un parassita delle emozioni degli altri per non essere sopraffatto dalle proprie.
Tuttavia, dopo 50 volte? beh? il regalo che questo mondo parallelo fatto di pensieri continua a donarmi sta diventando troppo grande per non spingermi a dimostrare in qualche modo la mia gratitudine verso ognuno di voi.
Non so tutti i vostri nomi. Se li sapessi vi ringrazierei uno ad uno per avermi aiutato a riflettere e a trovare nelle vostre esperienze un aiuto a capire di pi? me stesso?. Ma non li conosco (e credo che questo sia una parte importante dell?incantesimo)?.
E allora? beh? voglio solo cercare, per una volta, di non essere solo un parassita? ma di dare un contributo? di donarvi parte di me: un pensiero.
Un pensiero che non ho mai condiviso?. Che forse non sar? mai in grado di condividere pienamente.
Un pensiero che a volte vivo e che a volte non sento nemmeno mio.
Un pensiero che ho scritto molto tempo fa?. In un periodo infelice? ma che purtroppo spesso mi riaccompagna.
Pensiero

A volte, quando si ? soli, il pensiero vola,

si sogna, si spera, si ricorda.

A volte, quando si ? soli, si pensa a

quando sia stupido lottare,

a quanto sia stupido andare oltre il mondo della

fantasia,

quanto sia inutile

cercare di cambiare ci? che ci circonda;

allora ci si abbandona, si sfugge alla realt?,

ci si rifugia nel mondo dei

ricordi,

si riporta alla mente quello che non ? pi?,

quello che non sar? mai pi?.

L?uomo vive nel ricordo,

? l?unico mondo di cui ? veramente padrone.

Qui ? lui il sovrano.

Lui qui pu? decidere cosa provare;

gioia, dolore, odio, amore?..

?. Ma forse non ? cos?,

forse anche qui la sua ? solo

illusione,

forse non ? amore, forse non ? dolore?.

?. ? solo rimpianto, rimpianto di ci? che ? stato,

paura (se si vuole),

timore che tutto sia passato, che tutto ormai sia

perso,

terrore che non ci sia una seconda possibilit??

? e se non si reagisce non ci sar?.

Cargo "il Bozo", lunghezza 90 metri, vel.massima: 12 nodi. Caratteristiche: non ama correre, ? un natante progettato per acque calme, in un mondo dove la gente ti voglia bene ma si faccia anche i cazzi suoi. Purtroppo le acque calme non le ha ancora trovate...nel frattempo sta a galla.

C?erano una volta quattro porcellini chiusi in una stanza. Fuori era un freddo giorno di Gennaio in cui il gelo dominava senza dimenticarsi di fare pesare la sua tirannia anche negli angoli piu? nascosti. Eppure, nonostante tutta la sua crudezza, l?invernale monarca non riusciva ad imporre le sue leggi nella stanza dei quattro porcellini, poich? essi erano attrezzati di amicizia, gioia e una stufetta elettrica.

I porcellini stavano discutendo delle loro vite e dei loro sogni mentre, seduto su un tavolo improvvisato da due cavalletti ed un?asse di legno, li osservava come un caro amico fraterno e generoso, di quelli disposti a darti tutto se stesso fino alla fine, un barilotto da dieci litri di birra rossa caduta (confidenzialmente chiamato Barilotto).



Dopo un poco i porcellini si portarono sul terrazzo su cui si affacciava la loro stanza, sfidando il generale freddo con la sola protezione del fumo delle sigarette e di una pipa. Nelle loro voci serpeggiava la preoccupazione, la stessa che si annidava nei loro cuori e negli sguardi rivolti a Barilotto, che in quel momento era chiuso in se stesso ed incapace di aprirsi come solo chi e? ferito sa essere. Fu con semplici e chiare parole che porcellino Stefano rivelo? l?amara verit? contenuta in quel dramma: ?Non abbiamo la spina?.



Un barilotto senza spina e? come un uomo senz?anima, incapace di donare il buono che ha dentro di se.

Padre Gambrinus



Consapevoli della giustezza delle parole proferite in tempi non sospetti dal saggio religioso (e che i miscredenti della birra ritengono apocrife) i quattro porcellini si angustiarono per restituire un?anima al loro amico. Molte furono le idee suggerite fra i sospiri, e altrettante le speranze aperte dalle parole e soffocate nella cruda realt?. ?Facciamoci prestare una spina da un bar, oppure compriamone una? sugger? porcellino Stefano, ma tutti e quattro si resero conto che non e? possibile prendere un anima in prestito, e ancor meno comprarne una. Barilotto meritava qualcosa di speciale e tutti ne erano consapevoli. Piu? d?ogni altro ne era convinto porcellino Davide che cerc? e cerc? dentro e attorno a se, finch? non estrasse un tappo di sughero e un tubetto di rame (da attorno) e un?idea (da dentro se): ?Costruiamo noi una spina!? Molti dubbi sorsero fra i porcellini, ma con la lentezza delle cose giuste l?ineluttabile verit? si fece strada fra le loro incertezze. Quella era la soluzione!



Cosi porcellino Davide e il suo coltellino svizzero se ne andarono nel loro laboratorio magico.



In attesa del ritorno della spina, porcellino Fede si impegn? a pulire il giusto, seguendo il suo rimarchevole senso del dovere e le sue vocazioni di casaling(u)o, mentre porcellino Stefano e porcellino Oscar si resero utili al solito modo: sedendosi a narrare di profonde verit? (che per i miscredenti della birra significa sparar cazzate). Sia pur se indaffarato, anche porcellino Fede profer? la propria verit?: ?comprendo il vostro filosofeggiare, per? voi non fate mai un cazzo!? Cosi appropriatamente motivati, i due porcellini si impegnarono seriamente a disporre i piatti di carta sul tavolo.



Il tempo scorse (dove cazzo va non lo si e? mai capito. Ma che fretta ha?) e i tre porcellini si preoccuparono, vieppi? col girar delle lancette, della sorte di porcellino Davide. Poi l?apparizione del quarto compagno ripag? l?attesa trepidante: la spina era pronta! Essa, risultato di ingegno e fantasia, rallegr? gli altri tre porcellini, che entusiasti, vollero promuovere il quarto al titolo di ?Monsignor Milingo, grande esorciccio e cacc(i)atore di anime?, ma porcellino Davide rifiut? tale onore con tutta la sua umilt?. (umilt? di cui si inizio a dubitare dopo il centesimo ?sono un genio? o simili. Ma tant?e?, i fatti non possono essere cancellati con le parole.)



Gioiosi e risollevati i quattro porcellini iniziarono a raccontare e raccontarsi, chi di futuro e chi di passato, chi di speranze e chi di illusioni fra una dose di pop-corn al burro e l?altra. Poi tutto s?interruppe perch? il gran momento era arrivato.

Con un semplice paletto di metallo, porcellino Fede si apprest? ad aprire Barilotto. La coordinazione fra il palo ed il dito che avrebbe dovuto chiudere il foro della valvola per? non fu efficiente, cosi Barilotto ebbe il tempo di sprizzare felicit? con tutta la sua naturale esuberanza, finch? porcellino Oscar non chiuse il foro con il proprio dito (anni e anni a chiudere fori con le dita servono a qualcosa.), suggellando l?evento con le sue alate parole: ?*****, mi sono fatto la doccia!? Ma in cuor suo non gli dispiacque certo, sia perch? la felicit? di Barilotto profumava di miele sia perch? essere inondato da una cascata di birra era sempre stato uno dei suoi sogni non vietati ai minori.

I porcellini applicarono la spina a Barilotto che, ritrovata la gioia di dare, riversava tutto se stesso nei boccali dei quattro.



Dopo aver ripulito la stanza dei residui di gioia di Barilotto (?quanta roba sprecata.? ?Tanto era il fondo e dovevamo buttarlo via in ogni caso.? ?Parla per te, che io sono fogna e non butto via niente.?) i porcellini continuarono a condividere i loro pensieri; porcellino Oscar raccont? di una storia d?amore finita, di com?era andata, delle ferite subite e delle lacrime versate. Narr? del suo animo e di come esso desiderasse odiare senza esserne capace, poich? si rendeva conto di quanto era inutile. Descrisse la sua rabbia, calda e rovente, mitigata per? da un affetto ancora profondo e sincero, e di come tutto gli sembrava sbagliato. Proprio in quel momento, dal leggero sottofondo dipinto dalle casse di un piccolo stereo emerse una voce, una singola strofa recitata piu? che cantata, che penetr? nella testa di porcellino Oscar per scendere fino al suo stomaco:



?Vedere tutto sbagliato, non ci aiuta per il futuro, ci fa odiare di piu? il passato?.



Segui il silenzio accompagnato dalle note; gli altri tre porcellini si guardarono e poi, quasi all?unisono spostarono i loro occhi su porcellino Oscar. Non vi fu altro oltre gli sguardi perch? non si poteva aggiungere nulla di piu?.

Nel contempo, novelli santi Franceschi, incontrarono sulla loro strada fratello burrito e sorella tortilla, ebbero modo di parlare con compare pizza (quattro volte) e di godere della corroborante amicizia di Barilotto.

Tra una sigaretta e una boccata di pipa le chiacchiere continuarono, accompagnando il tempo che trascorse in letizia e gioia (e ancora non ci disse dove cazzo andava cosi di fretta), attraversando paradisi naturalmente fermentati di luppolo e malto. Finch?, come le acque di un fiume inevitabilmente sfociano nel mare, cosi la sera sconfin? nella notte fredda e stellata.

EPILOGO:


I quattro porcellini smontarono il tavolo, sollevarono il guscio ormai vuoto di Barilotto insieme a ci? che restava dei loro sogni, perch? un pezzetto di essi lo lasciarono dietro la porta che si chiuse alle loro spalle. Fuori il generale freddo mordeva con la forza della sua dittatura cilena, ma ormai non poteva pi? fare niente, sconfitto dalla calda serenit? dei quattro.


Quella notte, per la prima volta da settimane, porcellino Oscar dorm?, e dorm? bene.



Ex peschereccio "Zagor", ora adibito al trasporto di clandestini dagli occhi grandi. Vel.massima: 20 nodi, stazza 75 tonnellate, sempre stracarico di cuori affamati e di punti interrogativi.


Andria 28/11/04

Buon giorno Randagio,
prima di iniziare a parlarti delle mie nuove riflessioni,
desidero ringraziarti per le parole di apprezzamento e lo
spazio che hai riservato alle mie ultime.
Detto questo, vorrei parlarti di immigrazione.
Ebbene, se solo provo a girarmi e a guardare indietro,
vedo appena un attimo fa, mio padre con una
valigia avvolta in fogli di giornale legata con uno spago che viaggia verso
quelle terre i cui abitanti ancora oggi vengono definiti simpaticamente
nostri cugini.
I francesi sono come quei parenti stretti con i quali si ?
sempre in competizione, invidiosi gli uni degli altri, ma al momento del bisogno,
si sono ricordati di essere nostri parenti e ci hanno teso tutte e due le mani
accogliendo i nostri padri nonch? loro cugini, nell'immediato dopo guerra.
Accolti in una terra straniera come figli della stessa bandiera, molti di
loro sono ancora oggi grati a questa nazione che io credevo ci avesse
insegnato il significato dell'accoglienza.
2000 anni fa, uno straniero che bussava alla porta, veniva accolto
come uno di casa, gli si preparava un bagno caldo, partecipava al banchetto,
e dopo "che ebbero mangiato e bevuto a saziet?", gli si chiedeva l'oggetto
del suo bussare a quella porta.
Saranno anche parole greche sconosciute, ma io non posso immaginare che
tutto questo ? stato dimenticato, ? stato traviato dal nostro correre
velocemente come fossimo angeli stregati che vanno verso lidi sconosciuti ai
quali prima o poi non arriveremo mai.
Ieri notte saranno state le 2,30, dopo aver partecipato ad una festa, in cui
si ? mangiato e bevuto a quantit? industriali, e si ? riso e scherzato che
"sembravamo" felici, almeno io credevo di esserlo. Con gli amici, avevamo
trascorso una bellissima serata, frequentata da tanta bella gente, tutto
questo,
si ? concluso drasticamente all'uscita da questa festa, improvvisamente,
mi sono ricordato di quando nel lontano 1973 alle elementari Don Bosco,
la mia maestra A.B. ci martellava con la mitica frase, l'Italia ? una
nazione
povera: > ripeteva questa cosa
elevata all'ennesima potenza, sicch? ero quasi traumatizzato dal essere
povero, cos? lo dissi a mia madre quello che accadeva a scuola, e lei di
rimando mi disse: >
Lei lo aveva preso come un fatto personale, nel suo ingenuo ma risoluto
modo di fare, voleva distogliere il mio pensiero dall'essere povero, lei
sapeva
cosa fosse la povert? poich? diretta discendente della miseria.
Ed ? per questo che non avrebbe mai voluto che i suoi figli immaginassero
sia pure lontanamente cosa fosse la povert?. Non che vivessimo nel lusso
pi? sfrenato, ma sento di poter dire che non ci mancava assolutamente nulla,
grazie ai nostri cugini francesi, e soprattutto grazie a quella valigia che
mio padre
teneva bene da conto sotto il letto pronta sempre ad accompagnarlo nei suoi
lunghi
viaggi silenziosi fatti di pianto misto a pane e pomodoro.
Tutto questo ieri sera mi ? venuto in mente quando ho visto un signore che
mi guardava, mentre era fermo alla fermata del bus, ci saranno stati 4 o 5
gradi al massimo, cadeva una pioggerellina fitta che pungeva alle ossa tanto
era fredda e intensa, cos? ho pensato a cosa ci facesse quell'uomo alle 2,30
del mattino alla fermata del bus mentre tentavo di inserire la chiave nella
serratura della macchina.
Tra le mani aveva una borsa, tra le maniche di questa vi era riposta ben
piegata una coperta di lana, mi sono fatto coraggio e mi sono avvicinato a
lui,
tra lo stupore dei miei amici che si chiedevano cosa stessi facendo, e gli
ho chiesto: > e lui a
me: >
Mentre quest'uomo mi parlava improvvisamente mi sono ricordato chi ero,
mi ? ventua in mente la mia maestra, il mio pap? dai capelli bianchissimi,
uno
dei mie amici, mi aveva seguito a distanza probabilmente lo aveva fatto per
proteggermi visto che mi stavo avvicinando a questo strano uomo. Ero
confuso quelle parole mi avevano stordito, d'un tratto una risata generale
deve avermi ferito fino a tal punto che con lo sguardo mi sono girato verso
i miei amici con aria indisposta, e questo deve aver inteso che nulla c'era
da ridere, probabilmente l'assurdit? di qualche imbecille deve aver dato
coraggio all'uomo a recarsi alla fermata dei bus ad aspettare quello che lo
avrebbe condotto alla vicina stazione dei carabinieri dove gli avrebbero
fatto trovare un bagno caldo, e preparato un banchetto in suo onore,
e gli avrebbero concesso un letto caldo dove passare la notte.
Cos? ho spiegato all'uomo che a quell'ora non ci sarebbe stato nessun
autobus che lo avrebbe condotto alla stazione dei carabinieri, gli ho
indicato la strada, mentre il mio amico mi ha preso per un braccio
tirandomi via verso la macchina.
Da anni ormai avevo rimosso il concetto di povert?, quella sensazione io
non sapevo pi? cosa fosse dal lontano 1973 a scuola in quel di
Don Bosco quando la maestra ci diceva: >
Ho smesso di pensare, non ne avevo pi? il diritto, cos? ho accompagnato a
casa i miei amici e ho provato a rifare la stessa strada, speravo di
ritrovarlo, ma non ? stato possibile. L'uomo si era dileguato nella pioggia.
Per la prima volta avevo avuto l'opportunit? di ricambiare il favore ai
miei cugini francesi, e non avevo colto l'opportunit? che mi si era
presentata.
Ho pensato ai suoi figli, ammesso che ne avesse, ho pensato ai
figli di mio padre, e mi sono rivisto in questi, e ti confesso, che ? stato
molto triste.
Grazie Randagio.



Sommergibile U.S.S. Eco.
Anno di costruzione:1876.
Lunghezza: 22 metri, equipaggio: 8 persone.
Velocit? massima: 1,5 nodi.
Usato nella guerra di secessione americana dall'esercito nordista per azioni di sabotaggio delle forze navali confederate, ? ora adibito allo scandaglio dei fondali, al recupero di tutto quello che gli stupidi buttano in mare.

Buongiorno a te Randagino bello!
Stamattina sono un p? depressa ad essere sincera e cos? per consolarmi scrivo a te/voi/noi questo pezzo sempre piuttosto "felice".
A presto leggerti/vi/mi
Eco


C'? aria di agonia stasera. Sbuffate non troppo evidenti, un bel marchio di fabbrica a pensarci. Giro le pagine ad una ad una e mi chiedo perch? la memoria mi marci contro solo quando le chiedo di aiutarmi. Dimenticare il resto mai, ma i miei studi si. Cerco di annebbiarmi col funo, vana speranza di non vederti davanti a me con lo stesso viso: un messaggio decisamente ineludibile di quelli cui non puoi rispondere "non mi ? arrivato". Dicono che scrivere sia uno sfogo. Bugia piuttosto sciocca. L'aria, l'aria. Non ? ansia. E' un raccogliere frammenti in giro. Non sar? mai pi? quella di prima. Si ? rotto. Aiutami a dimenticare, a cancellare. i momenti belli sono quelli che fanno male. Aiutami a cancellare. Solo a cancellare. Vai via, piuttosto che guardarci come nulla creasse vergogna, con la spontaneit? di sempre. Non sopporto pi? gli abbracci che non mi dai. "I've created my own prison" "I've created my own prison" "I've created, I've created I've created my own prison" "No time for mourning ain't got no time". Vai via. Vai via.










Se cercavate un senso in tutto questo, sono lieto di avervi deluso!
Buona notte.

Randagio
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