land‡ segni
www.land-1.blogspot.com numero uno - anno 2007
...decidersi per la ‘parola esatta’: la parola poetica che è l’unica che ci chiama a giudizio e decide quelli che sono i canoni morali, non solo estetici, di un’epoca[..]
...credo occorra capire che ciascuno è parte di una tradizione, ciascuno quindi deve essere consapevole e responsabile del passaggio, del compito di trasmettere il valore della parola[..]
...siamo tutti spinti verso una sorta di confusione culturale e dobbiamo tenerci stretto il libro, la parola che va tramandata. E’ questa la grande eredità che va trasmessa al futuro, collegandosi alla voce dei grandi autori che ci hanno preceduto[..]
...credo in un movimento da cui sorge la parola poetica che superi la condizione esistenziale di negazione, nichilismo e dolore: condizioni che attraversano sempre la poesia senza poterle mai dimenticare. Il dolore e la ferita restano l’asssillo di cui si nutre il poeta, ma occorre anche tenere salda la direzione in avanti che è poi un saper guardare indietro.[..]
Giovanna Sicari
da un’intervista di Gabriela Fantato
presente nel volume La Biblioteca delle voci
Edizioni Joker, 2006 (www.edizionijoker.com)
LA PREMURA DELLA LEGGE
(da Uno stadio del respiro, 1995)
Si placasse in una notte l’affanno della politica
e della tecnica, in una notte che tiene
alte le fila – ci siamo lamentati di tutto,
anche del seme più prezioso, per disegnare
un plotone da acrobazia,
ma si chiude nel bianco di una sostanza sporca.
Nel silenzio di una strofa, lacrime! In quel
modo prega,
Fisso infinito perduta numerazione,
chi mai si aggira con quell’album infantile?
Uomini uguali gli danno i loro nomi
ripetendoli a uno a uno sbagliati,
intenti fratelli indossano camicie blu marine
sfilate sotto il fiume, invocano il sonno
da Gesù misterioso
aspettando il tempo di una foto.
In quale anno superstite
l’orologio ha tremato
- non avevamo occasioni, non per essere ladri.
Oh mio amore impietrimento...
‘Na storia da cani,avòja a spettà
a vedè... la gioia... In quale capodanno
iniziò la costruzione degli arti
pronti per la morte?
Si è accasciata, ha avuto un sangue
bianco, irriconoscente, si è scossa indurita...
Sono muri dove mi scruta
l’idea della giustizia
in una visione già muta.
Sono bolge e birilli
E di nuovo obbedisco
E di nuovo accudisco
Per fermare la notte
Ho bisogno di unguenti
Ho bisogno di bende
Sono soldatini tutti intenti
sbuttuti aldilà dell’asfalto.
Pigri fiori battuti di là dall’asfalto
noi pura vecchiezza mescolando ogni fraterna opinione
poi la terra brucia la terra tira
non bastano soldi non bastano ali e tu racconta
della nostra giustizia, della vita fulminante.
Il mio dormitorio era una quercia nel deserto,
la gloria di una frenesia di buchi
e abbiamo aspettato:
diplomi, prodezza, ma certo,
va bene, ma sì, il cranio dolorante, il martirio
di ogni aurora,
infermo mio paradiso! Non so
come si fa a perdonarsi, diciottenne eroina
delle carceri, non so come si fa
tardi, ma la sera affonda, non si agghinda
e presto arriveremo.
Questa è la giustizia degli uomini:
avere figli – dagli quella giacca
ora sei grande ora parlami della legge
umana essenza pura – ora ho imparato anch’io
a tacere proprio così come sul treno
aspettando che passi, siamo tra le macerie
ora così ingannati si sta bene.
Giovanna Sicari (Taranto 1954- Roma, 2003), ha vissuto a Roma, dove ha insegnato nel penitenziario di Rebibbia, e a Milano. Le sue principali raccolte di poesia sono: Decisioni (1986), Ponte di’ingresso (1998), Sigillo (Crocetti, 1989), Uno stadio del respiro (1995), Epoca immobile (Jaca Book, 2003). Ha inoltre pubblicato ‘La moneta di Caronte, Lettere e poesie per il terzo millennio (1993), La legge e l’estasi (1999), Milano nei passi di Franco Loi (2002).
Una raccolta di tutte le sue poesie edite, tuttora reperibile, è stata pubblicata dall’EditoreEmpirìa di Roma (www.empiria.com) nel 2006, a cura di Roberto Deidier.
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