FATECE LARGO

Riviste letterarie online o cartacee
Avatar utente
carlo
Amministratore
Amministratore
Messaggi: 7325
Iscritto il: 26/09/2003, 2:02
Località: Roma
Contatta:

FATECE LARGO

Messaggio da carlo »

FATECE LARGO

Fatece Largo, per gli amici FL, ? una fanzine trimestrale nata nel lontano Aprile del 1996 (sigh, come passa il tempo!), di 44 pagine in b\n, ma con tanto di copertina a colori, che veleggia tranquillamente nel sempre pi? caotico e confusionario mondo fumettistico con il suo 36? numero, uscito proprio in questo mese di Gennaio 2005.
Il "tranquillamente" di cui sopra ? dato dal fatto che essa viene venduta in rigoroso abbonamento postale e questo significa che, fintanto i nostri numerosi abbonati continueranno a darci una mano, FL continuer?, appunto tranquillamente, ad uscire.
L?intento principale della nostra fanzine ? quello di PROMUOVERE nuovi autori emergenti a dispetto delle leggi del mercato, delle crisi delle idee, dei vecchi autori ormai esauriti - e pi? ispirati dalla Pagnotta che non dalla Musa - e degli editori miopi e sordi, convinti come siamo che gli autori italiani non siano una razza in via d?estinzione, ma che abbiano ancora molte frecce al loro arco. Insomma lo scopo principale di FL ? quello di ?far fare le ossa? agli autori emergenti, visto che ? ormai prassi consolidata che o uno disegna (o scrive) come un professionista, e quindi interessa agli editori (vabb?... anche qui ce ne sarebbero di cosette interessanti da dire, ma non divaghiamo troppo va!), oppure non se lo filano per niente. Inoltre offriamo l?opportunit?, a suddetti autori, di uscire dal ristretto, e poco critico, ambito familiare e di confrontarsi con i giudizi di persone estranee, e sicuramente pi? competenti in fatto di fumetti di un qualsivoglia genitore, cimentandosi nel contempo con la tanto famosa, e mai tanto vituperata, GAVETTA, che tutti gli editori pretendono ma nessuno si prende (pi?) la briga di far fare.
Collaborare alla fanzine in qualit? di autore non costa nulla, perch? ci autofinanziamo con gli abbonamenti (gi? detto ma ? utile ripeterlo).
Non chiediamo soldi, dunque, ma neanche ne diamo, nel senso che se il fumetto viene pubblicato, ai creatori viene distribuita GRATUITAMENTE una copia a testa della fanzine. Se poi uno ne vuole 250 copie da regalare ad amici, parenti, genitori o chi ne fa le veci per mostrare il suo lavoro, ? bene che sappia che costa 2 euro.
Per quanto concerne, poi, una eventuale pubblicazione sulle nostre pagine... i fumetti vanno inviati tramite posta tradizionale (niente allegati email, insomma), in FOTOCOPIE A4 (buone fotocopie, mi raccomando!), rigorosamente in b\n (niente mezzetinte o toni di grigio, per capirci!), con storie (autoconclusive e non) non superiori alle 8\12 tavole ad episodio, all?indirizzo PERFECT TRIP PRODUCTION - Viale delle Gardenie 176 (Villino I) - 00172 Roma.
Chiunque voglia utilizzare anche il colore (o mezzetinte o toni di grigio) deve realizzare storie in un?unica tavola.
Se invece qualcuno volesse cimentarsi pure con qualche copertina, il colore ? indispensabile.
Riguardo invece ad articoli & racconti (o poesie) l?importante ? che non superino 1 pagina (sempre A4).
Be?, crediamo di avervi tediato abbastanza e quindi, se a questo punto della lettura del nostro ?Manifesto Culturale? vi siete addormentati... SVEGLIATEVIIIIIIIII ch? abbiamo finito!!

La Redazione

Immagine
Avatar utente
carlo
Amministratore
Amministratore
Messaggi: 7325
Iscritto il: 26/09/2003, 2:02
Località: Roma
Contatta:

R: FATECE LARGO

Messaggio da carlo »

Ho avuto occasione di vedere un numero della rivista e alcuni numero del fumetto, sempre della perfect trip, droad, e trovo che facciano un lavoro molto interessante e professionale, che vi invito a seguire. :D
Avatar utente
carlo
Amministratore
Amministratore
Messaggi: 7325
Iscritto il: 26/09/2003, 2:02
Località: Roma
Contatta:

R: FATECE LARGO

Messaggio da carlo »

FATECE LARGO N. 37
- Aprile 2005 -

Copertina a colori di Greta Eta

Fumetti:
PT7
Seconda puntata del capitolo 6.0 di Ptseven, con il rapporto tra Adam e Pitt che evolver? fino al fatidico punto di non ritorno. E intanto qualcuno trama alle loro spalle. Testi di Simone Panepuccia e disegni di Cristiano Panepuccia.
FAME NERA
Stavolta il cacciatore pi? jellato del continente nero dovr? vedersela davvero con una belva ferocissima: sua moglie!!! Il tutto ad opera del duo Fogo + Ratti. (www.kromolab.it)
LA FUGA
Una ragazza viene inseguita da un losco figuro fino all?epilogo finale, spiazzante. Una bella storia scritta e disegnata da Cristian Rossi.
COME SONO SOTTO SENZA GAMBE
Lisa Massei (testi - http://mielenero.altervista.org) e Oscar Celestini (disegni - www.oscarcelestini.altervista.org) ci propongono una delicata storia di fantascienza. Per carit?... niente marziani con le antennine verdi, ma solo struggente intimismo.
BRODERIE
Continua la serie ?Polli? con nuove divertenti battute sull?autostima (solo al femminile?) del personaggio di Rosanna Pasero. E se volete farvene una scorpacciata, klikkate senza indugio su... www.broderie.it
SEPOLTO E CONTENTO
Stefano Ratti ci mostra come un bravo autore pu? fare un bellissimo fumetto senza nemmeno un... ?disegno?. Una storia breve e carina che conferma il talento di uno dei migliori autori di FL (e non solo).

Pin Up:
Cristian Caldera, Greta Eta, Andrea Bersani, Claudia Amantini (http://it.geocities.com/outzine/index.html)

Racconti:
LA DONNA DI FUOCO
Patrizia Diamante ci propone un bellissimo scritto autobiografico dove i vari ?elementi? fungono da soave metafora di vita vissuta. Davvero uno dei migliori racconti finora pubblicati sulle nostre pagine.
IL SILENZIO DEL CANE
Stemel ci parla invece dell?orologio ?canista?, un simpatico oggetto appositamente ideato per tutti gli amici degli... ?amici a 4 zampe?. Divertimento garantito!
LA CASA SENZIENTE
Cosa direbbero di voi gli oggetti quotidiani che riempiono la vostra abitazione? Carlo Trotta ci d? la sua personalissima versione dei fatti in questo bel racconto surreale (www.carlotrotta.it).
MANICOMIO
Un?insolita inchiesta giornalistica sulla pazzia, tra malati e dottori. Una storia a dir poco claustrofobica scritta da Giuseppe Pollicelli.

Poesie:
Gianni Donaudi

Rubriche:
BIBLIOTECA INTELLIGENTE
I libri consigliati questo trimestre sono: ?Do?a Pamela & Altri Racconti? di J. Donoso Cortes (www.stampalternativa.it), il da-leggere-assolutamente (soprattutto negli USA) ?Ma come hai ridotto questo paese?? di Michael Moore (Mondadori) e ?Punto, Punto e virgola...? di S. Lanuzza (www.stampalternativa.it)
A CLOCKWORK BANANA
Cristian Caldera ci parla di Takashi Miike ?un autore ormai corteggiato anche dai maggiori festival mondiali, ma che da anni ha un pubblico di appassionati in tutto il mondo?. E i motivi di questo ?successo? li troverete spiegati con dovizia di particolari proprio sulla nostra rubrica di cinema (http://it.geocities.com/gummozine/index.html).
ON STAGE
I Disco Inferno, distrutti per noi al loro concerto da Cristiano Della Bella. Della serie... molto meglio un giradischi che un loro loop anni ?70!!!
LA BOTTEGA DELL?ARTE
La rubrica dedicata a pittori, scultori, illustratori, fotografi e stilisti ci propone stavolta una dissacrante illustrazione a colori di Andrea Bersani intitolata ?Alieno?.
OLTRE LO SCAFFALE
Nasce un nuovo spazio dedicato a tutti quei fumetti che si possono reperire solo tra mille difficolt?, essendo di solito sommersi da pile su pile di Uominiragni e Palledidrago. Iniziamo con Vite Comuni di M. Morri, Storie Fragili di M. Ribichini e Nicozrama di Nicoz (info: centrofumetto.apaz@e-cremona.it), proseguiamo poi con Odisseo di Stefano Ratti & AA.VV. e Maybe di L. Massei e O. Celestini (info: www.comixcomunity.it), e finiamo con Emozioni, una raccolta di poesie e articoli di AA.VV. a cura di Gianni Donaudi (info: donaudig@tiscali.it).

Articoli:
HANNO UCCISO I FANTASTICI 4
L?operato del discusso sceneggiatore dei FQ4 Mark Waid - che tante polemiche ha suscitato sia sulla pagina della posta del mensile omonimo (imperdibile il n. 247) che sui forum di diversi siti (tanto per citarne uno... www.comicus.it) - viene analizzato per noi da Sergio L. Duma nei minimi dettagli. Colpevole o innocente, quale sar? il responso finale?
IL VECIO DELLA MONTAGNA
Renato Ciavola ci parla di uno degli autori pi? versatili del panorama fumettistico italiano attuale, Davide Zamberlan (in arte DAZA), in occasione della presentazione di una sua raccolta di strip edite da Lilliput. Per saperne di pi?... http://vecio-montagna.splinder.com

Speciale Pagine Gialle:
L?inserto speciale di 4 pagg. (rigorosamente gialle!) di questo numero ospita l?amletica domanda (comprensiva di risposta per?) di Bi.Di.EssE e cio?... in un paese come il nostro ? possibile fare... CULTURA A FUMETTI? Veleno garantito per tutti (editori, autori, autoproduzioni, critici, istituzioni & assessori alla cultura... senza cultura), in perfetto Bi.Di.EssE style!
------------------------------
FATECE LARGO n. 37
trimestrale - 44 pagg., b\n, 21x15, spillato - 2 euro

info:
PERFECT TRIP PRODUCTION
Viale delle Gardenie 176 - 00172 - ROMA
fatecelargo@infinito.it
-------------------------------
SEGNALAZIONI (DOVEROSE)
>Nell?ormai lontanissimo 1997 alcuni autori di Fatece Largo si riunirono insieme per dar vita ad una nuova serie a fumetti. Dall?idea di uno, ma con il contributo fondamentale di tutti gli altri, nacque PTseven, il nostro fumetto pi? discusso e controverso, tuttora in fase di pubblicazione. Oggi, a quasi otto anni di distanza, abbiamo deciso di riprovarci, con le stesse modalit? di allora, ma con un po? pi? di esperienza sulle spalle. Se volete essere dei ?nostri?, leggete attentamente quanto di seguito riportato:
Cari amici, insieme a Baldo abbiamo pensato di realizzare un serial a puntate da pubblicare su "Fatece Largo", in episodi di 10 - 15 pagine l?uno. L?iniziativa, coordinata da Baldo assieme a noi del Gummo Lab., ? aperta a tutti gli sceneggiatori e/o disegnatori che vorranno partecipare, e che verranno coinvolti sin dalle fasi preliminari del progetto.
- in una prima fase, tutti gli interessati a partecipare potranno indicare brevemente (max 10 righe) il genere della storia che vorrebbero realizzare ed alcuni elementi chiave che amerebbero venissero trattati all?interno della sceneggiatura. I disegnatori potranno dare ulteriori indicazioni sulle loro particolari abilit? nel disegnare elementi di architettura, animali, ambienti, ecc (informazioni che ci saranno utili anche nell?assegnare in seguito i singoli episodi).
- in una seconda fase, dalle idee raccolte ricaveremo il soggetto della nostra storia, che sar? poi riproposto a tutti i partecipanti per ulteriori commenti. Una volta definito, il soggetto sar? suddiviso in pi? puntate assegnate ai vari sceneggiatori/disegnatori.
Vista l?importanza di avere una periodicit? senza contrattempi, a tutti i partecipanti si richiede l?impegno di rispettare tempi e modi di realizzazione della puntata che avremo stabilito di comune accordo. Per informazioni od adesioni, scrivete a: fatecelargo@infinito.it Vi aspettiamo numerosi. Baldo & Gummo Lab.
----------------
ANTI-SPAM s?...
>Se l'iniziativa citata in questo messaggio non desta il Tuo interesse, ti porgiamo le nostre pi? sincere scuse, perch? siamo ben coscienti che ricevere email indesiderate ? fastidioso, irritante e talvolta anche molesto ma, per noi, cercare di indurre le persone a leggere ?altro?, ? un po? come una missione (visto che megalomani che siamo!!!). E internet, ormai, ? l?unico modo che ci resta per pubblicizzare le nostre iniziative, nonostante denunce, garanti della privacy (assoggettati ai soliti potenti) e leggi inique ed ingiuste (la Urbani ? solo l?ultima della serie) che limitano ogni giorno di pi? il nostro raggio d?azione (leggi... LIBERTA?!!!!). E? vero, LIBERTA? significa prima di tutto non rompere le palle agli altri (scusa il francesismo), ma noi non ti stiamo VENDENDO merci, noi ti stiamo PROPONENDO idee; idee che nei circuiti ufficiali non troverai MAI purtroppo; idee di persone che pubblicano i loro lavori spinti solo dal desiderio di raccontare qualcosa di diverso e quindi di difficile ?reperibilit??. Insomma ti stiamo solo proponendo di entrare a far parte di un grande gruppo di persone che cercano, nel loro piccolo, di cambiare le cose (che illusi, eh?). Perch? ? proprio di NUOVI amici che abbiamo bisogno per diffondere il pi? possibile nostro modo di intendere il concetto di ?cultura alternativa?, non certo di denunce per spamming. E se a uno non gliene frega niente della cultura alternativa e, nonostante i tempi grami che corrono, vuole restarsene tranquillamente in disparte ad occuparsi degli affari suoi - perch? anche questo atteggiamento, per noi, ? sinonimo di LIBERTA? - ? padronissimo di farlo, in quanto ? sufficiente che ci mandi un?email vuota a questo stesso indirizzo e automaticamente verr? rimosso dal nostro indirizzario e non sentir? mai pi? parlare di noi, con buona pace sua e nostra (visto? ?basta poco che ce v?!?).
---------------------------------------------------------------------------------------------
... ma sempre & comunque PRO-DIFFUSIONE (specie se gentile e garbata)
>Nell'ipotesi INVECE che l'iniziativa citata in questo messaggio possa destare l?interesse di qualche TUO amico, parente, conoscente, genitore o chi ne fa le veci, che per? ? all?oscuro della nostra esistenza, ?giraci? la sua email o... "giragli" la nostra. Loro forse ti toglieranno il saluto, ma noi te ne saremo grati in eterno (si fa per dire!).
----------------
La redazione
---------------
Avatar utente
carlo
Amministratore
Amministratore
Messaggi: 7325
Iscritto il: 26/09/2003, 2:02
Località: Roma
Contatta:

FATECE LARGO

Messaggio da carlo »

Ringrazio per aver inserito il mio racconto "la casa senziente" :D
Avatar utente
carlo
Amministratore
Amministratore
Messaggi: 7325
Iscritto il: 26/09/2003, 2:02
Località: Roma
Contatta:

FATECE LARGO

Messaggio da carlo »

FATECE LARGO N. 38
- Luglio 2005 -

Copertina a colori di Felice Serino

Fumetti:
PT7
La resa dei conti tra Pitt, Adam e... Joe si avvicina inesorabilmente. Un intrigante preludio, scritto da Simone Panepuccia e disegnato da Cristiano Panepuccia, allo sconvolgente episodio finale che pubblicheremo sul prossimo IMPERDIBILE numero.
ANALYSIS ZOO
Le divertenti disavventure sessuali di un gruppo di ?ferocissimi? animali scritte e disegnate da Andrea Bersani. Impossibile rimanere... impassibili!!!
ODISSEO
Un duello all?ultimo sangue dietro cui si cela un terribile segreto. Torna l?eroe mitologico di Stefano Ratti (testi) disegnato stavolta da Oscar Celestini (www.oscarcelestini.altervista.org).
BRODERIE
Rosanna Pasero continua a deliziarci con le irriverenti battute sull?autostima (mooolto scarsa) del suo personaggio. E se le due paginette, che le dedichiamo ogni volta, non vi bastano pi?, klikkate senza indugio su www.broderie.it
DELIRIO
Da un bellissimo racconto di Angela Buccella (www.angelabuccella.splinder.com) Mario Natangelo (http://digilander.libero.it/natangelo) ne ha tratto un altrettanto splendido fumetto che tratta di amore al femminile, dolore e... autodistruzione!!!

Pin Up:
Cristian Caldera

Racconti:
IL PROCESSO
Conny Stockhausen fa il suo esordio sulle nostre pagine con un racconto davvero intenso e suggestivo da leggere tutto d?un fiato fino allo scioccante epilogo finale. E se volete leggerne degli altri... www.conny.it
2? CANE - CASA MIA, CASA MIA...
Seconda puntata della divertentissima ?disamina canina? ad opera di Stemel che ci parla stavolta dei numerosi vizi e delle pochissime virt? dei cani (o padroni?) che abitano nel suo palazzo. Davvero troppo gustoso!!!
INFANZIA DI UN FOLLE
E se la pi? terribile tragedia dell?umanit? avesse davvero avuto origine da ci?? Per scoprire da cosa, altro non vi resta da fare che leggere questo bel racconto di Sergio L. Duma.
STREET EMPERORS
Fabian F. Pigola con la sua caustica ironia ci racconta di un improvvisato ?soccorso stradale? e dei suoi inevitabili, quanto inaspettati, risvolti pi? o meno piacevoli.

Poesie:
Francesco Martulano

Rubriche:
BIBLIOTECA INTELLIGENTE
I libri consigliati questo trimestre sono l?intrigante ?Caff? Valeriana Vomito Sigaretta? di Elisabetta Bilei (www.ilfoglioletterario.it), lo splendido ?Giunchiglia - Il Fiore d?Irlanda? di Giuseppe Manunta (www.giunchiglia.it), l?intrigante ?Il libro ? nudo? di Franco Del Moro (www.stampalternativa.it) e il sempreverde ?Poveri ma Liberi - Catalogo delle Fanzine Italiane? di Gianluca Umliacchi e Michele Mordente (www.stampalternativa.it)
A CLOCKWORK BANANA
Cristian Caldera ci propone stavolta ?Tales from the Orphanage?, una serie di DVD che trattano tematiche prettamente legate al mondo adolescenziale. Un gustoso antipasto in attesa dell?esordio su FL di una nuova serie a fumetti, coordinata da Cristian e dagli altri ragazzi del Gummo Lab., che verter? proprio su quel tipo di storie e ambientazioni. Curiosi? Ci si vede qui tra tre mesi, allora. Nel frattempo... http://it.geocities.com/gummozine/index.html
OLTRE LO SCAFFALE
Stavolta vi ri-segnaliamo due ottimi fumetti, editati dalla Comix Comunity e realizzati da alcune ?nostre? vecchie conoscenze: ?Odisseo? di Stefano Ratti & AA.VV. e ?Maybe? di L. Massei e O. Celestini. Per ulteriori informazioni: www.comixcomunity.it
PRIMO PIANO SU...
Stavolta tocca a Angela Buccella, Mario Natangelo e Rosanna Pasero presentarsi ai nostri lettori. Tutto quello che vorreste sapere su di loro, lo troverete nelle loro tre schede comprensive di foto, autoritratti e caricature.

Articoli:
DIECI ANNI DEL CATALOGO DELLE FANZINE ITALIANE: 1995 - 2005
Gianluca Umiliacchi ci svela tutti i retroscena che portarono alla realizzazione del primo (e finora unico) Catalogo dedicato al variegato mondo fanzinaro. A dieci anni dalla sua pubblicazione, ci sembrava alquanto doveroso ricordarlo. Per saperne di pi?, o per reperirne qualche esauritissima copia... www.fanzineitaliane.it o http://fanzineitaliane.blog.excite.it/ - http://fanzineitaliane.splinder.com

Speciale Pagine Gialle:
Vi proponiamo un interessante intervista allo sceneggiatore di fumetti Giorgio Pedrazzi, a cura di Oreste Albuzzi, che ci parler? per?, poco di fumetti, e molto di tradizioni e canzoni popolari del Lazio, perch?, ormai dovreste saperlo, su FL ci piace trattare e parlare di ARTE a 360 gradi.
------------------------------
FATECE LARGO n. 38
trimestrale - 44 pagg., b\n, 21x15, spillato - 2 euro

info:
PERFECT TRIP PRODUCTION
Viale delle Gardenie 176 - 00172 - ROMA
fatecelargo@infinito.it
-------------------------------
SEGNALAZIONI (DOVEROSE)
>Da sempre alla ricerca di interessanti siti fumettistici non possiamo non segnalarvi www.nelshael.com al cui interno abbiamo scovato davvero un gran bel fumetto, ottimamente disegnato e splendidamente scritto. A ci? aggiungete che ? pure fruibile ?aggratise? in rete... insomma che aspettate a dargli un?occhiata?
>Altro sito interessante ? www.morinibros.it che tratta la comicit? in ogni suo aspetto (fumetti compresi). Un piacevolissimo toccasana per il vostro (buon) umore, fidatevi!
>Eppoi... potevamo forse esimerci dal non pubblicare ?l?appello? di uno dei nostri pi? cari e assidui collaboratori? Certo che no: (nuovo) PUZZ (cartoon-net) cerca appassionatamente disegnatori cartoonists che propongano: satira e feroce ironia, vignette, disegni fuori testo, strisce, fumettini di una tavola(ina) al massimo, idee grafiche, creazioni cattive. E' indispensabile di non avere le fette di lardo davanti agli occhi e disporre di un cervello "brigantesco", (SIATE DIFFERENTI!). Inviare proposta (scanner 72 dpi, jpg) con foto personale e breve notizia "autoelogiativa" a: Gianluca Umiliacchi - webmaster@puzz.it. Per vedere il "numero" ZERO http://www.puzz.it
>E per finire facciamo nostro un appello che proprio di questi tempi (mesi estivi) assume una valenza ancora maggiore: "L'abbandono ? una forma di maltrattamento che colpisce anche gli animali esotici. Se si ? a conoscenza di una situazione a rischio che colpisce un coniglio da compagnia, contattateci subito. Aiutateci a proteggere i conigli non solo segnalandoci una situazione a rischio, ma anche indicando a chi vuole un coniglio da compagnia che ? possibile adottarlo tramite la nostra associazione. Venite a trovarci su http://www.aaeweb.net/AAEconigli.htm oppure telefonate a 3298049576 Sabrina, 3396390858 Laura".
----------------
ANTI-SPAM s?...
>Se l'iniziativa citata in questo messaggio non desta il Tuo interesse, ti porgiamo le nostre pi? sincere scuse, perch? siamo ben coscienti che ricevere email indesiderate ? fastidioso, irritante e talvolta anche molesto ma, per noi, cercare di indurre le persone a leggere ?altro?, ? un po? come una missione (visto che megalomani che siamo!!!). E internet, ormai, ? l?unico modo che ci resta per pubblicizzare le nostre iniziative, nonostante denunce, garanti della privacy (assoggettati ai soliti potenti) e leggi inique ed ingiuste (la Urbani ? solo l?ultima della serie) che limitano ogni giorno di pi? il nostro raggio d?azione (leggi... LIBERTA?!!!!). E? vero, LIBERTA? significa prima di tutto non rompere le palle agli altri (scusa il francesismo), ma noi non ti stiamo VENDENDO merci, noi ti stiamo PROPONENDO idee; idee che nei circuiti ufficiali non troverai MAI purtroppo; idee di persone che pubblicano i loro lavori spinti solo dal desiderio di raccontare qualcosa di diverso e quindi di difficile ?reperibilit??. Insomma ti stiamo solo proponendo di entrare a far parte di un grande gruppo di persone che cercano, nel loro piccolo, di cambiare le cose (che illusi, eh?). Perch? ? proprio di NUOVI amici che abbiamo bisogno per diffondere il pi? possibile nostro modo di intendere il concetto di ?cultura alternativa?, non certo di denunce per spamming. E se a uno non gliene frega niente della cultura alternativa e, nonostante i tempi grami che corrono, vuole restarsene tranquillamente in disparte ad occuparsi degli affari suoi - perch? anche questo atteggiamento, per noi, ? sinonimo di LIBERTA? - ? padronissimo di farlo, in quanto ? sufficiente che ci mandi un?email vuota a questo stesso indirizzo e automaticamente verr? rimosso dal nostro indirizzario e non sentir? mai pi? parlare di noi, con buona pace sua e nostra (visto? ?basta poco che ce v?!?).
---------------------------------------------------------------------------------------------
... ma sempre & comunque PRO-DIFFUSIONE (specie se gentile e garbata)
>Nell'ipotesi INVECE che l'iniziativa citata in questo messaggio possa destare l?interesse di qualche TUO amico, parente, conoscente, genitore o chi ne fa le veci, che per? ? all?oscuro della nostra esistenza, ?giraci? la sua email o... "giragli" la nostra. Loro forse ti toglieranno il saluto, ma noi te ne saremo grati in eterno (si fa per dire!).
----------------
La redazione
Avatar utente
carlo
Amministratore
Amministratore
Messaggi: 7325
Iscritto il: 26/09/2003, 2:02
Località: Roma
Contatta:

FATECE LARGO

Messaggio da carlo »

Edizione speciale sul Referendum Costituzionale

Il 25 e 26 giugno saremo chiamati a votare sulla Costituzione italiana, piu' esattamente a esprimere il nostro consenso o il nostro dissenso alla rilevante modifica delle attuali disposizioni della carta costituzionale voluta dal precedente governo (si tratta di piu' di cinquanta articoli). E' un referendum particolare, che si svolge per la prima volta nella storia dell'Italia repubblicana: infatti non e', come tutti i precedenti, abrogativo di una legge statale; si chiede al contrario di "confermare" la legge di revisione costituzionale in quanto la modifica della costituzione non venne approvata con la maggioranza dei 2/3 (secondo quanto stabilito dall'art. 138 della costituzione stessa). E questo tipo di referendum non necessita nemmeno di un quorum di partecipazione: uno dei due, il si' o il no, vincera'.

Insomma, un tema decisamente attuale... praticamente un buco dell'ozono responsabile del clima torrido in questi giorni nel mondo politico. Qualche giorno fa la destra e' insorta nei confronti di quel comunistaccio rivoluzionario di Carlo Azeglio Ciampi, per aver avuto l'ardire di comunicare ufficialmente che al prossimo referendum avrebbe espresso il suo "no" alle modifiche costituzionali. Scandalo! gridano i nostri eroi modernizzatori, ecco, lo sapevamo, non e' sopra alle parti: e' - che orrore! - schierato. Eppure avrebbero potuto avvertire i primi sentori del senile partigianesimo del nostro ex Presidente nelle parole e nei discorsi fatti poco prima della fine del suo mandato, per la precisione il 25 aprile di quest'anno, in occasione dell'Anniversario della Liberazione:

"Le celebrazioni del 25 aprile sono occasioni per riflettere. E ' la Costituzione che ha garantito e garantisce la liberta' di tutti. Non dimentichiamo mai che la Costituzione e' la base della convivenza civile. Che ha consentito la rinascita morale e materiale della nostra Patria, le grandi trasformazioni istituzionali e sociali, la creazione di un sistema di equilibri tra i poteri che ha garantito e garantisce la liberta' di tutti".

Non e' una frase retorica, di quelle da grande occasione. Tutt'altro: non a caso, crediamo, Ciampi ha parlato di un "sistema di equilibri tra i poteri", perche' e' soprattutto questo che la riforma costituzionale va a minare nelle sue fondamenta.

Proviamo a vedere a volo d'uccello (!) quali sarebbero le piu' importanti modifiche apportate alla seconda parte della nostra Carta costituzionale (che, lo ricordiamo, e' suddivisa in quattro parti: Principi fondamentali, Parte prima: Diritti e doveri dei cittadini, Parte seconda: Ordinamento della Repubblica, e Disposizioni transitorie e finali).
- Si fa anzitutto un gran parlare della riduzione del numero dei parlamentari, che passano dagli attuali 950 a 773, con significativo risparmio, si afferma, per le finanze pubbliche. Ma non si aggiunge che tale diminuzione sarebbe operativa a partire dal 2016, cioe' fra tre legislature: volonta' di riforma o operazioncina vagamente demagogica?

- E poi il grande passo verso la modernita': il premierato!
Saranno i cittadini, ci viene annunciato con orgoglio, e non piu' i palazzi della politica, a scegliere maggioranza parlamentare, coalizione di governo e Primo ministro. Ora, per piacere, qualcuno spieghi sommessamente che per arrivare a questo (come avviene in Inghilterra, in Germania e in Spagna e a partire dalle consultazioni del 1996 di fatto anche in Italia) e' sufficiente una buona legge elettorale, mentre il premierato si fonda sulla insostituibilita' del Primo ministro durante tutta la legislatura e su enormi poteri che le nuove norme gli attribuirebbero. Tocca che sul punto spendiamo un paio di parole in piu' (tanto ne abbiamo in abbondanza).
In pratica, in nome della legittimazione popolare acquisita dal Primo ministro tramite l'elezione diretta, viene in gran parte svuotato il ruolo della Camera, in quanto la nuova normativa sullo scioglimento si accompagna alla riduzione ai minimi termini del rapporto di fiducia. In altre parole una specie di "Dio me la data, guai a chi me la tocca", perche' se il governo viene sfiduciato, e' lo stesso Primo ministro a richiedere al Presidente della repubblica di sciogliere la Camera (a meno che la maggioranza espressa dalle elezioni non indichi un sostituto, vale a dire esprima la volonta' di continuare l'attuazione del programma con un nuovo Primo ministro). Cioe' se i deputati dicono al premier "non ci piaci piu' e non vogliamo piu' giocare con te" il premier porta via la palla, e si indicono nuove elezioni.

- Collegata al tema dello scioglimento e' la previsione del voto bloccato, in base al quale il Primo ministro "puo' chiedere che la Camera dei deputati si esprima, con priorita' su ogni altra proposta, con voto conforme alle proposte del Governo. In caso di voto contrario, il Primo ministro rassegna le dimissioni e puo' chiedere lo scioglimento della Camera dei deputati".
Bel giochino, no?!? O approvi la mia legge o te ne torni a casa. Di fatto chi esercita il potere esecutivo si impadronisce anche della funzione legislativa, mettendo il parlamento di fronte a una alternativa secca: l'adesione al suo volere o la crisi di governo.
Attraverso questi meccanismi, il Primo ministro finisce per essere sostanzialmente inamovibile, con una maggioranza precostituita e un decisivo controllo sulla funzione legislativa: le due principali funzioni di un'assemblea rappresentativa (il rapporto di fiducia e il potere legislativo) sono entrambe fortemente svuotate, e il ruolo della Camera rischia proprio di essere marginale. Un bel casino: si verrebbe ad avere un sistema parlamentare con elementi del modello presidenzialista, senza i controlli propri di quest'ultimo. Il nostro sarebbe un sistema unico al mondo.
Si sara' notato (se non lo avete fatto e' meglio che smettiate di leggere e andiate a farvi una passeggiata) che si e' parlato sempre e solo di Camera dei deputati: e' solo questa, infatti, che potra' esprimere il proprio voto di fiducia e sfiducia al Governo. E il Senato? Checcistaffa'? Intanto si trasforma in Senato federale della Repubblica, teso a rappresentare gli interessi del territorio e delle comunita' locali. Tuttavia non sara' eletto direttamente dalle regioni stesse, ma ancora dai cittadini.
O bischeri, capiamoci: gia' oggi i senatori sono eletti a base regionale (e questo criterio non viene modificato dalla riforma) e non ci sembra che finora siano state degnamente rappresentate le esigenze delle Regioni. Certo, al Senato vengono aggiunti i rappresentanti delle Regioni e delle autonomie locali, ma, guarda un po', non hanno diritto di voto.... Che razza di federalismo e' quello in cui i rappresentanti delle autonomie non possono votare nelle questioni che li riguardano?!?
Ma, insomma, questo senato vorra' essere, appunto, federale e avere una sua funzione specifica: rappresentare le esigenze delle Regioni mentre la Camera si occupera' di quelle dello Stato. E di conseguenza, si afferma, verra' semplificato il procedimento legislativo: non piu' lunghi e ripetuti passaggi di testi fra le due Camere, ma ciascuna Camera approvera' singolarmente le leggi nelle materie di propria competenza.
Come dire: andare a mettere il culo nelle pedate: siccome i confini di tali materie danno luogo a gravi dubbi interpretativi (gia' ora si registrano sempre piu' numerosi interventi della Corte Costituzionale per dirimere conflitti di competenza) e' ovvia la ricaduta di tali incertezze sulle attribuzioni legislative di ciascuna Camera, specie nelle leggi, come quella finanziaria, di particolare complessita'. La cancellazione del rapporto fiduciario tra senato e governo sarebbe positiva solo se accompagnata da una chiara ripartizione di poteri tra una Camera di rappresentanza nazionale e una Camera veramente rappresentativa degli enti e delle comunita' regionali e locali.

- E arriviamo alla tanto decantata devolution: le regioni avranno potere legislativo esclusivo per l'assistenza e l'organizzazione sanitaria, l'organizzazione scolastica, la gestione degli istituti scolastici, la definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della regione, la polizia amministrativa regionale e locale. E' stata prevista pero' una clausola di interesse nazionale: il governo puo' bloccare una legge regionale se ritiene che questa pregiudichi l'interesse nazionale (alla faccia del federalismo...). L'esecutivo potra' invitare la Regione a cancellarla e se la risposta sara' negativa, la questione sara' sottoposta al Parlamento in seduta comune che avra' quindici giorni di tempo per annullarla. Istruzione, sanita' e sicurezza sono sempre materie di interesse sia locale che dello Stato e quindi saranno sempre il conflitto di competenze. Tale duplicita' e' illogica e puo' arrecare gravi danni all'esercizio (o godimento) di diritti fondamentali. Con il rischio di avere un federalismo iniquo, conflittuale e squilibrato.

Beh, non sarebbe neanche finita qui. Sono ancora altri e numerosi gli articoli riscritti o emendati e ci sarebbero parecchie altre cosucce di cui parlare: il ruolo del Capo dello Stato, la nuova composizione della Corte Costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura, l'obbligatorieta' del referendum costituzionale, la diversa durata di vita delle due Camere... tutti argomenti, come quelli sopra appena accennati, che richiedono riflessioni attente e ben piu' delle poche righe che abbiamo pensato di dedicarvi.
Rimane pero' la sensazione che in tempi di lifting selvaggio, di nonne-mamme, di giovani-for-ever, la nostra Costituzione ormai sessantenne dia quasi fastidio, sia fonte di imbarazzo: un po' come quei vecchi partigiani che non mancano mai di raccontare le loro storie di montagna clandestina... Invece noi, senza volerne fare un mito intangibile, adoriamo anche quelle meravigliose piccole rughe che ancora raccontano la nostra Storia.

(Fonti: oltre ai numerosi articoli usciti di recente sul tema, ringraziamo per i loro contributi Emanuele Lombardi di http://www.laCostituzione.it, Roberto Calderoni e Leopoldo Elia per quanto apparso su http://www.referendumcostituzionale.org/, Wikipedia, http://www.giovanipace.org).

La Redazione: Simone Canova, Jacopo Fo, Gabriella Canova, Maria Cristina Dalbosco
Avatar utente
carlo
Amministratore
Amministratore
Messaggi: 7325
Iscritto il: 26/09/2003, 2:02
Località: Roma
Contatta:

FATECE LARGO

Messaggio da carlo »

Difficile essere completamente d?accordo su tutto quello che scrive il filosofo Costanzo Preve, ma ci sono delle perle di rara saggezza (acume politico?) su cui vale davvero la pena riflettere.

Ciao!
baldo
Chi vuole discutere sul comunismo senza mettere preventivamente anche in discussione l?opportunit? nella presente fase storica di costituire un?organizzazione politica neocomunista, e d? invece per scontata e preliminare questa decisione, non pu? discutere sul comunismo. Ci sar? solo quella che il marxista tedesco Christoph Hein chiama la quinta operazione, quella che fissa il risultato ancora prima di effettuare il calcolo, a differenza delle quattro operazioni normali (addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione).


Ho abbandonato da almeno un decennio il mondo della quinta operazione, che ? sempre stata l?oggetto del primo esame di matematica cui dovevi sottoporti per laurearti in ?intellettualismo organico?, la laurea degli intellettuali buoni, quelli ?organici? al movimento operaio e comunista, da distinguere dagli intellettuali cattivi, quelli pagati dai padroni e/o in preda ad anarchismo piccolo-borghese o alla pretesa borghese di libert? incondizionata. Libert?, sia detto fra parentesi, che permise a suo tempo a Marx di scrivere quello che pensava, al di fuori della committenza di gruppi blanquisti o di gruppetti anarchici o bakuniniani.
Dunque, deve essere chiaro che discutere significa soltanto discutere senza rete, senza quinta operazione e senza predeterminazione in anticipo degli esiti. La discussione gruppuscolare neocomunista di nicchia non ha questi requisiti, perch? il presupposto identitario di appartenenza, fatto passare per necessit? di prassi di impegno ?pratico?, lo impedisce. Fatta questa indispensabile premessa, fingiamo ancora una volta (ma sar? l?ultima) che una discussione sul comunismo sia possibile.
2. In un discorso tenuto a Milano il 14 maggio 1966 Pietro Nenni diede questa definizione geniale ed insuperabile: ?La prova del movimento si d? muovendosi?. Ed infatti ? proprio cos?.
Prima di definire nel 1875 in modo assolutamente vago e politicamente indeterminato il comunismo del futuro come la societ? in cui ognuno dar? secondo le sue capacit? e ricever? (da chi? - nota mia) secondo i suoi bisogni, nel 1844 Marx defin? nennianamente il comunismo come quel movimento reale che aboliva lo stato di cose presenti. La definizione ? talmente vaga che persino un presenzialista dilettante come Bertinotti ha potuto metterla sulle tessere del suo partitino. Tuttavia, assumiamola qui come la definizione classica di comunismo da cui partire. E? infatti una buona definizione, perch? inserisce il comunismo nel movimento temporale della storia reale, togliendolo dal precedente significato di progetto artificiale politico (Platone) o religioso (Ges? di Nazareth, Tommaso Moro, eccetera).
Bene, sono passati da allora quasi due secoli, e per ora questo movimento sembra entrato sottoterra come un fiume carsico. Alla superficie si vedono soltanto un 80% di movimenti capitalistici ed imperialistici di globalizzazione, ed un 20% di movimenti anti-globalizzazione (da Chavez ad Ahmadinejad), che non sembrano per? avere nulla di comunista nel senso di Marx,
Insomma, pu? essere imbarazzante dirlo, ma se il comunismo ? un movimento reale (Marx) e la prova del movimento si d? muovendosi, pare che il comunismo per adesso non si stia muovendo.
Partiamo allora da questo fatto, il lettore dovr? ammettere che si tratta di un fatto storico, e non di una opinione piccolo-borghese anarcoide di chi vuole usare la sua libert? di pensiero che la borghesia nega ai proletari (contributo dei CARC alla discussione sul marxismo).
3. I seguaci della religione totemica della Talpa, erroneamente confusa con il metodo di Marx, hanno per? gi? pronta la loro risposta: in apparenza sembra che poco si muova, ma vediamo che la resistenza irachena continua a combattere, Hamas vince le elezioni in Palestina e Morales le vince in Bolivia, eccetera; ben scavato, vecchia Talpa!
La religione totemica della Talpa consiste in ci?, che le normali resistenze al capitalismo, all?imperialismo e alla globalizzazione vengono pensate in questo modo totemico-talpesco come momenti di avvicinamento al Grande Giorno del Comunismo. Allora, o ci poniamo un dubbio iperbolico o ci rifugiamo nel totemismo. Ora, essendo un sostenitore della permanenza antropologica del sacro, dei simboli e della religione, e quindi anche del totemismo, e ritenendo l?unificazione filosofica dell?intera umanit? nel materialismo dialettico l?esito di una buona ubriacatura di vodka, non ho nulla contro il totem della Talpa, che anzi preferisco al totem dell?Orso degli speculatori di borsa, del totem del Lupo dei fascisti turchi o del totem della Pecora dei pacifisti salmodianti e belanti. Nello stesso tempo, il metodo critico di Marx deve essere applicato anche a se stesso, cosa che i gruppi religiosi marxisti non fanno.
Proviamo a farlo.
4. Mi spiace usare la paroletta ?io?, che Gadda a suo tempo defin? ?il pi? odioso dei pronomi?, ma per chiarezza verso il lettore non mi nasconder? dietro il ridicolo e pomposo anonimato della terza persona, in cui empirici personaggi staliniani, trotzkisti o bordighisti, usando il linguaggio impersonale, si fingono (e si illudono grottescamente di essere) il corso maestoso della storia universale cosmopolitica. Preferisco che il lettore legga ?io?, e relativizzando me che scrivo relativizzi anche di conseguenza se stesso. Se invece ritiene di incarnare il Proletariato allora ? meglio che chiudiamo tutto e ci diamo ad una sana partita a carte.
Io penso, detto in breve, che la questione del comunismo non ? chiusa, la storia ovviamente non ? finita, le classi, i popoli, le nazioni e gli individui oppressi esistono sempre, la loro resistenza continua, sia sempre pi? giusto appoggiarla, e sia anche opportuno organizzarsi per farlo.
Considerandomi anche un allievo indipendente di Marx (non solo, ovviamente, guai all?uomo di un solo libro, sia esso la Bibbia, il Corano o Marx!), ritengo sempre aperta la questione del comunismo sia sul piano pratico, anticapitalista ed anti-imperialista, sia su quello teorico. Se qualcuno
pensa che io ?sia passato dall?altra parte?, tipo Sofri o Ferrara, vada a sputare il suo veleno altrove, incrementando il ben noto settarismo suicida dei gruppetti paranoici della nicchia identitaria, che mentre si beccano come i capponi di Renzo Tramaglino pensano di essere agenti della storia universale.
Penso anche, per?, ed ancora pi? decisamente, che oggi (e cio? nella nostra situazione storica presente) la formazione di gruppi politici neocomunisti (poco importa se si dichiarano ortodossi, eretici, eredossi o ortetici, eccetera) non sia opportuna, sia tempo perso, e sia non solo inutile ma anche dannosa. E per finire, il termine ?eresia? ? per me privo di significato, perch? l?Ortodossia e l?Eresia vivono insieme, lottano insieme e muoiono insieme. Si pu? essere infatti eretici solo in presenza di ortodossi. Ma dove sono oggi gli ortodossi? Non li vedo pi?. Chi non si ? accorto che gli ortodossi nel mondo intero sono morti nel decennio 1985-1995 ? al di qua di qualunque seria discussione teorica, ed ? dunque l??eretico? di nulla, come avviene nelle comiche, in cui l?attore continua a litigare con veemenza e non si rende conto che l?altro ? gi? da tempo uscito dalla stanza. Ma passiamo ora ad alcune considerazioni sull?attualit? politica che possano sostenere almeno in parte quanto ho appena detto.
5. Facciamo una breve analisi politico-geografica delle forze che in questo febbraio 2006 si oppongono all?imperialismo americano, principale nemico del popolo e delle classi oppresse del mondo, e ci accorgeremo che il comunismo ? inesistente, a meno che siamo seguaci del Culto della Talpa e siamo convinti che anche se non si vede, in realt? sta scavando sotto di noi, in compagnia di Maura Cossutta, Vladimir Luxuria e Vittorio Agnoletto:
(1) La resistenza irachena. Essa resta il principale fattore geopolitico internazionale di resistenza all?imperialismo americano. Senza di essa, la belva si sarebbe gi? probabilmente scatenata verso altri obbiettivi. In proposito, mi rifiuto di avere nei suoi confronti un approccio ideologico che sarebbe sempre una forma di presunzione occidentalistica. Essa pu? essere laica o religiosa, questo non mi riguarda. Si tratta di una resistenza nazionale, patriottica e popolare. Il ?tifare per i nostri? ? stato tipico dell?approccio di ?sinistra? del periodo 1960-90. II ?Manifesto? fa ancora cos?: noi siamo per Abu Mazen, perch? ? laico, e siamo contro Hamas perch? crede in Dio, che notoriamente non esiste (ah!ah!), mentre solo il signor Ingrao e la signora Rossanda esistono.
(2) Gli stati ?comunisti? tipo Cuba. Essi devono a mio avviso essere sostenuti incondizionatamente (e non a condizione che permettano il boicottaggio interno che li distruggerebbe in sei mesi, come sostiene irresponsabilmente la bertinotteria politicamente corretta), ma non certo perch? siano caratterizzati da un ?inizio di comunismo? secondo Marx (il comunismo secondo Marx implica la massima libert? di opinione e di organizzazione politica), ma perch? sono un baluardo della resistenza contro l?imperialismo. Introdurre il cosiddetto ?pluralismo? sindacale e politico, come vorrebbe il teatro bertinottiano delle marionette, significherebbe ucciderli, perch? il Dipartimento di Stato ci fionderebbe subito i suoi agenti. Chi non lo capisce o ? in malafede (ceto politico, ONG corrottissime, giornalisti politicamente corretti, eccetera) o ? un analfabeta politico, e dovrebbe essere invitato ad occuparsi d?altro.
(3) Movimenti populistici ispirati dal socialismo comunitario. Ad esempio Chavez in Venezuela e Morales in Bolivia, eccetera. Sono da appoggiare incondizionatamente, ma non sono comunisti e non hanno bisogno di grilli parlanti di tipo ?comunista?, che in nome di copioni tattici dogmatici stilati pi? di mezzo secolo fa li condurrebbero con il loro estremismo idiota alla peggiore rovina, dicendo che soltanto le classi esistono, mentre le nazioni, i popoli e gli individui sono solo mistificazioni piccolo-borghesi.
(4) Movimenti religiosi popolari. Ad esempio Hamas in Palestina ed Ahmadinejad in Iran (Dio benedica entrambi!). Sono da appoggiare incondizionatamente, ma non c?entrano assolutamente nulla con il comunismo.
(5) Stati-nazione che hanno una funzione geopolitica positiva. So che qui verr? insolentito dai puristi della rivoluzione classista immacolata, ma fra essi metto in parte la Russia di Putin (sempre meglio degli ?arancioni? pazzi e filo-americani), la benemerita giunta militare del Myanmar, che Budda conservi a lungo, la Siria del benemerito Assad, e persino l?orribile Cina dell?accumulazione capitalistica selvaggia, nella misura in cui ? pur sempre un fattore geo-politico indipendente dagli USA.
(6) La parte minoritaria anti-imperialista dei movimenti no-global, da cui escludo ovviamente tutti i pagliacci mediatico-parlamentari incorporati nei meccanismi occidentali politicamente corretti.
Bene, ho elencato sei fattori storici. Sebbene la chiacchiera ideologica irresponsabile mi dipinga come anti-operaio, e non lo sono per nulla, ci avrei aggiunto volentieri (anzi volentierissimo) anche le lotte operaie, se per? queste ultime oggi nel mondo ci fossero, al di l? di poco rilevanti anche se rispettabilissimi scioperi contrattuali. Non ? colpa mia se il movimento operaio nei paesi occidentali ha smesso di essere un fattore storico-politico anticapitalistico ed anti-imperialistico e si ? dato direzioni sindacali favorevoli a bombardare la Jugoslavia nel 1999 e l?Irak nel 2003, giungendo a berciare che i veri ?resistenti? a Bagdad sono coloro che sono andati a votare. Prendersela con Preve mi sembra veramente demenziale.
6. Se le cose stanno cos?, allora, e se i sei fattori storici che ho indicato sono tutti estranei al ?comunismo? nel senso di Marx, eretico e/o ortodosso che sia, che senso ha allora mettersi nell?ottica oggi di formare organizzazioni neo-comuniste, che non potrebbero necessariamente che essere ideologicamente cementate da una particolare ideologia di appartenenza basata su di una particolare ed esclusiva interpretazione di Marx?
Le ragioni che sconsigliano questa scelta sono molte, ma qui ho a disposizione solo un articolo, e non un libro intero. Mi limiter? a ricordarne solo due, una teorica ed una pratico-politica. Esaminiamole separatamente.
7. La ragione teorica principale che sconsiglia la formazione di gruppi neo-comunisti sta nel fatto che il neo-comunismo, comunque definito, presuppone una salda interpretazione filosofico-scientifica di Marx. Ma essa non esiste. E allora gridare ?bussola! bussola!?, e poi prendere il mare senza bussola, e credere che al posto della bussola ci possa essere la soggettiva volont? al sacrificio ? da incoscienti.
Una parentesi marxiana. In Marx ci sono almeno due modelli diversi di anticapitalismo. Il modello maggioritario occidentale, basato sullo stato comunista dei lavoratori, ed un modello minoritario che definirei di ?socialismo comunitario?, anticipato da Marx in una famosa lettera a Vera Zassulich in cui faceva l?ipotesi che la comunit? russa del mir potesse evolvere direttamente verso la produzione comunista senza dover ad ogni costo passare per la via dello sviluppo capitalistico totale.
Sia lo stato comunista dei lavoratori sia il socialismo comunitario sono modelli evocati da Marx. Il primo modello ? stato tentato dal comunismo storico novecentesco recentemente defunto (1917-1991), e chi mi legge sa bene che non credo nella favoletta trotzkista per cui come modello andava bene, ma purtroppo la cattiva burocrazia ha rovinato tutto e possiamo allora provarci una seconda volta, ma senza burocrazia, perch? l?automatismo informatico potr? farne a meno. Si continui pure con questa litania, anche se ? meglio Alice nel paese delle meraviglie.
Il secondo modello non ? mai stato tentato, e non ? affatto detto che riuscirebbe. Comunque, meglio tentare questa prospettiva che intestardirsi a riprovare sempre la prima, smentita trecento volte. Questo modello implica economia della decrescita, vincoli ecologici forti, libert? e democrazia, valorizzazione delle etnie comunitarie e dei piccoli popoli, dagli aymar? della Bolivia ai baschi, eccetera.
Se ? cos?, per?, e se la via del socialismo comunitario e democratico con forti elementi di cosiddetta ?economia mista? non coincide con la via gi? provata dello stato comunista dei lavoratori a nazionalizzazione integrale dei mezzi di produzione, allora perch? fare un partitino neocomunista? Il partitino comunista, sia pure inizialmente fatto solo di venti persone (e questo per me non sarebbe un argomento contrario, perch? si parte sempre in pochi, ed il fatto di crescere o meno ? legato alla correttezza della propria cultura politica - ho detto cultura politica, non linea politica), ? uno strumento solo per la prima via, non per la seconda. La seconda via, se ci fosse realmente l?intenzione di percorrerla, (ed attenzione, ? la via di Hamas e di Morales, non importa se le premesse religiose sono le stesse oppure no), non ? compatibile con un partitino neocomunista.
8. La ragione pratico-politica che sconsiglia la via del partitino neocomunista riguarda la nicchia settaria e vocazionalmente minoritaria dell?ambiente che si ripromette questo programma neocomunista. Questa nicchia la conosciamo bene tutti. E? una nicchia di fanatici identitari a base ideologica che si definisce in base ad una piattaforma ideologica che non intende in nessun modo mettere in discussione. Ci sono i neobordighisti, i neotrotzkisti, i neotogliattiani, i neostalinisti, i neooperaisti, i neoanarchici, eccetera, e tutti sono determinati a difendere fanaticamente il loro spazietto, perch? tutti sono convinti di difendere la Verit? Rivelata contro la contaminazione di bande verminose di piccolo-borghesi, traditori, infiltrati fascisti ed altri mostri alla Goya. Tutto quello che fanno ? prevedibile. E? prevedibile che il gruppo di Ferrando si spacchi fra trotzkisti puri e parlamentari tattici. E? prevedibile che i no-global si spacchino fra Casarini e Caruso e fra basisti attivisti e pagliacci del circo bertinottiano. Eccetera, eccetera. Questa nicchia ? composta da individui in buona parte (non tutti, evidentemente, vi sono anche persone splendide, anche se poche) talmente ideologizzati da distruggere tutti i rapporti umani non ideologizzabili, che appunto per questo non possono apparire come ?modelli di comunismo?, e cio? di vita normale, solidale e fraterna per gli altri. Io conosco bene questo ambiente. Quando cominci a non condividere pi? le scelte tattiche (e non dico strategiche, che almeno capirci, ma proprio tattiche!) si rompono amicizie, si alzano gossip diffamatori, e si alza tutta la demenziale merda ideologica.
Mi chiedo che senso abbia ripetere sempre questo inferno.
A mia conoscenza, solo i maniaci del gioco d?azzardo si incaponiscono nel ripetere ossessivamente questi scenari perfettamente prevedibili.
9. Naturalmente, il problema del ?comunismo? resta completamente legittimo, e bisogna allora capire in che senso.
E qui mi spiace per il lettore esclusivamente assuefatto ai fumi ideologici inebrianti, ma ci vuole un po? di sana filosofia integralmente filosofica.
I concetti non si consumano, mentre le parole che li esprimono e li connotano si consumano con il loro uso nella storia. Lungi dall?essere polarmente opposti, come ritengono tutti i dilettanti, idealismo e materialismo esprimono due realt? largamente complementari, l?idealismo quella della permanenza dei concetti e il materialismo quella del loro consumo ?materiale? nella storia. Il concetto di comunismo (e trascuro qui i suoi vari significati, la cui elencazione telegrafica prenderebbe l?intero numero della rivista) ? immutabile, e significa contestazione radicale alla logica distruttiva e reificante (reificante = la cosa al posto dell?uomo) della produzione capitalistica, In questo senso il comunismo ? forte oggi come ieri, e lo sar? domani. I concetti della filosofia politica sono indistruttibili, fino a quando almeno permane la realt? storica di riferimento che connotano. Le parole per? si possono consumare fino a diventare irriconoscibili. Pensiamo al ?comunismo? di Pol Pot, o al comunismo di Occhetto, D?Alema, Cossutta e Bertinotti, a met? fra ?chi vi paga??, quote rosa, guerra e bombardamenti all?uranio impoverito, foto ghignanti con il generale americano Clark, nepotismo familistico e bande politicamente corrette e radical chic dei terrazzi romaneschi per ex-proletari con le pezze al sedere. Il ?comunismo? come concetto resta immutato, ma il comunismo come parola sprofonda in un lago di sangue, fango e merda.
Eppure il comunismo come concetto, nel senso reale e razionale di Hegel e del suo allievo barbuto Marx, resta sempre attuale. E resta attuale il socialismo, nonostante Craxi e Solana, il laburismo nonostante Blair, eccetera. Ma, appunto, bisogna distinguere con grande chiarezza fra il comunismo, che appunto ? in crisi profonda (direbbe Nenni, il movimento per ora non si muove) e il programma di ricostituzione di partitini o gruppuscoli di tipo neocomunista. S? al primo, no ai secondi. Bastano per ora a mio avviso movimenti democratico-comunitari (tipo i NO-TAV della Val di Susa, cui va il mio pi? totale e sincero appoggio), movimenti di solidariet? internazionalistica (tipo solidariet? a Irak e Palestina, eccetera) ed infine reti di cultura e dialogo politico. Parlo ovviamente del presente. Non escludo infatti in futuro che, ove nascessero movimenti sistemici che ponessero veramente i due problemi fondamentali per l?Europa (modello economico alternativo al capitale finanziario e soprattutto espulsione delle basi militari USA dall?Europa), movimenti oggi inesistenti e che a mio avviso non sarebbero facilitati dalla semplice esistenza di partitini neocomunisti di nicchia, non si possa seriamente porre il problema della costituzione di una forza politica. Alla Lenin 1903, io ne sarei favorevole, in quanto non sono un anarchico. Ma anche in questo caso ritengo pi? probabile che si dovrebbe costituire una forza di socialismo comunitario (alla Chavez, per intendersi, anche se con meno caudillismo, che l?Europa non amerebbe), piuttosto che un?inutile replicazione dopo cent?anni del modello partitico di Lenin, modello che si basava su di una interpretazione di Marx che considero obsoleta, non perch? fosse falsa allora (allora anzi era sensata, pi? di quella di Kautsky, e mille volte di pi? delle confusioni operaistiche alla Luxemburg), ma perch? oggi non funzionerebbe pi?, in una situazione di terziarizzazione economica e di tramonto relativo della produzione industriale di fabbrica. In paesi come il Nepal, in cui c?? un problema di riforma agraria radicale contro il latifondo e la monarchia semifeudale, credo che il modello della guerra partigiana maoista di lunga durata sia razionale e positivo, ed infatti io ne sono solidale (per quanto ne so, ovviamente). Ma l?Italia non ? il Nepal e l?Europa non ? il subcontinente indiano.
10. Vorrei concludere ritornando alla questione del partitino neocomunista, in cui la pretesa ?eresia? non sarebbe che la micro-ortodossia di riferimento identitario del gruppo.
Mi chiedo come sia potuta nascere l?idea che il sottoscritto, Costanzo Preve, potesse essere il guru, il teorico, l?ispiratore di un simile progetto neocomunista. E? necessario rassicurare tutti i CARC del mondo. Preve non si ? mai sognato di candidarsi ad una simile funzione. Se avessi voluto fare il consigliere del principe, mi sarei arruffianato prima con il PCI, e poi con Cossutta e Bertinotti, imparando il gergo di mutua assicurazione di fedelt? di cordata e di sottomissione al capo con i dialetti necessari (continuista togliattiano-antifascista con Cossutta e sindacalista-massimalista-frou-frou-femminista-transessuale con Bertinotti).
Pensavo che scrivendo tonnellate di carta, di cui alcuni quintali utilizzabili ed alcuni chili ben riusciti, avrei dissipato ogni equivoco. Errore. Io ritengo di stare vivendo in una crisi epocale di transizione (diciamo cos?, 1980-2020), in cui come Mos? non vedr? nessuna terra promessa e mi ? sufficiente non essere finito come i pidocchetti sessantottini miei coetanei, passati dalle rauche grida di morte ai baschi neri al leccaggio del sedere dell?impero americano e del sionismo. Lo considero una grande vittoria della mia vita, e mi basta ed avanza. I CARC si rassicurino, e tornino a scambiare la loro disponibilit? soggettiva ai sacrifici dell?anticapitalismo militante con il possesso di una teoria scientifica di orientamento storico. Prima o poi, capiranno anche loro che non basta un martire per fare giusta una causa.
11. Per finire, un educato consiglio ai miei compagni ed amici di ?Eretica?. Chi crede di poter essere eretico e contemporaneamente far politica nel piccolo mondo di nicchia intergruppi del rissoso neocomunismo settario ? proprio fuori dal mondo. Chi vuole relazionarsi con questo piccolo mondo rissoso deve assolutamente compatibilizzarsi col PCES, e cio? con il Politicamente Corretto di Estrema Sinistra. Ti vuoi relazionare con i CARC? Bene, togliti dalla testa le tue velleit? eretiche. Dovrai accettare due dogmi del PCES, e cio? il laicismo, per cui se qualcuno crede in Dio o in Allah crede in nemici del proletariato ateo e materialista, e l?antifascismo in assenza completa di fascismo (defunto nel 1945, e dopo risuscitato solo come golpismo imperiale americano, e quindi non come fascismo vero e proprio).
Chi pensa di essere eretico accettando l?ortodossia del politicamente corretto di estrema sinistra non ? un vero eretico. E? un eretico alla mortadella, un Prodi che si porta la borsa da solo anzich? avere uno schiavetto strapagato che lo fa. Si pensa forse che essere eretici consista nel fare dotte dissertazioni su Sartre criticando il gi? pi? volte seppellito Stalin mentre si accettano tutti i tab? della nicchia? Io non parlo di me. Personalmente non mi ritengo un eretico, e non so neppure esattamente che cosa voglia dire questa parola in assenza totale di ortodossia, nel frattempo morta, sepolta e dissolta. Parlo a chi invece vuole essere eretico e su questa ?eresia? rifondare il suo ?nuovo comunismo?. Questo altro comunismo, come tutti indistintamente gli altrismi, ha il difetto di tutti gli altrismi, e cio? di non potersi determinare mai se non come vaga negativit?. Non siamo questo, non siamo quest?altro. Siamo ?altri?. E allora, come diceva Marx a proposito dei ?socialisti feudali? del suo tempo, quando la gente vedr? che sul sedere avete stampati i vecchi soliti stemmi del comunismo storico novecentesco, eretici o ortodossi che siano, scapper? a gambe levate, perch? non vuole tornare a recitare i vecchi copioni politicamente corretti di estrema sinistra, con i bordighisti che con matematica certezza si scinderanno in due e i trotzkisti che con altrettanto matematica certezza si scinderanno in quattro, mentre Luxuria, Caruso, la Menapace, Gennaro Migliore, eccetera, almeno andranno in pensione con trattamenti d?oro e potranno pagarsi tutte le badanti moldave che vorranno.
POST-SCRIPTUM
Sul numero 2 di ?Eretica? c?? un attacco nominativo nei miei confronti firmalo CARC (un?entit? collettiva, modo meraviglioso di nascondere l?identit? intellettuale personale in un complesso anonimo). Agli attacchi del gossip informatico non rispondo mai per principio, perch? si fondano sul principio dell?anonimit? e dello pseudonimo, lo stesso principio della mafia, camorra e ndrangheta. Qui per? l?attacco nominativo ? firmato, sia pure da una sigla collettiva, ed ? bene allora che chiarisca le cose nominativamente, non tanto per il CARC (il cui argomento surreale di fondo ? che io intendo praticare una libert? che la borghesia non concede ai proletari-bravi, in questo modo siete sulla strada buona per rifondare il comunismo oggi), quanto perch? si solleva il tema della mia pericolosa collaborazione e contiguit? con riviste ed editori di ?destra?, tema indubbiamente d?interesse generale e che merita una risposta scritta e chiara, visto che da tempo il mormorio malevolo di chi mi accusa (generalmente senza leggermi, e qui siamo al di sotto dei metodi inquisitori classici, che almeno leggevano attentamente coloro che volevano processare) si accompagna all?assordante e sgradevole silenzio di chi mi conosce bene, e dovrebbe avere avuto da tempo il buon senso e la generosit? di difendermi. Ma al peggio non c?? mai limite. Ed allora cerchiamo di tornare sulla questione, senza sottrarci a nessuna domanda imbarazzante. Io non sono infatti per nulla imbarazzato, in quanto ritengo di avere la coscienza a posto su tutti i piani, etico, politico e culturale.
Da alcuni anni scrivo anche sui muri che considero ormai obsoleta la contrapposizione fra Destra e Sinistra, diventata una protesi artificiale di una realt? elettorale manipolata virtuale che deve impedire la visibilit? della nuova contraddizione fondamentale dei nostri tempi (o almeno di quella che ritengo tale), la contraddizione fra l?imperialismo americano e il resto dei popoli del mondo. Con questo non ritengo affatto finite le contraddizioni sociali di classe (non attribuitemi questa idiozia, per favore!), ma le ritengo, per dirla alla Althusser, ?surdeterminate? per ora a questa contraddizione principale, per cui, se proprio un ?fronte popolare? si deve fare (ed io sono retrospettivamente favorevole a questa tattica degli anni trenta, e contrario al ?classe contro classe? o al proletariato contro tutti di tipo trotzkisteggiante), si deve fare oggi contro l?impero americano. Dopo si vedr?. Chiarisco ancora contro il lettore malevolo e prevenuto che io non dico affatto che la dicotomia Destra/Sinistra sia finita dovunque e per sempre. Non lo penso affatto. Qui da noi ? finita, ed il PCI-DS D?Alema ? del tutto intercambiabile con il MSI-AN Fini, e sia la mussolineria (a destra) che la bertinotteria (a sinistra) sono semplicemente guardie plebee subalterne che portano voti ad un?identica politica di subalternit? agli USA. Nel mondo considero positive e da appoggiare sia forze indiscutibilmente di sinistra (partigiani in Nepal, Chavez in Venezuela, Morales in Bolivia, eccetera) sia forze che la bertinotteria politicamente corretta considererebbe di ?destra? (Hamas in Palestina, Ahmadinejad in Iran, eccetera). Inoltre per il futuro non mi pronuncio. Non escludo infatti che la dicotomia potrebbe anche rivitalizzarsi, ma per ora non ne vedo le condizioni.
Torniamo a noi. Ho sempre scritto che non credo pi? nella dicotomia, ma evidentemente non sono stato preso sul serio. In Italia prevale infatti una lunga durata di ipocrisia gesuitica e di divorzio programmatico fra parole e fatti.
D?Alema partecipa salmodiando alla marcia Perugia-Assisi negli stessi giorni in cui bombarda Belgrado al servizio della strategia geopolitica USA di occupazione dei Balcani fingendo un genocidio inesistente e certificato come inesistente dagli osservatori OSCE. Toni Negri esalta la distruzione teurgica di moltitudini comuniste incazzate mentre nello stesso tempo ? portato in palmo di mano dai giornali dell?oligarchia americana, che capiscono bene come i suoi deliri non sono per nulla pericolosi. In questo baccanale di schizofrenia fra parole e fatti si ? pensato che anche il povero Preve abbia detto questo, ma senza crederci veramente.
Il politicamente corretto permette infatti certe enormit? solo agli artisti tipo Giorgio Gaber, in quanto si d? per scontato che l?artista sia geniale ma pazzo, e soprattutto irresponsabile.
E invece io lo penso veramente. Di conseguenza, per me le edizioni Settimo Sigillo ed All?insegna del Veltro sono esattamente come, n? pi? n? meno, le edizioni Manifestolibri o Editori Riuniti. oppure se vogliamo Rizzoli e Mondadori. Se potessi pubblicare da Rizzoli e Mondadori lo farei certamente, perch? hanno un?ottima catena distributiva ed un buon ufficio stampa per le recensioni e gli invii gratuiti, e nessuno mi criticherebbe. Eppure Rizzoli pubblica la Fallaci e Mondadori pubblica Magdi Allam. Vorrei allora che tutti i vigilanti che mi criticano rispondessero a questa semplice e precisa domanda: ove il termine ?fascismo? significasse negativit? assoluta e totale, sono pi? ?fascisti? oggi (ripeto, oggi) Julius Evola e David Irving oppure Oriana Fallaci e Magdi Allam? E allora perch? diavolo ve la prendete con il Settimo Sigillo e con All?insegna del Veltro e non con la Rizzoli e con la Mondadori?
Naturalmente io so bene perch?, e fra poco lo chiarir?. Ma per ora sono costretto ad aprire una sgradevole parentesi personale su come io vedo il famoso ?fascismo?, non perch? abbia la minima importanza, ma perch? il rumore di fondo del gossip diffamatorio ha imbarazzato quelle poche decine di persone alla cui stima tengo (non sono di pi?, e non mi interessa che siano di pi?).
Sono nato nel 1943. Il fascismo ? finito quando avevo due anni, e quindi non ho mai avuto il problema di scegliere se essere fascista o antifascista come la generazione di mio padre e mia madre. A 18 anni circa, nei primi anni sessanta, sono divenuto ?comunista? nel doppio senso dell?utopia universalistica dell?emancipazione di Marx e del fascino della spiegazione ?scientifica? della societ?. Da allora non ho cambiato mai idea. Il solo ?antifascismo? politico che ho praticato ? stato l?appoggio semiclandestino alla resistenza greca contro i colonnelli 1967-1974. La guerra civile simulata a bastonate in Italia non mi ha mai interessato e l?ho sempre considerata un diversivo con cui le vere classi dominanti post-fasciste mandavano allo sbaraglio giovani ingannati. Se sono antifascista? Certo che lo sono. Sono antifascista nel doppio senso di essere democratico, e cio? per le libert? democratiche sia individuali che collettive, e di essere anticolonialista ed antimperialista, cio? idealmente e retrospettivamente a fianco dei libici 1930, degli etiopici 1935, dei greci 1940 e degli jugoslavi 1941, e non certamente degli invasori fascisti, anche se fra di essi c?erano i miei genitori ed i miei zii. In quanto all?antisemitismo, dir? solo due cose. Primo, mi auguro (anche se non posso saperlo, sono tutti eroi a casa propria) che avrei avuto il coraggio di salvare famiglie ebree nascoste, tipo Perlasca e Palatucci, anche se non mi interesserebbero riconoscimenti dello stato sionista di oggi. Secondo, viva l?esercito sovietico di Stalin che ha liberato Auschwitz nel 1945 (sovietico, non americano come lascia credere il furbastro DS politicamente corretto Benigni)! Con questo, spero di non essere pi? costretto a simili cerimonie del tutto prive di interesse, io servo la divinit? della Sincerit? e della Ricerca, non la divinit? del Pararsi il Culo.
Ma torniamo al problema. Come mai, se oggi il ?fascismo? sono la Fallaci e Magdi Allam (e cio? gli editori Rizzoli e Mondadori), e non Evola o Irving, si fa tanto casino? Forse che Preve, se pubblica da un editore, deve condividere (o ? sospettato che condivida) tutti i titoli in catalogo oppure le eventuali idee politiche dell?editore? Neppure l?inquisizione spagnola sarebbe giunta a tanto. E allora, quali sono le radici teorico-simboliche di tutto questo? Qui bisogna andare sul filosofico, cari amici. E le radici sono almeno due, e cio? l?Immaginario Paranoico, prima, ed il Pensiero Magico, poi. Esaminiamole separatamente.
Iniziamo dall?Immaginario Paranoico. Dal momento che il fascismo propriamente detto ? finito in Europa nel 1945, e dopo ci sono stati soltanto dei regimi golpisti tipo CIA, cui il termine ?fascismo? non calza storiograficamente troppo (colonnelli greci, golpisti turchi, eccetera), siamo stati per pi? di sessant'anni (1945-2006) di fronte ad un Antifascismo senza Fascismo (anche qui, non sottovaluto affatto gli apparati golpisti ideologicamente neofascisti, che erano per? semplici guardie plebee di forze al potere ufficialmente antifasciste e postfasciste). Questo teatro dell?assurdo aveva ovviamente la sua razionalit?, da parte azionista di tramandare la condanna crociana e gobettiana del fascismo come male assoluto, e da parte comunista di legittimare se stessi come la parte pi? risoluta del fronte antifascista. Si ? allora costruito un Immaginario Paranoico quadruplice della Cospirazione (fascista), dell?Infiltrazione (fascista), della Contaminazione (fascista), ed infine del Tradimento (di tutti coloro che a ?sinistra? non accettavano questo immaginario paranoico). Non sto ovviamente dicendo che non ci siano state delle infiltrazioni e delle cospirazioni. Ci sono state, ? ovvio. Ma da questo all?immaginario paranoico ce ne passa.
Passiamo al Pensiero Magico. E? questa una categoria presente nella storia del Marxismo di Kolakowski (terzo volume, Sugarco, Milano). Secondo Kolakowski (ed io concordo) i comunisti poststaliniani novecenteschi erano caratterizzati da un pensiero magico, per cui l?impurit? della fonte contamina anche i contenuti che vengono espressi. Di qui il fatto che se le critiche a Stalin vengono fatte da una fonte impura (liberali, trotzkisti, eccetera) sono ritenute false e frutto di manipolazioni CIA o Quarta Internazionale, mentre se le stesse identiche critiche vengono fatte nel 1956 dal papa-babbione della ditta autorizzata Krusciov allora tutti si stracciano le vesti gridando ipocritamente: ?Ma come ? stato possibile? Ma come mai non l?abbiamo saputo prima??, ed altre porcherie del genere.
Oggi la buffonata si ripete, anche se quello che un tempo era tragedia oggi ? farsa. Il mio appoggio ad una moderata geopolitica euroasiatica ? lo stesso del signor Sorini sull?Ernesto? e del signor Chev?nement nel socialismo francese, ma se lo scrivo sulla benemerita (capito: benemerita) rivista di Mutti ?Eurasia? allora diventa un?infiltrazione della mummia egizia del defunto Thiriart. E allora ditemi, cari sapientoni: dove potrei scrivere e pubblicare le stesse idee? Sull?Unit?? Sul Manifesto? Su Liberazione? Ma per favore, come dice il comico Ezio Greggio!
Chi per caso avesse letto i miei due libri di filosofia pubblicati dal Settimo Sigillo (Filosofia del Presente e Per un buon uso dell?universalismo) noter? che il contenuto ? perfettamente compatibile, se fossimo in una situazione culturale normale, non solo con la Mondadori e con la Rizzoli, ma addirittura con la filosofia ufficialmente professata da Manifestolibri e dagli Editori Riuniti: uso critico di Marx, razionalismo filosofico, anticapitalismo integralmente democratico, anticolonialismo, antiimperialismo, estraneit? radicale alla cultura tradizionalmente definita di ?destra?. Leggere per credere, E allora, perch? tutto questo casino?
Lo so bene perch?. Finch? chiacchieri dottamente su Marx, Engels, Hegel e Althusser non rompi i coglioni a nessuno e non infrangi le regole ferree del Politicamente Corretto, dell?Immaginario Paranoico e del Pensiero Magico. Ma quando cominci a diventare un critico di questa Trinit?, allora s? che sei veramente un ?eretico?. Ebbene, in questo senso eretico lo sono, lo rivendico, e con questo tolgo il disturbo e vi saluto.
Costanzo Preve
Fonte: http://www.comunitarismo.it Febbraio 2006
Avatar utente
carlo
Amministratore
Amministratore
Messaggi: 7325
Iscritto il: 26/09/2003, 2:02
Località: Roma
Contatta:

FATECE LARGO

Messaggio da carlo »

FATECE LARGO N. 42
- Luglio 2006 -

Copertina a colori di Leo Cimpellin

Fumetti:
FAME NERA
Tarek torna al suo villaggio e con lui... pure la sua innata sfiga! Come credete che verr? accolto? Il tutto ad opera del solito duo Fogo + Ratti (www.kromolab.it).
MR SMUT
Fax e Stefanni continuano a farci sorridere raccontandoci una nuova impresa del vecchietto pi? simpatico del mondo dei comics (www.kryo.it/smut)
EVA
Eva ? un personaggio dei fumetti che sa di essere... un personaggio dei fumetti! Ma le sorprese non tarderanno ad arrivare anche per lei. Prima puntata di una nuova serie surreale scritta, bene, e disegnata, ottimamente, da Luca Congia.
ODISSEO
Il personaggio creato da Stefano Ratti, e disegnato per l?occasione dal bravo Fabio Pavanini, ? alle prese con una prova davvero difficilissima stavolta: mantenere una promessa!
PT7
Simone e Cristiano Panepuccia ci propongono il penultimo episodio della mega-saga di PTseven. Siete pronti per i botti finali? Ormai ci siamo quasi. A rivederci tra tre mesi, allora (http://ptseven.altervista.org - http://www.imaginet.it/ptseven/)
LUNA LOUNGE
Un duello aereo e i temibili pinguini del deserto attendono la bella Luna Lounge in questo nuovo capitolo scritto e disegnato da quel simpatico geniaccio di Marco Tanca (www.marcotanca.com).
GENTE DEL GHETTO
Una nuova strip, INTERAMENTE A COLORI (e scusate se ? poco!!!) fa il suo esordio su questo numero. Testi divertenti e disegni molto validi a cura di Marco Tenace (http://xoomer.virgilio.it/fumettista).

Illustrazioni:
Cristian Caldera
Felice Serino

Poesie
Gianni Donaudi

Racconti:
SENSO
La crescita fisica e interiore sono al centro del nuovo, stupendo, racconto di Sara Mazzucchi. E se volete leggervi tutti i racconti fin qui pubblicati di questa bravissima autrice (alcuni sono davvero delle chicche di rara bellezza) vi rimandiamo al suo sito... www.samaz.com
4? CANE - I CANI FRA NOI
Cosa succede quando un cane si frappone ad un tentativo di approccio amoroso? Lo scoprirete solo leggendo la quarta puntata delle avventure ?canine? narrate con abile maestria da Stemel.

Articoli:
MA ALLORA GWEN STACY E? UNA ZOCCOLONA!!!
Ehm... non lasciatevi fuorviare dal titolo, perch? il nostro Sergio L. Duma ? follemente innamorato della biondina pi? sexy della Marvel, ma non condivide affatto la gestione del personaggio operata dallo sceneggiatore Straczsynsky (Stracchino per i - taaaaaaanti - detrattori). I motivi di quel titolo, dunque, li troverete ben spiegati in questo cattivissimo articolo.

Rubriche:
ON STAGE
Cristiano Della Bella ci parla delle sensazioni, molteplici e variegate, provate ai concerti di Succo Marcio e No Means No. Alzate il volume, perdindirindina!!!

Speciale Pagine Gialle:
Leo Cimpellin, un grande del fumetto italiano, il mese scorso ha compiuto 80 anni. Per festeggiare degnamente la sua ultradecennale attivit? nel campo fumettistico ci sembrava giusto dedicargli, come minimo, il nostro inserto speciale. Godetevi allora una lunga intervista con qualche spruzzatina di veleno sul tanto ovattato (omertoso?) mondo del fumetto italico (e se lo dice lui...), pi? una ricca e documentatissima sua scheda di presentazione ad opera dell?infaticabile Gianluca Umiliacchi (www.fanzineitaliane.it - http://fanzineitaliane.blog.excite.it/ - http://fanzineitaliane.splinder.com)
------------------------------
FATECE LARGO n. 42
trimestrale - 44 pagg., b\n, 21x15, spillato - 3 euro

info:
PERFECT TRIP PRODUCTION
Viale delle Gardenie 176 - 00172 - ROMA
fatecelargo@infinito.it
-------------------------------
SEGNALAZIONI (DOVEROSE)
><Nell'ipotesi INVECE che l'iniziativa citata in questo messaggio possa destare l?interesse di qualche TUO amico, parente, conoscente, genitore o chi ne fa le veci, che per? ? all?oscuro della nostra esistenza, ?giraci? la sua email o... "giragli" la nostra. Loro forse ti toglieranno il saluto, ma noi te ne saremo grati in eterno (si fa per dire!), perch? ? anche grazie al tuo aiuto se questa nostra NL viene oggi inviata a ben 2203 indirizzi email.
----------------
La redazione
Avatar utente
carlo
Amministratore
Amministratore
Messaggi: 7325
Iscritto il: 26/09/2003, 2:02
Località: Roma
Contatta:

FATECE LARGO

Messaggio da carlo »

Be?, io ? da un bel po? ormai che i miei 100 euro - da cui tutto sembra partire a giudicare dalla lettura di questo interessante articolo - li metto sotto il materasso (o porc... ma forse questo non dovevo dirvelo!!! Adesso sapete dove sono nascosti tutti i miei risparmi!!!). Insomma da tempo ho smesso di finanziare come i MIEI soldi il sistema bancario. Perch? ? perfettamente inutile lamentarsi dell?inflazione dei prezzi, o del debito pubblico, o andare ai concerti organizzati da rock-star (miliardarie) per richiedere la cancellazione del debito dei paesi del terzo mondo, quando continuiamo imperterriti a foraggiare con i NOSTRI soldi le banche, permettendo a tutti questi debiti di prosperare tranquillamente. E se non ci credete... leggete sotto!!!

Ciao!
Baldo

?Tutte le rivoluzioni di massa prendono l'avvio dall'iniziativa di pochi? (Engels)

Leonini ha scritto:
19 - LA FABBRICA DELL'INFLAZIONE
Quando una categoria di lavoratori produttivi (1) chiede un aumento di salario, dal sistema si leva sempre qualche voce - di solito quella di autorevoli economisti - che mettono in guardia dall'inflazione che questi aumenti possono provocare. Quando la massaia scopre al mercato che le zucchine sono rincarate, i giornali denunciano l'avidit? dei fruttivendoli che col loro egoismo provocano inflazione, e invocano il controllo dei prezzi, e punizioni esemplari; i fruttivendoli additano i grossisti, i veri colpevoli; ma costoro lamentano le alte spese di trasporto e distribuzione. Infine la colpa ricade sui contadini - e questi, poveretti, dimostrano che loro hanno venduto le loro zucchine a prezzi calanti, mentre hanno dovuto pagare di pi? i concimi chimici, i diserbanti, le sementi. Allora il marito della massaia chiede un aumento - non da solo, ma come categoria, perch? la vita rincara e lui non ce la fa ad arrivare a fine mese: e l'economista di turno lo accusa. Ecco chi accende l'inflazione.
Quante volte abbiamo visto inscenare questa commedia? Questo teatrino del circolo vizioso, in cui le categorie produttive e consumatrici si accusano l'un l'altra di provocare l'inflazione, di fare ingiusti profitti?
Non c'? da escludere che, temporaneamente e in modo parziale, una o l'altra categoria davvero speculi, incameri profitti non dovuti, approfittando di momentanei intoppi del mercato, di certe aree di privilegio, di parassitismo. Ma in linea generale, nel gran litigio recitato sulla scena sociale, il vero colpevole non appare mai. E' per questo che il teatrino viene inscenato.
Il colpevole dell'inflazione ? il sistema bancario.
Il trucco richiede una spiegazione abbastanza lunga. Ma non vi annoier?: finalmente, non ? il teatrino.
Tutto comincia quando voi mettete nel vostro conto corrente 100 euro, diciamo, che avete risparmiato. Grazie a questo deposito, la banca pu? prestare all'industriale che ne ha bisogno, mille euro: ? il meccanismo del credito frazionale, di cui abbiamo gi? parlato. Il miracolo consiste in questo: la banca presta denaro che non ha, che crea dal nulla, e ci lucra gli interessi.
La banca pu? scrivere quei mille euro, nei suoi libri contabili, come attivo, perch? ci guadagna gli interessi, e un giorno, magari, se lo vedr? ripagare. Nello stesso tempo, la contabilit? le impone di segnare una cifra identica, mille euro, come passivo. Ci? perch? la moneta creata dal nulla ? ora in circolazione, l'imprenditore indebitato emette assegni su quel fido, e questi assegni saranno presentati all'incasso: la banca dunque ha un debito potenziale uguale al suo attivo. Questa passivit? viene coperta dal debitore con i suoi versamenti periodici per servire il debito che ha contratto.
Di fatto, accade qualche volta - accade tutti i giorni - che l'indebitato non possa pagare, fallisca, diventi insolvente. In quel caso, la banca ? costretta a registrare quel prestito andato a male alla voce perdite. Non ?, diciamolo subito, una tragedia: poich? il 90% del denaro scritto nel fido ? stato creato dal nulla, e non costa niente alla banca a parte le spese di tenuta della contabilit?, ben poco valore reale ? realmente perduto. E' soprattutto una voce di contabilit?.
Ma una perdita contabile ? pur sempre un male per la banca, perch? il prestito andato a male deve essere sottratto dalla colonna degli attivi, senza una corrispondente sottrazione alla voce passivi. Il passivo rimane, e la moneta creata dal nulla ? in circolazione, e gli assegni vengono via via all'incasso, anche se il debitore ? fallito. E la banca ha il dovere di onorare quegli assegni.
Il solo modo di pagarli, ? prendere denaro dal capitale della banca - quello che ci hanno messo i suoi azionisti - o dai suoi profitti.
Nell'uno e nell'altro caso, sono i padroni della banca a perdere quei mille euro. E per loro, la perdita ? reale. Anzi se la banca ha fatto troppi prestiti avventati, e troppi dei suoi debitori risultano insolventi, pu? accadere che il passivo superi l'intero capitale che i suoi azionisti hanno investito nella banca. In quel caso, la banca fallisce.
E' un vero dolore, per i padroni. Un dolore cos? forte, che l'intero sistema bancario ? collegato per scongiurarlo. No, i padroni non possono perdere. La banca non pu? fallire. Per questo esiste la Banca Centrale: prestatore di ultima istanza, garanzia che nessuna banca soffra il fallimento, e i suoi padroni una perdita. La Banca interviene, se c'? questo rischio. A noi si dice: interviene per assicurare che i risparmiatori non perdano i loro depositi.
Il fatto ? che ogni banchiere sa che non gli sar? permesso fallire, e perci? non dovr? rendere conto dei suoi prestiti pi? folli. E' per questo motivo che le banche, severissime quando si tratta di prestare 50 mila euro al bottegaio dell'angolo o al lavoratore come mutuo per la casa, sono generosissime quando si tratta di prestare milioni di euro anzi miliardi, a Parmalat, alla Fiat, allo Stato. Aprire un piccolo prestito costa come avanzare un miliardo di dollari dall'Argentina o dalla Fiat, e fa guadagnare meno interessi. E se la Fiat non paga, se rimane in arretrato l'Argentina, ? l'intervento della Banca Centrale a salvare il banchiere improvvido, con la scusa che bisogna salvare il sistema; se diventa insolvente l'operaio col mutuo, nessun intervento pubblico lo soccorrer?.
Cos?, la banca presta volentieri agli Stati, allo Stato, a Parmalat, pur sapendoli insolventi. Per capire come mai, bisogna ricordare una cosa: alla banca non interessa che il grande debitore estingua il debito, che restituisca rata su rata tutto il capitale. Quel capitale ? al 90 per cento denaro creato dal nulla, e al 10% sono soldi vostri, il vostro deposito. Non ? della banca, ? vostro, e alla banca non interessa nulla. Quando un debitore estingue il suo debito e restituisce il capitale, per la banca ? una noia: ora deve trovare qualcun altro da indebitare. Quel che conta, per la banca, ? che il debitore continui a pagare gli interessi, magari in eterno.
Perch? la banca lucra l?. Perch? finch? il debitore paga gli interessi, la banca pu? mantenere il prestito che gli ha fatto alla voce attivi.
In questo senso, il debitore ideale ? lo Stato, gli Stati. La banca presta allo Stato comprandone i Buoni del Tesoro, che sono cambiali, promesse di pagamento. Ma nessuno si aspetta mai che lo Stato, alla scadenza dei Bot, paghi se non con l'emissione di nuovi Bot, di pari ammontare, a scadenza pi? lontana. Questo ? l'eterno debito dello Stato; non risulta che nessuno Stato sia mai, nella storia, uscito dall'abisso del debito perpetuo. E' proprio questo a rendere felice la banca: perpetuamente lucra gli interessi sui Bot, e del resto pu? in ogni momento rivenderli al pubblico.
Accade che gli Stati non riescano pi? nemmeno a pagare gli interessi. Accade sempre pi? spesso, nel terzo mondo. Ma i tempi non sono pi? quelli di re Edoardo d'Inghilterra, che ripudi? il debito coi banchieri fiorentini e li rovin?. Oggi, agli Stati decotti non ? consentito ripudiare il debito, non ? consentito fallire. Non ? pi? permesso loro di rovinare i banchieri.
Quando l'Argentina o la Costa d'Avorio, debitori eterni, non ce la fanno proprio nemmeno a pagare gli interessi, la banca li soccorre nel proprio interesse. Se il debitore si dichiara insolvente, la banca dovr? cancellare il prestito dai suoi libri contabili, e pagare con i soldi dei suoi azionisti e padroni la perdita corrispondente. In fondo, basta che il debitore continui a pagare gli interessi su quel debito (non le quote-capitale), sicch? la voce continui ad essere un attivo nei libri della banca, e il lucro della banca continui a piovere. Non ha soldi per gli interessi? Ma ci pensa la banca: apre al debitore un altro prestito, creando dal nulla il nuovo denaro necessario perch? quello paghi gli interessi. E' il miracoloso prestito-ponte, tanto praticato verso il terzo mondo. Il denaro fresco non entra nemmeno nel paese; passa da una all'altra scrittura contabile della banca creditrice. Miracolo: il vecchio prestito andato a male resta nei libri come attivo, anzi l'attivo ? addirittura accresciuto dal nuovo prestito, e produce ulteriori interessi per la banca.
Ma, prima o poi, il debitore comincia ad entrare in affanno. Si accorge che non pu? costruire una scuola o un ospedale, perch? tutto quel che riceve dalle tasse va a pagare gli interessi alle banche creditrici. A quel punto, Argentina o Costa d'Avorio smettono di pagare gli interessi.
I banchieri si stracciano le vesti. Fanno la faccia feroce. Minacciano il debitore insolvente: d'ora in poi nessuna banca gli far? pi? credito. Le due parti s'incontrano, l'autorit? politica interviene (lo Stato delle banche creditrici), interviene il Fondo Monetario; alla fine della sceneggiata, immutabilmente, viene raggiunto un compromesso. Il debitore riceve un altro prestito (e sono tre), non solo per pagare gli interessi sui due prestiti precedenti, ma per poter costruire il suo stupido ospedale. E la banca pu? iscrivere nei suoi libri contabili un altro attivo pi? grosso, che frutta ancora pi? interessi e pi? profitti.
In una fase ulteriore - il debitore ? ormai nei debiti fino al collo - si ricorre a un altro sistema gi? perfettamente sperimentato. Le banche vi ricorrono quando tutti gli introiti dello Stato debitore, imposte e guadagni delle esportazioni, vengono risucchiati dal pagamento degli interessi. In questo caso, le banche soccorrono: propongono al debitore una rinegoziazione del debito. Che significa questo: il debito viene prolungato nel tempo. Gli interessi che il debitore deve pagare sono ridotti un poco, ma ora li deve pagare per un numero superiore di anni, di decenni. Il debito raggiunge finalmente lo stato di eternit?: lo Stato indebitato intanto paga e paga interessi. Nei libri delle banche, resta il famoso attivo.
Ma il gioco, direte voi, non pu? continuare all'infinito. Ci sar? pur un momento in cui uno Stato sovrano, che affonda in debiti sempre pi? giganteschi e impagabili, trova il coraggio - come l'antico re Edoardo - di ripudiare il debito. Trasciner? nella rovina le banche? Nient' affatto.
Anzitutto, va detto che le banche hanno gi? guadagnato tanto, sugli interessi, da poter assorbire una eventuale insolvenza sovrana. Nel 1989, quando si present? uno dei ricorrenti rischi di bancarotta degli Stati latinoamericani, una rivista americana del settore ammetteva: "a parte i prestiti al terzo mondo, le nostre maggiori banche [statunitensi] funzionano con buon profitto.....ai livelli di profitto dell 'anno scorso, esse possono, in teoria, assorbire l'intero loro credito all'America Latina in due anni" (2).
In teoria. Perch? in pratica, le banche non sono per nulla disposte ad accollarsi le conseguenze della loro folle gestione. Gli azionisti non vedrebbero dividendi per un paio d'anni - oh sciagura - e i direttori centrali, magari, potrebbero venir licenziati. E poi, ? una questione di principio: se si spargesse la voce che le banche, almeno una volta, hanno rimesso i debiti, l'intero business andrebbe a catafascio.
Accade dunque questo. Il ministro delle Finanze del paese indebitato e il capo dei capi del consorzio bancario che l'ha indebitato vanno insieme dal capo del governo del paese dove hanno sede le banche creditrici. Mettiamo che sia il presidente degli Stati Uniti; gli viene fatto presente che se il debitore smette di pagare, i mercati saranno sconvolti, la finanza internazionale verr? scossa, il credito mondiale si ridurr? a un rigagnolo, il paese debitore cesser? di importare merci made in Usa, insomma il popolo americano ne soffrir? grandemente. La solfa viene ripetuta - con i toni pi? apocalittici - ai senatori e deputati del Congresso; agitata sui giornali, alle tv dagli esperti consulenti ed economisti famosi.
In definitiva, il governo e il Congresso (o il parlamento) vengono convinti che ? necessario che loro forniscano denaro fresco - denaro dei contribuenti - al paese debitore, in forma diretta o indiretta; con l'assicurazione che il debitore pagher? gli interessi, non solo, ma con quel denaro fresco attiver? programmi economici lucrosi, che lo renderanno capace di restituire tutto.
Di solito, a questo punto, il debitore deve accettare rigidi programmi di austerit?, perch? non scialacqui quel denaro, ma lo metta a frutto per poter pagare i creditori. Di solito ? il Fondo Monetario a coprire questa funzione, come agente dei creditori: di fatto, lo Stato perde la sua sovranit?, viene governato dal pignoratore mondiale, che occhiutamente taglia ogni programma sociale - strade, scuole, ospedali - come spese inutili, che sviano denaro dallo scopo supremo: ripagare i creditori.
In compenso, le banche accettano - generose - di cancellare una parte del debito. Di solito una parte minima. E' un gesto utile. Altrimenti, lo Stato sarebbe stato dichiarato insolvente, e il debito cancellato sarebbe stato, per le banche, totale. Invece, con quel piccolo gesto, pu? continuare la pioggia lucrosa degli interessi.
A quel punto, inoltre, il governo Usa - che ha stanziato per legge aiuti finanziari straordinari allo Stato indebitato - diventa garante del debito; se il debitore non dovesse farcela a pagare, pagheranno gli americani. I contribuenti.
Gi?. Perch? quel denaro, mobilitato da agenzie internazionali, aiuti allo sviluppo, sussidi diretti, importazioni, che finisce per tornare alle banche via via che il debitore faticosamente paga, ? denaro dei contribuenti. O peggio: denaro creato dal nulla dalla Federal Reserve.
E via via che questo denaro generato dal nulla arriva alle banche, esse lo prestano, lo iniettano di nuovo nell' economia statunitense e mondiale: dove si mescola col denaro circolante, e ne diluisce il valore.
A quel punto la massaia si lamenta che le zucchine sono aumentate, e incolpa il fruttivendolo. Perch? i prezzi salgono. Ma non sono i ,prezzi che salgono, ? il dollaro - o l'euro - che perde valore, perch? ci sono troppi dollari o euro in circolazione. E chi li ha messi in circolazione? La banca. La madre di tutte le inflazioni.
______________________________________________
1)l'aggettivo produttivi ? essenziale:sono i lavoratori che producono merci e servizi utili alla comunit?.La maggior parte ei funzionari statali ?,in questo senso,improduttiva:vengono pagati ma non producono ricchezza reale.
2) Overseas Lending Trigger for a Severe Depression?, su Banking"Safety Digest, agosto 1989, p.3
Avatar utente
carlo
Amministratore
Amministratore
Messaggi: 7325
Iscritto il: 26/09/2003, 2:02
Località: Roma
Contatta:

FATECE LARGO

Messaggio da carlo »

A proposito della situazione cubana che si ? venuta a creare dopo la malattia di Fidel Castro e il passaggio dei poteri al fratello Raul, ricevo questo breve racconto ironico da Alejandro Torreguitart (L'Avana, 1989) che diffondo nella sua traduzione italiana. La diffusione del racconto non ha scopi di lucro. Autorizzo sin da ora la sua riproduzione e la pubblicazione su internet e su carta da chiunque fosse interessato.

Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi



Fidel, fallo per noi non ci lasciare






Grande notizia oggi in Cubavision. Non ci sono i cartoni animati prima del Noticiero, hanno sospeso pure il film americano e la telenovela sui froci, quella che piace tanto a Mariela e che io ne farei pure a meno di guardarla, preferisco Sex and City sul satellite, lo vedo da Paco pure se ? proibito, lui ha trovato il modo. Si trova sempre il modo qui all?Avana, tutto ? proibito ma tutto ? permesso, basta dare la mancia alla persona giusta, tenersi buono il vicino, allungare qualcosa al rappresentate del partito. Ma non divaghiamo che oggi c?? la grande notizia. Tutto il resto non conta. Fidel sta male, deve operarsi, pare che sar? una cosa lunga, non riuscir? neppure a festeggiare il compleanno, ma stai sicuro che lo fa pi? in qua, magari mette in piedi una megafesta con la scusa dell?anniversario della Rivoluzione, che ormai lo scrivo maiuscolo per abitudine ma questa cosa qui mica mi viene bene. Fidel ha lasciato il potere nelle mani del fratello, un ragazzino di settantacinque anni, uno che quando apriva bocca lui lo rimbeccava sempre, della serie tu stai zitto che non capisci niente cosa ne vuoi sapere della Rivoluzione, occupati dell?esercito, fai la guerra con i soldatini, pensa alla Cina e al modello comunista che va verso il mercato, ma rompi poco le palle. Insomma, ora come ora questo ragazzino di settantacinque anni che in televisione lo vedi sempre con la sua bella divisa verde olivo stirata di fresco, occhiali da talpa, baffetti radi, statura mingherlina che pare il figlio scemo di Fidel sarebbe il depositario della Rivoluzione. Stiamo messi bene.

?Comanda il partito. Raul non conta niente? dice Paco, uno che suona con me nell?Esperanza. Lui ha una voce che quando canta leva di sentimento, ma oggi non ha tanta voglia di cantare.

?Non so cosa ? meglio?? sussurra Pablo che ha messo da parte la chitarra. Pure lui non prova. Non ne ha voglia.

Manuel se ne sta fermo da una parte a guardare la sua tromba e la rigira tra le mani come in attesa di qualcosa che non viene. Armando ha posato maracas e timbales su un tavolo e sorseggia un caff?.

?La batteria serve a poco se voi non collaborate? dico.

Pi? mercato e meno Rivoluzione, scrivono i giornali che vengono da fuori, quelli proibiti che raccontano le cose come stanno o almeno ci provano. La Rivoluzione ? sempre pi? forte, recita il Granma, ma su quello c?era da stare pi? che sicuri, per il Granma la Rivoluzione ? sempre mas solida y fuerte, la musica non cambia mai.

?Paco, cazzo, adesso leggi pure il Granma?? dico.

?Che cosa devo fare? Dovr? informarmi in qualche modo??

?Se t?informi con il Granma sei a posto??

No, le palle del Granma proprio no, quelle me le risparmio e se oggi non ? giornata e non si prova finisce che me ne torno a casa e mi metto a studiare che c?ho un esame di letteratura cubana tra poco e mica sono preparato. Un amico mio che viene dalla Spagna m?ha portato l?opera completa di Cabrera Infante e io me la sono letta quasi tutta, pure se lo so che nell?esame di letteratura mica ce la trovo, non serve a niente. Magari dovrei studiare Abel Prieto e la narrativa contemporanea, quella che piace tanto al partito perch? sta dentro alla Rivoluzione, come ha detto Fidel. Dentro la Rivoluzione tutto, fuori dalla Rivoluzione niente. Preferisco fuori, comunque, anche perch? non riesco mica pi? tanto a capire che cosa sarebbe questa Rivoluzione, vorrei essere cos? sicuro di difenderla come chi non la deve subire, ch? loro ci riescono bene, non hanno la tessera, non devono fare i conti con il riso che manca dopo sette giorni e con i fagioli da risparmiare. Sarei rivoluzionario pure io se mangiassi bistecche ogni giorno, guarda, sarei un compagno perfetto, crederei a tutto quello che dicono, al pericolo che viene dagli Stati Uniti, alla prossima invasione, alla minaccia americana, all?embargo che ? la sola causa dei nostri problemi. Credo a tutto, Raul. Te lo giuro. Per? dammi da mangiare un po? di carne, magari gi? che ci sei trovami pure un vestito nuovo, ch? questa camicia bianca e i pantaloni sono consumati, pi? li lavo pi? si strappano, magari dammi anche un paio di scarpe nuove che queste sono tutte rattoppate, magari vedi se m?insegni come fare per arrivare alla fine del mese con cinque dollari in tasca. Magari ? meglio se me ne sto zitto. Magari.

E insomma, gira picchia e mena, me ne torno a casa che le prove non le ho fatte, il concerto chiss? se lo faremo, forse i turisti che c?hanno chiamato si faranno vivi e noi improvviseremo Hasta siempre comandante, tanto si sa che vogliono quella, specie se sono italiani, e a me viene sempre la voglia di fare il rap di Rey el vikingo, quello che dice Hasta cuando comandante, sarebbe pi? in tema, ma tanto per cambiare ? proibito, mica si pu?. Torno a casa e penso ancora alla notizia del giorno, quella che tutti si sussurra e nessuno c?ha il coraggio di affrontare. Mica sar? morto davvero, penso. Mica ci lascer? nelle mani del partito comunista? Mica ci far? governare dal fratello che pare un cartone animato e quando ride sembra Speedy Gonzales? Non lo so cosa succeder? ancora. Non lo so proprio. Forse niente come al solito e lui ritorner? come prima, magari malato, stanco, lo sentiremo dire le solite cazzate di sempre, la minaccia americana, l?embargo, la Rivoluzione mas solida y fuerte, il coraggio di Cuba. S?, lo so che sono tutte balle, ma dette da lui hanno un altro sapore e magari si sopportano meglio.

Fidel, fallo per noi. Non ci lasciare.



Alejandro Torreguitart - L?Avana, 7 agosto 2006

Traduzione Gordiano Lupi - diritti riservati





--------------------------------------------------------------------------------


Alejandro Torreguitart Ruiz (L?Avana, 1979). Ha esordito in Italia con Machi di carta - confessioni di un omosessuale (Stampa Alternativa, 2003) che ha avuto un buon successo di critica e di pubblico. A gennaio 2004 ha pubblicato il romanzo breve La Marina del mio passato (Edizioni Nonsoloparole - Napoli) e a maggio 2005 il romanzo di ampio respiro Vita da jinetera (Il Foglio - Piombino) sul mondo della prostituzione. Sono in attesa di pubblicazione: Bozzetti avaneri, una raccolta di racconti che non sono racconti e La casa del piacere - notti di sesso all?Avana, storia di vita quotidiana nella Cuba del periodo speciale tra jineterismo e arte di arrangiarsi. Alcuni suoi racconti di impronta politico-esistenziale sono stati pubblicati da quotidiani e riviste. Gordiano Lupi ? il traduttore e il titolare per lo sfruttamento dei diritti sulle sue opere in Italia e per l?Europa.
Rispondi