una follia di ieri sera

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mcar
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una follia di ieri sera

Messaggio da mcar »

Ciao Ieri non sapevo cosa fare ed ho scritto sto raccontino stupido.
ditemi voi se devo vergognarmi o suicidarmi....

non badate alla grammatica la rivedo alla sesta settima stesura

L’ALCOLISTA

La testa gli  girava, il mondo aveva ripreso il consueto moto rotatorio total serale,  ma malgrado tutto sapeva di dover  continuare a guidare,.. mancava solo un ora alla festa … e lui non poteva non essere presente … ne era il fulcro … la star… senza di lui non si sarebbe potuto compiere il rito ….
Ricordava quando  tre anni prima la via Larga, a Milano, gli sembrava  esattamente larga la metà di come la vedeva in quel momento a causa dell’effetto di sdoppiamento ottico visivo causato dal solito stato di ubriachezza totale
Ad ogni modo il grande allenamento alcolico sensitivo quotidiano lo rendeva in grado di guidare la sua Lamborghini 678 super sport assetto ribassato  con vetri elettrici e aria condizionata, ad una velocità di crociera media di 180 Km orari pur essendo  vicinissimo al coma etilico.
“ Il trucco sta nel mantenere una media esatta tra le immagini sdoppiate” si diceva spesso. Aveva risolto in pratica il teorema dell’ubriacone e cioè:

Un Ubriaco C  deve percorrere una via X ma ne percepisce due ben distinte che chiameremo A e B.
La Via X= (A+B) /2.

“ Per questa sera è l’ultima, dopo potrò tornarmene a casa e svenire nel mio letto, nel caso in cui non riesca ad arrivarci svengo dove mi trovo” , era la settima e ultima festa della faticosa giornata itinerante , iniziata come di consueto alle dodici del mattino, subito dopo  La prova del cuoco, e protrattosi fino alla solita mezzanotte.
Non era un uomo felice, o meglio sarebbe anche potuto esserlo, in fin dei conti si era abituato a vivere una realtà filtrata dalla nebbia dei fumi dell’alcol, inoltre i soldi non gli mancavano, le donne gli cadevano praticamente ai piedi e il suo nome era conosciuto e famoso, non c’era un italiano che non lo conoscesse o che non lo imitasse almeno una volta nella vita  inscenando in famiglia il famoso rito del quale era l’assoluto protagonista.
Purtroppo il fisico,però, non reggeva più come una volta e il  medico gli aveva già diagnosticato una  cirrosi epatica di tipo FSA ( fegato spappolato dall’alcol) aggravata da uno stomaco sensibilmente indebolito dalla continua acidità dei 40° etil.
Infatti sempre più spesso lo colpivano improvvise  contrazioni epato-intestinali, non riusciva nemmeno più a trattenersi per espletare la consueta attività evacuatoria orale nella intimità del suo appartamento, e sempre più spesso era costretto a fermare l’auto dalla folle corsa per  sporgersi dallo sportello, all’uso aperto, ed allontanare in questo modo il rischio di veder irrimediabilmente rovinati i sedili in simil pelle di foca monaca della sua lussuosissima Lamborghini.
“cazzo devo fermarmi”
Con un movimento oramai perfezionato dalla consuetudine, effettua una rapida manovra di frenata in  curva brusca, ponendo il mezzo nei pressi del  marciapiede il tutto mentre simultaneamente effettua un apertura portello guida con rimessa a volo ( non chiedetemi di cosa).
L’attività liberatoria era direttamente proporzionale alla riduzione della vorticosità ottica, più si liberava e più diminuiva il giramento di testa.
In pratica per lui era quasi un piacere farlo , peccato che non avesse sempre a disposizione un luogo più adatto della sede stradale in cui scaricare “ ma quanto mi costerebbe montare un sanitrit nella Lamborghini, ok.. non sarà elegante ma sicuramente efficiente e poi potrei scaricare i costi in quanto lo considererei un asset aziendale” questi ed altri pensieri confusi stava facendo quando notò alle sue spalle una luce Blu lampeggiante.
La pantera della polizia con una manovra perfetta , chiamata di blocco, parchèggiò esattamente davanti alla Lamborghini di modo da evitarne l’improbabile fuga, come i servizi segreti avevano insegnato a tutti gli agenti operativo stradali dopo anni di estreme sperimentazioni.
I tre agenti sceserò dalla vettura e lui subito ne ricalcolò il numero “cazzo starò meglio perché ne vedo solo tre ed ovviamente non possono essere uno e mezzo quindi ne deduco che sono due”, a quel punto dovettere ammettere  che la legge dell’ubriacone non era a prova matematica almeno che non si ponesse il postulato che la misura alcolemica dovesse superare di 50 volte il limite consentito dalla legge e si sa che dopo una bella vomitata tale misura alle volte scende vertiginosamente.
Mentalmente la riformulò:

Stante una misura alcolemica superiore di 50 volte il limite consentito;
Se un Ubriaco C  deve percorrere una via X ma ne percepisce due ben distinte che chiameremo A e B.
La Via X= (A+B) /2. E si sentì soddisfatto.

Uno dei due agenti gli si avvicinò e chiese “tutto Bene?”
• Lui-“ si certo, sto solo vomitando”
• Agente1-“ma non sarà che per caso ha alzato un pochino il gomito oggi”
• Lui” no è che sono commmmmmpletamente “ l’ubriachezza gli dava anche dei fastidiosi problemi di linguaggio “ Ubria…hic…co”.
L’agente preso alla sprovvista da tanta onestà nonseppe come comportarsi, lui era da sempre abituato a persone che facevano del negazionismo inutile  una ragione di vita, quindi decise di fare un breve consulto con il suo collega:
• Agente 1 “ è Ubriaco!... Che facciamo? Lo picchiamo e lo arrestiamo per  resistenza a pubblico ufficiale”
• Agente2 “Bah non so…. Di solito lo facciamo con i poveri… questo è ricco…si vede dalla macchina”
• Agente1” e quindi ? facciamo un’extra procedura e prima di ogni altra cosa gli chiediamo i documenti?”
• Agente2 “ Si ma non diciamolo a nessuno non voglio essere preso per un frocio pacifista”
L’agente di polizia tornò verso di lui, anche se in realtà  lui vide arrivare una figura non ben definita . un’immagine sfuocata che tendeva pian piano a tornare al più confortevole doppio.
• Agente1- “ mi favorisca i documenti”
• Lui “ si agente  li avevo già preparati, eccoli”
Con grande professionalità l’agente glieli sfila dalla mano  per portarseli teco alla luce di un lampione e poterli meglio controllare, la sua faccia truce e delusa dalla mancata picchiaggione a questo punto si trasforma in una più tranquillizzante faccia con sorriso annesso:
• Agente 1 –“ ma poteva dirlo subito che era Lei” dice con fare riverente e modi decisamente più educati “ pensi un po’ che il mio collega aveva consigliato di picchiarla “ mentendo spudoratamente  “Per fortuna che un oretta fa abbiamo trovato un barbone svenuto in galleria, lo abbiamo arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, pensi un po’ che durante la colluttazione si è spezzato entrambe le braccia “ non volendo entrare oltre nel dettaglio e non volendo specificare  come un barbone svenuto abbia potuto far resistenza “ comunque è lei e quindi è tutto a posto”.
Era la solita storia, tutte le volte che qualcuno veniva a conoscenza del suo nome  ogni porta, qualsiasi resistenza e ogni problema veniva immancabilmente a cadere.
Era uno dei grandi vantaggi del suo lavoro, non era famoso come un attore, il suo volto era quasi sconosciuto e sarebbe potuto passare per uno qualunque in qualunque momento e al di la di  pochissimi fans accaniti praticamente nessuno lo riconosceva , ma il suo nome … quello si che era conosciuto, quasi quanto quello del papa o forse di più perhè il suo era più facile da pronunciare era italiano.
• Agente 1-“ sa … mi faccia una cortesia …. Mi vergogno un po’ a chiederlo ma sa come sono i figli… torni a casa dici indovina chi ho fermato oggi? E loro subito ti chiedono se ti sei fatto fare l’autografo” “ ecco si…. scriva al mio grande amico giacomantonio…” “ grazie, davvero non posso nemmeno esprimerle  quanto sono onorato di averla incontrata … a proposito se vuole la scortiamo noi dove va?”
• Lui-“ sto andando ad una festa … a casa della contessa fiordalenzi di vicentina in vulture di san bernardo … sa il solito rito quotidiano” ”comunque ce la faccio , la ringrazio e mi saluti suo figlio giacomantonio”
• Agente 1-“ certo … certo ne sarà felice e lo dirà a tutti i suoi amici” “ a proposito bella macchina … si vede proprio che SE NE INTENDE”
Ecco anche questa era fatta, oramai gli capitava spesso di essere fermato, non che la cosa gli desse particolare pensiero, tanto alla fine tutto si risolveva sempre  per il meglio, tranne quella volta che prima dei documenti gli era arrivato uno schiaffone.
“bah sono i rischi del mestiere purtroppo, ho voluto la bicicletta e devo pedalare … altrimenti restavo a fare il ragioniere al catasto come voleva la povera mamma”
Doveva fermarsi aveva bisogno di sigarette “questo è il mio unico vizio” diceva sempre a tutti e non vi avrebbe mai rinunciato.
SI ferma a prenderle in  un classico Bar della notte milanese, ricco di gente dentro , avventori, e  fuori ,tutti barboni con accanto enormi bottiglie di vino.
Entra e si avvia claudicante verso il barrista scortese,  Tipico esempio di gestore bar notturni della milano da bere,che  lo guarda senza vederlo nel servirgli  i sette pacchetti di cancer nere senza filtro.
Dopo aver pagato effettua una inversione per tornarsene con la tipica andatura a zig zag verso l’auto.
Unico problema è che questa andatura non essendo in linea retta gli decuplica il percorso da fare a piedi ma lui giustifica sempre il tutto come volontà di fare esercizio fisico.
Due barboni stesi per terra fuori dal bar lo guardano ed uno esclama:

• Barbone 1 “sai chi è quello”
• Barbone 2 “un accanito fumatore alcolizzato”
• Barbone1 “ma no è psppspsspspspsp”
• Barbone2” ehhh chi lo avrebbe mai detto, del resto il suo nome lo conosco ma la faccia non mi diceva nulla… e tu come fai a conoscerlo”
• Barbone1” beh è una lunga storia, quando si aprì il concorso per ricoprire quel ruolo, partecipai anche io, e sinceramente ero tra i presenti il più esperto … il più qualificato… ma poi vinse lui.. ti rendi conto un ex ragioniere al catasto”
• Barbone2” ma no…. Non mi dire e come mai ti ha superato… in questo sei imbattibile”
• Barbone 1” il nome … è stato il suo nome e adesso…”
• Barbone 2 “adesso lui è un ricco ubriaco felice e tu invece sei felice solo se sei ubriaco”.

Riuscì ad arrivare alla festa con venti minuti di anticipo rispetto l’inizio del rito, parcheggiò la macchina tra altre due, ma ebbe subito il dubbio di non aver tenuto conto della legge dell’ubriacone ed in tal caso voleva dire che  aveva parcheggiato sopra un'altra auto…ma tanto a lui nessuno diceva mai nulla.
Si avviò con solito passo da marcialonghista zig zag verso l’ingresso  e suonò alla porta.
Lo stavano aspettando tutti, come sempre il suo arrivo era atteso… lui era indispensabile senza di lui non si sarebbe potuto perpetrare il rito.
Le prime a notarlo furono la contessa Giselle la Fontaine de Baldrac, di evidenti origini francesi, e la contessina Carmelina del belvedere di Troia ( cosa avete pensato … Troia con l’accento sulla i, in provincia di foggia).
Entrambe sfoggiavano gli ultimi abiti  acquistati dalle boutique in via della croce modelli dolce e gabbate( per il rapporto prezzo qualità).
Appena lo videro, si impettirono, e i loro costosissimi siliconi spuntarono dalle costosissime ma piccolissime camicette:
• Contessa de Baldrac “ ma è proprio lui…. Non l’avrei nemmeno riconosciuto se non avessi saputo che sarebbe venuto”
• Contessina Troia con l’accento sulla i “si hai visto che portamento fiero non lineare…. Ecco perché tutte ma proprio tutte le donne cadono ai suoi piedi”
• Contessa de Baldrac “Beh mi hanno detto che è stato con l’attrice minzocchia , quella dei filmini hard e addirittura con la figlia non riconosciuta di un cardinale”
• Contessina Troia con l’accento sulla i “Beh al di la della sua impotenza acolicocronica non si può dire che non abbia fascino e poi dicono che è un vero INTENDITORE in fatto di donne”
Lui nel frattempo stava litigando con un porta abiti al quale chiedeva insistentemente che gli venissero serviti degli stuzzichini “ lei non sa chi sono io “ diceva in un ubriaca mania di onnipotenza” ed è inutile che fa finta di essere un porta abiti perchè sebbene completamente bevuto ci vedo ancora quasi bene”
Passava in mezzo alla folla come un dio, vomitava in un angolo e tastava il culo ad un conte chiamandolo bella fica e via proseguendo nel suo delirio cronico liquoroso.
Ad un tratto tutti diventarono muti, era giunto il momento del rito, lui lo sapeva aspettava quel momento, si sarebbe tolto l’ultima incombenza con lo sponsor e dopo sarebbe potuto tornare a casa…
Il rito ebbe inizio con la chiamata..
“dai guarda c’è Michele”
“Michele …Michele …vieni un secondo e dicci cosa ne pensi”
Michele, si questo era il suo nome si avvicinò….. afferrò il bicchiere che gli porgevano e con gesti da esperto, gesti provati e riprovati  migliaia di volte ,portò il braccio in alto, mise il bicchiere contro luce e guardando il liquido giallo in esso contenuto  disse:
“ Colore Chiaro”
Dopo con una professionalità che solo un super allenato può avere portò il bicchiere allo bocca, bevve e disse:
“Gusto Pulito… è Glan Glantr” e subito dopo Michele L’Intenditore entrò in coma etilico e piombò sul pavimento privo di sensi.

Ora dato che responsabilità sul finale non ne voglio lascio a Voi la scelta tra i possibili finali:

Lieto Fine
Michele l’intenditore viene soccorso e portato in ospedale, li viene curato e disintossicato, si iscrive all’anonima alcolisti e lascia il suo posto di intenditore per tornare a fare il ragioniere al catasto.
Non tocca alcol da tre anni e si è sposato con una sua collega amante del sadomaso che lo frusta ogni sera.
Il suo posto è stato preso dal barbone che questa volta prima del concorso aveva cambiato il suo nome all’anagrafe in Michele L’intenditore.
Con la passione che ci mette nel suo lavoro ha fatto impennare le vendite di whisky  tanto che il giovane presidente della Glan Glantr appena uscito dalla bocconi ha avuto già un incentivo di produzione di un milione di euro.

BRUTTA FINE
Michele viene soccorso , portato in ospedale. Qui viene a contatto con l’anonima alcolisti del dott. Mengele ex primario di Harteim. Questo gli consiglia di smettere di bere e magari incrementare il suo Hobby sigarette.
Ben presto la stessa cancer srl, produttrice delle omonime sigarette, sapendolo libero da vincoli contrattuali lo scrittura per una pubblicità.
Appare lui in video con quattro sigarette per mano che dice “cancer nere senza filtro… con tabacco della giamaica e bitume…. Che delizia” “Cancer Fumi tanto ma per poco”. E infatti lui durò tre mesi , stroncato da una neoplasia al polmone destro il giorno stesso in cui il medico gli aveva comunicato che il suo fegato era finalmente in ottime condizioni.
Al suo posto il giovane presidente della Glan Glantr assunse un nuovo Michele l’intenditore che avevo il solo difetto di possedere un doppio nome “michele onesto l’intenditore”.
Questo divenne ancora più celebre dell’originale per la sua frase “ colore chiaro…gusto pulito… fa schifo”(era onesto)
La sua celebrità purtroppo non salvò l’azienda che fallì in tre settimane , il giovane presidente tutt’oggi beve 24 litri di whisky al giorno per non fare andare a male le scorte di magazzino.

Finale Agro Dolce
Michele viene salvato dalla contessina Troia, della quale si innamora e che  sposa promettendole di non bere più whisky.
Questa però in onore dei suoi natali lo tradisce con il giovane presidente bocconiano, gli agenti di polizia, i barboni e anche con un rapporto lesbo chick con la contessa de Baldrac.
Michele per la sofferenza si ubriaca dalla mattina alla sera non percependo soldi dallo sponsor però in quanto beve solo Rum ( ve lo avevo detto che non avrebbe più bevuto whisky.

FINALE FOLLE
Michele rinviene due ore dopo sul divano, chiede di andare in bagno ma nella realtà si reca alla ricca armeria di casa fiordalenzi di vicentina in vulture di san bernardo e prende in prestito una 44 magnum con sette caricatori di scorta.
Ammazza  tutti gli ospiti della festa , e  dopo e si scola la sua ultima bottiglia di Glan Glantr.
Morirà a poche ore di distanza nonostante i ripetuti tentativi di rianimazione da parte dei barboni, disturbati in questo dagli sfollagente degli agenti di polizia.

Dico la mia, dite la Vostra se non è bella sarà una Mostra.(lo so non c’entra niente
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Re: una follia di ieri sera

Messaggio da carlo »

ciao mc, no non ti suicidare :) non è male anzi
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