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Inconsciamente astemia
annaspo in barili di vino
non reggo il tasso
alcolico
del mutuo
glicemico,
demone bambino
di quando vedevo i grandi
ingerire i liquidi e sputare risate
sapevo del pericolo
di lunghi e colorati colli
etichette frastornate da lacrime
che appiccicano
e ci tengono incollati
a sogni e mal di testa.

Ti ricordi che bella che ero?
Fumavamo sigarette sotto a un pino
a dispetto del controvento.
Sono sempre stata sola
stupidamente con la paura
troppo
troppo magra
troppo sensibile
troppo taciturna.
Invece ero solo io.
Ho preferito / cercare/ di cambiare
anziché accettare.

Bella. Ci sei riuscita, poi, a cambiare?

Ecco, no.
Ho cercato di assoggettarmi agli altri, io come sono non vado bene dicono...
Ma non ci sono riuscita.

Già, ti capisco...

Kimono di pessima fattura
come i tuoi complimenti
regali
ricercati
dalla polizia
misericordia infinita
finita pende dalle mie mani consumate
e il verde acceca.

Ti ho già detto 
che alla fine del giorno 
ritorno 
per strade conosciute 
ticchetto su sanpietrini unti 
da merenda di ragazzi 
ti ho già detto che 
normalmente conto i passi 
scorrono uguali 
chilometri di nulla 
di sentieri 
claustrofobici 
di volti conosciuti 
incubo quotidiano 
familiare 
e ad attendere 
un focolare 
una stufa confusa 
scalda vivande 
acide 
mancanti di sale 
e d'amore.

Ci si inchina ammirati
alle prodezze del cielo
nessuna macchina
pensiero o azione
oscura il brivido
della luna che abbraccia il sole.

Ho trasgredito.
Sono andata a Messa con l'uomo che amo.
Ma senza stima
non esistono preghiere.