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Come mi fa impazzire
quando mi chiami
maledetto
si, ti ho pensato
intensamente.
Le sdraio in giardino
solitarie
mi riportano a ieri
per un attimo ho rivisto noi
mano nella tua mano
occhi nei miei occhi
e se mai fosse passato qualcuno
nel vederci
ci avrebbe trovato belli.
Stringero' il cuscino
questa notte
senza contegno
senza la paura di fargli del male
e nella notte
manchera' la tua mano.

Di Umberto Albiero.

Rosse di carta a forma di cuore
Valentine opprimenti viaggiano
di un rosso porpora
sangue
mantello toreador
hai detto -ti lascio-
ma sono capace di una convivenza
civile
e civilmente entri ed esci come ti pare
Valentine del cappero
verde prato
o verde cappero
la cappa del torero è rossa
ah sì, le Valentine
la tua incoerenza
con le dita stai disfacendo
la tua cupidità
da solo resti in camera
da solo mangi
da solo resti solo
un giorno hai detto basta
e basta è stato
e non puoi tornare indietro
ma quelle maledette Valentine
ti fischiano all'orecchio
che se sei innamorato le detesti
se sei solo
le vorresti.

Valentine.

Una visione
di un viso che mi piace
e stringo
parole che scappano come canarini
da una gabbia
lasciata aperta per errore
urlo? Non urlo.
La voce e' rauca
disegna lo stesso suono di un bicchiere che vola
verso terra
come un incantatore di serpenti
ti sussurro
"abbi pieta' amore"
quella che non ho avuto io
perche' la vita e' lesta
di sgambetti e insulti
e forse tu mi puoi aiutare
a registrare
ad avvitare e stringere bulloni
carta seppia che sfrigola le dita
chiodi e colla
che cola ad aggiustare
quel che di buono di me
posso salvare.

È sempre bello leggerti

:)

Nessun verso al dolore del corpo
Eppure così vivo
Reale
A volte unico riverbero
Che si lascia udire
Quando scompare ascolti l 'aria
Ti accerti che si sia allontanato
E sorridi
Nessun verbo alla sofferenza del corpo
Come fosse vergogna
Come se solo l'anima sia nostra compagna
Come fossimo eterni
E la carne
Un pesante armadio fuori moda
Amate la pelle
Attraverso essa passa la voce del verbo
Amore.

Trovo
la solitudine degli uomini
dolcissima
Il padrone che passeggia col cane
l 'ubriaco che ride da rito
il pizzaiolo senza pizza da fare
la signora che discute coi gatti
il motociclista e la sua moto
due e non più due
di due ne resta uno.

Regina autom tuus.
Tu sarai il mio regno
io la tua Regina
e forse bottoni da cucire
e olivetti lettera 22
dall'inchiostro balbuziente.
Carezze
pensieri
banalità
mai più niente di pubblico
non condivido
terra
sangue
il nostro tempo,
paura e gioia
disfacimento per ricostruire
lavare dall'inutile
le nostre parole
e coraggio
nell'esibire.
L'uomo è un animale
da non rappresentare
e tu
sei il mio Re.

"trovo" mi piace molto

Via.
Col vento.
Ci(2)
Stiamo(3)
Perdendo(1).
Perche' non abbiamo i coglioni.
Ma nevicherà comunque
pelle e ossa
pelle rossa
antipodi
chiuso nelle
tralle
tue mura
oDiomio
domani è un altro giorno.