Fenomeni editoriali

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patrizia mazzonetto
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Messaggio da patrizia mazzonetto »

It means I'm living in a Diogen's house
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hombre sincero
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R: Fenomeni editoriali

Messaggio da hombre sincero »

Hv a nice time dear.

Buena suerte!
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Mat
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Messaggio da Mat »

Ieri sera per puro caso mi sono imbattuto in Alessandro Piperno intervistato dalla Bignardi su La 7. Pare che il suo "Con le peggiori intenzioni" sia il caso editoriale del momento. E naturalmente ? uno di quei libri che a quanto pare o lo ami o lo odi. Io non l'ho letto, per? sono rimasto colpito dalla figura del Piperno, e magari dopo dico anche in che senso: fatto sta che quasi quasi gli compro il libro. Qualcuno l'ha letto? Che si dice?

Quanto ai fenomeni editoriali in generale, io inviterei a non sopravvalutare il potere dei media: personalmente non ho mai creduto e continuo a non credere al fatto che un successo si possa costruire davvero a tavolino, soprattutto nel caso di un esordiente. I grandi media sono come le banche, che prestano i soldi solo a quelli che li hanno gi?: parlano di te solo quando sei gi? famoso. Poi, certo, ti fanno diventare pi? famoso ancora, magari poi esplodi, ma non inventano niente: si accorgono di te solo quando hai gi? venduto a livelli superiori alla norma. E in ogni caso, se non tocchi l'anima del lettore, puoi essere raccomandato finch? vuoi ma se non scrivi niente di buono o di interessante, la gente non ti compra. Certo, se sei gi? famoso hai un'opportunit? in pi?: per? questo non ? un problema dell'editoria, bens? ? un problema generale. Funziona cos?, in ogni campo per ogni cosa. "Cos? va il mondo. O meglio cos? andava nel secolo XVII". O no?
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carlo
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Messaggio da carlo »

e allora tu pensi che mellissa p sia un autrice esordiente fortunata, e basta?
Mat
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Messaggio da Mat »

Non lo penso io: lo ?. Ha incontrato l'editore giusto che stava cercando il tipo di cose che lei proponeva. E non un editore purchessia, bens? un editore gi? ben distribuito di suo. Lo dimostri il fatto che Lain ? diventata un'etichetta distinta da Fazi Editore e si caratterizza per una ben precisa linea. Inutile stare qui a sostenere se Melissa ha incontrato Lain e Lain Melissa, o se invece Lain ? nata per sfruttare il filone di Melissa: tanto ciascuno continua a pensarla come crede, o come gli garba credere. Fatto sta che Lain ? un progetto editoriale ben riconoscibile: uno pu? essere o meno d'accordo con quella linea, per? ha una sua coerenza e una sua identit? editoriale, la qual cosa non mi sembra banale. E non dico certo ci? per lisciare il pelo a nessuno: quello che scrivo io non ha nulla a che fare con quella linea.

Le sue vendite sono state spinte dalla pubblicit?? Ma scusate: quale pubblicit?? Quella datale da Costanzo e a cascata da tutto il resto dopo, certo. Ma a quel punto aveva gi? venduto oltre 50mila copie. E tutti noi qui dentro faremmo la firma per "fermarci" a 50mila copie vendute...

Quelle 50mila le ha vendute per la forza intrinseca del suo libro: semmai discutiamo su quale sia stata questa "forza intrinseca": meriti letterari? scandalismo e voyeurismo dei lettori? Il punto sta che Melissa P. ? stata raccomandata (da chi? presso chi?? presso un milione di lettori??) o che le masse di lettori sono attirate dai libri che "fanno casino" (Cento colpi) e dai nomi "altisonanti" (Faletti)?

Melissa P. esordiente fortunata? Fortunata perch? ha trovato qualcuno che l'ha pubblicata, o fortunata perch? ha venduto tanto? Sempre che di fortuna si tratti: sai, bisogna intendersi su che cosa si intende per "fortuna". Non ? detto che vendere un milione di copie a 17 anni sia la cosa pi? salutare. Sia chiaro, non mi sto pronunciando sul caso specifico: sto solo dicendo che forse essere fortunati non significa necessariamente avere successo di popolo al primo colpo.

Melissa P. ? finta? Beh, se io sono uno scrittore vero, quello che fa una creazione finta non mi riguarda: stiamo giocando in due campionati diversi. Perch? se mai qualcuno si ? preso la fatica di inventare a tavolino Melissa P., allora Melissa P. non ha tolto spazio a nessuno, perch? coloro che vogliono un autrice virtuale non vogliono autori veri. E se davvero vogliamo credere alla favola dell'onnipotenza del marketing, significa che (non abbiamo capito nulla del marketing e) non ? cosa che rigaurda chi scrive per necessit?. Ripeto: due campionati diversi, o se vogliamo parlare in termini di marketing "due nicchie diverse, che non si fanno concorrenza".

E perch? parlare sempre e solo di Melissa P.? Margaret Mazzantini ha venduto quasi il doppio di Melissa, e scusate se mi sbilancio ma "Non ti muovere" merita ogni singolo euro incassato. Ha pubblicato perch? ? moglie di Castellitto? Non ne sono sicuro (era famosa gi? lei di suo come attrice e aveva anche gi? pubblicato altri libri), ma se anche fosse non credo proprio che abbia venduto un milione e mezzo di copie solo in Italia solo perch? suo marito ? famoso. E non credo che "Io non ho paura" ha venduto 700 o 800 mila copie solo perch? il babbo di Ammaniti ? un noto professionista romano. Per volare un po' pi? basso, mesi fa Licalzi ? finito su "Panorama" perch? i suoi libri viaggiano tra le 13 e le 20mila copie pur non avendo mai avuto uno straccio di recensione: ecco un esempio di come ? il successo che ti porta sui grandi media e non viceversa. Dopo quell'articolo Licalzi ? finito di nuovo nel dimenticatoio: eppure un articolo su Panorama dovrebbe essere una bella spinta, no? Evidentemente il libro di Licalzi aveva gi? dato il massimo agli occhi dei lettori, i quali potevano trovarlo comodamente in ogni libreria. Il successo si misura in spazi occupati sui grandi media, o in copie realmente vendute?

Stiamo attenti a non cadere anche noi nella trappola di questa societ? della comunicazione, in cui se non appari in tv tutte le settimane sei un fallito.

Quanta gente conosce Andrea Vitali? Eppure ? un tizio che con "Finestra vistalago" ha venduto almeno 40mila copie e ci ha pure vinto il Grinzane Cavour. Certo, la distribuzione: prima di quel libro, pubblicato da Garzanti, Vitali aveva pubblicato altri 4 o 5 romanzi, ma con editori piccoli. Ha avuto successo al sesto romanzo perch? quello era il migliore, o perch? ha avuto una distribuzione come si deve?

Magari ha avuto una distribuzione come si deve perch? l'ha pubblicato un editore grosso, e l'ha pubblicato un editore grosso perch? quello era il romanzo migliore che aveva scritto... A volte capita, di avere successo perch? si ? bravi (e Andrea Vitali lo ?).

Allora cosa ? che vogliamo? Pubblicare bene o essere famosi? Essere bravi o avere successo di popolo? Sono due catene di montaggio diverse, bisogna scegliere quale imboccare, e una volta iniziata la nostra strada non distrarci pi? a guardare quello che succede sull'altra corsia dell'autostrada.

Io ad Ammaniti non invidio le 700mila copie vendute: invidio il fatto di aver scritto un grande romanzo.
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carlo
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Messaggio da carlo »

Ma scusa, per te quella ? "letteratura", o un romanzetto squallido, che ha venduto tanto perch? ha ben solleticato i pruriti della media italica? e poi scusa, ma che credi, che quelli che vanno l? con il loro romanzo da costanzo che lo fa vedere, ci van per merito, o per amicizia, o spinta dell'editore?

se io pubblico un libro solo perch? penso che "l'idea" che quel libro sia una storia vera scritta da una 17enne maialetta faccia vendere migliaia di copie, non pubblico un libro, ma un idea, se poi la maialetta prima non si fa vedere in faccia, poi si fa vedere d'improvviso da costanzo, quando tutti sapevano che voleva rimanera anonima... beh, sinceramente, se uno dice "fenomeno costruito" non c'? da scandalizzarsi, poi merito all'editore, e a melissa, per carit?....

ma non ? letteratura, e non ha venduto perch? ? un bel libro, tutto qui.
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Messaggio da Mat »

Io mica mi scandalizzo, ci mancherebbe.

Ma allora non ho capito l'oggetto del contendere: il problema ? se "Cento colpi di spazzola" ? letteratura - o pi? in generale se Melissa ? una scrittrice, o ? il meccanismo che porta i libri ad emergere dall'anonimato? Nel primo caso il tempo e i prossimi libri di Melissa emetteranno la sentenza; nel secondo ho cercato di spiegare come la penso sul piano generale: cio? che credo che troppe volte si suppone che i mass media abbiano pi? potere di quello che hanno in realt?. Forse ? quest'ultimo punto che vale la pena sottolineare: a volte la frustrazione e la delusione ci (parlo in prima persona) fanno dipingere il diavolo pi? brutto e noi stessi pi? belli di quanto ? la realt
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Messaggio da Mat »

[quote=""carlo""]e poi scusa, ma che credi, che quelli che vanno l? con il loro romanzo da costanzo che lo fa vedere, ci van per merito, o per amicizia, o spinta dell'editore?
[/quote]
La domanda che un professionista della comunicazione di massa (e Costanzo lo ?, nel bene e nel male) pone a se stesso non ? "questo libro ? letteratura?" bens? "questo libro interessa al mio pubblico?"
Per questo ho parlato di due campionati diversi: so bene che se io un giorno vengo invitato da Costanzo non ? perch? sono "bravo", ma perch? sono "interessante". E il mio editore pu? anche essere l'amante di Costanzo in persona, ma a questo mondo nessuno regala niente e se io ho fatto un libro che al pubblico di Costanzo non interessa, Costanzo al suo show non mi ci fa andare. A parit? di "valore interessante" ? ovvio che ? avvantaggiato l'amico di Costanzo, ma a parit? di amicizia ? avvantaggiato quello che ha scritto la cosa pi? utile per Costanzo ed il suo share. Non basta l'amicizia, non basta. E' necessaria, s?, come in tutte le cose, ma non ? sufficiente. Per questo dico che si parla troppo di amicizie e raccomandazioni: ? giusto parlarne, che cavolo sono mica nato ieri nemmeno io, per? non lasciamoci distrarre pi? del lecito da questo punto. Senn? finiamo per dare l'impressione che ci riteniamo dei geni incompresi, e che a questo mondo vanno avanti soltanto i raccomandati privi di valore. Invece dopo un po' di lustri che sto in questa valle di lacrime mi sono convinto che alla fine, se uno rimane nel suo angolo di solito (non sempre, magari, ma di solito s?) ci ha il suo bel perch?. Che non ? perch? ? piccolo e nero.
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Messaggio da carlo »

ma si, per carit?, son daccordo con te che se uno non esce spesso ? perch? privo di valore pi? che di amicizie, e non intendevo dire che melissa p ? andata da costanzo per "raccomandazioni", dico solo che vista da fuori la cosa dell'anonimato prima, e del comparire poi sembrava ben studiata, il testo se uno lo legge non sembra neanche scritto da una ragazzina, e risulta talmente piatto che sembra incredibile sia anche solo stato pubblicato, eppure ha venduto copie a camionate.
Non ? quindi per merito dell'autrice, secondo me, chiamala fortuna, chiamala "un buon progetto editoriale", o chiamala fenomeno costruito, resta il fatto che spesso il libro che pi? vende ? quello con meno qualit? (e stesso discorso si potrebbe fare per la musica o per il cinema...) e che il "fenomeno editoriale" spesso sfrutta la moda del momento (poco prima del boom di melissa p, ci fu il in francia il caso letterario dell'autrice afermata che confessava di aver fatto varie orge, e raccontava le sue emozione...) e, come dici te, priviligia lo "share" alla qualit
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Messaggio da Max_72 »

Io ho letto racconti del genere (di perfetti sconosciuti) molto pi? belli.

Oltre ad averne scritto uno io, ma non conta ;)
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