Clandestini: meglio la Spagna dell’Italia

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Mario Pulimanti
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Clandestini: meglio la Spagna dell’Italia

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Clandestini: meglio la Spagna dell’Italia

Per gli immigrati vivere in un campo profughi non è certamente una condizione invidiabile. Però non ci si deve dimenticare che il nostro Stato li ha accolti, provvedendo ad alloggiarli, con un costo giornaliero di quaranta euro a persona. Tra l’altro molti di loro non avrebbe neppure il diritto a tutto questo, non disponendo dei requisiti necessari per essere considerati rifugiati politici. Eppure spesso queste persone si lamentano per la qualità del cibo, i giacigli scomodi, il caldo eccessivo o l’assenza di wi-fi. A tutto c’è un limite: non sono venuti in Italia in vacanza, ma perché sono in fuga dai loro Paesi. Ora qui da noi hanno trovato un Paese che li ospita e con la possibilità di dare un nuovo futuro alle loro vite. Per tutto ciò non si pretende gratitudine. Ma rispetto, quello sì. Altri Paesi europei sono memo tolleranti del nostro. In Spagna, per esempio, dopo un’imponente sanatoria messa in atto dal governo Zapatero nel 2005 c’è stata in seguito una brusca retromarcia. Infatti, con l'entrata in vigore della riforma della legge sugli stranieri in Spagna, che introduce il “rifiuto alla frontiera”, i migranti intercettati sulle barriere frontaliere di Ceuta e Melilla potranno essere immediatamente rimandati in territorio marocchino, senza previa identificazione. Ed ora in Spagna l’immigrazione clandestina si è più che dimezzata.

Mario Pulimanti (Lido, di Ostia –Roma)
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